Il Natale è la
festività
cristiana che celebra la
nascita di Gesù,
figlio della
Vergine Maria concepito divinamente. Cade il
25
dicembre (il
7 gennaio
nelle Chiese orientali, per lo slittamento del
calendario giuliano).
Il termine italiano Natale deriva dal
latino Natalis che significa "natalizio, relativo alla nascita".
Nel
calendario romano il termine
Natalis veniva impiegato per molte festività, come il
Natalis Romae (21
aprile) che commemorava la nascita dell'Urbe, e il
Dies
Natalis Solis Invicti la festa dedicata alla nascita del Sole (Mitra),
anch'essa il 25 dicembre, introdotta da
Aureliano
nel 273 d.C.,
soppiantata progressivamente durante il
III
secolo[1]
dalla ricorrenza cristiana. Il Natale è anche chiamato Natale di Gesù o
Natività del Signore e preceduto talvolta dall'aggettivo santissimo
(talvolta abbreviato in Ss.).
Secondo il
calendario liturgico cristiano è una solennità di livello pari all'Epifania,
Ascensione e
Pentecoste ed inferiore alla
Pasqua (la
festività più importante in assoluto) e certamente la più popolarmente
sentita, soprattutto a partire dagli ultimi due secoli, da quando cioè è
diventata la festa in cui ci si scambia i regali e più si sta insieme in
famiglia.
Il significato cristiano del Natale
Il Natale, pur non essendo la principale festa cristiana in quanto essa è
la Pasqua, è pur sempre quella più sentita a livello familiare e popolare e
rappresenta la consapevolezza di essere chiamati a riconoscere nel Bambino
di Betlemme il Figlio di Dio. Sul Natale in quanto Festa cristiana, sulle
manifestazioni liturgiche, sulle tradizioni delle comunità cristiane e sulle
ricorrenze , riti ed abitudini di tutto il mondo sono state scritte decine e
decine di poesie.[1],
racconti
[2], canti popolari
[3], filastrocche, ninna nanne e molto altro.
La nascita di Gesù
Presepe, in ricordo della nascita di Gesù.
La festa del Natale è la celebrazione della nascita di
Gesù. Secondo il
Vangelo di Luca, egli nacque da
Maria a
Betlemme, dove lei e suo marito
Giuseppe si recarono per partecipare al
censimento della popolazione organizzato dai
Romani.
Per i suoi
discepoli
la nascita o
natività di Cristo è stata preceduta da diverse
profezie
secondo cui il
messia sarebbe nato dalla casa di
Davide per
redimere
il mondo dal
peccato.
Nella
Chiesa latina il giorno di Natale è caratterizzato da quattro
messe: la vespertina della vigilia, ad noctem (cioè la messa
di mezzanotte), in aurora, in die (nel giorno).
Come tutte le solennità, ha una durata maggiore rispetto agli altri giorni
del calendario liturgico, infatti, le solennità si fanno iniziare ai
vespri del
giorno prima - se esso non ha la precedenza stabilita dalle apposite norme -
facendo così saltare i vespri propri del giorno precedente.
Il tempo liturgico del Natale si conta a partire dai primi vespri del
24
dicembre, per terminare con la domenica del Battesimo di Gesù, mentre il
periodo precedente al Natale comprende le quattro settimane d'Avvento.
La data di nascita di Gesù
La data di nascita di Gesù non è riportata nei
Vangeli. Fin dai primi secoli i cristiani svilupparono diverse tradizioni,
basate su ragionamenti teologici, che fissavano il giorno della nascita del
Signore in date diverse, tanto che Clemente Alessandrino (+ c. 215) annotava
in un suo scritto: "non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore,
ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno" (Stromata,
I,21,146.)
La prima testimonianza della data del 25 dicembre per il natale di Gesù si
ritrova in uno scritto di S. Ippolito (+235), il "Commentario su Daniele",
ossia diversi decenni prima che l'imperatore Aureliano, nel 274, istituisse la
festa pagana del Sole Invitto.
Secondo gli studi più recenti, a partire da quelli di Thomas Talley sul
Natale e sulla diffusione del culto del Dies natalis solis invicti, l'ipotesi
che la festa liturgica del Natale sia sorta per sostituire la festa pagana si
è ridimensionata a favore di una origine autonoma avvenuta all'interno delle
comunità cristiane dell'africa donatista
[2].
Storia
In questa sezione si dà conto dei dati storici conosciuti sull'origine
della festa del Natale.
I primi secoli del Cristianesimo
Il Natale non è presente tra i primi elenchi di festività cristiane di
Sant'Ireneo e
Tertulliano
[3];
Origene, probabilmente alludendo ai Natalitia imperiali dichiara
[4]
che nelle scritture solo i peccatori, e non i santi, celebrano la loro
nascita[3].
Arnobio
[5] ridicolizza la celebrazione dei "compleanni" degli dei.
Le chiese cristiane celebravano piuttosto la festa dell'Epifania
(dal greco epiphàneja: manifestazione, comparsa, apparizione, nascita), che
commemora la visita dei
Re Magi a
Gesù.
Il processo attraverso il quale il 25 dicembre divenne la ricorrenza della
nascita di Gesù per tutta la cristianità, incominciò solo nel
III
secolo e durò fino al successivo e differì temporalmente secondo le
diocesi.
Celebrazioni in Alessandria d'Egitto
Le prime evidenze di una celebrazione provengono da
Alessandria d'Egitto, circa
200 d.C., quando
Clemente di Alessandria[6]
disse che certi
teologi
egiziani, "molto curiosi", definirono non solo l'anno, ma anche il giorno
della
nascita di Gesù il 25 Pachon, corrispondente al
20 maggio
del ventottesimo anno di
Augusto ma fecero questo non perché ritenessero che il
Cristo fosse
nato quel giorno ma solo perche quel mese era il nono del loro calendario
[7].
Altri scelsero le date del 24 o 25 Pharmuthi (19
o 20 aprile)[3].
Un testo del 243,
De paschae computus, attribuito a
Cipriano ma probabilmente apocrifo[8],
dichiara che la nascita di Cristo fu il
28 marzo
perché fu in quel giorno che il
sole fu creato[3].
Clemente dichiara anche che i Balisilidiani celebravano l'Epifania e con
essa, probabilmente, anche la nascita di Gesù, il 15 l'11 Tybi (10
o 6 gennaio)[3].
In un qualche momento la doppia commemorazione di Epifania e Natività deve
essere diventata comune, sia perché l'apparizione dei pastori era considerata
una delle manifestazioni della gloria di Cristo, sia forse a causa di una
discrepanza del
vangelo di Luca
3,22 presente in vari codici, tra cui il
codice Bezae, in cui le parole di
Dio sono rese
houios mou ho agapetos, ego semeron gegenneka se ("tu sei il mio figlio
prediletto, in questo giorno ti ho generato") al posto di en soi eudokesa
("in te mi sono compiaciuto").
Abraham Ecchelensis (1600-1664)
[9]
riferisce della presenza di un dies Nativitatis et Epiphaniae da una
costituzione della
chiesa di Alessandria al tempo del
Concilio di Nicea.
Epifanio
riferisce di una cerimonia dai tratti gnostici ad Alessandria in cui, la notte
tra il 5 ed il 6 gennaio, un disco solare inquartato (oggi noto come "croce
celtica") detto Korê era portato in processione attorno ad una cripta, al
canto Oggi a quest'ora Korê ha dato vita all'Eterno[10].
Giovanni Cassiano (360-435)
scrive tra il 418
ed il 427 che i
monasteri egiziani ancora osservano gli antichi costumi[11].
Il 29 Choiak (25 dicembre) e 1 gennaio
433
Paolo di Emesa predica presso Cirillo di Alessandria, e i suoi sermoni
[12]
mostrano che la celebrazione del Natale il mese di dicembre era già fermamente
stabilita, ed i calendari provano la sua permanenza; per cui la festa si era
diffusa in Egitto tra il
427 ed il
433[3].
Celebrazioni a Cipro, Armenia e Turchia
A Cipro,
alla fine del
IV secolo,
Epifanio dichiara contro gli
Alogi[13]
che Cristo era nato il
6 gennaio
ed era stato battezzato l'8
novembre.
Sant'Efrem il Siro (i cui inni si riferiscono all'Epifania
e non al Natale) prova che la
Mesopotamia ancora festeggiava la nascita tredici giorni dopo il solstizio
d'inverno, ovvero il 6 gennaio.
Contemporaneamente in
Armenia la
data di dicembre era ignorata, e tuttora gli Armeni celebrano il Natale il
6 gennaio[14].
In Turchia,
i sermoni di
san Gregorio di Nissa su
San
Basile (morto prima del 1 gennaio
379) e i due
seguenti durante la festa di
Santo Stefano[15],
provano che nel 380
il Natale era già celebrato il 25 dicembre[16].
Nel V
secolo
Asterio di Amaseia e
Sant'Anfilochio di Iconio, contemporanei di Basile e Gregorio, mostrano
che nelle loro
diocesi le feste dell'Epifania e del Natale erano separate
[17].
Celebrazioni a Gerusalemme
Nel 385
Egeria scrive di essere rimasta profondamente impressionata dalla festa
della Natività di
Gerusalemme, che aveva aspetti prettamente natalizi; il vescovo si recava
di notte a
Betlemme, tornando a Gerusalemme il giorno della celebrazione. La
presentazione di Gesù al tempio era celebrata quattordici giorni dopo. Ma
questo calcolo inizia dal 6 gennaio, e la festa continuava per gli otto giorni
dopo quella data
[18]; successivamente menziona solo le
due feste maggiori dell'Epifania e della Pasqua. Per cui il 25 dicembre nel
385 non era osservato a Gerusalemme.
Giovanni di Nikiu (circa nel 900) per convincere gli armeni ad osservare la
data del 25 dicembre fa notizia di una corrispondenza tra
san Cirillo di Gerusalemme e
papa Giulio I[19]
in cui Cirillo dichiara che il suo clero non può, nella singola festa della
nascita e del battesimo, effettuare una doppia processione tra Betlemme ed il
Giordano e chiede a Giulio di stabilire la vera data della Natività dai
documenti del censimento portati a Roma da
Tito; Giulio stabilisce il 25 dicembre.
In un altro documento[20]
si riferisce che Giulio scrisse a
Giovenale di Gerusalemme (circa
425-458),
aggiungendo che
Gregorio Nazianzeno a
Costantinopoli era stato criticato per aver dimezzato le festività, ma
Giulio morì nel 352
e la testimonianza di
Egeria rende questi ultimi due documenti di origine dubbia[3].
San Girolamo, scrivendo nel
411[21],
rimprovera ai palestinesi di mantenere la celebrazione della nascita di Cristo
nella festa della Manifestazione.
Cosmas Indicopleustes suggerisce
[22] che anche alla metà del sesto
secolo la
chiesa di Gerusalemme riteneva, basandosi sul passo evangelico di Luca,
che il giorno del battesimo fosse il giorno della nascita di Gesù in quanto
essere divino. La commemorazione di Davide e Giacomo l'Apostolo si svolgeva il
25
dicembre.
Il 25 dicembre 432 Paolo di Emesa pronunciava a Cirillo di Alessandria un
discorso sul Natale.
Celebrazioni ad Antiochia
Ad
Antiochia, dopo una lunga resistenza, la festa del 25 dicembre venne
accolta nel 386 grazie all'opera di san
Giovanni Crisostomo.
Durante la festa di san Philogonius del 386[23]
San Giovanni Crisostomo predicò un importante sermone: in reazione ad alcuni
riti e feste ebraiche invitò la
chiesa di Antiochia a celebrare la nascita di Cristo il
25
dicembre quando già parte della comunità la celebrava in quel giorno da
almeno dieci anni; dichiarò che in occidente la festa era già celebrata e che
egli desiderava introdurla, che questa era osservata dalla
Tracia a
Cadice e che
la sua miracolosamente rapida diffusione era un segno della sua genuinità.
Per giustificare la decisione interpretò gli episodi evangelici dicendo che
il sacerdote Zaccaria entrò nel
Tempio ricevendo l'annuncio del concepimento di
Giovanni Battista in settembre; il vangelo data quindi il concepimento di
Gesù dopo sei mesi, ovvero in marzo, per cui la nascita sarebbe avvenuta in
dicembre.
Infine il Crisostomo dichiarò di sapere che i rapporti del censimento della
Sacra Famiglia erano ancora a Roma e quindi Roma doveva aver celebrato il
Natale il 25 dicembre per un tempo abbastanza lungo da consentire al
Crisostomo di riportare con certezza la tradizione romana[24].
Il riferimento agli archivi romani è antico almeno quanto
Giustino Martire[25]
e Tertulliano[26].
Papa Giulio I, nella falsificazione cirillina citata in precedenza, afferma di
aver calcolato la data basandosi su
Flavio Giuseppe, sulla base della stessa considerazione non provata
riguardante Zaccaria[3].
Celebrazioni a Costantinopoli
Nel 379/380
Gregorio Nazianzeno si fa iniziatore (in lingua greca: exarchos) presso
la Chiesa di Costantinopoli della nuova festa, proposta in tre sue omelie[27]
predicate in tre giorni successivi[28]
nella cappella privata chiamata Anastasia; dopo il suo esilio nel
381, la festa
scomparve[3].
Secondo Giovanni di Nikiu, Onorio, presente durante una delle sue visite,
si accordò con Arcadio perché fosse osservata la festa nella stessa data di
Roma. Kellner colloca questa visita nel
395; Baumstark[29]
tra il 398 e il 402; l'ultima data si basa su una lettera di
Giacomo di Edessa citata da George di Beeltân, che dichiara che il Natale
fu portato a Costantinopoli da Arcadio e Crisostomo dall'Italia
dove secondo la tradizione si era tenuta fin dai tempi apostolici.
Crisostomo fu vescovo tra il 398 e il 402, e quindi la festa sarebbe stata
introdotta in questo periodo da Crisostomo vescovo allo stesso modo in cui era
stata introdotta ad Antiochia da Crisostomo presbitero; però Lübeck[30]
prova che le evidenze su cui si basa la tesi di Baumstark non sono valide.
Più importante, ma solo poco meglio accreditata[3],
è la tesi di Erbes'[31]
che la festa sia stata introdotta da
Costantino I tra il
330 e il 335;
esattamente nel 330
secondo l'opinione di alcuni storici
[senza fonte],
e probabilmente consigliato della madre
Elena e dai vescovi del
Concilio di Nicea [senza fonte].
Celebrazioni a Roma
Riguardo alla
chiesa di Roma, la più antica[3]
fonte sulla celebrazione del Natale è il
calendario filocaliano[32]
compilato nel 354,
che contiene importanti tre date:
- Nel calendario civile il 25 dicembre è indicato come Natalis Invicti.
- Nella
Depositio Martyrum, una lista di martiri romani o di altra origine
universalmente venerati, il 25 dicembre è indicato come VIII kal. ian.
natus Christus in Betleem Iudeae.
- In corrispondenza del
22
febbraio, VIII kal. mart. è menzionata la cattedra di
San Pietro.
Nella lista dei consoli sono indicati i giorni di nascita e di morte di
Cristo e le date di ingresso a Roma e di martirio di San Pietro e
Paolo.
Una citazione significativa è:
(LA)
« Chr. Caesare et Paulo sat.
XIII. hoc. cons. Dns. ihs. XPC natus est VIII Kal. ian. d. ven. luna XV »
|
(IT)
« durante il consolato di
Cesare (Augusto) e Paolo nostro signore Gesù Cristo nacque otto giorni
prima delle calende di Gennaio [ovvero il
25 dicembre ] un venerdì, il quattordicesimo giorno della Luna »
|
|
Queste indicazioni però sembrano scorrette e possono essere delle
successive aggiunte al testo, per cui anche se la Depositio Martyrum è
datata al 336 è
probabile che questa indicazione debba essere datata al 354, anche se la
presenza in un calendario ufficiale lascia supporre che siano esistite delle
celebrazioni popolari precedenti.
Sul finire del IV secolo la festività passò a Milano e per poi diffondersi
nella altre diocesi del nord: Torino, Ravenna, ecc.
Ipotesi sull'origine della data del Natale
Sul fatto che il Natale venga festeggiato il 25 dicembre vi sono diverse
ipotesi che possono essere raggruppate in due categorie: la prima che la data
sia stata scelta in base a considerazioni simboliche interne al
Cristianesimo, la seconda che sia derivata dall'influsso di festività
celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente al Cristianesimo di
allora. Le due categorie di ipotesi possono coesistere.
Questo primo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come
"interna" al Cristianesimo, senza apporti da altre religioni, derivante da
ipotesi cristiane sulla
data di nascita di Gesù.
- Un'ipotesi afferma che la data del Natale si fonda sulla data della
morte di Gesù
o
Venerdì Santo. Dato che la data esatta della morte di Gesù nei
Vangeli non è specificata, i primi Cristiani hanno pensato di
circoscriverla tra il
25 marzo
e il 6
aprile. Poi per calcolare la data di nascita di
Gesù, hanno
seguito l'antica idea che i
profeti
del
Vecchio Testamento morirono ad una "era integrale", corrispondente
all'anniversario della loro nascita. Secondo questa ipotesi Gesù morì
nell'anniversario della sua
Incarnazione o concezione, così la sua data di nascita avrebbe dovuto
cadere nove mesi dopo la data del
Venerdì Santo, il 25 dicembre o 6 gennaio.[senza fonte]
- Un'altra ipotesi, invece, vede la data del Natale come conseguenza di
quella dell'Annunciazione,
il 25 marzo. Si riteneva infatti che l'equinozio
di primavera, giorno perfetto in quanto equilibrato fra notte e giorno,
fosse il più adatto per il concepimento del redentore. Da qui la data del
Natale, nove mesi dopo.[senza fonte]
- Il sorgere del sole e la luce sono simboli usati nel Cristianesimo e
nella Bibbia.
Ad esempio nel vangelo di Luca, Zaccaria, il padre di Giovanni Battista,
descrive la futura nascita di Cristo, come "verrà a visitarci dall'alto un
sole che sorge". Il Natale, nel periodo dell'anno in cui il giorno comincia
ad allungarsi, potrebbe essere legato a questo simbolismo.[senza fonte]
- Un'ipotesi piuttosto recente asserisce che la data del Natale
corrisponda, entro certi limiti, alla vera data di nascita di
Gesù. Si
tratta di un'ipotesi basata sull'analisi dei testi presenti nella biblioteca
essena di
Qumran e su
alcune informazioni fornite dal
Vangelo secondo Luca. Secondo Luca,
San Giovanni Battista fu concepito sei mesi prima di
Gesù (e
quindici mesi prima del Natale), e l'annuncio del suo concepimento fu dato
al padre
San
Zaccaria mentre questi officiava il culto nel
Tempio di Gerusalemme. Dai
rotoli di Qumran si è potuto ricostruire il calendario dei turni che le
vari classi sacerdotali seguivano per tali offici, ed è stato possibile
stabilire che il turno della classe di Abia (a cui apparteneva
Zaccaria) cadeva due volte l'anno. Uno dei due turni corrispondeva
all'ultima settimana di settembre, ossia proprio quindici mesi prima della
settimana del Natale[33].
Il secondo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come "esterna"
al Cristianesimo, come un tentativo di assorbimento di culti precedenti al
Cristianesimo con la sovrapposizione di festività cristiane a feste di altre
religioni antiche.
C'è chi afferma che la nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla
festa
ebraica della luce, la
Hanukkah, che cade il venticinquesimo giorno di
Kislev e
all'inizio del
Tevet. Il mese di Kislev è comunemente accettato come coincidente con
dicembre. Sotto l'antico
Calendario Giuliano, per scelta popolare, la nascita di Cristo venne
fissata al 5 a.C.,
il venticinquesimo giorno di Kislev. In questo senso il Cristianesimo avrebbe
ripetuto quanto già fatto per le principali festività cristiane come
Pasqua o
Pentecoste, che sono derivate dalle corrispondenti festività ebraiche.[senza fonte]
Il Natale oggi
Oggi il Natale da molti non è festeggiato più in modo semplice, ma si usa
fare grandi festeggiamenti. Le case sono addobbate soprattutto con l'albero,
spesso artificiale, che viene abbellito con palline variopinte e con luci
sfavillanti. Le vetrine dei negozi risplendono di molte luci e di fili
argentati e dorati. Le strade principali sono abbellite da numerose luminarie
a forma di: stelle comete, fiocchi, campane, stelle. La sera di Natale le
famiglie si riuniscono e fanno una grande cena A Natale si usa anche fare
regali.
Note
- ^ vedi
Enciclopedia Treccani, voce Natale
- ^
Le origini della festa di Natale
- ^
a b
c
d
e
f
g
h
i
j
k
Catholic Encyclopedia: voce
Christmas; queste informazioni, riferite ad inizio
XX
secolo, potrebbero essere obsolete o superate da più recenti ricerche.
- ^ Lev. Hom.
viii in Migne, P.G., XII, 495
- ^ VII, 32 in
P.L., V, 1264
- ^ Strom., I,
xxi in P.G., VIII, 888
- ^ Chron., II,
397, n.
- ^ P.L., IV,
963 sqq.
- ^ Labbe, II,
402
- ^ Hær., li,
ed. Dindorf, 1860, II, 483
- ^ Giovanni
Cassiano, Collations (X, 2 in P.L., XLIX, 820)
- ^ si veda
Mansi, IV, 293; appendice agli Act. Conc. Eph.
- ^ Epifanio,
Haer., li, 16, 24 in P. G., XLI, 919, 931
- ^ Cf.
Euthymius, "Pan. Dogm.", 23 in P.G., CXXX, 1175; Niceph., "Hist. Eccl,",
XVIII, 53 in P.G., CXLVII, 440; Isaac, Catholicos of Armenia in eleventh
or twelfth century, "Adv. Armenos", I, xii, 5 in P.G., CXXII, 1193; Neale,
"Holy Eastern Church", Introd., p. 796
- ^ P.G., XLVI,
788; cf, 701, 721
- ^ Usener, in
Religionsgeschichtliche Untersuchungen, Bonn, 1889, 247-250, data
invece i sermoni al
383
- ^ P.G., XL,
337 XXXIX, 36
- ^ Peregr.
Sylv., ed. Geyer, pp. 75 sq. e p. 101
- ^ vedi P.L.,
VIII, 964 sqq.
- ^ Cotelier,
Patr. Apost., I, 316, ed. 1724
- ^ Ezech.,
P.L., XXV, 18
- ^ P.G.,
LXXXVIII, 197
- ^ La
Catholic Encyclopedia riporta che l'anno fu il il 386 ma nota che Clinton
ritiene fosse il 387 e Usener il 388 (Religionsgeschichtl. Untersuch.,
pp. 227-240), ma queste datazioni sono contestate da Kellner,
Heortologie, Freiburg, 1906, p. 97, n. 3.
- ^ P.G.,
XLVIII, 752, XLIX, 351
- ^ Apol., I,
34, 35
- ^ Contro
Marcione, IV, 7, 19
- ^ see Hom.
xxxviii in P.G., XXXVI
- ^ Usener,
op. cit., p. 253
- ^ Oriens Chr.,
1902, 441-446
- ^ Lübeck,
Hist. Jahrbuch., XXVIII, I, 1907, pp. 109-118
- ^
Zeitschrift f. Kirchengesch., XXVI, 1905, 20-31
- ^ P. L.,
XIII, 675; riportato per intero in J. Strzygowski, Kalenderbilder des
Chron. von Jahre 354,
Berlino,
1888
- ^ Lo studio
di un professore dell’Università ebraica di Gerusalemme cancella ogni
dubbio su un enigma millenario,
Vittorio Messori,
Corriere della Sera,
9 luglio
2003
Bibliografia
Christmas in
Catholic Encyclopedia, (in inglese) Encyclopedia Press, 1917.
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
- (EN)
The History of Christmas - The History Channel - Storia delle
tradizioni natalizie
[4]
- (DE)
Christkindl's Weihnachtsseiten von A bis Z - Sito con un mini
"dizionario" di tradizioni, canti natalizi, ecc.
[5]
- (IT)
Natale 2008
[6]
Link originale
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Glossario di TuttoTrading
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