L’alcol rappresenta un importante fattore di rischio per la salute, causa
di malattie croniche, di incidentalità stradale, domestica, lavorativa e
di episodi violenti.
Si stima che nel nostro paese il consumo di bevande alcoliche sia causa di
almeno 30mila decessi, parzialmente o totalmente evitabili a fronte di un
corretto atteggiamento nel bere. L’alcol inoltre è la prima causa di morte
tra i giovani sino all’età di 24 anni, decessi prevalentemente legati al
problema di uso e abuso alla guida.
Questi alcuni dei dati diffusi nel nuovo rapporto “Epidemiologia e
monitoraggio alcol-correlato in Italia”, una valutazione sull’impatto
dell’uso e abuso di alcol in Italia a cura dell’Osservatorio Nazionale
Alcol-CNESPS. L’Osservatorio Nazionale Alcol del Centro Nazionale di
Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute è da dieci anni il
riferimento formale e ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità per la
ricerca, la prevenzione, la formazione in materia di alcol e problematiche
alcol-correlate.
Il consumo di alcol nella popolazione generale è diminuito nel corso degli
ultimi 30 anni, spiegato principalmente dal calo dei consumi di vino,
mentre i consumi di superalcolici e birra si mantengono rispettivamente
costanti e in lieve aumento. Nel 2008 si stima che i consumatori a rischio
rappresentino circa il 16% (25,4% maschi, 7% femmine). Desta
preoccupazione l’uso di bevande alcoliche tra i giovanissimi: l’analisi
per classi di età mostra che sono a rischio 1 ragazzo su 5 e 1 ragazza su
7 al di sotto dell’età legale, con prevalenze che dovrebbero essere pari a
zero e che invece indicano oltre 500.000 minori complessivamente a rischio
alcol-correlato. Anche il fenomeno del binge drinking - il consumo di 6 o
più bicchieri di bevande alcoliche in una sola occasione - richiede
interventi e strategie appropriate dato che tale abitudine raggiunge i
valori massimi nella fascia d’età 18-24 anni (maschi e femmine). (DroNet)
http://www.aduc.it
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