Nel giugno 2008 il
Governo Berlusconi IV ha espresso la volontà di riproporre un nuovo
disegno di legge sulle immunità alle alte cariche (stavolta solo quattro, cioè
senza il Presidente della Corte costituzionale): è stato denominato lodo
Alfano dal nome del proponente, il
ministro della Giustizia).
Il testo reca talune modifiche rispetto al testo precedente caduto, come
detto, al vaglio della
Corte Costituzionale, prime fra tutte il termine di legislatura per la
sospensione dei processi e poi la possibilità di proseguire con le azioni
civili di risarcimento. Eppure le proteste sono ricominciate, anche se,
rispetto alla situazione del 2003 (con processi importanti e delicati, tutti
'medio tempore' conclusisi con pronunce non sfavorevoli all'imputato), la
posizione processuale del premier era assai più leggera (pendendo nei suoi
confronti solo un processo a Milano sulla corruzione in atti giudiziari
dell'avvocato inglese
Mills ed un'indagine a Napoli su possibili tentativi illeciti di
convincere senatori della XV legislatura a cambiare bandiera).
L'opposizione del PD
ha fatto risaltare soprattutto, nella sua critica al testo, l'alterazione
dell'equilibrio tra principio di sovranità popolare (articolo 1 Cost., che fa
presumere che l'eletto dal popolo abbia il diritto di governare senza essere
distratto da iniziative attuate da altri poteri come la magistratura, quando
queste siano però obiettivamente pretestuose) e principio di eguaglianza
dinanzi alla legge (articolo 3 Cost., che pretende che nel rendere conto alla
giustizia tutti i cittadini versino nelle medesime condizioni difensive, senza
vantaggi aggiuntivi derivanti dal prestigio della carica rivestita
dall'imputato)[3].
Differente l'opposizione dell'Idv
che ha battuto soprattutto sul privilegio creato per il premier sotto
inchiesta ed ha innalzato i toni. Sottolinea l'Idv che ad un ipotetico arresto
in flagranza di un premier colto sul fatto in crimini - fossero anche di
sangue - non potrebbe, mercè il lodo, fare seguito alcun procedimento penale
per cinque anni[4].
Il provvedimento è stato approvato dalle Camere in virtù della votazione
confome del Senato tenutasi in seconda lettura martedi 22 luglio con 171 sì,
128 no e 6 astenuti, diventando legge con la promulgazione del Capo dello
Stato.
Note
- ^
Legge 20 giugno 2003, n. 140 - Disposizioni per l'attuazione
dell'articolo 68 della Costituzione nonché in materia di processi penali nei
confronti delle alte cariche dello Stato su www.camera.it.
- ^
La motivazione della sentenza della corte costituzionale che ha
dichiarato l’illegittimità costituzionale del "Lodo Schifani" su
www.legge-e-giustizia.it.
- ^ Intervento del
senatore Ceccanti al Senato, resoconto stenografico dell'Assemblea del 21
luglio 2008.
- ^ Intervento del
deputato Di Pietro alla Camera, resoconto stenografico dell'Assemblea del 17
luglio 2008.
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