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Unione europea - Che cosa è (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

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A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

L'Unione europea (UE) è un'organizzazione di tipo sovranazionale e intergovernativo, che dal 1º gennaio 2007 comprende 27 paesi membri indipendenti e democratici. La sua istituzione sotto il nome attuale risale al Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1° novembre 1993), al quale tuttavia gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità europee precedentemente esistenti.

L'Unione consiste attualmente di una zona di libero mercato caratterizzata da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 15 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre una unione doganale fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai suoi cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri. L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca.

L'Unione europea non è una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina a una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera).

Gli organi principali dell'Unione comprendono il Consiglio dei Ministri, la Commissione, la Corte di Giustizia, il Parlamento, il Consiglio Europeo e la Banca centrale europea. L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950 e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni.

Indice

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Stati

I confini esterni dell'Unione europea.

I confini esterni dell'Unione europea.

Da semplice organizzazione internazionale l'Unione europea, nel corso degli anni, ha gradualmente acquisito numerose prerogative tipiche di una federazione, con il progressivo trasferimento di poteri e di sovranità dagli Stati membri agli organismi comunitari. Malgrado ciò, essa si fonda tuttora su trattati internazionali recepiti a livello interno da tutti gli Stati membri, e non costituisce un'entità politica unitaria.

Il problema della definizione dell'attuale status giuridico dell'Unione è sfociato, il 29 ottobre 2004, nella firma, a Roma, del Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa, comunemente noto come Costituzione europea. Tale testo ribadisce la possibilità di una cooperazione rafforzata per la promozione di iniziative di integrazione tra gruppi di paesi, già prevista nel trattato di Amsterdam e in quello di Nizza.

Un nuovo trattato era stato richiesto dal Consiglio europeo attraverso la Dichiarazione di Laeken poiché il funzionamento delle istituzioni comuni, è attualmente ritenuto inadatto alla coesistenza di ben 27 stati membri, ciascuno dei quali con diritto di veto in aree fondamentali della politica comune.

Il processo di ratifica della Costituzione si è interrotto il 29 maggio 2005 con un referendum popolare in cui il 54,7% dell'elettorato francese ha scelto di non sottoscrivere il Trattato; pochi giorni dopo, il 1° giugno, anche la popolazione dei Paesi Bassi si è dichiarata contraria all'introduzione del Trattato (con il 61,6% dei voti). Sebbene 18 stati membri abbiano recepito il documento, prevalentemente per via parlamentare, la costituzione non entrerà mai in vigore.

Dopo il "periodo di riflessione" durato due anni, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha deciso di rilanciare il processo di riforma con la Dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, in cui si esprimeva la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi al fine di consentire l'entrata in vigore di un nuovo trattato nel 2009, anno delle elezioni del nuovo Parlamento europeo.

Si è così svolto sotto la presidenza tedesca dell'Unione il vertice di Bruxelles tra il 21 e il 23 giugno 2007 nel quale si è arrivati a un accordo sul nuovo Trattato di riforma. L'accordo recepisce gran parte delle innovazioni contenute nella Costituzione, anche se con alcune modifiche per togliere il carattere costituzionale al testo e meccanismi per alcuni paesi di "chiamarsi fuori" da politiche comuni.

Dopo la conclusione della conferenza intergovernativa che ha finalizzato il nuovo testo, il nuovo "Trattato di Lisbona" è stato approvato al Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre 2007 e firmato il 13 dicembre dai capi di Stato e di Governo. Successivamente si prevede un periodo di ratifica che sarà effettuato in prevalenza con metodo parlamentare in modo da farlo entrare in vigore entro le elezioni europee del 2009.

 

Storia

Per approfondire, vedi le voci Storia dell'integrazione europea e Cronologia dell'integrazione europea.
Il Quai d'Orsay a Parigi, dove Schuman tenne la sua dichiarazione.

Il Quai d'Orsay a Parigi, dove Schuman tenne la sua dichiarazione.

La costituzione di entità statali o parastatali che comprendessero l'intero territorio europeo può essere fatta risalire a periodi storici ben antecedenti rispetto alla fondazione dell'Unione europea. Il primo organismo di tale genere è certamente l'Impero Romano, che tuttavia non condivideva la medesima estensione geografica dell'Unione (essendo incentrato sul mar Mediterraneo); inoltre le conquiste territoriali romane dipendevano dalla potenza militare dell'Impero, e le province annesse dovevano sottostare ad un'amministrazione statale fortemente centralizzata.

Esempi successivi includono l'Impero dei Franchi di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero (una struttura meno omogenea, che era caratterizzata da un'amministrazione decentrata) e l'unione doganale che si venne a creare sotto il dominio di Napoleone dopo l'anno 1800.

Una delle prime proposte di riunificazione pacifica del continente sotto l'egida di un'unica istituzione sovranazionale fu avanzata dal pacifista Victor Hugo; a ogni modo, l'idea cominciò a prendere fortemente piede solamente dopo le due guerre mondiali, guidata dalla determinazione a completare rapidamente la ricostruzione dell'Europa ed eliminare l'eventualità di nuovi, futuri conflitti fra le sue nazioni.

Furono fondamentalmente considerazioni di questo tipo a portare, nel 1951, la Germania dell'Ovest, la Francia, l'Italia e gli stati del Benelux a istituire la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, entrata in vigore nel 1952.

La prima unione doganale fra paesi europei, la cosiddetta Comunità Economica Europea, fu istituita mediante il Trattato di Roma del 1957 e implementata nel 1958; successivamente rinominata Comunità europea, è oggi uno dei tre pilastri dell'Unione europea, secondo i dettami del Trattato di Maastricht che ha introdotto l'unione politica, nei campi della "Giustizia e affari interni" e della "Politica estera e di sicurezza comune".

 

Dichiarazioni, convenzioni, atti, trattati e accordi

1950 Dichiarazione Schuman
1951 Trattato di Parigi
1954 Trattato di Bruxelles modificato sull'UEO
1957 Trattati di Roma
1965 Trattato di fusione
1970 Trattato di Lussemburgo
1985 Accordi di Schengen
1986 Atto Unico Europeo
1992 Trattato di Maastricht
1994 Compromesso di Ioannina
1997 Dichiarazione sull'UEO
1999 Trattato di Amsterdam
2001 Trattato di Nizza
2001 Dichiarazione di Laeken
2004 Costituzione europea
2007 Dichiarazione di Berlino
2007 Trattato di Lisbona

 

Cronologia dell'integrazione europea

Per approfondire, vedi la voce Cronologia dell'integrazione europea.

09/05/1950 La Dichiarazione Schuman istituisce la Comunità europea del carbone e dell'acciaio.

18/04/1951 I sei stati fondatori (Germania Ovest, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo) firmano il trattato di Parigi, che istituisce ufficialmente la CECA.

23/05/1952 I sei stati firmano il trattato istitutivo della Comunità europea di difesa.

30/08/1954 L'Assemblea Nazionale Francese rigetta la CED, che non entrerà mai in vigore.

01/06/1955 Dal al 3 giugno si svolge la fondamentale Conferenza di Messina.

25/03/1957 I trattati di Roma istituiscono la Comunità Economica Europea.

01/07/1968 Entra in vigore l'unione doganale.

01/01/1973 Irlanda, Regno Unito e Danimarca entrano nella CEE.

10/06/1979 Prime elezioni a suffragio universale diretto del Parlamento Europeo.

01/01/1981 La Grecia fa il suo ingresso nella CEE.

01/01/1986 Spagna e Portogallo entrano nella CEE. Firma dell'atto unico europeo.

03/10/1990 L'unificazione tedesca comporta l'entrata automatica della oramai ex Repubblica Democratica Tedesca nella CEE.

07/02/1992 I dodici stati CEE firmano il trattato di Maastricht, che istituisce l'Unione europea dal 1° gennaio 1993.

01/01/1995 Austria, Svezia e Finlandia entrano nell'Unione europea.

26/03/1995 In Francia, Benelux, Germania, Spagna e Portogallo entrano in vigore gli Accordi di Schengen.

22/07/1997 La Dichiarazione sull'UEO istituisce una cooperazione rafforzata fra UE e UEO.

02/10/1997 I quindici stati membri dell'Unione firmano il trattato di Amsterdam.

26/10/1997 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Italia.

01/11/1997 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Austria.

01/01/1999 Entra in vigore l'euro; è fissato il tasso di concambio con 11 precedenti valute nazionali.

01/01/2000 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per la Grecia.

25/03/2000 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia.

01/01/2002 L'euro diviene la valuta corrente di dodici paesi dell'Unione ed anche di San Marino, Vaticano e Monaco, oltre che, de facto nei territori del Montenegro e del Kosovo (all'epoca entrambi parte della confederazione di Serbia e Montenegro) e in Andorra.

01/01/2003 L'Unione succede all'ONU, in Bosnia ed Erzegovina, alla guida del contingente di pacificazione della regione.

01/05/2004 L'UE si allarga a Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Malta e Cipro.

29/10/2004 Viene firmato a Roma il trattato che adotta una costituzione per l'Europa.

01/01/2007 L'UE si allarga a Bulgaria e Romania. La Slovenia adotta l'euro.

25/03/2007 L'UE compie 50 anni: in un vertice informale viene adottata la Dichiarazione di Berlino per cercare di sbloccare l'impasse costituzionale.

23/06/2007 Il Consiglio europeo trova l'accordo sul trattato di riforma che sostituirà la Costituzione europea.

13/12/2007 I capi di stato e di governo firmano il trattato di Lisbona.

21/12/2007 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l'Ungheria, la Slovenia e Malta.

01/01/2008 Cipro e Malta adottano l'euro, portando la zona euro a quindici membri.

 

Istituzioni

L'Unione europea si articola intorno alle istituzioni inizialmente previste nell'ambito delle Comunità Europee e dei suoi organi specifici.

Le principali istituzioni dell'Unione europea sono:

  • il Parlamento europeo, composto dai rappresentanti dei popoli degli stati membri eletti a suffragio universale diretto da tutti i cittadini dell'Unione ogni cinque anni; ai sensi del Trattato ha sede a Strasburgo, ma svolge i suoi lavori anche a Bruxelles (dove si trova un altro emiciclo) e a Lussemburgo (sede del segretariato). Ogni singolo stato stabilisce in autonomia le modalità di svolgimento delle elezioni e il metodo di ripartizione dei seggi.
  • il Consiglio dell'Unione Europea (o Consiglio dei Ministri), formato da un rappresentante di ciascuno stato membro a livello ministeriale che si occupa della stessa materia a livello statale (ad esempio al Consiglio dei ministri convocato per urgenza economica parteciperanno tutti i ministri dell'economia, ambientale quelli dell'ambiente ecc.), con sede a Bruxelles.
  • il Consiglio europeo, seppur formalizzato con l'Atto Unico Europeo del 1986, attualmente, non è un'istituzione comunitaria. Esso comprende un rappresentante per ogni stato: il Capo di Stato (se si tratta di repubbliche semipresidenziali o presidenziali) o quello di Governo (se si tratta di monarchie o repubbliche parlamentari). I capi di stato e di governo sono assistiti dai ministri degli esteri e da un membro della Commissione. La presidenza è assegnata a uno stato e ruota ogni 6 mesi; il presidente di turno è anche il Presidente dell'Unione Europea. Si riunisce almeno due volte all'anno.
  • la Commissione europea, che rappresenta gli interessi generali dell'UE, formata da un Commissario per Stato membro, con sede a Bruxelles.
  • la Corte di giustizia delle Comunità europee, che vigila sull'applicazione del diritto comunitario, con sede a Lussemburgo.
  • la Corte dei Conti europea, che verifica il finanziamento delle attività dell'UE, con sede a Lussemburgo.
  • Il Mediatore europeo, che difende i cittadini e le organizzazioni dell'UE dalla cattiva amministrazione, con sede a Strasburgo - Francia.
  • Il Garante europeo della protezione dei dati, che assicura che le istituzioni e gli organi dell'UE, nel trattamento dei dati personali, rispettino il diritto alla privacy dei cittadini dell'Unione, con sede a Bruxelles - Belgio.

 

Organismi finanziari

 

Organismi consultivi

 

Organismi inter-istituzionali

 

Agenzie decentrate

Per approfondire, vedi la voce Agenzie dell'Unione europea.

 

Tre pilastri

Per approfondire, vedi la voce Tre pilastri dell'Unione europea.

Il Trattato di Maastricht ha creato l'Unione Europea, strutturandola in tre pilastri:

In alcune di queste materie durante il tempo sono stati concessi degli "opt-out" a diversi paesi membri, che vanno a costituire delle "cooperazioni rafforzate" de facto.

 

Paesi membri e allargamento

L'attuale estensione dell'Unione europea.

L'attuale estensione dell'Unione europea.

Per approfondire, vedi le voci Paesi membri dell'Unione europea e Allargamento dell'Unione europea.

Originariamente costituita dai sei stati fondatori, l'Unione europea è giunta, con l'ultimo allargamento del 1° gennaio 2007, a includere 27 stati membri.

Per l'incorporazione di uno stato terzo all'Unione, questo deve rispettare una serie di condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen. Nello specifico, i paesi candidati, oltre a dover essere situati geograficamente in Europa, debbono presentare:

  • Istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani e il rispetto delle minoranze;
  • Un'economia di mercato funzionante e la capacità di fronteggiare la competizione e le forze del mercato all'interno dell'Unione;
  • La capacità di sostenere gli obblighi derivanti dall'adesione, inclusi l'adesione all'unione politica, economica e monetaria.

Nel dicembre 1995 il Consiglio Europeo di Madrid ha riformulato i criteri d'accesso, richiedendo che i nuovi membri adattino la propria struttura amministrativa e giuridica per fare in modo che la legislazione europea possa essere efficacemente adottata dalla legislazione nazionale.

 

Economia

Il PIL procapite (a pari potere d'acquisto) nell'Unione, secondo le stime FMI per il 2007. Le tonalità di verde e di rosso indicano rispettivamente valori più o meno elevati. I valori sono espressi in dollari.

Il PIL procapite (a pari potere d'acquisto) nell'Unione, secondo le stime FMI per il 2007. Le tonalità di verde e di rosso indicano rispettivamente valori più o meno elevati. I valori sono espressi in dollari.

Se considerata nel suo insieme, l'Unione europea possiede l'economia più grande al mondo, con un prodotto interno lordo complessivo stimato in 10.335 miliardi di euro (nel 2006). L'economia europea è, peraltro, in una fase di espansione accelerata, principalmente per via della presenza di stati di recente ingresso caratterizzati da economie meno avanzate, i quali presentano pertanto un notevole potenziale di sviluppo.

Tra le diverse nazioni, in particolare risultano essere trainanti quattro regioni dell'Europa, che per tal motivo vengono definite i Quattro Motori economici: Baden-Württemberg, Catalunya, Rhône-Alpes e Lombardia.[1]

Secondo l'ambiziosa strategia di Lisbona, l'Unione europea si è prefissa l'obiettivo di diventare l'economia più dinamica e competitiva al mondo entro il 2010.

Segue un prospetto sintetico che mostra la situazione economica dei ventisette Stati dell'Unione, degli Stati in fase di negoziazione per l'accesso e dei rimanenti Stati europei (fatta eccezione per il Kossovo, per il quale non sono ancora disponibili dati macroeconomici completi a causa della recente indipendenza dalla Serbia). Gli Stati sono ordinati a seconda del prodotto interno lordo pro capite (PIL). I dati si riferiscono al 2007.


 

 

Stati membri dell'Unione

Paese  ↓ PIL PPP
(mld dollari)  ↓
PIL
pro capite €  ↓
Inflaz.  ↓ Disoccupaz.  ↓
Lussemburgo 38.555 55.591 € +2,5% 4,7%
Irlanda 186.166 32.343 € +2,2% 4,5%
Danimarca 203.677 27.666 € +1,8% 3,7%
Austria 317.807 26.772 € +2,1% 4,4%
Belgio 375.993 24.884 € +2,3% 7,5%
Finlandia 185.485 24.855 € +0,9% 6,9%
Paesi Bassi 639.512 24.579 € +1,5% 3,2%
Germania 2.809.693 24.354 € +1,9% 8,4%
Regno Unito 2.137.421 24.267 € +2,1% 5,3%
Svezia 334.641 23.812 € +0,8% 6,1%
Francia 2.046.899 23.348 € +1,9% 8,3%
Italia 1.786.429 22.905 € +2,3% 6,1%
Spagna 1.351.608 20.962 € +3,4% 8,3%
Grecia 324.616 17.834 € +3,5% 8,3%
Slovenia 54.669 17.451 € +2,5% 4,8%
Cipro 36.533 16.910 € +2,6% 3,9%
Malta 21.886 15.721 € +3,1% 6,4%
Portogallo 230.549 15.399 € +2,1% 8,0%
Repubblica Ceca 248.902 14.634 € +1,8% 5,3%
Ungheria 191.324 13.862 € +3,5% 7,4%
Estonia 28.317 13.073 € +4,1% 4,7%
Slovacchia 109.587 12.779 € +2,8% 11,1%
Lituania 59.644 11.276 € +2,6% 4,3%
Polonia 620.868 10.349 € +2,1% 9,6%
Lettonia 39.731 10.055 € +6,7% 6,0%
Bulgaria 86.317 7.345 € +5,0% 6,9%
Romania 245.540 6.997 € +9,0% 6,4%

Paesi candidati all'adesione

Paese PIL PPP
(mld dollari)
PIL
pro capite €
Inflaz. Disoccupaz.
Croazia 61.804 9.683 € +3,3% 17,2%
Turchia 653.298 6.332 € +8,2% 10,2%
Repubblica di Macedonia 17.902 6.090 € +0,5% 36%

Potenziali candidati

Paese PIL PPP
(mld dollari)
PIL
pro capite €
Inflaz. Disoccupaz.
Bosnia ed Erzegovina 27.410 4.806 € +2,8% 45,5%
Albania 19.818 5.405 +2,5% 13,8%
Serbia 44.832 3.000 € +15,5% 31,6%
Montenegro 3.443 2.533 € +3,4% 27,7%

Altri Stati europei

Sono esclusi dal prospetto i microstati di Andorra, Città del Vaticano, San Marino, Principato di Monaco e Liechtenstein, che non sono considerati dagli studi del Fondo Monetario Internazionale.

Paese PIL PPP
(mld dollari)
PIL
pro capite €
Inflaz. Disoccupaz.
Norvegia 212.017 33.740 € +1,6% 3,9%
Islanda 11.857 28.342 € +4,0% 1,9%
Svizzera 255.943 25.942 € +1,2% 2,5%
Russia 1.812.497 8.793 € +12,6% 6,6%
Bielorussia 83.877 6.161 € +10,3% 1,6%
Ucraina 390.306 5.699 € +13,5% 2,7%
Moldavia 9.827 1.891 € +11,5% 7,3%

 

Aspetti positivi e punti forti

 

Fondi per lo sviluppo regionale

La distribuzione dei fondi per lo sviluppo regionale nel 2006; in colore più scuro, le zone di Obiettivo 1; in colore più chiaro, le zone di Obiettivo 2.

La distribuzione dei fondi per lo sviluppo regionale nel 2006; in colore più scuro, le zone di Obiettivo 1; in colore più chiaro, le zone di Obiettivo 2.

Per approfondire, vedi la voce Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

Allo scopo di appianare le disomogeneità presenti nel tessuto economico e sociale delle diverse regioni del continente, l'Unione promuove la crescita delle aree meno sviluppate attraverso l'erogazione di ingenti fondi riservati al finanziamento degli investimenti nelle seguenti aree:

  • La creazione di nuovi posti di lavoro;
  • L'investimento nelle infrastrutture, per favorire lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro (nelle aree coperte dall'Obiettivo 1) e, in generale, per diversificare e rivitalizzare le attività economiche locali;
  • Il supporto alle piccole e medie imprese locali, ad esempio favorendo il trasferimento delle tecnologie e promuovendo strumenti finanziari idonei al sostentamento delle aziende, anche tramite aiuti economici diretti;
  • L'investimento nel campo dell'educazione e della sanità (nelle aree coperte dall'Obiettivo 1);
  • Lo sviluppo dell'ambiente produttivo, la promozione della ricerca di nuove tecnologie, lo sviluppo della società dell'informazione, la tutela dell'ambiente, le pari opportunità nell'accesso al lavoro e la cooperazione interregionale e transnazionale.

Complessivamente, i fondi europei per lo sviluppo regionale contribuiscono al sostentamento di aree economicamente e socialmente meno sviluppate, segnatamente negli stati membri di recente ingresso.

 

Progetto Erasmus

Per approfondire, vedi la voce Progetto Erasmus.

Il progetto Erasmus, nato nel 1987, permette agli studenti universitari europei di svolgere un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università all'interno di un qualsiasi altro ateneo situato all'interno dell'Unione.

Il progetto fu creato per educare le future generazioni di cittadini all'idea di appartenenza europea; dalla sua creazione si è giunti a mobilitare all'interno della comunità europea oltre un milione di studenti. Attualmente 2199 istituzioni universitarie dei 31 paesi che aderiscono al programma Socrates partecipano al progetto Erasmus.

Per molti studenti universitari europei il programma Erasmus offre l'occasione per vivere all'estero in maniera indipendente per la prima volta. Per questa ragione è diventato una sorta di fenomeno culturale ed è molto popolare fra gli studenti universitari europei. Il programma non incoraggia solamente l'apprendimento e la comprensione della cultura ospitante, ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L'esperienza dell'Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un'occasione per imparare a convivere con culture diverse.

 

Diritti umani e democrazia

Gli stati confinanti con l'Unione europea secondo la classificazione di Freedom House. ██ Stati liberi ██ Stati parzialmente liberi ██ Stati non liberi

Gli stati confinanti con l'Unione europea secondo la classificazione di Freedom House.

██ Stati liberi

██ Stati parzialmente liberi

██ Stati non liberi

L'Unione europea ha da sempre assunto il principio dello stato di diritto e la promozione dei diritti umani come propri valori fondanti (basti pensare che requisito fondamentale per farne parte è l'abolizione della pena di morte); essa difende attivamente tali diritti sia all'interno dei suoi confini che nelle proprie relazioni estere, ponendo talvolta precisi requisiti per la concessione di accordi commerciali o di altro genere.

Per quanto riguarda la situazione interna, l'Unione europea ha promosso l'armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di asilo politico per i rifugiati, e si propone di combattere il razzismo e la xenofobia attraverso il sostegno ad una rete di organizzazioni non governative ed una specifica Agenzia.

Dal punto di vista delle relazioni internazionali, dal 1992 l'Unione ha introdotto nei propri accordi commerciali o di cooperazione con paesi terzi una clausola che indica il rispetto dei diritti umani come elemento essenziale del rapporto bilaterale (p. es. nella convenzione di Cotonou, che lega la UE a 78 paesi in via di sviluppo ai quali si richiedono precisi impegni nel campo del rispetto dei diritti umani). I principali obiettivi della politica estera europea sono dichiaratamente il progresso e la pacificazione internazionale, ritenuti possibili solo nell'ambito di una struttura democratica.

 

Critiche e punti deboli

 

Barriere linguistiche

L'Unione europea contempla 23 lingue ufficiali, lingue parlate in almeno uno degli stati membri (anche se solo l'inglese, il francese e il tedesco sono usate come lingue di lavoro all'interno della Commissione europea).

Il Parlamento Europeo conta circa quattromila interpreti, per un costo stimato in quasi un miliardo di euro all'anno; mediamente un singolo documento può richiedere fino ad una settimana per essere tradotto in tutte le lingue dell'Unione, spesso per la necessità di passare attraverso lingue intermedie, data la mancanza di interpreti in grado di tradurre direttamente da una lingua all'altra (le possibili combinazioni delle lingue ufficiali dell'unione, prese a due a due, sono infatti 253). Oltre al dispendio di risorse umane ed economiche, il lavoro di traduzione può compromettere la chiarezza dei documenti o addirittura portare alla perdita di informazioni e a divergenze fra versioni in lingue diverse del medesimo documento.

In passato, il commissario europeo Neil Kinnock ha proposto di rendere l'inglese la lingua di lavoro ufficiale dell'Unione; questo non comprometterebbe il principio secondo cui tutte le leggi approvate in via definitiva debbono essere tradotte nelle ventitré lingue ufficiali, e modificherebbe solamente il funzionamento interno delle istituzioni europee.

Un'altra proposta di notevole interesse è stata quella di introdurre l'esperanto come lingua di lavoro unica per l'intera Unione, per ovviare alla fondamentale necessità di evitare favoritismi verso gli Stati anglofoni nelle trattative e nei dibattiti politici.

Per non incorrere in questa obiezione, circola fin dagli anni Settanta, soprattutto nei paesi nordici, la proposta di adottare come lingua ufficiale europea il latino, considerando che, di fatto, è stata l'unica lingua comune nella storia del continente.

 

Politica agricola comune

La politica agricola comune (PAC) è un sistema di finanziamenti destinati alle attività di coltivazione all'interno dell'Unione; il suo scopo principale è quello di mantenere livelli adeguati di produzione agricola concedendo sussidi alle aziende ed ai lavoratori direttamente impiegati nel settore.

Furono introdotti sussidi e incentivi alla produzione agricola, per aumentarne la quantità e per rendere più stabili i prezzi, a beneficio degli agricoltori. In seguito si sono aggiunti gli obbiettivi di garantire la sicurezza dei prodotti alimentari e il rispetto dell'ambiente rurale.

Una delle misure della politica agricola perseguita in quegli anni consistette nella fissazione di livelli minimi di prezzo per i prodotti agricoli, che generano enormi eccedenze. La procedura usuale dell'Unione europea era pagare gli esportatori perché potessero vendere tali prodotti all'estero.

L'opinone pubblica ha dimostrato chiaramente di rifiutare di finanziare senza limite i surplus, ma tale politica venne presa di mira non tanto dai paesi del terzo mondo esportatori di derrate agricole quanto dai paesi ricchi, in primo luogo gli Stati Uniti, che pretendevano di esportare nel ricco mercato europeo.[2]

Negli ultimi anni gli organi dell'Unione hanno radicalmente cambiato la politica tradizionale. I nuovi regolamenti hanno drasticamente ridotto gli stimoli a produrre. Il risultato di tale inversione di rotta, proprio nel momento in cui gli Stati Uniti stanno dirottando verso usi non alimentari, ma energetici, le loro eccedenze agricole è stao criticato da chi paventa un acuirsi del problema dell'approvvigionamento di cibo. Questo mentre l'Asia sta mutando radicalmente dieta, e non avendo spazi sufficienti per produrre cereali per l'allevamento li dovrà acquistare [3]. Avere abbandonato la politica della sicurezza potrebbe provocare, conseguenze negative per i paesi come l'Italia, che ormai non produce che una frazione dei cereali consumati e dei panelli proteici necessari per l'allevamento. [4]

La PAC, anche nella versione attuale, è stata peraltro accusata di distribuire fondi in maniera poco equilibrata, favorendo le aziende agricole più grandi e sostenendo la diffusione di metodi di coltivazione invasivi.

La PAC, da sola, assorbe investimenti per circa 45 miliardi di euro annui, pari alla metà del budget complessivo dell'Unione europea; tale valore corrisponde, a titolo di paragone, ad una spesa di circa 10 euro al mese da parte di ogni cittadino dell'Unione.

 

Rappresentanza democratica

Secondo alcuni critici, le strutture istituzionali dell'Unione europea non garantiscono un'adeguata rappresentanza democratica ai suoi cittadini; le principali funzioni sono infatti attribuite al Consiglio dei ministri e non al Parlamento Europeo, che è investito di poteri relativamente più limitati. I lavori dell'Europarlamento sono inoltre scarsamente coperti dai mezzi di comunicazione della maggior parte degli stati membri, e di conseguenza l'opinione pubblica non è generalmente a conoscenza del funzionamento e delle decisioni dell'istituzione.

 

Rapporti esterni

La collaborazione euromediterranea, o Processo di Barcellona, è stata varata con la conferenza di Barcellona del 27-28 novembre 1995. Vi parteciparono i ministri degli Esteri degli allora 15 stati membri e dodici paesi dell'Africa Mediterranea e del Vicino Oriente: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e l'Autorità Nazionale Palestinese. La Libia era presente come paese osservatore. Attualmente, dopo l'allargamento del 2004 e quello del 2007, la collaborazione coinvolge i Ventisette e dieci paesi della sponda sud del Mediterraneo. Gli obiettivi dell'accordo sono tre: rafforzare le relazioni in materia politica e di sicurezza, creare una collaborazione economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei settori sociale, culturale e umano.

 

Note

  1. ^ Quattro Motori per l'Europa. URL consultato il 31-05-2008.
  2. ^ Antonio Saltini, Agripower: i futuri signori del grano del Pianeta, in Spazio rurale, LI, n. 2/2006
  3. ^ Antonio Saltini, L'Asia abbandona il riso. È la più grande rivoluzione alimentare della storia, in Spazio rurale, L, n. 3/2005
  4. ^ Antonio Saltini, Un deficit confortante, una dipendenza inquietante, in Spazio rurale, XLIX, n. 8-9 2004


 

 

Voci correlate

 

Collegamenti esterni


 

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