IL TRATTAMENTO DA PARTE DELLA COMMISSIONE DEL VOLO AMERICAN AIRLINES 77 E L'
ATTACCO AL PENTAGONO.
Come abbiamo visto in precedenza, se la FAA avvertì il NORAD sul Volo 77 alle
9:24, come afferma la cronologia del NORAD del 18 Settembre, il NEADS dovrebbe
aver avuto dei jet da caccia sopra Washington molto prima delle 9:38, quando il
Pentagono fu colpito. La soluzione di questo problema da parte della Commissione
sull' 11-9 fu di raccontare un' altra nuova storia, secondo cui la FAA non
comunicò mai al NORAD del Volo 77.
Un inconveniente fu che il Generale Larry Arnold, comandante della regione
Continentale USA del NORAD, aveva ripetuto, in una testimonianza pubblica alla
Commissione nel 2003, l'affermazione del NORAD che esso era stato avvertito del
dirottamento alle 9:24. Altri ufficiali del NORAD, in più, avevano testimoniato
che i caccia a Langley erano stati lanciati in risposta a questo avvertimento.
La Commissione gestì questo problema dicendo semplicemente che queste
affermazioni di Arnold e degli altri ufficiali del NORAD erano “non
corrette”(192). La Commissione inoltre non ha spiegato perché gli ufficiali del
NORAD avevano fatto queste affermazioni non corrette. Ma ha detto che queste
affermazioni erano “disgraziate” perché “facevano sembrare che le forze armate
erano state avvertite in tempo per rispondere” (192). Il compito della
Commissione era di convincerci che questo non era vero.
Ulteriore incompetenza della FAA
Alla base della nuova versione della Commissione sul Volo 77 c’è un altro
racconto dell’ incredibile incompetenza degli ufficiali della FAA. Questo
racconto si presenta così: alle 8:54 il controllore della FAA ad Indianapolis,
dopo avere visto il Volo 77 uscire dalla rotta, perdere il segnale del
transponder e pure la traccia radar, piuttosto che riferire del volo per un
possibile dirottamento, assunse che era precipitato. Evidentemente non gli
sovvenne che un possibile incidente dovesse essere riferito. In ogni caso, più
tardi, dopo avere sentito degli altri dirottamenti, arrivò a sospettare che pure
il Volo 77 potesse essere stato dirottato. Condivise i suoi sospetti con Herndon,
che a sua volta ne mise al corrente il quartier generale della FAA. Ma nessuno,
a quanto ci viene riferito, chiamò le forze armate. Il risultato, afferma la
Commissione, è che “il NEADS non ricevette mai la notizia che l’ American 77 era
stato dirottato” (192)
Spiegare il lancio dalla base di Langley: il Volo fantasma 11
Ma pure se potessimo credere a questa improbabile storia, c’è ancora il problema
del perché gli F-16 della Langley Air Force Base erano in volo alle 9:30. L’
incompetenza della FAA viene ancora una volta in soccorso. Alle 9:21 – 35 minuti
dopo che il Volo 11 aveva colpito lo World Trade Center – alcuni tecnici al
NEADS, ci viene detto, sentirono da un qualche controllore FAA a Boston che il
Volo 11 era ancora in volo e si stava dirigendo a Washington. Questo tecnico
NEADS poi riferì al NEADS Mission Crew Commander [“Comandante del personale di
missione” n.d.t], che diede un ordine di lancio a Langley. Così, afferma la
Commissione, i jet di Langley furono lanciati in risposta ad “un aereo
fantasma”, non “ad un vero aereo dirottato” (193). Però questa nuova storia è
crivellata dai problemi.
Un problema è semplicemente che il Volo 11 fantasma non era mai stato menzionato
prima. Come dice la stessa Commissione, questa storia sul Volo 11 fantasma “non
era stata raccontata nemmeno in una cronologia o affermazione pubblica
rilasciata dalla FAA o dal Dipartimento della Difesa” (196). Non era, ad
esempio, nel rapporto ufficiale del NORAD, Air War Over America [Guerra aerea
sull’ America n.d.t.] la cui introduzione era scritta dal Generale Larry Arnold.
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L’ ignoranza del Generale Arnold sul Volo 11 fantasma fu, in effetti, un’
occasione di umiliazione pubblica. La Commissione sull’ 11-9, in una udienza del
Giugno 2004, lo rimproverò per non essersi ricordato che i jet di Langley erano
stati in realtà lanciati in risposta al Volo fantasma 11, e non in risposta ad
un avvertimento sul Volo 77. Il membro della Commissione Richard Ben-Veniste
iniziò una cottura a fuoco lento chiedendo: “Generale Arnold. Perché, durante la
sua prima apparizione davanti alla Commissione sull’ 11-9 il Maggio dello scorso
anno, nessuno cita il falso rapporto ricevuto dalla FAA che il Volo 11 si stava
dirigendo verso sud?” Dopo uno scambio imbarazzante, Ben-Veniste conficcò il
coltello ancora più a fondo, chiedendo: Generale, non è un fatto che
l’incapacità di richiamare la nostra attenzione sulla…nozione che un Volo 11
fantasma che proseguiva verso sud da New York City…mise in cattiva luce il
rapporto ufficiale dell’ Air Force,…che non contiene alcuna informazione sul
fatto che…non riceveste alcun avvertimento che il Volo 77 era stato
dirottato?...Sicuramente per il Maggio dello scorso anno, quando lei testimoniò
davanti a questa commissione, sapeva di questi fatti. (197) In Alice nel Paese
delle Meraviglie, la Regina Bianca dice: “E’ una memoria scarsa quella che
ricorda solo all’ indietro.” Uno dovrebbe chiedersi se il Generale Arnold
sentiva che veniva criticato per non ricordarsi il futuro – cioè, per non
“ricordare” una storia che era stata inventata solo dopo che egli aveva reso la
sua testimonianza. Arnold, in ogni caso, rispose semplicemente che egli “non
ricordò quei fatti nel Maggio dello scorso anno”.
Ma se questi ipotetici fatti fossero veri, tale risposta sarebbe
incomprensibile. Secondo la nuova storia della Commissione, il NORAD, sotto il
comando di Arnold, non riuscì a lanciare i caccia in risposta ai Volo 11, 175,
77 e 93. L’unica volta che ha lanciato dei caccia lo fece in risposta ad una
segnalazione falsa. Sicuramente questa sarebbe stata la cosa più imbarazzante
nella vita professionale di Arnold. Eppure 20 mesi dopo, egli “non ricordava
quei fatti”.
Un secondo problema è che non c’è modo di verificare questa storia riguardante
il Volo fantasma 11. La Commissione dice che l’ autenticità di questa storia “è
chiara…dalle conversazioni registrate dei centri FAA; i contemporanei verbali
compilati al NEADS, ai quartieri generali della Regione Continentale e al NORAD;
e da altre registrazioni” (193-94). Ma quando guardiamo alle note in fondo al
Rapporto della Commissione sull’ 11-9, non troviamo referenze per alcuna di
queste registrazioni; Dobbiamo semplicemente credere alle parole della
Commissione. La sola referenza è ad un file audio del NEADS, in cui qualcuno
allo FAA Boston Center direbbe a qualcun altro al NEADS: “Ho appena avuto un
rapporto che American 11 è ancora in aria e si sta ... dirigendo verso
Washington” (194). La Commissione afferma di avere scoperto questo file. Ancora,
però, dobbiamo semplicemente prendere per buone le parole della Commissione. Non
possiamo ottenere questo file audio. E non c’è menzione di alcun test, fatto da
un’ agenzia indipendente, per verificare che questo file audio, se esiste,
risale veramente all’ 11-9, piuttosto che essere stato creato più tardi, dopo
che qualcuno ha deciso che c’era bisogno della storia sul Volo 11 fantasma.
Ma i giornalisti non potrebbero intervistare le persone che al NEADS e alla FAA
ebbero questa conversazione? No, perché la Commissione afferma con nonchalance :
“Non siamo stati capaci di identificare la fonte di questa errata informazione
della FAA” (194). Questa scusa è difficile da credere. E’ ora davvero facile
identificare le persone da registrazioni delle loro voci. Eppure la Commissione
pare non sia stata capace di scoprire l’identità né dell’ individuo a Boston che
commise l’errore né del tecnico NEADS che ricevette e passò questa informazione
sbagliata.
Un altro elemento non credibile è la stessa idea che qualcuno a Boston avrebbe
concluso che il Volo 11 era ancora in volo. Secondo i resoconti immediatamente
successivi all’ 11-9, i controllori di volo a Boston dissero che non persero mai
traccia del Volo 11. Il controllore di volo Mark Hodgkins disse successivamente:
“Vidi il segnale di American 11 sino in fondo” (194) Se è così, chiunque al
centro di Boston lo avrebbe saputo. Come, qualcosa su di uno schermo radar,
avrebbe potuto convincere qualcuno al Boston Center, 35 minuti dopo, che il Volo
11 era ancora in aria?
Un ulteriore elemento non plausibile nella storia è l’idea che il Comandante di
Missione al NEADS, avendo ricevuto questo incredibile rapporto da un tecnico,
sarebbe stato così sicuro della sua autenticità da ordinare immediatamente a
Langley il lancio degli F-16. [13]
L’ intera storia sul Volo 11 fantasma è il tentativo da parte della Commissione
di spiegare perché, se le forze armate USA non erano state avvertite a riguardo
del Volo 77, fosse stato mandato un ordine di decollo a Langley alle 9:24, che
risultò nel decollo degli F-16 alle 9:30. Come abbiamo visto, ogni elemento in
questa storia e poco credibile.
Perché gli F-16 di Langley erano così lontani da Washington?
Ugualmente incredibile è la spiegazione della Commissione del perché, se gli
F-16 erano in volo alle 9:30, essi alle 9:38 non erano abbastanza vicini a
Washington da proteggere il Pentagono. Per rispondere a questa domanda, la
Commissione fa appello ancora una volta all’ incompetenza della FAA.
Ci viene riferito che gli F-16 dovessero arrivare a Baltimore per intercettare
il Volo 11 (fantasma) prima che raggiungesse Washington. Ma il controllore della
FAA, insieme al capo pilota, pensavano che per gli F-16 gli ordini fossero di
andare a “est verso l’ oceano”, così alle 9:38, quando il Pentagono fu colpito,
“i caccia di Langley erano distanti circa 150 miglia” (201). C’è mai stata, dai
tempi dei fratelli Marx e dei Three Stooges [gruppo comico-demenziale americano
n.d.t] una tale commedia degli errori? Questa spiegazione non è, in ogni caso,
credibile. Sino al momento dell’ ordine di decollo era chiaro che la minaccia
proveniva da aerei dirottati e non dall’ estero. Mio nipote di sei anni avrebbe
saputo che bisognava controllare due volte l’ordine prima di mandare i caccia
verso il mare.
La supposta ignoranza dei militari sul Volo 77
Ancora più problematica è l'affermazione della Commissione che gli ufficiali del
Pentagono erano all'oscuro del dirottamento del Volo 77.
Questa affermazione è nettamente contraddetta dal promemoria di Laura Brown.
Avendo detto che la FAA aveva stabilito le teleconferenze con gli ufficiali
delle forze armate “entro alcuni minuti” dal primo impatto, affermò che la FAA
condivise “informazioni in tempo reale” su “tutti i voli di interesse, incluso
il Volo 77.” Inoltre affrontando esplicitamente la questione della dichiarazione
del NORAD che esso non seppe nulla del Volo 77 sino alle 9:24, dice:
I verbali del NORAD indicano che la FAA diede notifica formale del Volo American
77 alle 9:24 am., ma informazioni sul volo venivano trasmesse continuamente
durante i collegamenti telefonici prima della notifica formale. (204)[14]
Questa affermazione sulla notifica informale era nota alla Commissione. Richard
Ben-Veniste, dopo avere letto il promemoria di Laura Brown messo agli atti,
disse: “Così ora dobbiamo chiederci se c'era una comunicazione informale in
tempo reale della situazione, inclusa la situazione del Volo 77, al personale
del NORAD.”[15] Ma quando la Commissione scrisse il suo rapporto finale, con
l'affermazione che la FAA non aveva informato le forze armate del Volo 77 (né
formalmente né informalmente), scrisse ciò come se quella discussione non fosse
mai avvenuta.[16]
La supposta ignoranza del Pentagono di un aereo diretto verso di esso.
La Commissione afferma anche che le persone al Pentagono non avevano idea che un
aereo era diretto nella loro direzione sino a poco prima che il Pentagono
venisse colpito. Ma questa affermazione fu contraddetta dal Segretario ai
Trasporti Norman Mineta, in una testimonianza pubblica data alla stessa
Commissione. Mineta testimoniò che alle 9:20 quella mattina, scese alla sala
conferenze sotterranea (tecnicamente il Presidential Emergency Operations Center
[Centro Presidenziale per le Operazioni di Emergenza n.d.t. ]) sotto la Casa
Bianca, dove vi era al comando il Vice Presidente Cheney. Mineta poi affermò:
Durante il periodo in cui l'aereo stava andando contro il Pentagono, ci fu un
giovane che era solito entrare e dire al Vice Presidente, “L'aereo è distante 50
miglia.” “L'aereo è distante 30 miglia.” E quando arrivò a “l' aereo è distante
10 miglia,” il giovane disse anche al Vice Presidente, “Gli ordini sono ancora
validi?” e il Vice Presidente si girò, piegò il collo e disse, “Certo che gli
ordini sono ancora validi. Hai sentito qualcosa che affermi il
contrario?”(220)[17] Quando a Mineta fu chiesto dal membro della Commissione
Timothy Roemer per quanto tempo queste conversazioni avvennero dopo il suo
arrivo, Mineta disse: “Probabilmente per circa cinque o sei minuti,” che, come
fece notare Roemer, voleva dire “verso le 9:25 o le 9:26”.
Secondo la Commissione sull' 11-9, nessuno nel nostro governo seppe sino alle
9:36 che un aereo si stava avvicinando al Pentagono, [18] perciò non c'era tempo
per abbatterlo. Ma alla Commissione è stato detto da Mineta che il
vicepresidente sapeva ciò almeno 10 minuti prima, alle 9:26. La Commissione
gestì la testimonianza di Mineta allo stesso modo in cui gestì quasi tutto ciò
che minacciava la sua versione—semplicemente ignorandola nel rapporto finale.
Questa testimonianza di Mineta era una grande minaccia non solo perchè indicava
che si sapeva dell' aereo in avvicinamento almeno 12 minuti prima che il
Pentagono venisse colpito, ma anche perchè implicava che Cheney aveva emesso
ordini di non decollo. Mineta stesso per la verità non fece quest' accusa. Egli,
disse, che assumeva che “gli ordini” menzionati dal giovane erano gli ordini di
abbattere l'aereo. L'interpretazione di Mineta però non torna con ciò che è
veramente successo: l' aereo non fu abbattuto. Tale interpretazione inoltre
renderebbe incomprensibile la storia: se gli ordini fossero stati di abbattere
l'aereo se si avvicinava al Pentagono, il giovane non avrebbe avuto ragione di
chiedere se erano ancora validi. La sua domanda ha senso solo se gli ordini
fossero stati di fare qualcosa di inaspettato-- di non abbattere l'aereo. La
conseguenza del racconto di Mineta è, perciò, che l'attacco al Pentagono era
desiderato.
Perchè l'ordine di lancio arrivò a Langley?
La stessa conclusione segue da un altro problema. Ogni parte della storia
riguardante i caccia da Langley, abbiamo visto, è poco plausibile. Ma di una
implausibiliità persino più basilare è la stessa affermazione che l'ordine
dovette andare a Langley perchè la base Andrews non aveva caccia in allerta
(158-59).
Una ragione di dubitare di questa affermazione è semplicemente che è, in una
parola, ridicola. Andrews ha la responsabilità primaria di proteggere la
capitale della nazione (160). Può qualcuno credere seriamente che Andrews non
abbia caccia in allerta tutto il tempo, dato il compito di proteggere il
Pentagono, l’ Air Force One, la Casa Bianca, le sedi del Congresso, della Corte
Suprema, il Palazzo del Tesoro USA e così via ? In aggiunta a questa
considerazione a priori, c’è il fatto empirico che lo stesso sito web delle
forze armate USA diceva a quel tempo – sebbene fu modificato dopo l’ 11-9
(163-64)—che diversi jet da caccia erano tenuti in allerta in ogni momento. Si
affermava che il 121esimo Fighter Squadron del 113esimo Fighter Wing forniva
“capacità e forze di risposta immediata per il District of Columbia nel caso di
disastro naturale o emergenza cvile.”. Si diceva che il Marine Fighter Attack
Squadron 321 era supportato da uno squadrone di riserva che forniva
“manutenzione e funzione di appoggio necessaria a mantenere una forza in stato
di pronto intervento.” E si diceva che il District of Columbia Air National
Guard “fornisce unità di combattimento nello stato di prontezza più elevato
possibile” (163).
L’ assunzione che la base di Andrews avesse caccia in allerta su cui il NORAD
avrebbe potuto contare è supportata, inoltre, da un rapporto fornito da Kyle
Hence di 9/11 Citizens Watch su di una conversazione telefonica che egli ebbe
con Donald Arias il comandante per gli Affari Pubblici della Regione
Continentale del NORAD. Dopo che Arias ebbe detto ad Hence che “Andrews non era
parte del NORAD”, Hence gli chiese “se c’erano o no risorse ad Andrews che, pur
non facendo tecnicamente parte del NORAD, potessero essere assegnate.” Piuttosto
che rispondere, Arias riagganciò (161). Ci sono molte ragioni per concludere,
perciò, che l’affermazione che non vi erano caccia in allerta ad Andrews è una
bugia.
Alcune implicazioni
Il risultato che Andrews dovesse avere caccia in allerta ha molte implicazioni.
Da un lato, se Andrews aveva caccia in allerta, sembra probabile che li avesse
anche la base McGuire, così che i caccia per proteggere New York City non
dovevano essere lanciati dalla base dell’ Aviazione a Otis a Cape Cod. L’esperto
di sicurezza nazionale (ed ex produttore della ABC) James Bamford afferma
inoltre che il NEADS era in grado di richiedere “piloti da caccia in allerta
presso le unità della Guardia Nazionale a Burlington, Vermont; Atlantic City,
New Jersey; . . . e Duluth, Minnesota" (258). Se è così allora vi erano almeno 7
basi da cui il NEADS avrebbe potuto lanciare i caccia, non semplicemente due,
come assume la versione ufficiale (158-59). E se quella parte della versione
ufficiale è una bugia, sembra probabile che l’ intera storia sia una bugia.
Questa conclusione sarà rinforzata dal nostro esame del trattamento da parte
della Commissione del Volo 93 United Airlines.
Indice
30/03/2006 Le Incredibili Storie della Commissione sull' 11 Settembre I
30/03/2006
Il Trattamento da parte della Commissione del Volo 11 American Airlines
30/03/2006
Il Trattamento da parte della Commissione del Volo United Airlines 175
30/03/2006
Il Trattamento da parte della Commissione del Volo United Airlines 77 e l' Attacco al Pentagono
30/03/2006
Il Trattamento del Volo United Airlines 93 da parte della Commissione
30/03/2006
L'ora dell'Autorizzazione all'Abbattimento
Archivio 11 Settembre
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