Con il termine generico zanzare si indicano moltissimi
insetti che appartengono all'ordine dei
, sottordine
Nematoceri, famiglia
Culicidi (Culicidae). Questa famiglia comprende 35 generi e ben
2700 specie. Resti fossili dimostrano l'esistenza di specie affini a quelle
moderne già nell'Oligocene
e nell'Eocene.
Morfologia
Le zanzare hanno corpo allungato, zampe esili e due ali strette e
trasparenti. La testa è munita di lunghe
antenne
(piumose nel maschio, verticillate nella femmina).
Le zanzare sono lunghe al massimo 15 mm e pesano da 2 a 2,5 mg. In volo
raggiungono velocità comprese tra 1,5 e 2,5 km/h.
Hanno abitudini prevalentemente notturne, anche se vi sono specie
prettamente diurne.
Le larve
sono sempre acquatiche, mentre gli adulti sono alati e subaerei. L'apparato
boccale è lambente nei maschi che si nutrono di essenze vegetali e
pungente-succhiante nelle femmine che in molte specie sono ematofaghe cioè si
alimentano di
sangue. Infatti per portare a maturazione le uova le femmine hanno bisogno
di
proteine che non sono presenti nella normale alimentazione. Sono prede
delle diverse specie
mammiferi e
uccelli ma in alcuni casi anche
rettili e
anfibi.
Le zanzare del genere
Toxorhynchites non si cibano di sangue. Le larve di queste grandi
zanzare sono predatrici di larve di altre zanzare.
Riproduzione e sviluppo
I maschi sfarfallano generalmente 24 ore prima delle femmine, per dar loro
modo di maturare gli organi genitali (rotazione di 180° dell'ipogino).
In seguito si riuniscono in grossi gruppi in volo per attirare le femmine che
si uniscono allo sciame e scelgono il partner. Dopo l'accoppiamento, che
avviene in volo, i due si separano.
Nella maggior parte delle specie (per quelle europee in tutte) per nutrire
le uova fecondate la femmina segue la caratteristica dieta a base di sangue
che la differenzia dal maschio. Una volta maturate le uova, la femmina è
pronta per la deposizione che, a seconda delle specie, può avvenire
direttamente in acqua (p.e. genere
Culex), o
su foglie di piante acquatiche (p.e. genere
Coquillettidia o
Mansonia) o su supporto solido (p.e. genere
Aedes), ma
comunque umido.
Nelle specie che depongono uova in acqua, la zanzara si posa sul pelo
dell'acqua (che quindi deve essere ferma) per deporre circa fino a 500 uova
che, a seconda delle specie, possono essere unite in piccoli gruppi compatti
galleggianti (come nel genere
Culex) o
singole e dotate di un organo galleggiante (come nel genere
Anopheles).
Nelle specie che depongono fuori dall'acqua, le uova devono comunque venire
sommerse per poter completare l'embriogenesi ed infine schiudersi.
Dalle uova nasce una larva di forma allungata, senza zampe e coperta di
setole che vivrà esclusivamente sott'acqua spostandosi verso la superficie per
respirare grazie a un sifone (p.e. generi
Culex ed
Aedes) o
una placca respiratoria (p.e. genere
Anopheles)
posto nella parte terminale (addome) del corpo. Le larve si nutrono di
zooplancton che convogliano verso la bocca grazie ai movimenti circolari delle
spazzole boccali. Le zanzare hanno tutte 4 stadi larvali.
Dopo un tempo che varia da alcuni giorni ad alcune settimane a seconda
della temperatura passano allo stadio di
pupa. Le pupe
vivono stabilmente vicino alla superficie dell'acqua per prelevare ossigeno
dall'aria con due strutture poste vicino al capo. Fanno eccezione le pupe
della
Mansonia richardii che vivono perennemente in immersione e ricavano
l'ossigeno dalle piante acquatiche grazie ad un sifone modificato che viene
infisso nell'aerenchima delle piante.
La durata degli stadi di uovo, larva e pupa varia a seconda della specie ma
dipende anche dalla temperatura. Per esempio la
Culex tarsalis può completare il suo ciclo vitale in 14 giorni a 20 °C
oppure solo 10 giorni a 25 °C. In generale il ciclo vitale varia da quattro
giorni a un mese.
In un anno le zanzare comuni generano 5/6 generazioni, ma vi sono specie
univoltine (un'unica generazione l'anno) o multivoltine con molte più
generazioni.
Al di fuori delle zone tropicali la maggioranza delle specie di zanzara
passano l'inverno come uova (p.e. molte specie del genere
Aedes), una
consistente minoranza come larve (p.e. specie del genere
Culiseta) o adulti (p.e. specie dei generi
Culex ed
Anopheles).
La puntura
La femmina individua la preda grazie alla vista e all'olfatto, percependo
le emissioni di
anidride carbonica e
acido lattico. Altre caratteristiche che influenzano l'individuazione da
parte della zanzara sono la temperatura, il
sudore (le sostanze volatili emesse con esso) e il
sebo. L'organo deputato all'alimentazione (stiletto) è composto da
differenti segmenti modificati dell'apparato boccale primitivo degli insetti:
mascelle e mandibole sono acuminate e seghettate, l'ipofaringe corre nel
labbro superiore, che delimita a doccia il canale alimentare. Il tutto è
avvolto dal labbro inferiore all'interno del quale gli altri pezzi scorrono
per infliggere la puntura. Quando si posa sulla pelle la fora con le mascelle
fino a raggiungere un piccolo capillare. Attraverso l'ipofaringe
viene iniettata la saliva che ha potere
anticoagulante e che per
reazione
allergica causa gonfiore, arrossamento e prurito. Quindi il sangue viene
aspirato.
Alcuni adulti possono perdere la sensibilità verso la saliva di zanzara non
reagendo alle punture. Altri invece possono diventare
ipersensibili. La puntura delle zanzare per quanto fastidiosa non è
pericolosa di per sé quanto per le malattie che può trasmettere.
Tassonomia
- Sottofamiglia
Culicinae
- Tribù Culicini
- Tribù Sabetini
Pericoli per la salute
Le zanzare sono responsabili della trasmissione di malattie molto
pericolose, tra le quali:
Il virus della febbre del Nilo è stato introdotto negli Stati Uniti nel
1999 e nel 2003
si era diffuso quasi in ogni stato del paese, provocando diverse vittime.
Lotta alle zanzare
Per le malattie che possono trasmettere ma anche per il notevole fastidio
che costituiscono le zanzare sono assiduamente combattute al fine, se non di
eradicarle, quanto meno di limitarne la popolazione o semplicemente di
evitarne le punture.
In un corretto bilancio economico-sociale l'unica lotta davvero efficace è
quella cosiddetta "fisica" basata sull'eliminazione dei focolai di
proliferazione, quando ciò è possibile nel rispetto degli ecosistemi naturali.
Se la lotta fisica fallisce o non può essere applicata danno buoni risultati i
metodi di lotta larvicida. L'unico seriamente percorribile è quello basato
sull'uso del
Bacillus thuringiensis, larvicida biologico che dagli anni settanta
rappresenta l'arma principale della lotta alle zanzare negli USA come nella
maggior parte dei paesi europei (per ultima la Francia che nel 2005 ha
interamente abbandonato l'uso di pericolosi prodotti chimici come il
temephos per passare al Bacillus thuringensis adottando il metodo usato
dai progetti di lotta alle zanzare nel Nord Italia). La lotta adulticida non
trova al momento alcuna giustificazione scientifica né economica per
l'evidente difficoltà di applicazione persino su piccolissima scala e
soprattutto perché comporta la diffusione in ambiente di sostanze tossiche non
essendo al momento registrato alcun prodotto efficace ed innocuo per l'uomo.
Indichiamo alcuni sistemi usati (anche in passato) per combattere le
zanzare:
- Modifiche dell'habitat:
- Eliminazione di acque stagnanti anche in piccole quantità (per esempio
nei sottovasi) o contaminazione delle medesime (per esempio con
rame:
l'acidità che, dopo lunghi periodi, il rame sviluppa nell'acqua inibisce
la schiusa delle uova), quest'ultimo sistema però puo' avere conseguenze
negative sugli habitat.
- Divieto o regolamentazione di pratiche agricole favorevoli alla
proliferazione di zanzare (es. coltivazione del riso)
- Bonifica di zone paludose
- Dispositivi meccanici:
- Zanzariere (anche impregnate con insetticidi)
- Ventilatori (le zanzare solitamente non amano le correnti d'aria)
- Uso di vestiti coprenti e a tinte chiare
- Dispositivi a ultrasuoni (solo per zanzare femmine)
- Repellenti:
- Insetticidi:
- Larvicidi chimici (non essendo selettivi provocano incalcolabili danni
ecologici nonché gravi rischi di intossicazione e avvelenamento per l'uomo
e gli animali):
- Larvicidi biologici (unici che abbinano l'assoluta efficacia
all'assenza di rischio per l'ambiente e per l'uomo):
- Adulticidi
- Piretroidi:
Nella maggior parte dei paesi sviluppati il DDT è stato bandito a partire
dagli anni
1970 dopo la scoperta della sua cancerogenicità e degli effetti negativi
sulla riproduzione degli uccelli. Viene invece tuttora usato in alcuni paesi
dell'Africa
ed in India per
combattere la
malaria. Le motivazioni sono legate sia ad una diversa percezione del
rischio (gli effetti a lungo termine legati alla cancerogenicità vengono
ritenuti meno problematici rispetto ai benefici immediati), sia ad un discorso
economico, in quanto altri prodotti meno tossici per l'uomo e l'ambiente sono
anche molto più costosi. Storicamente va rilevato che il DDT è stata una delle
armi più efficaci contro la malaria.
Nemici naturali
A causa della loro abbondanza le zanzare hanno molti predatori naturali e
occupano un posto importante nella catena alimentare. Alcuni di questi
predatori sono stati usati nella lotta antizanzare:
- predatori degli stadi giovanili: insetti e pesci come la
gambusia (Gambusia affinis) ed il
nono (Aphanius fasciatus), consigliabile in ambiente
mediterraneo.
- predatori degli adulti:
uccelli
insettivori,
pipistrelli,
libellule,
anfibi
Gran parte della moderna lotta contro le zanzare non dipende dai pericolosi
pesticidi chimici di sintesi ma si avvale di prodotti biologici e di tecniche
basate sull'introduzione di pesci che ne mangiano le larve o di microorganismi
che le infettano.
Lotta moderna in Italia
Un grande aiuto potrebbe giungere dall'adozione di misure e leggi
finalizzate alla salvaguardia degli habitat dei predatori naturali come le
libellule, ad esempio, che si cibano sia delle larve di zanzara che degli
individui adulti, specialmente dove la presenza di zanzare è dovuta a fattori
naturali.
Dove invece la proliferazione di zanzare è causata dall'uomo, come accade
nella
pianura padana dove i molesti abbondano a causa dei ripetuti
svuotamenti e allagamenti delle
risaie,
peraltro ingiustificati alla luce delle moderne tecniche agronomiche, nessun
tipo di lotta può avere pieno successo senza un intervento legislativo serio e
severo non solo atto alla prescrizione delle corrette pratiche agricole ma
soprattutto all'effettivo controllo della loro applicazione in campo. Tale
normativa attualmente in fase di studio dovrà, come minimo, subordinare
l'ottenimento di qualsiasi contributo economico da parte delle aziende
agricole al rispetto delle prescrizioni, per arrivare a sanzioni economiche
che siano almeno sufficienti alla copertura del costo degli interventi di
disinfestazione sulle risaie delle aziende inadempienti.
In attesa di questi passaggi politici, molte Amministrazioni si sono
attivate per promuovere azioni di lotta integrata. Il più grande piano di
controllo alle zanzare messo in campo in Italia è quello diretto dal centro
operativo di Casale Monferrato. Ogni anno vengono monitorati e trattati quasi
100.000 ettari di territorio, di cui 23.000 di risaie. Il piano di lotta
impiega 7 elicotteri, 8 squadre da terra, oltre 50 tecnici di campo e migliaia
di litri di prodotti insetticidi, principalmente a base di Bacillus
thuringiensis israelensis.
Sperimentazione in Italia
Dal 20 giugno 2006, il comune di Rimini e dal 22 giugno 2006 il comune di
Treviso hanno cominciato la sperimentazione di Mosquito Stopper un
dispositivo posto in commercio che impedisce alle zanzare adulte di usare il
sistema fognario per deporre le proprie larve sottraendo così agli insetti
luoghi adatti alla proliferazione. Il dispositivo consiste in una zanzariera
basculante da applicare alle comuni caditoie del sistema fognario che permette
il deflusso dell'acqua e dei detriti, inoltre è dotato di un sistema di
sblocco che permette il rigurgito della rete fognaria non modificando quindi
il normale funzionamento della rete stessa. Rispetto ai trattamenti periodici
questa soluzione ha il vantaggio di essere applicata una tantum.
Il Comune di
Fiesole nel 2006 ha avviato una sperimentazione per controllare il numero
di adulti favorendo l'insediamento di
pipistrelli tramite l'uso di bat-box, cioè di batterie di rifugi
adatti ai pipistrelli appese alle grondaie dei cittadini che aderiscono.
[1]
La Provincia di Novara ha sperimentato nel 2005 una soluzione specifica per
le risaie: mentre l'uso consueto prevede il prosciugamento completo della
risaia in alcune fasi della coltura, realizzando una vera e propria
trappola per girini e pesci, si è lasciato nella sperimentazione un solco
allagato per permettere alle specie predatrici della zanzara di rifugiarsi in
un ambiente ospitale. Le risaie sperimentali a Novara a luglio e agosto 2005
hanno ospitato un numero di larve di zanzare inferiore del 44%, mentre i
solchi lasciati allagati del 77%, dimostrando che il solco allagato non funge
da serbatoio per le larve di zanzara (fonte:
[2] ). Inoltre la provincia ha provveduto alla stesura di materiale
informativo nei confronti delle libellule, predatrici sia delle larve che
degli adulti, con l'intenzione di distribuirlo nelle scuole e alla
cittadinanza tutta.
Informazioni a riguardo e commenti da parte di alcuni scienziati italiani,
alcune vicende dell'inizio del 2006 riguardo l'uso di adulticidi da parte
delle amministrazioni locali, ed esempi di lotta ecocompatibile sono sul sito
di informazione http://www.infozanzare.info .
[3]
Bibliografia
- Gillett, J. D. 1972. The Mosquito: Its Life, Activities and Impact on
Human Affairs. Doubleday, Garden City, NY, 358 p.
ISBN 0385011792
- Spielman, A., and M. D'Antonio. 2001. Mosquito: A Natural History of
Our Most Persistent and Deadly Foe. Hyperion Press, New York, 256 p.
ISBN 0786867817
- Becker, N., Dusan, P., Zgomba, M., Boase, C., Dahl, C., Lane, J.,
Kaiser, A. 2003. Mosquitoes and Their Control. Springer, 518 p.
ISBN 0306473607
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