Oggi a Roma in piazza Montecitorio si celebra la Giornata nazionale
dell'olio italiano. Coldiretti ha avviato una raccolta di firme per
l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate
nell'olio, alla quale hanno già aderito Wwf, Lipu, Legambiente, Symbola,
CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons,
Movimento difesa del cittadino e Aiab.
HC intervista S. Masini (Coldiretti)
Oggi si celebra a Roma in piazza Montecitorio la
Giornata nazionale dell'olio italiano. Coldiretti ha avviato una
raccolta di firme per l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle
olive impiegate nell'olio, alla quale hanno già aderito Wwf, Lipu,
Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef,
Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab.
"Per non
mettere a rischio la credibilità del Made in Italy sui mercati
esteri servono scelte di trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta
l'origine delle olive impiegate nell'olio commercializzato, come peraltro -
ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - abbiamo chiesto
per tutti gli alimenti con la nostra iniziativa di legge popolare che ha
portato all'approvazione della legge 204 del 2004 con il sostegno di un
milione di firme di cittadini-consumatori, rappresentanti istituzionali,
associazioni dei consumatori e ambientalisti. Occorre evitare che all'estero
si radichi un falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il
territorio nazionale come nel caso dell'olio di oliva extravergine "Romulo"
scoperto dalla Coldiretti in un supermercato di Shanghai in Cina che riporta
in etichetta tanto di lupa del Campidoglio e gemelli ma proviene dalla
Spagna".
"Il consumatore deve sapere - ha commentato Antonio Longo,
Presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) - se le olive dell'olio
che sta acquistando sono italiane, spagnole o marocchine. Come per la carne
bovina, il latte, il cioccolato, anche l'etichetta dell'olio di oliva deve
riportare obbligatoriamente l'origine. Troppe volte questa indicazione è
stata imposta solo dopo il verificarsi di emergenze: pensiamo alla carne
bovina e avicola. Apprezziamo le intenzioni espresse dal Ministro De Castro
di fronte al commissario Kyprianou di sottoporre alla Commissione Europea la
disciplina dell'etichettatura e dell'origine di questo e altri prodotti".
"L'olio di oliva - continua Longo - è un importante
prodotto Made in Italy (siamo i secondi produttori mondiali) troppo spesso
vittima dell'agropirateria. Secondo quanto emerso dal Terzo Rapporto sulle
frodi alimentari in Italia di MDC e Legambiente, Truffe a Tavola 2006, nel
corso del 2005 l'Ispettorato Centrale Repressione Frodi ha scoperto 397 gli
operatori irregolari, 30 i sequestri effettuati per un valore pari a 319.655
euro, mentre ammontano a 33 le notizie di reato. I principali illeciti
accertati hanno riguardato la commercializzazione di olio extravergine di
oliva e olio di oliva risultati sofisticati per aggiunta di raffinati, olio
di semi, rettificato o di categoria inferiore, la irregolare etichettatura
per la mancanza di indicazioni obbligatorie o illeciti riferimenti
all'origine geografica o per indicazioni ingannevoli".
"Dal 2003 - ha aggiunto il Presidente - c'è stato un
incremento delle ispezioni da parte dei Nas cui segue un generale aumento
dei chilogrammi di merce posta sotto sequestro dalle autorità predisposte
alle operazioni di controllo: si passa dai 5.112 Kg sequestrati nel 2003 ai
12.105.236 Kg nel 2005".
"Ai consumatori - conclude Longo - consigliamo di leggere le
etichette, verificando la loro correttezza, in particolare la
presenza di tutte le indicazioni obbligatorie. Le informazioni sulla
categoria dell'olio possono essere invece un parametro di riferimento per
effettuare un rapporto qualità/prezzo dell'olio che stiamo per comprare.
Acquistare inoltre da aziende serie e rinomate: troppe volte i Nas hanno
scoperto aziende inesistenti commercializzare oli contraffatti".
"Per combattere la concorrenza si sacrifica la qualità -
ha aggiunto Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - ma per
reggere la sfida dei produttori stranieri bisogna invertire la rotta. Il
nostro limite sta nell'assenza di attenzioni istituzionali. Eppure
l'olivicoltura italiana offre una produzione diversificata, che comprende le
tante produzioni locali e il primato mondiale di oli Dop e Ipg. Una
ricchezza - conclude il direttore generale di Legambiente - che può
rappresentare la carta vincente in un mercato sempre più concorrenziale. Per
l'Italia, che non può competere sulla quantità, la strada da percorrere è
quella della promozione dei prodotti d'eccellenza legati al territorio".
Da Lecce, dove oggi ha fatto tappa la campagna di informazione
e comunicazione "Eataly - Mangio Italiano", il Presidente dell'Adoc
Carlo Pileri ha ribadito la posizione dei consumatori riguardo il vuoto
normativo sull'etichettatura di alcuni prodotti come l'olio di oliva. "Anche
lo scopo del nostro progetto - sostiene Pileri -, realizzato con il supporto
del Ministero delle Politiche Agroalimentari, è quello di sostenere e
valorizzare i prodotti italiani che permettano di soddisfare le specifiche
esigenze del consumatore; la sfida dei prodotti italiani deve essere il
possesso di caratteristiche differenti ed esclusive per la loro
rintracciabilità e le regole certe, in questo ambito mettono in condizioni
le imprese agricole di fornire una produzione che confermi il loro valore e
le loro capacità".
Parlando ai ragazzi dell'Istituto alberghiero 'A. Perotti',
il Presidente dell'Adoc ha ribadito l'importanza dell'appoggio dei
cittadini, specie dei più giovani, rispetto ai problemi in campo
agroalimentare. "Solo creando una coscienza comune rispetto alla sicurezza
dei prodotti che mangiamo - ha concluso Pileri - possiamo far pressioni
sulle istituzioni affinché il quadro normativo in questo settore ci dia
sempre maggiori garanzie
Olio, Legambiente: "Solo etichetta chiara e trasparente tutela il prodotto" (NZ, www.helpconsumatori.it)
Nel primo trimestre del 2006, il valore delle
esportazioni di olio d'oliva italiano ha quasi raggiunto i 250
milioni di euro, registrando un incremento del 30% rispetto allo stesso
periodo del 2005. Ma se non punta con decisione sulla qualità il nostro
Paese rischia di perdere colpi sul mercato internazionale. Legambiente
aderisce alla Giornata nazionale dell'olio extravergine d'oliva italiano
indetta oggi dalla Coldiretti e chiede che diventi obbligatoria al più
presto "un'etichetta che indichi in modo chiaro e trasparente l'origine
dell'olio d'oliva extravergine italiano, per la tutela di consumatori e
produttori".
"Non sempre è possibile trovare un autentico olio italiano
in molte presunte bottiglie 'made in Italy' - dichiara Francesco Ferrante,
direttore generale dell'associazione ambientalista -, e non si tutelano così
né i consumatori, né i produttori né tanto meno il prodotto. Per difendere
la qualità della produzione nazionale l'indicazione dell'origine
sull'etichetta e la trasparenza delle norme sull'etichettatura sono
fondamentali".
Quello dell'olio d'oliva - si legge nella nota - è oggi
un settore in forte espansione. Nel nostro Paese i consumi si attestano
intorno ai 10 kg procapite, contro i 20 della Grecia che detiene il primato
mondiale. L'Europa nel complesso realizza l'80% della produzione mondiale e
il 75% dei consumi totali. Ma a dispetto di queste potenzialità la
produzione italiana sta attraversando un momento di difficoltà.
"Per combattere la concorrenza si sacrifica la qualità -
continua Ferrante - ma per reggere la sfida dei produttori stranieri bisogna
invertire la rotta. Il nostro limite sta nell'assenza di attenzioni
istituzionali. Eppure l'olivicoltura italiana offre una produzione
diversificata, che comprende le tante produzioni locali e il primato
mondiale di oli Dop e Ipg. Una ricchezza - conclude il direttore generale di
Legambiente - che può rappresentare la carta vincente in un mercato sempre
più concorrenziale. Per l'Italia, che non può competere sulla quantità, la
strada da percorrere è quella della promozione dei prodotti d'eccellenza
legati al territorio
Coldiretti denuncia:"Olio straniero in 1 bottiglia su 2, non si legge in etichetta" (NZ, www.helpconsumatori.it)
Oggi a Roma in piazza Monte Citorio mobilitazione per
avere subito l'etichetta di origine per difendere dai falsi il vero
extravergine di oliva italiano.
Sugli scaffali dei supermercati è
straniero l'olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due,
ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle
etichette non è obbligatorio indicare l'origine delle olive ed è quindi
possibile "spacciare" come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive
spagnole, greche e tunisine. E' quanto denuncia Coldiretti che oggi con la
"Giornata nazionale dell'olio italiano" a piazza Montecitorio ha avviato una
raccolta di firme per l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle
olive impiegate nell'olio, alla quale hanno già aderito Wwf, Lipu,
Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef,
Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab.
"Una mancanza di trasparenza che pesa sulla raccolta delle olive
in corso in tutta Italia che prevede per il nuovo anno un calo del 4 per
cento nella produzione nazionale che raggiungerà, secondo i dati Ismea,
appena 6,3 milioni di quintali mentre si registra un contestuale incremento
record del 32 per cento di quella spagnola per un totale di 10 milioni di
quintali. Il mercato nazionale rischia dunque di "affogare" in un mare di
olio iberico senza che i consumatori - sottolinea la Coldiretti - possano
fare scelte di acquisto consapevoli perché le norme attualmente in vigore
sull'etichettatura lasciano la possibilità di commercializzare olio ottenuto
da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato chiaramente in
etichetta".
Una perdita di valore per la produzione nazionale tanto che sulla
base di elaborazioni dei coltivatori sui dati Istat relativi
all'inflazione, le olive in campo vengono pagate meno di un terzo dei prezzi
versati dai consumatori al supermercato. Una situazione che mette a rischio
gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte
delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e
all'ambiente. Un patrimonio della cultura alimentare mediterranea e come
conferma la conferenza dell' Oms un baluardo nei confronti delle malattie e
dell'obesità che - sostiene la nota- ha garantito, insieme a pane, pasta,
frutta, verdura e al tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in
pasti regolari, la conquista da parte degli italiani del primato dei meno
grassi e della forma fisica in Europa con il miglior rapporto tra peso e
altezza, calcolato in base a un indice di massa corporea comunitario (0,408
rispetto a 0,425).
Per non mettere a rischio la credibilità del Made in Italy
sui mercati esteri servono scelte di trasparenza con l'obbligo di
indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio
commercializzato, come peraltro - ha affermato il Presidente della
Coldiretti Paolo Bedoni - abbiamo chiesto per tutti gli alimenti con la
nostra iniziativa di legge popolare che ha portato all'approvazione della
legge 204 del 2004 con il sostegno di un milione di firme di
cittadini-consumatori, rappresentanti istituzionali, associazioni dei
consumatori e ambientalisti. Occorre evitare che all'estero si radichi un
falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il territorio nazionale
come nel caso dell'olio di oliva extravergine "Romulo" scoperto dalla
Coldiretti in un supermercato di Shanghai in Cina che riporta in etichetta
tanto di lupa del Campidoglio e gemelli ma proviene dalla Spagna.
Dai risultati dell'"Indagine 2006 COLDIRETTI-ISPO sulle
opinioni degli italiani sull'alimentazione" emerge che il 92 per cento degli
italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo
di allevamento o coltivazione dei prodotti agricoli contenuti negli
alimenti" con un aumento del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Di
fronte a queste richieste - ha precisato Bedoni - è necessaria una maggiore
responsabilità del sistema produttivo nazionale, dal campo alla tavola, e
delle Istituzioni per accelerare il percorso già iniziato a livello europeo
dove sono state adottate le norme per l'etichettatura di origine della carne
bovina a partire dal primo gennaio 2002 dopo l'emergenza mucca pazza, per
l'indicazione della varietà, qualità e provenienza dell'ortofrutta fresca,
il codice di identificazione delle uova a partire dal primo gennaio 2004, il
Paese di origine in cui è stato raccolto il miele dal primo agosto 2004,
mentre in Italia è stata prevista, grazie alla mobilitazionedell'associazione,
l'etichetta di origine anche per il latte fresco dal giugno 2005, per la
carne di pollo dal 17 ottobre 2005 e per la passata di pomodoro dal 15
giugno 2006.
L'Italia - continua Coldiretti - è il secondo produttore europeo
di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6
milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con 37 denominazioni
(Dop) riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore della
produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di
manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Negli ultimi anni si
è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli extravergini,
Dop e biologico e si stima che un consumo nazionale di 14 kg/ pro-capite,
circa 850.000 tonnellate medie annue. Dal punto di vista commerciale -
concludono i cotlivatori- le importazioni comprese tra 400 e 480mila
tonnellate (-16,1 per cento nei primi sette mesi del 2006) superano le
esportazioni pari a 300-350mila tonnellate (-12,9 per cento nei primi sette
mesi del 2006).
I CONSIGLI di COLDIRETTI PER ACQUISTARE OLIO D'OLIVA MADE IN
ITALY
- Scegliere uno dei 37 oli extravergini d'oliva Dop che hanno ottenuto
un riconoscimento comunitario e vengono prodotti in base a uno specifico
disciplinare di produzione in un territorio delimitato. Per il 2008 si
stima che ne saranno consumate 8 milioni di bottiglie;
- oppure, verificare che sulla bottiglia vi sia l'indicazione
(facoltative per legge) prodotto 100% italiano oppure italiano;
- oppure, verificare che sulla bottiglia vi sia l'indicazione
(facoltative per legge) prodotto 100% italiano oppure italiano;
- oppure, acquistare direttamente dalle circa 7800 aziende agricole
italiane che offrono il proprio olio. In molti casi è possibile degustare
il prodotto prima di acquistarlo.