Una linea telefonica che non doveva funzionare. Ma dove qualcuno è riuscito
a infilarsi. E in due sole notti ha fatto decine di telefonate
internazionali, per poi tornare nel silenzio. Una normale truffa? Una
clonazione per caricare la bolletta altrui? Le cose si complicano quando si
guardano le date: le chiamate sono avvenute soltanto il 9 e il 10 settembre
2001. E se si esaminano i paesi oggetto delle telefonate, allora si capisce
di essere finiti nel bel mezzo di un vero intrigo. Alla vigilia
dell'attentato alle Torri Gemelle, da quella linea formalmente non attiva
vengono contattati l'Afghanistan, l'Arabia Saudita, il Bahrein. Soprattutto
viene chiamato il Maine, la contea degli Stati Uniti dove Mohamed Atta e i
suoi compagni stavano per lanciare l'attacco. Due notti di traffico
frenetico, che disegnano la mappa del terrorismo fondamentalista, poi più
nulla. Finché una serie di controlli incrociati hanno portato a riscoprire
la vicenda, oggetto ora di un'indagine condotta dalla Digos e delle
attenzioni dell'intelligence italiana e statunitense.
A cinque anni dall'evento che ha cambiato la storia, spunta un mistero tutto
siciliano. Reso ancora più fitto dalle caratteristiche della linea: una
vecchia Isdn che viene considerata a prova di clonazione. E dal fatto che
l'azienda titolare dell'utenza si trova a poca distanza dall'aeroporto di
Sigonella, la più grande base americana del Mediterraneo e cuore della
guerra elettronica contro l'organizzazione di Osama Bin Laden. Insomma,
l'episodio accaduto nella Etna Valley, in quella fetta della Piana di
Catania strappata agli aranceti dalle industrie hi-tech, ha tutti gli
ingredienti della spy story. Una storia che potrebbe confondersi nella
grande rete telematica che ha reso la Sicilia occidentale un 'ombelico del
mondo' virtuale, dove si intrecciano i cavi a fibra ottica delle principali
dorsali della comunicazione mondiale, con un gomitolo sotterraneo che conta
quasi cento chilometri di cavi.
Al centro di questo enigma c'è una linea telefonica Isdn mai installata
completamente. Iscritta nel distretto telefonico di Catania, la linea è
rimasta sempre in 'silenzio'. Fino al 9-9-2001 e alla notte successiva. Muta
da mesi, e poi mai più utilizzata, nello spazio di due notti la linea generò
un incredibile volume di traffico internazionale. Nessuna chiamata in
arrivo. Solo contatti in partenza: un paio collegarono il cuore della
Sicilia al Maine, la regione degli Stati Uniti dove, secondo le
ricostruzioni dell'Fbi, pernottarono Mohamed Atta e altri dirottatori prima
di imbarcarsi all'aeroporto di Portland per poi entrare in azione. Quegli
scampoli di telefonata verso gli Stati Uniti, però, sono parte minoritaria
del traffico. La gran parte delle chiamate mise in contatto l'utenza con
Afghanistan, Arabia Saudita, Bahrein ed altri emirati del Golfo. Erano
conversazioni vocali o flussi di dati? Impossibile stabilirlo.
L'utenza era stata richiesta qualche mese prima da un gruppo imprenditoriale
della provincia di Catania, presumibilmente una costola aggregata al
Consorzio area di sviluppo industriale. Il contratto stipulato prevedeva che
l'utente avrebbe avuto in dotazione un impianto Isdn. Il canale venne
attivato, ma le dotazioni necessarie affinché l'azienda potesse utilizzasse
la linea non vennero mai fornite: quel canale non poteva funzionare.
Sembrerebbe certo che non l'abbia potuta utilizzare l'azienda che l'aveva
commissionata. Le uniche 'telefonate' contabilizzate, poi, sono proprio
quelle registrate nelle due fatidiche notti.
Alla fine del 2001, l'azienda si vide recapitare una bolletta salata. Una
cosa incredibile: la linea non era mai diventata operativa. L'azienda
protestò con l'operatore, dimostrando di non avere ottenuto la completa
istallazione dell'impianto: cosa subito riscontrata dalla divisione clienti
business che ha provveduto a cancellare la bolletta dimenticata. Sul piano
amministrativo la vicenda si chiuse. E quelle telefonate finirono nel
dimenticatoio. Ora, però, quella linea telefonica è nel mirino degli
investigatori antiterrorismo del capoluogo siciliano. Che vogliono vederci
chiaro su quelle due notti intere passate al telefono e soprattutto
intendono capire il senso di quelle chiamate verso Stati Uniti e i paesi del
mondo arabo alla vigilia dell'attacco all'America.
A distanza di cinque anni il tentativo di ricostruire l'episodio è un
percorso impervio: strada in salita che condurrà gli investigatori in una
sorta di gara a tappe. Gestita nel massimo segreto. Il traffico misterioso
sarebbe transitato su una delle linee Isdn richieste a Telecom dal Consorzio
area di sviluppo industriale - zona n: una dozzina di utenze, allacciate
nello stesso periodo. È importante ricostrire tutte le fasi
dell'installazione, per individuare possibili falle sfruttate per inserirsi
nella linea. E poi sarà compito dei consulenti informatici completare la
mappa dell'incursione e stabilire con quali modalità venne sfruttata la
linea telefonica nelle due notti chiave per il piano dei dirottatori
quaedisti.
Le Isdn (acronimo di integrated services digital network) ormai superate
dallo sviluppo tecnologico, sono linee digitali a doppio canale multinumero.
Le informazioni 'scorrono' sulla linea sotto forma di codici numeri in
sistema binario per poi essere aggregate in forma digitale grazie a una
borchia. Per questo, il segnale che corre sulle linee isdn non è
intercettabile. È una linea che non può essere clonata, semmai può essere
utilizzata da postazioni esterne mediante l'installazione di una borchia
lungo un punto qualsiasi del tracciato della linea, oltre che sul punto
terminale.
Le Isdn sono considerate estremamente versatili: consentono anche il
trasferimento di chiamata e, grazie al secondo canale di cui dispongono,
sono utilizzabili per conversazioni a tre. In questo caso è anche possibile
che una connessione generi una conversazione tra due interlocutori connessi
alla linea principale: la linea può essere stata usata come ponte. Di questo
collegamento, però, non potrebbe essere restata alcuna traccia.
E questo complica le indagini. Un episodio per alcuni versi analogo accadde
a Palermo sempre in coincidenza con l'11 settembre. In quel caso, una
sommaria indagine venne compiuta dal Sisde che analizzò i tabulati relativi
ad alcune telefonate che collegavano il capoluogo siciliano a paesi del
mondo arabo. Nonostante la coincidenza con la vigilia dell'attacco a New
York, non venne neppure aperta un'indagine ufficiale poiché, considerata la
vastità della comunità musulmana residente in Sicilia occidentale, quel
traffico venne reputato non sospetto.
Ben diverso il caso della Etna Valley, che potrebbe inserirsi in quel
labirinto di segnali sulla ragnatela europea che era a conoscenza del piano
contro il World Trade Center. Come Abu Dahdah che veniva intercettato a
Madrid mentre spiegava di "avere preparato qualcosa che sicuramente piacerà.
Siamo entrati nel campo dell'aviazione e stiamo per tagliare la gola agli
uccelli". E come il presunto leader qaedista Abu Saleh che fece arrivare ai
suoi compagni detenuti a San Vittore una busta con dentro la cartina di una
celebre gomma da masticare, con il ponte di Brooklyn sorvolato da un aereo.
Un messaggio criptico prima dell'11 settembre, che solo più tardi è stato
compreso nella sua terribile allusività.
Fonte:http://espresso.repubblica.it/
Link:http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Catania,%20mistero%2011%20settembre/1380283//1
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