Con la locuzione lavaggio del cervello si definisce comunemente una
forma di
plagio psicologico della quale viene accusato un
gruppo
religioso, una
setta o un'ideologia,
quando metta in atto metodi di
persuasione che si ritiene
manipolino il
libero arbitrio di una persona, in modo da portarla a decisioni altrimenti
aliene alla propria
volontà.
Secondo l'Associazione Nazionale Familiari delle Vittime delle Sette, una
differenza rispetto al plagio psicologico consisterebbe nel fatto che, nel
lavaggio del cervello, "le persone sanno perfettamente chi è il loro nemico e
le tecniche di condizionamento sono attuate contro la volontà del soggetto,
utilizzando sovente modi brutali, come le sevizie fisiche"
[1].
Il termine lavaggio del cervello (conosciuto anche come
controllo mentale o controllo del pensiero) si riferisce a un processo
dove un gruppo o individui "usa sistematicamente metodi manipolativi non etici
per persuadere gli altri a conformarsi ai desideri dei manipolatori, spesso a
svantaggio della persona manipolata".
[2]
Cenni storici
Cina
Secondo
Margaret Thaler Singer[3],
il termine venne introdotto per la prima volta in
Occidente nel libro "Brain-washing in Red China. The calculated
destruction of men's minds" (Lavaggio del cervello nella Cina Rossa. La
distruzione calcolata della mente dell'uomo[4]),
scritto nel 1951
da
Edward Hunter (1902-1978),
giornalista americano corrispondente da
Hong Kong
ed agente della
CIA.[5]
L'autore si basò su interviste a cinesi e stranieri che arrivavano a Hong
Kong dalla
Cina comunista. Il processo usato veniva chiamato "hse nao" (洗脑,
pinyin: xí nǎo), che letteralmente significa "lavare il cervello" o
"pulire la mente". Questo processo sarebbe stato introdotto nei campi di
rieducazione della
Cina
maoista sin dai primi
anni cinquanta
per poi diffondersi in
Corea.[6]
Il "lavaggio del cervello" prevedeva l'uso della scrittura quotidiana su un
diario, come
strumento di
confessione e di
delazione,
oltre a varie altre tecniche di spoliazione, di umiliazione, di diminuzione
dell'autostima
degli ostaggi, di controllo delle informazioni, di
manipolazione e di
propaganda.[7]
La CIA effettuò per almeno 25 anni
test e
indagini sull'efficacia del "lavaggio del cervello", arrivando alla
conclusione che non era possibile cambiare opinioni e tendenze politiche ad
una percentuale alta di individui.[6]
Alcuni ricercatori, fra i quali lo
psichiatra americano
Robert Jay Lifton (1926), già allievo di
Erik
Erikson, si occuparono delle condizioni necessarie per una rieducazione
forzata, seppur in assenza di uno stato di
prigionia e mancando l'ausilio della
tortura.
Gli studi di Lifton
Lifton si recò ad
Hong Kong
per intervistare 40 soggetti, cinesi e occidentali, sottoposti al regime
coercitivo di
indottrinamento ed alla fine degli
esperimenti elaborò un modello di spiegazione del fenomeno, che definì,
allo stesso modo dei cinesi, con il nome di "riforma (controllo) del
pensiero", anziché "lavaggio del cervello".
[7]
La "riforma (controllo) del pensiero" viene inquadrata come una tecnica più
sottile del "lavaggio del cervello", perché il nemico è invisibile, ignoto.[8]
Lifton descrisse il processo di "riforma del pensiero" come la combinazione
di una coercizione proveniente dall'esterno, unita ad una esortazione
interiore che sfrutti i sensi di colpa e di
vergogna,
con gli stessi criteri e le stesse promesse dei movimenti religiosi,
rinforzata dalla speranza in una guarigione
terapeutica
dell'ostaggio-malato.
[7]
Lifton suddivise in otto i temi psicologici e sociali che possono indurre
uno stato di
assolutismo ideologico:
- controllo dell'ambiente e della
comunicazione;
-
misticismo intorno alla istituzione manipolatrice;
- necessità di purezza politica e ideologica atta a conservare in uno
stato di costante senso di colpa i membri e per valutare come impuro tutto
il mondo esterno;
- culto
della confessione
- scienze sacre e verità assoluta dogmatica e non discutibile;
- linguaggio riduttivo e infarcito di
slogan e
cliché;
-
dottrina sopra l'individuo;
- dispensazione della esistenza e dei fatti
culturali
(libri,
arte, ecc.).[7][9]
Le sette religiose
Dagli
anni sessanta in poi l'interesse ed il dibattito dell'opinione
pubblica sul "lavaggio del cervello" ha riguardato le cosiddette "sette
religiose" ed i metodi di affiliazione di nuovi adepti.
Gli esperti che ravvisano gli estremi del "lavaggio del cervello" anche in
questo campo, guidati da psichiatri come Louis J. West (1924-1999) e psicologi
come Margaret T. Singer, sostengono che i neofiti sarebbero suggestionabili a
causa degli indottrinamenti prolungati e stressanti, delle
diete a cui, talvolta, si sottoporrebbero, oltre al ciclo sonno-veglia
alterato per seguire i riti di alcune sette. Dopo il controllo della
motivazione avverrebbe l'identificazione con le regole e gli ideali del nuovo
culto e la
nascita di un nuovo "sé",
di un nuovo senso della vita.[7]
Gli studiosi dei
nuovi movimenti religiosi, invece, non ritengono di rintracciare "lavaggi
del cervello" e portano a sostegno delle loro tesi alcune argomentazioni,
quali il successo inferiore alle previsioni e al sentire comune riscosso dalle
sette, oltre ad un turnover elevato che escluderebbe l'ipotesi di
conversioni coercitive e incatenanti, ed infine le sentenze dei tribunali
americani, che dal
1990 in poi, hanno, in massima parte, respinto l'accusa di "lavaggio del
cervello".[6]
Teoria della
cospirazione
Controllo mentale è un termine generale che si riferisce a un numero di
teorie controverse che propogono che il pensiero individuale, il comportamento,
le emozioni e le decisioni possono essere manipolate da sorgenti esterne.
Teorie che coinvolgono il governo Americano frequentemente si riferiscono a
MKULTRA.
Note
- ^
Plagio sul sito del Favis, Associazione Nazionale Familiari delle
Vittime delle Sette
- ^ cite web |url=http://www.csj.org/studyindex/studycult/cultqa.htm
|title=Cults: Questions and Answers |first=Michael |last=Langone |authorlink=Michael
Langone |work=www.csj.org |publisher=International
Cultic Studies Association |accessdate=2009-12-27 |quote=Mind control (also
referred to as 'brainwashing,' 'coercive persuasion,' 'thought reform,' and
the 'systematic manipulation of psychological and social influence') refers
to a process in which a group or individual systematically uses unethically
manipulative methods to persuade others to conform to the wishes of the
manipulator(s), often to the detriment of the person being manipulated.
- ^ Margaret Thaler
Singer. Cults in Our Midst,
ISBN 0787967416
- ^ Edward Hunter.
Brainwashing in Red China, ASIN B0007HG1JU
- ^ cite web url =
http://en.wikipedia.org/wiki/Edward_Hunter_(U.S._journalist)
- ^
a
b
c cite web url =
http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/l_lavaggio_cervello.htm
- ^ a
b
c
d
e cite web url =
http://www.xenu.com-it.net/txt/fcap5.htm
- ^ cite web url =
http://www.ilcounseling.it/articoli/ottopunti.htm
- ^ cite web url =
http://www.ilcounseling.it/articoli/ottopunti.htm
Bibliografia
- Massimo
Introvigne, Il lavaggio del cervello: realtà o mito?, Torino,
Elledici,Leumann, 2002.
- E.H. Schein,
The Chinese Indoctrination Program for Prisoners of War, Psychiatry,
1956.
- E. Hunter,
Brainwashing in red China. The calculated destruction of men's mind, New
York, The Vanguard Press, 1951.
- R.J. Lifton,
Thought reform and the psychology of totalism, New York, Norton
Library, 1963.
- W. Sargant,
Battle for the Mind, New York, Doubladay & Company, In. Garden City,
1957.
- M. Fiorino,
persuasione socialmente accettata, il plagio e il lavaggio del cervello,
Forte dei Marmi, Psichiatria e Territorio vol. I, 1990.
- L.J. West,
Persuasive Techniques in Contemporary Cults: A Public Health Approach,
Washington, CULTS and New Religious Movements American Psychiatric
Association, 1989.
Voci correlate
Collegamenti esterni
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