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30/03/2006 Le Incredibili Storie della Commissione sull' 11 Settembre IV. Il Trattamento da parte della Commissione del Volo United Airlines 77 e l' Attacco al Pentagono (David Ray Griffin, www.globalresearch.ca)

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IL TRATTAMENTO DA PARTE DELLA COMMISSIONE DEL VOLO AMERICAN AIRLINES 77 E L' ATTACCO AL PENTAGONO.

Come abbiamo visto in precedenza, se la FAA avvertì il NORAD sul Volo 77 alle 9:24, come afferma la cronologia del NORAD del 18 Settembre, il NEADS dovrebbe aver avuto dei jet da caccia sopra Washington molto prima delle 9:38, quando il Pentagono fu colpito. La soluzione di questo problema da parte della Commissione sull' 11-9 fu di raccontare un' altra nuova storia, secondo cui la FAA non comunicò mai al NORAD del Volo 77.

Un inconveniente fu che il Generale Larry Arnold, comandante della regione Continentale USA del NORAD, aveva ripetuto, in una testimonianza pubblica alla Commissione nel 2003, l'affermazione del NORAD che esso era stato avvertito del dirottamento alle 9:24. Altri ufficiali del NORAD, in più, avevano testimoniato che i caccia a Langley erano stati lanciati in risposta a questo avvertimento. La Commissione gestì questo problema dicendo semplicemente che queste affermazioni di Arnold e degli altri ufficiali del NORAD erano “non corrette”(192). La Commissione inoltre non ha spiegato perché gli ufficiali del NORAD avevano fatto queste affermazioni non corrette. Ma ha detto che queste affermazioni erano “disgraziate” perché “facevano sembrare che le forze armate erano state avvertite in tempo per rispondere” (192). Il compito della Commissione era di convincerci che questo non era vero.

Ulteriore incompetenza della FAA

Alla base della nuova versione della Commissione sul Volo 77 c’è un altro racconto dell’ incredibile incompetenza degli ufficiali della FAA. Questo racconto si presenta così: alle 8:54 il controllore della FAA ad Indianapolis, dopo avere visto il Volo 77 uscire dalla rotta, perdere il segnale del transponder e pure la traccia radar, piuttosto che riferire del volo per un possibile dirottamento, assunse che era precipitato. Evidentemente non gli sovvenne che un possibile incidente dovesse essere riferito. In ogni caso, più tardi, dopo avere sentito degli altri dirottamenti, arrivò a sospettare che pure il Volo 77 potesse essere stato dirottato. Condivise i suoi sospetti con Herndon, che a sua volta ne mise al corrente il quartier generale della FAA. Ma nessuno, a quanto ci viene riferito, chiamò le forze armate. Il risultato, afferma la Commissione, è che “il NEADS non ricevette mai la notizia che l’ American 77 era stato dirottato” (192)

Spiegare il lancio dalla base di Langley: il Volo fantasma 11

Ma pure se potessimo credere a questa improbabile storia, c’è ancora il problema del perché gli F-16 della Langley Air Force Base erano in volo alle 9:30. L’ incompetenza della FAA viene ancora una volta in soccorso. Alle 9:21 – 35 minuti dopo che il Volo 11 aveva colpito lo World Trade Center – alcuni tecnici al NEADS, ci viene detto, sentirono da un qualche controllore FAA a Boston che il Volo 11 era ancora in volo e si stava dirigendo a Washington. Questo tecnico NEADS poi riferì al NEADS Mission Crew Commander [“Comandante del personale di missione” n.d.t], che diede un ordine di lancio a Langley. Così, afferma la Commissione, i jet di Langley furono lanciati in risposta ad “un aereo fantasma”, non “ad un vero aereo dirottato” (193). Però questa nuova storia è crivellata dai problemi.
Un problema è semplicemente che il Volo 11 fantasma non era mai stato menzionato prima. Come dice la stessa Commissione, questa storia sul Volo 11 fantasma “non era stata raccontata nemmeno in una cronologia o affermazione pubblica rilasciata dalla FAA o dal Dipartimento della Difesa” (196). Non era, ad esempio, nel rapporto ufficiale del NORAD, Air War Over America [Guerra aerea sull’ America n.d.t.] la cui introduzione era scritta dal Generale Larry Arnold. 12
L’ ignoranza del Generale Arnold sul Volo 11 fantasma fu, in effetti, un’ occasione di umiliazione pubblica. La Commissione sull’ 11-9, in una udienza del Giugno 2004, lo rimproverò per non essersi ricordato che i jet di Langley erano stati in realtà lanciati in risposta al Volo fantasma 11, e non in risposta ad un avvertimento sul Volo 77. Il membro della Commissione Richard Ben-Veniste iniziò una cottura a fuoco lento chiedendo: “Generale Arnold. Perché, durante la sua prima apparizione davanti alla Commissione sull’ 11-9 il Maggio dello scorso anno, nessuno cita il falso rapporto ricevuto dalla FAA che il Volo 11 si stava dirigendo verso sud?” Dopo uno scambio imbarazzante, Ben-Veniste conficcò il coltello ancora più a fondo, chiedendo: Generale, non è un fatto che l’incapacità di richiamare la nostra attenzione sulla…nozione che un Volo 11 fantasma che proseguiva verso sud da New York City…mise in cattiva luce il rapporto ufficiale dell’ Air Force,…che non contiene alcuna informazione sul fatto che…non riceveste alcun avvertimento che il Volo 77 era stato dirottato?...Sicuramente per il Maggio dello scorso anno, quando lei testimoniò davanti a questa commissione, sapeva di questi fatti. (197) In Alice nel Paese delle Meraviglie, la Regina Bianca dice: “E’ una memoria scarsa quella che ricorda solo all’ indietro.” Uno dovrebbe chiedersi se il Generale Arnold sentiva che veniva criticato per non ricordarsi il futuro – cioè, per non “ricordare” una storia che era stata inventata solo dopo che egli aveva reso la sua testimonianza. Arnold, in ogni caso, rispose semplicemente che egli “non ricordò quei fatti nel Maggio dello scorso anno”.

Ma se questi ipotetici fatti fossero veri, tale risposta sarebbe incomprensibile. Secondo la nuova storia della Commissione, il NORAD, sotto il comando di Arnold, non riuscì a lanciare i caccia in risposta ai Volo 11, 175, 77 e 93. L’unica volta che ha lanciato dei caccia lo fece in risposta ad una segnalazione falsa. Sicuramente questa sarebbe stata la cosa più imbarazzante nella vita professionale di Arnold. Eppure 20 mesi dopo, egli “non ricordava quei fatti”.

Un secondo problema è che non c’è modo di verificare questa storia riguardante il Volo fantasma 11. La Commissione dice che l’ autenticità di questa storia “è chiara…dalle conversazioni registrate dei centri FAA; i contemporanei verbali compilati al NEADS, ai quartieri generali della Regione Continentale e al NORAD; e da altre registrazioni” (193-94). Ma quando guardiamo alle note in fondo al Rapporto della Commissione sull’ 11-9, non troviamo referenze per alcuna di queste registrazioni; Dobbiamo semplicemente credere alle parole della Commissione. La sola referenza è ad un file audio del NEADS, in cui qualcuno allo FAA Boston Center direbbe a qualcun altro al NEADS: “Ho appena avuto un rapporto che American 11 è ancora in aria e si sta ... dirigendo verso Washington” (194). La Commissione afferma di avere scoperto questo file. Ancora, però, dobbiamo semplicemente prendere per buone le parole della Commissione. Non possiamo ottenere questo file audio. E non c’è menzione di alcun test, fatto da un’ agenzia indipendente, per verificare che questo file audio, se esiste, risale veramente all’ 11-9, piuttosto che essere stato creato più tardi, dopo che qualcuno ha deciso che c’era bisogno della storia sul Volo 11 fantasma.

Ma i giornalisti non potrebbero intervistare le persone che al NEADS e alla FAA ebbero questa conversazione? No, perché la Commissione afferma con nonchalance : “Non siamo stati capaci di identificare la fonte di questa errata informazione della FAA” (194). Questa scusa è difficile da credere. E’ ora davvero facile identificare le persone da registrazioni delle loro voci. Eppure la Commissione pare non sia stata capace di scoprire l’identità né dell’ individuo a Boston che commise l’errore né del tecnico NEADS che ricevette e passò questa informazione sbagliata.

Un altro elemento non credibile è la stessa idea che qualcuno a Boston avrebbe concluso che il Volo 11 era ancora in volo. Secondo i resoconti immediatamente successivi all’ 11-9, i controllori di volo a Boston dissero che non persero mai traccia del Volo 11. Il controllore di volo Mark Hodgkins disse successivamente: “Vidi il segnale di American 11 sino in fondo” (194) Se è così, chiunque al centro di Boston lo avrebbe saputo. Come, qualcosa su di uno schermo radar, avrebbe potuto convincere qualcuno al Boston Center, 35 minuti dopo, che il Volo 11 era ancora in aria?

Un ulteriore elemento non plausibile nella storia è l’idea che il Comandante di Missione al NEADS, avendo ricevuto questo incredibile rapporto da un tecnico, sarebbe stato così sicuro della sua autenticità da ordinare immediatamente a Langley il lancio degli F-16. [13]

L’ intera storia sul Volo 11 fantasma è il tentativo da parte della Commissione di spiegare perché, se le forze armate USA non erano state avvertite a riguardo del Volo 77, fosse stato mandato un ordine di decollo a Langley alle 9:24, che risultò nel decollo degli F-16 alle 9:30. Come abbiamo visto, ogni elemento in questa storia e poco credibile.

Perché gli F-16 di Langley erano così lontani da Washington?

Ugualmente incredibile è la spiegazione della Commissione del perché, se gli F-16 erano in volo alle 9:30, essi alle 9:38 non erano abbastanza vicini a Washington da proteggere il Pentagono. Per rispondere a questa domanda, la Commissione fa appello ancora una volta all’ incompetenza della FAA.

Ci viene riferito che gli F-16 dovessero arrivare a Baltimore per intercettare il Volo 11 (fantasma) prima che raggiungesse Washington. Ma il controllore della FAA, insieme al capo pilota, pensavano che per gli F-16 gli ordini fossero di andare a “est verso l’ oceano”, così alle 9:38, quando il Pentagono fu colpito, “i caccia di Langley erano distanti circa 150 miglia” (201). C’è mai stata, dai tempi dei fratelli Marx e dei Three Stooges [gruppo comico-demenziale americano n.d.t] una tale commedia degli errori? Questa spiegazione non è, in ogni caso, credibile. Sino al momento dell’ ordine di decollo era chiaro che la minaccia proveniva da aerei dirottati e non dall’ estero. Mio nipote di sei anni avrebbe saputo che bisognava controllare due volte l’ordine prima di mandare i caccia verso il mare.

La supposta ignoranza dei militari sul Volo 77

Ancora più problematica è l'affermazione della Commissione che gli ufficiali del Pentagono erano all'oscuro del dirottamento del Volo 77.
Questa affermazione è nettamente contraddetta dal promemoria di Laura Brown. Avendo detto che la FAA aveva stabilito le teleconferenze con gli ufficiali delle forze armate “entro alcuni minuti” dal primo impatto, affermò che la FAA condivise “informazioni in tempo reale” su “tutti i voli di interesse, incluso il Volo 77.” Inoltre affrontando esplicitamente la questione della dichiarazione del NORAD che esso non seppe nulla del Volo 77 sino alle 9:24, dice:

I verbali del NORAD indicano che la FAA diede notifica formale del Volo American 77 alle 9:24 am., ma informazioni sul volo venivano trasmesse continuamente durante i collegamenti telefonici prima della notifica formale. (204)[14]

Questa affermazione sulla notifica informale era nota alla Commissione. Richard Ben-Veniste, dopo avere letto il promemoria di Laura Brown messo agli atti, disse: “Così ora dobbiamo chiederci se c'era una comunicazione informale in tempo reale della situazione, inclusa la situazione del Volo 77, al personale del NORAD.”[15] Ma quando la Commissione scrisse il suo rapporto finale, con l'affermazione che la FAA non aveva informato le forze armate del Volo 77 (né formalmente né informalmente), scrisse ciò come se quella discussione non fosse mai avvenuta.[16]

La supposta ignoranza del Pentagono di un aereo diretto verso di esso.

La Commissione afferma anche che le persone al Pentagono non avevano idea che un aereo era diretto nella loro direzione sino a poco prima che il Pentagono venisse colpito. Ma questa affermazione fu contraddetta dal Segretario ai Trasporti Norman Mineta, in una testimonianza pubblica data alla stessa Commissione. Mineta testimoniò che alle 9:20 quella mattina, scese alla sala conferenze sotterranea (tecnicamente il Presidential Emergency Operations Center [Centro Presidenziale per le Operazioni di Emergenza n.d.t. ]) sotto la Casa Bianca, dove vi era al comando il Vice Presidente Cheney. Mineta poi affermò: Durante il periodo in cui l'aereo stava andando contro il Pentagono, ci fu un giovane che era solito entrare e dire al Vice Presidente, “L'aereo è distante 50 miglia.” “L'aereo è distante 30 miglia.” E quando arrivò a “l' aereo è distante 10 miglia,” il giovane disse anche al Vice Presidente, “Gli ordini sono ancora validi?” e il Vice Presidente si girò, piegò il collo e disse, “Certo che gli ordini sono ancora validi. Hai sentito qualcosa che affermi il contrario?”(220)[17] Quando a Mineta fu chiesto dal membro della Commissione Timothy Roemer per quanto tempo queste conversazioni avvennero dopo il suo arrivo, Mineta disse: “Probabilmente per circa cinque o sei minuti,” che, come fece notare Roemer, voleva dire “verso le 9:25 o le 9:26”.
Secondo la Commissione sull' 11-9, nessuno nel nostro governo seppe sino alle 9:36 che un aereo si stava avvicinando al Pentagono, [18] perciò non c'era tempo per abbatterlo. Ma alla Commissione è stato detto da Mineta che il vicepresidente sapeva ciò almeno 10 minuti prima, alle 9:26. La Commissione gestì la testimonianza di Mineta allo stesso modo in cui gestì quasi tutto ciò che minacciava la sua versione—semplicemente ignorandola nel rapporto finale.
Questa testimonianza di Mineta era una grande minaccia non solo perchè indicava che si sapeva dell' aereo in avvicinamento almeno 12 minuti prima che il Pentagono venisse colpito, ma anche perchè implicava che Cheney aveva emesso ordini di non decollo. Mineta stesso per la verità non fece quest' accusa. Egli, disse, che assumeva che “gli ordini” menzionati dal giovane erano gli ordini di abbattere l'aereo. L'interpretazione di Mineta però non torna con ciò che è veramente successo: l' aereo non fu abbattuto. Tale interpretazione inoltre renderebbe incomprensibile la storia: se gli ordini fossero stati di abbattere l'aereo se si avvicinava al Pentagono, il giovane non avrebbe avuto ragione di chiedere se erano ancora validi. La sua domanda ha senso solo se gli ordini fossero stati di fare qualcosa di inaspettato-- di non abbattere l'aereo. La conseguenza del racconto di Mineta è, perciò, che l'attacco al Pentagono era desiderato.

Perchè l'ordine di lancio arrivò a Langley?

La stessa conclusione segue da un altro problema. Ogni parte della storia riguardante i caccia da Langley, abbiamo visto, è poco plausibile. Ma di una implausibiliità persino più basilare è la stessa affermazione che l'ordine dovette andare a Langley perchè la base Andrews non aveva caccia in allerta (158-59).
Una ragione di dubitare di questa affermazione è semplicemente che è, in una parola, ridicola. Andrews ha la responsabilità primaria di proteggere la capitale della nazione (160). Può qualcuno credere seriamente che Andrews non abbia caccia in allerta tutto il tempo, dato il compito di proteggere il Pentagono, l’ Air Force One, la Casa Bianca, le sedi del Congresso, della Corte Suprema, il Palazzo del Tesoro USA e così via ? In aggiunta a questa considerazione a priori, c’è il fatto empirico che lo stesso sito web delle forze armate USA diceva a quel tempo – sebbene fu modificato dopo l’ 11-9 (163-64)—che diversi jet da caccia erano tenuti in allerta in ogni momento. Si affermava che il 121esimo Fighter Squadron del 113esimo Fighter Wing forniva “capacità e forze di risposta immediata per il District of Columbia nel caso di disastro naturale o emergenza cvile.”. Si diceva che il Marine Fighter Attack Squadron 321 era supportato da uno squadrone di riserva che forniva “manutenzione e funzione di appoggio necessaria a mantenere una forza in stato di pronto intervento.” E si diceva che il District of Columbia Air National Guard “fornisce unità di combattimento nello stato di prontezza più elevato possibile” (163).
L’ assunzione che la base di Andrews avesse caccia in allerta su cui il NORAD avrebbe potuto contare è supportata, inoltre, da un rapporto fornito da Kyle Hence di 9/11 Citizens Watch su di una conversazione telefonica che egli ebbe con Donald Arias il comandante per gli Affari Pubblici della Regione Continentale del NORAD. Dopo che Arias ebbe detto ad Hence che “Andrews non era parte del NORAD”, Hence gli chiese “se c’erano o no risorse ad Andrews che, pur non facendo tecnicamente parte del NORAD, potessero essere assegnate.” Piuttosto che rispondere, Arias riagganciò (161). Ci sono molte ragioni per concludere, perciò, che l’affermazione che non vi erano caccia in allerta ad Andrews è una bugia.

Alcune implicazioni

Il risultato che Andrews dovesse avere caccia in allerta ha molte implicazioni. Da un lato, se Andrews aveva caccia in allerta, sembra probabile che li avesse anche la base McGuire, così che i caccia per proteggere New York City non dovevano essere lanciati dalla base dell’ Aviazione a Otis a Cape Cod. L’esperto di sicurezza nazionale (ed ex produttore della ABC) James Bamford afferma inoltre che il NEADS era in grado di richiedere “piloti da caccia in allerta presso le unità della Guardia Nazionale a Burlington, Vermont; Atlantic City, New Jersey; . . . e Duluth, Minnesota" (258). Se è così allora vi erano almeno 7 basi da cui il NEADS avrebbe potuto lanciare i caccia, non semplicemente due, come assume la versione ufficiale (158-59). E se quella parte della versione ufficiale è una bugia, sembra probabile che l’ intera storia sia una bugia. Questa conclusione sarà rinforzata dal nostro esame del trattamento da parte della Commissione del Volo 93 United Airlines.

Indice

  • 30/03/2006 Le Incredibili Storie della Commissione sull' 11 Settembre I
  • 30/03/2006 Il Trattamento da parte della Commissione del Volo 11 American Airlines
  • 30/03/2006 Il Trattamento da parte della Commissione del Volo United Airlines 175
  • 30/03/2006 Il Trattamento da parte della Commissione del Volo United Airlines 77 e l' Attacco al Pentagono
  • 30/03/2006 Il Trattamento del Volo United Airlines 93 da parte della Commissione
  • 30/03/2006 L'ora dell'Autorizzazione all'Abbattimento

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