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« L'otto
settembre sarà il giorno del Vaffanculo-Day, o V-Day. Una via di mezzo tra
il D-Day dello
sbarco in Normandia e
V come Vendetta. Si terrà sabato otto settembre nelle piazze d'Italia,
per ricordare che
dal 1943 non è cambiato niente. Ieri il re in fuga e la Nazione allo
sbando, oggi politici blindati nei palazzi immersi in problemi
"culturali". Il V-Day sarà un giorno di informazione e di partecipazione
popolare. » |
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V-Day (abbreviazione di Vaffanculo-Day) è il titolo di
un'iniziativa
politica
italiana patrocinata dal comico
Beppe
Grillo, finalizzata a presentare una
legge di iniziativa popolare che di fatto eredita e prosegue le intenzioni
dell'iniziativa
Parlamento pulito dello stesso
comico
genovese.
Il V-Day si è svolto l'8
settembre 2007,
in numerose piazze italiane e di fronte alle
ambasciate italiane all'estero. L'unica televisione italiana che ha
seguito in diretta l'evento è stata
EcoTv (canale
Sky
906). Visto il successo della manifestazione, gli organizzatori hanno poi
deciso di prolungare le attività anche per il giorno
9
settembre.
Il simbolo dell'iniziativa
I punti della proposta di legge popolare
- Nessun
cittadino italiano può candidarsi in
Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado
in attesa di giudizio finale.
- Nessun cittadino italiano può essere
eletto
in Parlamento per più di due
legislature. La regola è valida retroattivamente.
- I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la
preferenza diretta.
Gli effetti della proposta di legge
A pochi giorni dall'iniziativa del V-day,
Il Sole 24 Ore teorizza i cambiamenti effettivi in caso di messa in atto
dell'iniziativa popolare: dai tre punti risulta che un terzo dei parlamentari
in carica nel
settembre
2007 dovrebbe
lasciare l'aula, ripartiti tra 119
senatori e 181
deputati, nella maggior parte a causa delle restrizioni del secondo punto
(la soglia di due legislature).
Nello schema dei
partiti i cambiamenti sarebbero i seguenti:[1]
Risultati della raccolta di firme dell'8
settembre
La raccolta di firme ha raggiunto quota 336.144, superando
abbondantemente il tetto di 50.000 necessario per far iniziare alla proposta
di legge il suo iter parlamentare. Beppe Grillo ha pubblicato il
13
settembre i risultati sul suo blog
[2], con una mappa in dettaglio per
ogni città[3].
Le adesioni all'iniziativa
Oltre ai sostenitori abituali delle "battaglie" del comico genovese e ai
lettori del suo blog,
il V-Day ha visto una inedita partecipazione da parte di esponenti del mondo
della politica, dello spettacolo e del sociale, che hanno manifestato la
propria opinione positiva per iscritto o tramite auto-interviste video,
diffuse da Grillo tramite il suo blog e
YouTube.
Tra questi il procuratore generale della magistratura contabile Claudio De
Rose,
Antonio Di Pietro,
Massimo Fini,
Fiorella Mannoia,
Luciano Ligabue,
Biagio Antonacci,
Andrea Pellizzari,
Milena Gabanelli (giornalista e conduttrice di Report)[4],
il presidente nazionale di
Greenpeace Walter Ganapini, il presidente di
Adusbef
Elio Lannutti e il presidente di
ACU Gianni Cavinato.
Oltre alle personalità sopra citate, il Blog di Beppe Grillo ha indicato
tra i sostenitori dell'iniziativa anche il sindaco di Roma
Walter Veltroni, pubblicando una breve intervista radio[5]
(sentita solo su
YouTube dal
blog di
Beppe
Grillo) in cui questi dichiarava in poche frasi la sua adesione al V-Day,
anche se dopo qualche giorno la manifestazione,
Walter Veltroni ha criticato pubblicamente la cosiddetta "antipolitica del
V-Day". Salvatore Dama dalle pagine di
Libero, uno
dei pochi quotidiani ad aver dato largo spazio all'evento, nell'articolo
"Comici di Palazzo" dell'8
settembre ha attribuito a Veltroni fini di promozione elettorale,
piuttosto che ad una effettiva condivisione dei punti della legge popolare.
Ancora prima di aprire i banchetti per la raccolta firme, Grillo da
Piazza Maggiore a
Bologna ha
annunciato di aver già raccolto, grazie ai
Meetup, 200.000 firme e che il suo obiettivo era quello del milione di
firme.
Campagna spontanea su
Internet
L'iniziativa è stata una delle prime di natura
politica
in Italia ad utilizzare come mezzo di diffusione principale Internet
(escludendo l'uso indiscriminato di
spam nell'ottobre
2000 da parte
della
Lista Bonino) e dei suoi numerosi servizi gratuiti utilizzati in modo
virale e spontaneo da parte di comuni
cittadini:
la campagna si è servita di
Meetup,
Flickr,
Google
Maps e
YouTube, oltre che dei
siti internet
blog personali, dei
forum, etc.
Secondo Grillo e i suoi sostenitori, l'uso di Internet e l'impegno della
gente comune è stato non solo utile allo sviluppo dell'iniziativa, ma
indispensabile per superare l'ostracismo
dei media
tradizionali.
Non ha avuto infatti nessun titolo nei giornali o servizio sui telegiornali
prima dell'evento stesso. Solo qualche quotidiano ha dedicato qualche articolo
all'iniziativa lo stesso
8
settembre. Dal giorno successivo, l'iniziativa di Grillo è stata invece
ampiamente commentata dai media.
Le risposte dei parlamentari interpellati da
Beppe Grillo
Un'altra peculiarità inedita del V-Day è stato il coinvolgimento diretto di
tutti i
parlamentari nel dialogo su web, mediante una mail personale inviata da
Grillo e dal suo staff ad ogni singolo
deputato
e senatore,
in cui veniva chiesto di esprimere un'opinione su ognuno dei tre punti della
proposta di legge popolare. Le risposte dettagliate sono state raccolte e
pubblicate sul blog[6],
da cui è emerso che su un totale di 945 parlamentari contattati, il 21% (205)
aveva risposto alla mail fornendo dei voti; le valutazioni positive erano
state rispettivamente 122 per la
preferenza diretta, 109 per la non
eleggibilità
dei candidati condannati in via definitiva e 82 per la limitazione a due
legislature
I partecipanti
Per gli organizzatori contando le circa 200 piazze in cui si è svolto
l'evento sono scesi in strada oltre 5 milioni di italiani mentre a
Bologna
erano circa 50 mila i partecipanti secondo Repubblica.it.
Secondo varie fonti le firme raccolte per la presentazione della
legge di iniziativa popolare sono state oltre le 300mila unità. Cifra
stimata e poi confermata dallo stesso Grillo
[7],
ma ancora in attesa di una verifica indipendente.
In diverse città, moltissime persone non hanno potuto firmare a causa della
troppa affluenza, non prevista nemmeno dagli stessi organizzatori, dal momento
che gli appositi moduli erano andati esauriti dopo poche ore.
Critiche all'iniziativa
Il V-Day ha ereditato per il primo punto le critiche già formulate
contro l'iniziativa
Parlamento pulito, che viene concretizzata nel punto relativo
all'ineleggibilità retroattiva alla
carica di
parlamentare di chiunque sia stato condannato in via definitiva per un
qualunque reato.
Queste critiche, esplicitate in maggioranza nel documento pubblicato sullo
stesso blog di Grillo con le risposte dei parlamentari, consistono nei
seguenti punti:
- Inclusione, oltre ai condannati a reati molto gravi (corruzione,
favoreggiamento,
omicidio),
anche di reati di minore entità (per alcuni) che comunque comportano
l'allontanamento temporaneo dai pubblici uffici, come ad esempio il
fallimento. Nel testo della
legge
presentato, la non eleggibilità comprende tutti i reati detentivi con pena
superiore ai 10 mesi.
- Dubbia compatibilità con il principio giuridico secondo il quale la pena
espiata restituisce il condannato alla
cittadinanza piena, sebbene anche per poter partecipare ad alcune
cariche di pubblica utilità (quali
Esercito,
Polizia,
...) uno dei prerequisiti è "non avere riportato condanne per delitti non
colposi e non essere stati sottoposti a misure di prevenzione"
[8].
- Incompatibilità con il principio della
presunzione d'innocenza di un
imputato
finché non subisce una
condanna definitiva dopo i tre gradi di giudizio. Nel testo della legge
è infatti incluso anche il
patteggiamento, che, secondo la
giurisprudenza corrente, non ha le caratteristiche proprie di una
condanna.
Riguardo agli altri punti del V-day, le critiche si riferiscono a:
- Una minore esperienza politica dei parlamentari e delle cariche al
governo se limitate a due sole legislature, tale da portare ad una sensibile
riduzione della efficienza complessiva dalla macchina
politica.
Già alcune formazioni politiche applicano al loro interno la regola della
limitazione ai due
mandati,
ma contemplando specifiche eccezioni personali (per esempio,
Fausto Bertinotti per
Rifondazione Comunista o
Oliviero Diliberto per i
Comunisti Italiani).
- La possibilità di aumentare i casi di
clientelismo, dovuti alla reintroduzione del
voto di preferenza. Proprio queste preoccupazioni e le esperienze
specialmente negative in diverse zone del paese erano state alla base della
sua abolizione, a partire delle
elezioni politiche del
1994.
In termini generali, è stato avanzato il sospetto che l'intera operazione
sia parte di una
campagna elettorale per la diretta entrata in politica di Grillo, magari
con l'Italia
dei Valori di
Antonio Di Pietro o con una propria lista, durante le
elezioni amministrative del
2009
(dall'edizione cartacea di
Libero e
Il
Giornale). Quest'ultima accusa è stata rigettata da Grillo dal suo
blog[9]
e durante la manifestazione a Bologna.
- Un'ulteriore polemica sullo svolgimento della manifestazione è poi
giunta da
Pier Ferdinando Casini[10]
che ha affermato ai microfoni dei giornali:
|
« È la più
grande delle mistificazioni. Una manifestazione di cui dovremo vergognarci
perché è stato attaccato
Marco Biagi, che invece andrebbe santificato. Dovrebbero vergognarsi i
politici che pur di stare sull'onda del consenso popolare hanno mandato
messaggi di adesione a Grillo » |
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L'assessore
Libero Mancuso, ex giudice ed ex presidente della Corte d'Assise che ha
condannato gli assassini di
Biagi,
a un certo punto del pomeriggio ha deciso di lasciare la piazza ritenendo che
fosse stata insultata la memoria del consulente del
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del
2001[11].
Il video citato dall'assessore, fra i vari proiettati nella giornata, potrebbe
essere stato quello intitolato Schiavi moderni. Il precario nell'Italia
delle meraviglie (da non confondere con l'omonimo libro di Grillo) che
però non contiene frasi su
Marco
Biagi.[12]
Fra le frasi incriminate, che pur non si riferiscono direttamente al
giuslavorista ucciso, si può leggere:
[13]
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« la
legge Biagi ha introdotto in Italia il precariato, moderna peste
bubbonica che colpisce i lavoratori soprattutto in giovane età (...) Tutto
è diventato progetto per poter applicare la legge Biagi e creare i nuovi
schiavi moderni (...) Questo libro è la storia collettiva di una
generazione senza niente, neppure la dignità, neppure la speranza, che sta
pagando tutti i debiti delle generazioni precedenti, tutti gli errori,
tutte le mafie, tutti gli scandali (...) » |
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Marco Travaglio sostiene invece che non ci sono state critiche a Biagi ma
soltanto alla legge a lui intitolata.[14]
Grillo ha comunque rifiutato ogni responsabilità dicendo che il video era
stato trasmesso prima del suo arrivo e senza il suo consenso.[15]
Il comico «ha detto di essere dispiaciuto, ma anche di non sapere nulla di
quella scritta». E che, in ogni caso, «avrebbe tentato di mettersi in contatto
con la signora Biagi per chiedere scusa se qualcosa l'avesse offesa». Anche
Giovanni Macri Masi, responsabile del gruppo bolognese ‘Amici di Beppe
Grillo', respinge le accuse piovute sul video e si dice «dispiaciuto per
l'equivoco», «mai rivolta alcuna offesa» a Marco Biagi. E spiega: «È stata
commentata e proposta una sostanziale modifica alla legge 30, che è cosa ben
diversa dall'offendere Biagi»[16]
Un nuovo V-Day
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Per approfondire, vedi la voce
V2-Day. |
Il logo e lo slogan del V2-Day.
l V2-Day è l'iniziativa popolare che segue al
V-Day, organizzato da
Beppe
Grillo, finalizzata alla raccolta firme per esercitare il diritto di
referendum. Lo slogan della manifestazione è "libera informazione in
libero Stato". Il giorno della manifestazione è il
25 Aprile 2008.
Le partecipazioni al primo V-Day furono in 200 piazze italiane con una
raccolta di circa 300 mila firme che superò di netto il minimo di 50 mila,
necessario per il deposito alla corte di cassazione. In questa seconda
raccolta firme invece, in cui viene richiesta l'abrogazione di tre leggi, il
numero necessario per il deposito delle firme alla
corte di cassazione è di 500 mila firme. Grillo è riuscito anche stavolta
a superare abbondantemente il
quorum
raccogliendo circa 1.300.000 firme in oltre 500 piazze italiane e all'estero.[17]
Anche questa volta, come per il primo V-Day, l'evento è stato seguito
integralmente in diretta dall'emittente satellitare
EcoTv (canale
906 di
Sky)
presente con le sue telecamere a
Torino in
Piazza San Carlo, ma anche in molte delle altre piazze italiane dove erano
presenti i
meet-up per la raccolta firme.
Le tre
abrogazioni chieste nel referendum sono: l'abolizione del finanziamento
pubblico all'editoria, l'abolizione dell'ordine dei giornalisti, l'abolizione
del Testo Unico Gasparri.
Note
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