La FIAT,
acronimo
di Fabbrica Italiana Automobili Torino, è fondata
l'11 luglio
1899 a
Torino come
casa produttrice di
automobili, per poi sviluppare la propria attività in numerosi altri
settori, dando vita al più importante gruppo finanziario e industriale privato
italiano. Ora
fa parte, insieme ai marchi
Alfa
Romeo,
Lancia,
Abarth & C. e
Fiat Professional, della
Fiat Group Automobiles s.p.a.: il ramo automobilistico del
Gruppo Fiat.
La Fiat autovetture
Storia e direzione aziendale
L'azienda nacque dalla comune volontà di una decina tra aristocratici,
possidenti, imprenditori e professionisti torinesi di impiantare una fabbrica
per la produzione di automobili.
L'idea di produrre automobili su scala industriale era venuta agli amici
Emanuele Cacherano di Bricherasio e
Cesare Goria Gatti (già fondatori dell'ACI
Automobile Club d'Italia) che avevano precedentemente costituito e
finanziato la "Accomandita
Ceirano & C.", finalizzata alla costruzione della "Welleyes",
un'automobile progettata dall'ing.
Aristide Faccioli e costruita artigianalmente da
Giovanni Battista Ceirano.
Visto il successo ottenuto dalla "Welleyes" alla sua presentazione,
Bricherasio e Gatti proposero ad un gruppo di conoscenti di acquisire le
esperienze, le maestranze e la
competenza della "Accomandita Ceirano & C." per trasferirle su scala
industriale, come già avveniva nella fabbriche dell'Europa
settentrionale.
Oltre ai due promotori, si mostrarono disposti a partecipare il conte
Carlo Biscaretti, il marchese
Alfonso Ferrero, il banchiere e industriale della seta
Michele Ceriana-Mayneri, l'avvocato
Carlo Racca, il possidente
Lodovico Scarfiotti, l'agente di cambio
Luigi Damevino e l'industriale della cera
Michele Lanza.
Atto Costitutivo della Fiat - 11 luglio 1899
Il gruppo di notabili, dopo vari incontri per fissare le linee dell'accordo
e dopo aver ottenuto l'appoggio finanziario del "Banco
di Sconto e Sete" di
Torino, si
riunì a
Palazzo Bricherasio per sottoscrivere l'atto di "Costituzione della
Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili" redatto dal Cav. Dott.
Ernesto Torretta, Notaio Patrimoniale della Real Casa: era l'11 luglio 1899. I
soci versarono un
capitale di 800.000
lire in 4.000
azioni (circa 10 milioni di
euro attuali) ed
affidarono la presidenza a Ludovico Scarfiotti.
Occorre aggiungere che, il giorno precedente alla costituzione della
società, Michele Lanza decise di ritirarsi, abbandonando il sodalizio. Lanza
aveva già realizzato in proprio, nel
1895, una delle
prime automobili italiane e, ben conoscendo le difficoltà tecniche a cui si
andava incontro, riteneva inopportuno escludere Giovanni Battista Ceirano
dalla società, principale esperto meccanico, per mere questioni di rango.
Parte della quota azionaria destinata a Lanza venne assunta dal possidente
Giovanni Agnelli, coinvolto in extremis dell'amico ed ex
commilitone Scarfiotti, mentre la rimanente quota azionaria venne sostenuta
dal Banco di Sconto e Sete.
Durante la prima seduta, il
consiglio d'amministrazione della neonata FIAT deliberò l'acquisto
dell'"Accomandita Ceirano & C.", liquidando Ceirano con la somma di 30.000
lire, per riassumerlo quale agente di vendita.
La prima vettura costruita dalla FIAT fu il modello "3½ HP", copia della "Welleyes"
e prodotta in 8 esemplari nel corso del 1899.
Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse
ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario
(non sempre in maniera pacifica ma anche sfociate in processi clamorosi per
l'epoca), la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi
integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà
senatore
durante il
Fascismo e resterà a capo dell'azienda sino al termine della
seconda guerra mondiale.
Dopo aver rischiato di perdere la proprietà dell'azienda per la propria
compromissione con il regime fascista, Agnelli passa il comando a
Valletta, essendo l'unico figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente
aereo. Valletta, uomo di qualità non comuni, si occupò di reggere per conto
della
famiglia Agnelli una delle poche aziende italiane non completamente
inginocchiate dalla disfatta, riuscì a farla rialzare e contemporaneamente
fornì l'opportuna preparazione al ruolo che appena possibile avrebbe dovuto
assumere il giovane discendente "primo in linea dinastica" (definizione
attribuita a
Montanelli).
Gianni Agnelli, l'erede, divenne presidente della FIAT nel
1966 e lo rimase
fino al compimento del 75° compleanno, quando le norme statutarie lo
obbligarono a cedere la presidenza.
La carica viene assunta prima (1996)
dall'ex amministratore delegato
Cesare Romiti e poi (1998)
da un dirigente genovese che per molti anni ha lavorato alla
General Electric negli USA,
Paolo Fresco.
La crisi del gruppo porta il fratello
Umberto alla presidenza (2003);
dopo la morte di Umberto è la volta (2004)
di
Luca Cordero di Montezemolo; l'erede designato dalla
famiglia Agnelli,
John
Elkann, è stato nominato vice presidente all'età di 28 anni e altri membri
della famiglia fanno parte del consiglio di amministrazione. L'Amministratore
Delegato, Giuseppe Morchio, dimissionario, è stato sostituito da
Sergio Marchionne, che lo ha sostituito dal
1 giugno 2004.
La gestione di Gianni Agnelli incrementò notevolmente la vocazione
multinazionale e plurisettoriale dell'azienda; una vocazione che affondava le
proprie radici nelle realtà industriali create dalla Fiat in tutta Europa, già
nel primo ventennio del secolo. La crescita, certo aiutata anche dal
cosiddetto "boom economico" degli
anni '60,
fu rilevante sia in campo nazionale che nei mercati esteri.
Le attività e le strategie del gruppo, in origine dirette alla sola
produzione industriale di autovetture (e poco dopo anche di
veicoli
industriali e
agricoli), con il passare del tempo ed a causa delle mutate condizioni di
mercato e del consolidato assetto di gruppo, sono andate verso una
diversificazione in molti altri settori. Il gruppo ha al momento attività in
una vasta gamma di settori dell'industria e nei servizi finanziari.
Si tratta del maggiore gruppo aziendale italiano, che vanta inoltre
significative attività anche all'estero, dove è presente in 61 nazioni con
1063 aziende che impiegano oltre 223.000 persone, 111.000 delle quali al di
fuori dell'Italia.
La FIAT iniziò la costruzione del famoso stabilimento produttivo denominato
Lingotto
nel 1916 e lo
fece entrare in funzione nel
1923.
Modelli pre-bellici e bellici
La prima produzione di autovetture, datata
1900, avvenne con
l'utilizzo di 150 operai nello stabilimento in Corso Dante a Torino. Da lì
uscirono 24 autoveicoli modello
Fiat 3/12hp, di cui una curiosità era la mancanza della retromarcia.
Ancora nel 1903
la produzione era limitata a 103 pezzi di auto.
Il primo Taxi Italiano |
Il primo Taxi Italiano su base Fiat Tipo 1
|
Al 1902 risale
anche la prima affermazione della casa nelle competizioni automobilistiche,
quando, con alla guida
Vincenzo Lancia si aggiudica una gara locale piemontese la Torino
Sassi-Superga.
Sempre al primo decennio del
XX secolo
risalgono le prime diversificazioni della Fiat nel campo dei veicoli
commerciali, dei tram,
degli
autocarri e dei motori marini. La società inizia anche un'attività
all'estero con la fondazione nel
1908 della
Fiat Automobile Co negli
Stati Uniti e la successiva costruzione nel
1909 dello
stabilimento di
Poughkeepsie; nel frattempo si amplia anche il numero delle persone
occupate, giunte a 2500 unità nel
1906. Nel 1908
viene messa in produzione la
Fiat 1 Fiacre, prima autovettura destinata alla funzione di
taxi e di cui vennero esportati numerosi esemplari nelle più importanti
città come Parigi,
Londra e
New York.
Poco prima dello scoppio della
prima guerra mondiale, la società torinese rinnova totalmente la gamma di
autovetture in produzione con la presentazione dei modelli
1,2,3,4,5,6;
di questi modelli va ricordata la presenza dei primi esempi di
batteria e di trasmissione a
cardano. Nel 1911
l'azienda si cimenta nella costruzione di un autoveicolo specifico per battere
il record mondiale di velocità: a tal fine costruisce la
Fiat 300 hp Record, un'auto di quasi 29.000
cc
e 290
cv di potenza, in grado di sfiorare i 300 km/h.
Sempre prima dello scoppio della guerra l'azienda madre fonda la Fiat
lubrificanti, allarga le sue attività estere con l'apertura di una società
in Russia e
inizia la produzione in serie della
Fiat Zero
di cui costruirà circa 2000 esemplari, forniti anche di impianto elettrico.
Naturalmente la produzione civile viene quasi completamente convertita ad uso
bellico durante il conflitto e il modello
Fiat 501
viene assemblato soprattutto per il
Regio Esercito.
Alla ripresa produttiva post bellica nel
1919 l'azienda
torinese presenta la Fiat 501 ad uso civile, di cui riesce a mettere
sul mercato quasi 45.000 unità. Nel frattempo prosegue anche la
diversificazione nel campo dei veicoli industriale e dell'accessoristica;
quest'ultima rappresentata dalla fondazione della
Magneti-Marelli.
Dopo la visita del Senatore Agnelli agli stabilimenti della
Ford, fondata da
Henry
Ford nel 1903
negli
USA, appare evidente che l'unica via percorribile sia quella di operare in
serie, attraverso la
catena di montaggio. Le prime manifestazioni del nuovo metodo di
costruzione sono evidenti dopo l'inaugurazione del
Lingotto,
modernissimo stabilimento di 153.000 mq, disposto su 5 piani e con la presenza
sul tetto di una pista di prova per i nuovi modelli.
I modelli in produzione negli
anni 1920
spaziano dall'utilitaria
Fiat 509
alla lussuosa berlina
Fiat 529 equipaggiata di freni su tutte le 4 ruote e di volante
regolabile. Una innovazione tecnologica importante è quella del
1928 dove la
Fiat, prima al mondo, utilizza l'alluminio
per la costruzione delle teste dei motori.
Il decennio antecedente lo scoppio della
seconda guerra mondiale è caratterizzato dalla politica autarchica voluta
da
Mussolini che impedisce uno sviluppo all'estero dell'azienda, ma che aiuta
nell'espansione sul mercato interno. È di questo periodo il debutto della
Fiat 508 Balilla, presentata nel
1932,
inizialmente fornita di cambio a 3 marce e in un secondo tempo (dal 1934) con
uno più moderno a 4, che segna il nuovo record di produzione per la Fiat con
oltre 110.000 esemplari. Pochi anni dopo il record verrà sbriciolato con la
Fiat 500,
conosciuta nella prima versione con il nomignolo di Topolino e che,
presentata nel 1936,
in un ventennio di produzione riuscì a raggiungere l'invidiabile cifra di
oltre 500.000 unità.
Appena prima dello scoppio della guerra viene inaugurato anche il nuovo
stabilimento di
Mirafiori dove viene iniziata la turnazione del lavoro sull'arco delle 24
ore.
Un modello che non può essere dimenticato è la
Fiat 6 cilindri 1500, lanciata alla fine del
1935, che si
distingue per una innovativa linea aerodinamica e filante della carrozzeria;
questa nuova linea, molto accattivante, sarà estesa (ovviamente in formato
ridotto) dalla Topolino nel
1936 e dalla
Fiat Nuova
Balilla 1100, la prima Fiat a fregiarsi del titolo di 1100,che sarà
immessa sul mercato nel giugno
1937. L'ultimo
prodotto anteguerra - uscito nel
1938 - è
l'ammiraglia
Fiat 2800:
per ovvie ragioni (la natura stessa della vettura e lo scoppio della seconda
guerra mondiale) questo modello, che inaugura, in casa Fiat, una nuova forma
del cofano
(un muso detto a spartivento) sarà costruito (anche in versione "militare") in
soli 621 esemplari sino al
1944.
La seconda guerra mondiale porta ad una drastica riduzione della produzione
di autovetture con una conversione delle linee alla costruzione di veicoli
commerciali richiesti dalla macchina bellica. Gli impianti subiscono
gravissimi danni a causa dei bombardamenti e vengono pressoché fermati.
La produzione Fiat del dopoguerra
La 500 B trasformabile del 1948: la vettura ed il posto di guida. Si
noti la doppia racchetta del tergicristallo, in pratica l'unico
particolare (assieme al sistema d'apertura del cofano motore) che
consente di distinguere la 500 B dalla precedente 500, dotata di
racchetta unica
La fine del conflitto mondiale lascia un cumulo di macerie degli impianti
industriali e si somma, per l'azienda, alla morte del suo co-fondatore e il
conseguente passaggio della dirigenza all'ing. Valletta: solo nel
1948 e grazie
agli aiuti stanziati dal
Piano Marshall terminano i lavori di ricostruzione degli stabilimenti e
riprende in pieno la produzione di autovetture. Già sul finire del
1945, comunque,
cominciano a lasciare la fabbrica le prime autovetture: la gamma é quella
dell'anteguerra (decurtata della grossa "2800" da rappresentanza) e comprende
dunque tre modelli di base: la 500 Topolino, la 1100 e la sei cilindri
1500.
Nel 1948, alla fine di giugno, si ha il primo rinnovamento del dopoguerra:
nasce la Topolino 500 B, che differisce dalla precedente soprattutto per una
modifica al sistema di distribuzione del motore, che passa dalle "valvole
laterali" alle più moderne ed efficienti "valvole in testa", con un guadagno
di potenza (da 13 a 16 HP) e di velocità (da 85 a 95 km/h). Praticamente
inalterata appare invece la carrozzeria. Meno di tre mesi dopo, nel settembre
del 1948, esce la prima "station wagon" italiana prodotta in serie: si tratta
della 500 B "Giardiniera" che, sulla meccanica della 500 B appena immessa sul
mercato, monta una carrozzeria molto originale (allora definita "giardiniera")
caratterizzata dalle fiancate in legno: la vetturetta offre una abitabilità di
4 posti "veri" più un discreto bagagliaio, non male per una vetturetta di
appena 570 cmc. Contemporaneamente, anche i modelli superiori, 1100 e 1500,
vengono "aggiornati" ed assumono le nuove denominazioni di "1100 B" e di "1500
D".
Nel 1949 la
Topolino cambia vestito e diventa 500 C. A marzo, la nuova versione viene
esposta in anteprima al Salone di Ginevra: la meccanica é praticamente
invariata, mentre la carrozzeria abbandona i fanali sporgenti dai parafanghi e
si fa più arrotondata e moderna. La stessa modifica interessa ovviamente anche
la versione "Giardiniera". La presentazione in Italia delle due versioni
avviene due mesi dopo, nel maggio 1949.
La Fiat 1500 E berlina del 1949/50
Alla Fiera del Levante di Bari, nel settembre 1949, il rinnovamento
riguarda la 1100 e la 1500, la cui denominazione assume il suffisso "E": se
per la 1100 il rinnovamento é opportuno e comprensibile in quanto il modello é
destinato a rimanere in produzione ancora a lungo, lo stesso non si può dire
per la sorella maggiore 1500, dal momento che é imminente il lancio
dell'erede, la 1400, che nascerà appena sei/sette mesi dopo. Comunque, tanto
la 1100 E quanto la 1500 E si differenziano dalle precedenti 1100 B e 1500 D
per alcune modifiche estetiche determinate soprattutto dalla scomparsa della
ruota di scorta esterna, ora alloggiata in un apposito vano (avente anche
funzioni di bagagliaio) che é accessibile dall'esterno e che viene ad
integrarsi nella parte posteriore della carrozzeria. Altre modifiche
riguardano i paraurti (irrobustiti) e l'adozione del comando del cambio con
leva al volante, secondo l'imperante moda "americana".
La Fiat 8V nella sua prima versione nel marzo 1952
Solo nel 1950
avviene la presentazione di un modello veramente nuovo, la
Fiat 1400,
che manda definitivamente in pensione la pur valida sei cilindri 1500; sarà il
primo modello con carrozzeria portante e fornito di serie di impianto di
riscaldamento. Negli anni immediatamente successivi verranno presentati anche
dei veicoli "inusuali" nella produzione dell'azienda fino ad allora: nel 1951
esce la la
Fiat Campagnola, mezzo fuoristrada di derivazione della mitica Jeep
utilizzata dall'esercito americano durante la guerra, mentre l'anno dopo
(1952) é la volta della
Fiat 8V,
una berlinetta sportiva a 2 posti caratterizzata dalle sospensioni a 4 ruote
indipendenti, novità per l'azienda torinese. Altro traguardo importante
raggiunto nel 1951
è rappresentato dalla presentazione di un
aereo il
modello G80,
primo
jet
costruito in Italia.
Nel campo delle utilitarie, il Salone di Bruxelles del gennaio 1952 tiene a
battesimo la nuova versione "station wagon" della 500 C Topolino, definita
"Belvedere" e caratterizzata dalla carrozzeria interamente metallica (la
precedente "Giardiniera" aveva le fiancate in legno)
La Fiat Campagnola (con motore diesel) del 1953
Il 1952 non è un anno particolarmente ricco di novità, tuttavia - oltre
alla Belvedere metallica ed alla sportiva 8V - vede la luce il modello
1900 nelle due versioni: la berlina (quasi identica alla 1400 ma con
mascherina con più cromature,
lunotto
ampliato ed interni più lussuosi) e la due porte denominata "Granluce". La
nuova 1900 é caratterizzata, tecnicamente, dalla adozione di uno speciale
giunto idraulico che rende più fluida e pastosa la marcia.
Da segnalare ancora che, a fine anno, l'autocarro leggero
Fiat 615 viene venduto anche con motorizzazione diesel, un piccolo
propulsore di 1,9 litri alimentato a gasolio che equipaggerà, l'anno dopo, la
prima autovettura diesel della Fiat, la 1400 Diesel.
Nel 1953
l'occupazione negli stabilimenti raggiunge la cifra di 71.000 unità mentre nel
campo della tecnica viene prodotta la prima versione della
Fiat 1400
con motorizzazione
Diesel ripresa dall'autocarro leggero tipo 615. Dello stesso anno è la
commercializzazione del modello
Fiat 1100
nella sua nuova edizione a struttura portante denominato e conosciuto come
"modello 103" e considerato un po' come l'erede della mitica Balilla.
Di questo fortunato modello, destinato a recitare una parte da protagonista
tra i modelli Fiat per oltre 15 anni (sarà sostituito dalla
128 nel
1969), esce anche, a fine anno, la versione "spinta" TV (Turismo Veloce)
seguita, all'inizio del'54, dalla station-wagon (Familiare la definizione
dell'epoca)
Nel 1954 la
Fiat non presenta grandi novità: al Salone di Torino di primavera, a parte la
vettura sperimentale a Turbina (esposta più che altro per scopi pubblicitari)
vengono presentate le nuove 1400/1900 nella serie contrassegnata dal suffisso
"A" e caratterizzata da una carrozzeria ammodernata e da alcune piccole
modifiche meccaniche
Il 1955 è
caratterizzato dal pensionamento della 500/Topolino e dalla presentazione
della Fiat
600, primo modello che veramente darà inizio alla motorizzazione di massa
degli italiani, che sarà seguita nel
1956 dalla
originalissima derivata
Fiat 600 Multipla, prima "monovolume" italiana.
Il 1956,
Multipla a parte, vede uscire una nuova serie di 1400/1900 (tipo "B") e di
1100/103 (tipo "E") mentre il
1957 é l'anno che
segna la nascita della
Nuova 500
e di una nuova serie di 1100/103 con "codine" più lunghe pronunciate (definita
anche come "modello'58" questa serie di 103, che segue alla "E" del'56, viene
curiosamente contraddistinta ufficialmente dal suffisso "D").
Alla fine del 1957
esce anche, in sostituzione della 1100/103 TV, la meno sportiva ma più
lussuosa
Fiat 1200 "granluce", che, pur sostanzialmente basata sul corpo vettura
della 1100/103, ha un padiglione assai più moderno e luminoso. Le vendite
della 1200 inizieranno nel
1958, anno che
non registra alcuna novità di rilievo in casa Fiat.
Il decennio si chiude, nel
1959 con la
cessazione delle ormai superate 1400/1900, sostituite dalle modernissime
ancorché "spigolose"
1800/2100.
Nel 1961 ad
andare in pensione un po' precocemente è invece il tipo 1200, sostituito dalla
1300/1500.
Modelli anni '60
Nell'arco di pochi anni la società cerca di coprire le varie richieste
degli automobilisti spaziando dalle piccole cilindrate alle grandi berline e
presentando i vari modelli con allestimenti berlina, giardinetta, coupé e
spider, diventando, in quanto azienda automobilistica più grande, uno dei
perni del cosiddetto boom economico di quegli anni.
Nel 1964 viene
messa in produzione un'altra autovettura destinata ad un notevole successo, la
Fiat 850,
nella sua classica versione berlina e in quelle, altrettanto di successo,
coupé e spyder. Nel
1966, stesso anno in cui avviene il passaggio di consegne tra Valletta e
l'avv. Gianni Agnelli, viene presentata la vettura più sportiva della gamma,
la Fiat
Dino progettata in parte con la
Ferrari che
ne presenta un modello omologo.
I primi anni della nuova gestione sono caratterizzati da nuovi modelli che
man mano sostituiscono quelli prodotti nel primo dopoguerra, presentando nel
1967 la
Fiat 124
che riesce a fregiarsi del titolo di
Auto dell'anno e sulla cui meccanica la
Pininfarina crea un modello spider molto apprezzato. Nel
1967 esce la
Fiat 125
e contemporaneamente l'azienda intensifica la sua presenza produttiva nel Sud
Italia; inoltre acquista parte della
Ferrari e
la totalità della
Lancia. Il 1969
vede la presentazione della prima autovettura torinese con il motore e la
trazione anteriori, la
Fiat 128,
anch'essa destinata ad un buon successo di vendita e a fregiarsi del titolo di
Auto dell'anno. Dello stesso anno è anche la
Fiat 130
ammiraglia della casa con il suo motore da 2900 cc.
Modelli anni '70
L'inizio degli
anni '70,
oltre che rappresentare l'inizio della produzione di autovetture all'estero
con l'inaugurazione dello stabilimento in
Unione Sovietica, vede la presentazione sui mercati mondiali del modello
Fiat 127,
erede della Fiat 850 e di cui, nei soli primi 3 anni di produzione, ne
verranno costruiti oltre un milione di esemplari.
Il 1972 porta
contemporaneamente nuovi modelli in vari segmenti di mercato, quello delle
utilitarie con la sostituzione della Fiat 500 con la nuova
Fiat 126,
quello delle berline di gamma alta con la
Fiat 132
e quello delle autovetture sportive con la
Fiat X1/9
(progettata e costruita da
Bertone).
Dopo alcuni anni di poche novità significative, dovuto anche alle prime crisi
petrolifere, esce nel
1974 la sostituta della Fiat 124, la nuova
Fiat 131
assemblata nello stabilimento di Mirafiori con l'uso di nuove tecnologie in
parte robotizzate, e la
Fiat 133
un non riuscito mix fra 127 e 126 prodotta e venduta solo
all'estero (Spagna e Argentina).
Nel 1978 entra
in produzione la
Fiat
Ritmo, autovettura che si distacca notevolmente nelle linee da tutta la
produzione precedente e che ha la caratteristica curiosa di dover essere messa
sul mercato degli Stati Uniti con un altro nome, Fiat Strada, a causa
della presenza sul mercato di un tipo omonimo di profilattici.
Fiat Auto S.p.A.
In questo stesso anno l'azienda subisce un radicale cambiamento di
struttura con la creazione della Fiat Auto Spa sotto cui vengono
raggruppate tutte le aziende del gruppo attive nel comparto
automobilistico (Fiat, Lancia, Autobianchi, Ferrari e Abarth) scindendo le
attività collaterali in nuove ragioni sociali come Fiat Ferroviaria,
Fiat Avio e Fiat Trattori. Nel frattempo anche tutta la produzione
di veicoli industriali aveva perso la denominazione di Fiat per essere
inglobata nel marchio
Iveco.
Modelli anni '80
L'inizio degli
anni '80
presentano un ulteriore ringiovanimento della gamma con le
Fiat
Panda del 1980 (design di
Giugiaro) che si instaura fra 127 e 126. La
Fiat
Argenta in sostituzione della Fiat 132 nel
1981 che si
rivela una rivisitazione generale. La
Fiat
Regata che prende il posto della Fiat 131 nel
1983 derivata
dalla Ritmo.
Forse un capitolo a parte merita la presentazione, datata
1983 della
Fiat Uno
(design di Giugiaro), degno successore della Fiat 127, si merita anch'essa il
titolo di Auto dell'anno, è la prima autovettura della casa il cui motore, il
FIRE 1000, è prodotto negli stabilimenti di
Termoli
(aperti nel 1972 e considerati importanti sul fronte motori) ed è a tutt'oggi
il modello Fiat che vanta il più grande numero di esemplari costruiti, oltre
8.000.000.
Nel 1985 vede
la luce il primo esemplare frutto della collaborazione tra le aziende del
gruppo, utilizzando la stessa meccanica, la Fiat presenta la
Croma
(design di
Giugiaro), contemporaneamente alla
Lancia Thema e alla
Alfa Romeo 164 (design di
Pininfarina). Di quel progetto faceva parte anche la
Saab
9000.
Nel 1988 esce
la Fiat
Tipo che va a sostituire, nel campo delle berline di media cilindrata, la
Fiat Ritmo, seguita a distanza di due anni dalla presentazione della
Fiat
Tempra, altro progetto di collaborazione con la
Alfa Romeo 155, e la
Lancia Dedra.
Sempre del 1988 è la presentazione di un altro modello che ha fatto la
storia, dell'azienda Fiat, la
Fiat Duna,
un'autovettura, nata e prodotta in Brasile dove ha avuto molto successo, al
contrario una volta importata in italia si rivelò un fiasco commerciale.
Modelli anni '90
Gli anni
'90 sono caratterizzati dall' entrata in produzione dei modelli che
vediamo circolare ai giorni nostri e che possiamo, in parte, ritrovare ancora
nei listini di vendita odierni come la
Fiat Cinquecento del
1991 che
sostituisce la 126, vera e propria mini-rally car. La
Punto,
che sostituisce la Uno, lanciata nel 1993, si caratterizza da una linea
innovativa da monovolume che riceve il premio auto dell'anno 1995. La
Coupé
del 1993 che
sostituisce la
X1/9
dotata di un 2000cc turbo e aspirato, di cui la prima serie a 4 cilindri,
nella seconda serie introdussero il motore 1.8 e 2.0 turbo 5 clilindri 20
valvole. La
Ulysse
del 1994 che fu
la prima grande monovolume di successo prodotta dalla Fiat, questa in
collaborazione con il gruppo francese PSA (Peugeot 806 - Citroen Evasion) La
Fiat Barchetta, autovettura spider con motore 1.8 disegnata da
Andreas Zapatinas che riscosse un buon successo come spider economica. Le
Fiat Bravo/Brava del
1995,
caratterizzate da una linea moderna e da dimensioni da utilitarie più che da
compatte come eredi della Tipo che ricevono il premio auto dell'anno 1996. La
Fiat
Marea del 1996,
derivata dalla Bravo/Brava, come erede della Tempra. La
Fiat Seicento nel
1998 come erede della Cinquecento di cui conserva il disegno generale. La
Multipla, che riprende il nome della 600 Multipla, con sei posti e
dimensioni da utilitarie, la quale riscosse un enorme successo, aiutata anche
dal fatto che venne equipaggiata da un motore 1.6 alimentato a benzina e
metano dalla grande economicità. Nel Settembre 1999 viene lanciata la seconda
serie della "Punto" con motorizzazioni 1.2 8v 1.2 16v 1.8 16v benzina e 1.9 D
aspirato e 1.9 JTD a iniezione diretta.Quest'auto ha avuto grande successo
tant'è che oggi (2008) viene ancora prodotta.
Questi modelli sono caratterizzati dalla presenza di varie motorizzazioni
sia benzina 1.1, 1.2 8 e 16v, 1.4 aspirato e turbo(quest'ultimo montato sulla
Punto GT), 1.6, 1.8, 2.0 litri aspirato e turbo sia nelle versioni 4 cilindri
16v che 5 cilindri 20v. questi modelli sono stati equipaggiati anche con
motori a ciclo Diesel (1.7, 2.0 TD) e in taluni casi anche di motori elettrici
o a doppio funzionamento (metano, con basse rese di potenza ma dalla grande
economia di esercizio, e gpl, che oggi si è perfezionato e ha una resa del 90%
rispetto alla benzina e consumi dal rapporto costo/km vicino al gasolio)
Il Progetto 178
La Fiat, da molti anni ormai, si è impegnata molto fuori dalle mura
italiane e anche al di là dei confini europei, ma ha trovato mercati e "gusti"
molto differenti da quelli italiani. I primi esempi di fabbricazione in grande
serie di autovetture all'estero da parte dell'azienda torinese possono essere
fatti risalire agli
anni
ottanta quando iniziò, negli stabilimenti
brasiliani
la fabbricazione di una
berlina che
ebbe uno scarsissimo successo di vendite sul mercato
italiano una
volta importata, la
Duna.
Nel Sudamerica invece il successo non mancò e da quella autovettura nacque il
progetto successivo, quello della
Palio,
anch'essa importata in Italia ( e venduta fino al
2001) con un
successo comunque migliore rispetto alla precedente. La Palio fa parte del
"progetto 178" ovvero una serie di vetture della stessa famiglia differenziate
prevalentemente dal mercato in cui venivano distribuite. Oltre alla Palio
infatti di questa famiglia fanno parte la
Fiat
Siena (1997)
e Fiat
Albea del 2002,
il Fiat
Strada (pick-up venduto anche in Italia) e la
Fiat
Perla, aggiuntasi nel
2006 per il
mercato Cinese.
Produzione Fiat attuale
Autovetture
La produzione attuale FIAT, forte di un grande rilancio del marchio e di
ingenti investimenti sul settore auto, ha subito un up-grade importante per
quanto riguarda la sicurezza e l'accuratezza dell'assemblaggio. Lo stile delle
automobili di nuova concezione è stato affidato in gran parte a Giugiaro che
ha saputo raccogliere grandi consensi internazionale sui suoi interventi, in
particolar modo sul modello Grande Punto. Il centro stile interno invece, si è
occupato della nuova Panda.
La società torinese ha in catalogo attualmente:
-
600 nel segmento delle A;
-
Panda nel segmento delle utilitarie sostituisce il modello introdotto
nel 1981 e viene proposta anche in versione Panda 4 x 4, che richiama il
concetto di piccolo suv;
- Idea
nel segmento delle piccole monovolume;
-
500 che affianca la
Seicento e la
Panda nel segmento A, le più vendute;
-
Bravo tra le medie, segmento C, che sostituisce la vecchia
Stilo,
che fin dal lancio ha ottenuto un discreto successo;
-
Grande Punto sostituisce quasi del tutto la Punto (che però è ancora in
commercio, con il nome
Punto Classic ), modello più venduto in Italia ed ai primissimi posti in
Europa del 2006, debutta sul mercato con gli stilemi del nuovo "family
feeling" della Fiat, creata da Giorgetto Giugiaro, ha ottenuto ampi consensi
sul suo stile sportivo ma equilibrato;
-
Multipla è giunta alla seconda generazione e ha un design del frontale
meno particolare rispetto alla vecchia serie ma che conserva uno degli
esperimenti di modulazione dello spazio interno più originali;
-
Croma segna il ritorno della Fiat nel settore medio alto, oggetto di un
recente restyling piuttosto criticato in quanto troppo simile alla
concorrenza straniera (vedi:Volvo) ma ricordando la
Stilo;
-
Doblò si può inserire in una categoria a sé stante, veicolo
multispazio utilizzabile sia come
trasporto passeggeri che come
trasporto merci;
- Qubo
veicolo da lavoro
multispazio per uso anche familiare che affianca Fiat Doblò nella stessa
categoria
-
Ulysse monovolume che sostituisce l'altra versione e ne aumenta la
comodità e la potenza, il bagagliaio è molto ampio.
-
Sedici
mini SUV prodotto dal 2006 e frutto della collaborazione con
Suzuki. La
Sedici pubblicizzò anche le olimpiadi di Torino 2006.
- Nel 2007 viene prodotta una quarta
World car:
la Fiat
Linea. Questa però a differenza delle altre, non fa parte del progetto
178, infatti deriva dalla Grande Punto e oltre ai mercati emergenti (dove
viene posta in una categoria superiore rispetto alle altre World car Fiat)
viene venduta anche in alcuni paesi dell'Unione
europea (come
Spagna e
Germania
dove gode di tutti i sistemi di elettronica e dispositivi di sicurezza della
Grande Punto). Nessuna notizia invece dell'eventuale commercializzazione
anche in Italia.
Ultima novità di grande successo: La Fiat Nuova 500, utilitaria su base
Panda che richiama stilisticamente la storica Fiat 500.
I motori di nuova concezione spaziano dal 1.2 da 69cv aspirato della Nuova
500 al 1.4 turbo da 150cv per la Bravo, passando per i 1.3 multijet da 75cv e
90cv, il 1.6 multijet da 105 e 120 cv, 2.0 multijet con testata 16 valvole da
165cv e il più potente 2.4 multijet 5 cilindri da ben 200cv montato sulla
Croma. E' attualmente allo studio in fase avanzata un 900 cc. a 2 cilindri in
alluminio che promette emissioni molto basse di CO2 e manutenzione ridotta.
Van
Nel campo delle autovetture van, veicoli trasformati commerciali, la
gamma della Fiat spazia dalle versioni delle autovetture Panda (2/4 posti),
Seicento (2 posti), Punto e Stilo Multiwagon (2/4 posti), Idea van (4 posti),
Grande Punto van (per ora 4 posti), Ulysse van (5/7 posti) e Multipla van (5/6
Posti).
Altri veicoli Fiat
Veicoli commerciali leggeri
Fiat Ducato seconda serie restyling
La Fiat produceva le
versioni furgonate delle sue automobili (1100T, 600T, 850T) ma produsse
anche furgoni non derivati: nel 1965 nacquero il
Fiat 900
in sostituzione dell'850T e del 600T che appartiene ai furgoni medi e il
Fiat 241
che fu il primo grande furgone Fiat con portata superiore ai 1400kg; nel 1969
il Fiat 238
in sostituzione del 1100T che si inserisce nella categoria dei furgoni
medio-grandi, nel 1974 il
Fiat 242
in sostituzione del 241 e del 238 come furgone medio-grande e nel 1981 il
Fiat
Ducato in sostituzione del 242. Il Fiat Ducato è il furgone più venduto in
Europa. È da menzionare il piccolo autocarro
Fiat 615 che può essere considerato l'antisegnano del 241 come
impostazione per impegni gravosi.
Per i furgoni di taglia piccola (adesso multispazio o furgonette) si è
dovuto aspettare il 1978 con il
Fiat
Fiorino, derivato dalla 127 (prima serie) e dalla Uno (seconda serie) che,
nonostante la concorrenza dei pari tipo francesi dal 1996, continuò la sua
carriera fino al 2003 sostituito dal multispazio
Fiat
Doblò. Per i furgoni medi si aspetta fino al 1995, anno di lancio del
Fiat
Scudo, derivato dalla
Fiat
Ulysse che sostituisce il
Fiat 900.
Dal 2007 il nome Veicoli Commerciali FIAT è stato sostituito dal nome
FIAT Professional
Fotogalleria Furgoncini/Camioncini leggeri anni'50
La versatile versione "furgoncino" della 500 C (1949)
|
L'autocarro leggero 615 del 1952, munito di motore diesel da 1901 cmc
(lo stesso che l'anno successivo equipaggerà la prima Fiat a gasolio,
la 1400 Diesel)
|
Il camioncino derivato dalla 1100 E (1949)
|
Il furgone 1100 T (1957-58)
|
Autocarri
Fra i tanti autocarri prodotti dalla Fiat si può menzionare il famoso
682 e i suoi derivati (il 690, il 687, il 650, il 643, il 691, il 662, il
697, il 642, il 645, il 693 e il 684), chiamato "Re d'Africa", lanciato nel
1952, dotato di
una proverbiale affidabilità e robustezza, principale concorrente dell'OM
Titano. Altro
autocarro
importante fu il
619, fratello del 682, poi vennero i
Fiat 697 e gli ultimi
Fiat 170. Vennero prodotti anche il
Fiat 130 in sostituzione del "Re d'Africa" e del 619.
Nel 1968 FIAT
V.I. ristruttura le sue fabbricazioni nel mondo con una standardizzazione dei
modelli. La gamma OM
viene integrata, la
UNIC francese abandona i musoni e monta solo cabine e motori Fiat, in
tutte le altre fabbriche (Argentina, Nigeria, Turchia,....) la produzione
degli autocarri Fiat è simile a quella dei modelli italiani.
Nel 1975, sotto l'egidio di Fiat V.I., viene creata
IVECO, raggruppamento di FIAT V.I.,
OM,
UNIC-FIAT, e
Magirus-Deutz. In un primo tempo vengono commercializzati i vecchi modelli
con l'aggiunta del marchio IVECO, dopodiché vengono sostituiti dai
nuovi modelli progettati dall'Iveco stessa, i Turbostar e Turbotech fino ai
nuovissimi Eurocargo, Stralis e Trakker. Iveco è il secondo costruttore
europeo di mezzi pesanti che comprende anche i marchi
Astra e
SIVI. Derivato
dal 619, dal
Zeta e dal 130 sono gli
Iveco Zeta e
Iveco 619. Derivato dal 170 è il
Iveco 220.
I loghi FIAT
Il logo Fiat fino al 26 ottobre 2006
Il logo Fiat a
riga scritto "/ F / I / A / T /" durò fino al
1983 sui frontali
mentre era il simbolo ufficiale dal
1969 al
1999.
Dal 1983 sul
frontale ci furono le caratteristiche sbarre cromate, diventate più piccole
nel 1989 ed
azzurre dal 1993 al
1999. Dal 1999 al
2003 il vecchio logo veniva posizionato sul retro dei prodotti e uno nuovo
(che richiamava quello del 1929) fece la sua comparsa sull'anteriore. Quest'ultimo
logo fu creato in occasione dei 100 anni della Fiat, e fu dichiarato un "logo
di transizione". Il
26
ottobre 2006
la dirigenza decise di cambiare nuovamente il logo, inserendolo per la prima
volta nella
Bravo nel 2007.
Il logo attuale richiama quelli utilizzati dal gruppo dagli
anni trenta
fino alla fine degli
anni
sessanta. La scritta Fiat, di colore avorio ed allungata, appare su uno
sfondo rosso cromato, il tutto inserito in una cornice rotonda ombreggiata in
modo da richiamare un effetto tridimensionale.
Bibliografia
- Dessì F., Storia Illustrata dell'Auto Italiana, vol. I, Milano,
Giumar di Piero De Martino e C., 1961.
- Dessì F., Storia Illustrata dell'Auto Italiana, vol. II, Milano,
Giumar di Piero De Martino e C., 1962.
- Volpato G., Il caso FIAT. Crisi e riorganizzazione strategica di
un'impresa simbolo, ISEDI, 2004.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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