15/11/2006 Giornata Nazionale dell'olio italiano (NZ, www.helpconsumatori.it)

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  • Oggi a Roma in piazza Montecitorio si celebra la Giornata nazionale dell'olio italiano. Coldiretti ha avviato una raccolta di firme per l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio, alla quale hanno già aderito Wwf, Lipu, Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab.

  • MDC lancia dossier "Olio di oliva, occhio alla provenienza"

  • HC intervista S. Masini (Coldiretti)  

    Oggi si celebra a Roma in piazza Montecitorio la Giornata nazionale dell'olio italiano. Coldiretti ha avviato una raccolta di firme per l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio, alla quale hanno già aderito Wwf, Lipu, Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab.

    "Per non mettere a rischio la credibilità del Made in Italy sui mercati esteri servono scelte di trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio commercializzato, come peraltro - ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - abbiamo chiesto per tutti gli alimenti con la nostra iniziativa di legge popolare che ha portato all'approvazione della legge 204 del 2004 con il sostegno di un milione di firme di cittadini-consumatori, rappresentanti istituzionali, associazioni dei consumatori e ambientalisti. Occorre evitare che all'estero si radichi un falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il territorio nazionale come nel caso dell'olio di oliva extravergine "Romulo" scoperto dalla Coldiretti in un supermercato di Shanghai in Cina che riporta in etichetta tanto di lupa del Campidoglio e gemelli ma proviene dalla Spagna".

    "Il consumatore deve sapere - ha commentato Antonio Longo, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino (MDC) - se le olive dell'olio che sta acquistando sono italiane, spagnole o marocchine. Come per la carne bovina, il latte, il cioccolato, anche l'etichetta dell'olio di oliva deve riportare obbligatoriamente l'origine. Troppe volte questa indicazione è stata imposta solo dopo il verificarsi di emergenze: pensiamo alla carne bovina e avicola. Apprezziamo le intenzioni espresse dal Ministro De Castro di fronte al commissario Kyprianou di sottoporre alla Commissione Europea la disciplina dell'etichettatura e dell'origine di questo e altri prodotti".

    "L'olio di oliva - continua Longo - è un importante prodotto Made in Italy (siamo i secondi produttori mondiali) troppo spesso vittima dell'agropirateria. Secondo quanto emerso dal Terzo Rapporto sulle frodi alimentari in Italia di MDC e Legambiente, Truffe a Tavola 2006, nel corso del 2005 l'Ispettorato Centrale Repressione Frodi ha scoperto 397 gli operatori irregolari, 30 i sequestri effettuati per un valore pari a 319.655 euro, mentre ammontano a 33 le notizie di reato. I principali illeciti accertati hanno riguardato la commercializzazione di olio extravergine di oliva e olio di oliva risultati sofisticati per aggiunta di raffinati, olio di semi, rettificato o di categoria inferiore, la irregolare etichettatura per la mancanza di indicazioni obbligatorie o illeciti riferimenti all'origine geografica o per indicazioni ingannevoli".

    "Dal 2003 - ha aggiunto il Presidente - c'è stato un incremento delle ispezioni da parte dei Nas cui segue un generale aumento dei chilogrammi di merce posta sotto sequestro dalle autorità predisposte alle operazioni di controllo: si passa dai 5.112 Kg sequestrati nel 2003 ai 12.105.236 Kg nel 2005".

    "Ai consumatori - conclude Longo - consigliamo di leggere le etichette, verificando la loro correttezza, in particolare la presenza di tutte le indicazioni obbligatorie. Le informazioni sulla categoria dell'olio possono essere invece un parametro di riferimento per effettuare un rapporto qualità/prezzo dell'olio che stiamo per comprare. Acquistare inoltre da aziende serie e rinomate: troppe volte i Nas hanno scoperto aziende inesistenti commercializzare oli contraffatti".

    "Per combattere la concorrenza si sacrifica la qualità - ha aggiunto Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - ma per reggere la sfida dei produttori stranieri bisogna invertire la rotta. Il nostro limite sta nell'assenza di attenzioni istituzionali. Eppure l'olivicoltura italiana offre una produzione diversificata, che comprende le tante produzioni locali e il primato mondiale di oli Dop e Ipg. Una ricchezza - conclude il direttore generale di Legambiente - che può rappresentare la carta vincente in un mercato sempre più concorrenziale. Per l'Italia, che non può competere sulla quantità, la strada da percorrere è quella della promozione dei prodotti d'eccellenza legati al territorio".

    Da Lecce, dove oggi ha fatto tappa la campagna di informazione e comunicazione "Eataly - Mangio Italiano", il Presidente dell'Adoc Carlo Pileri ha ribadito la posizione dei consumatori riguardo il vuoto normativo sull'etichettatura di alcuni prodotti come l'olio di oliva. "Anche lo scopo del nostro progetto - sostiene Pileri -, realizzato con il supporto del Ministero delle Politiche Agroalimentari, è quello di sostenere e valorizzare i prodotti italiani che permettano di soddisfare le specifiche esigenze del consumatore; la sfida dei prodotti italiani deve essere il possesso di caratteristiche differenti ed esclusive per la loro rintracciabilità e le regole certe, in questo ambito mettono in condizioni le imprese agricole di fornire una produzione che confermi il loro valore e le loro capacità".

    Parlando ai ragazzi dell'Istituto alberghiero 'A. Perotti', il Presidente dell'Adoc ha ribadito l'importanza dell'appoggio dei cittadini, specie dei più giovani, rispetto ai problemi in campo agroalimentare. "Solo creando una coscienza comune rispetto alla sicurezza dei prodotti che mangiamo - ha concluso Pileri - possiamo far pressioni sulle istituzioni affinché il quadro normativo in questo settore ci dia sempre maggiori garanzie

    Olio, Legambiente: "Solo etichetta chiara e trasparente tutela il prodotto" (NZ, www.helpconsumatori.it)

    Nel primo trimestre del 2006, il valore delle esportazioni di olio d'oliva italiano ha quasi raggiunto i 250 milioni di euro, registrando un incremento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2005. Ma se non punta con decisione sulla qualità il nostro Paese rischia di perdere colpi sul mercato internazionale. Legambiente aderisce alla Giornata nazionale dell'olio extravergine d'oliva italiano indetta oggi dalla Coldiretti e chiede che diventi obbligatoria al più presto "un'etichetta che indichi in modo chiaro e trasparente l'origine dell'olio d'oliva extravergine italiano, per la tutela di consumatori e produttori".

    "Non sempre è possibile trovare un autentico olio italiano in molte presunte bottiglie 'made in Italy' - dichiara Francesco Ferrante, direttore generale dell'associazione ambientalista -, e non si tutelano così né i consumatori, né i produttori né tanto meno il prodotto. Per difendere la qualità della produzione nazionale l'indicazione dell'origine sull'etichetta e la trasparenza delle norme sull'etichettatura sono fondamentali".

    Quello dell'olio d'oliva - si legge nella nota - è oggi un settore in forte espansione. Nel nostro Paese i consumi si attestano intorno ai 10 kg procapite, contro i 20 della Grecia che detiene il primato mondiale. L'Europa nel complesso realizza l'80% della produzione mondiale e il 75% dei consumi totali. Ma a dispetto di queste potenzialità la produzione italiana sta attraversando un momento di difficoltà.

    "Per combattere la concorrenza si sacrifica la qualità - continua Ferrante - ma per reggere la sfida dei produttori stranieri bisogna invertire la rotta. Il nostro limite sta nell'assenza di attenzioni istituzionali. Eppure l'olivicoltura italiana offre una produzione diversificata, che comprende le tante produzioni locali e il primato mondiale di oli Dop e Ipg. Una ricchezza - conclude il direttore generale di Legambiente - che può rappresentare la carta vincente in un mercato sempre più concorrenziale. Per l'Italia, che non può competere sulla quantità, la strada da percorrere è quella della promozione dei prodotti d'eccellenza legati al territorio

    Coldiretti denuncia:"Olio straniero in 1 bottiglia su 2, non si legge in etichetta" (NZ, www.helpconsumatori.it)

    Oggi a Roma in piazza Monte Citorio mobilitazione per avere subito l'etichetta di origine per difendere dai falsi il vero extravergine di oliva italiano.

    Sugli scaffali dei supermercati è straniero l'olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l'origine delle olive ed è quindi possibile "spacciare" come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. E' quanto denuncia Coldiretti che oggi con la "Giornata nazionale dell'olio italiano" a piazza Montecitorio ha avviato una raccolta di firme per l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio, alla quale hanno già aderito Wwf, Lipu, Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab.

    "Una mancanza di trasparenza che pesa sulla raccolta delle olive in corso in tutta Italia che prevede per il nuovo anno un calo del 4 per cento nella produzione nazionale che raggiungerà, secondo i dati Ismea, appena 6,3 milioni di quintali mentre si registra un contestuale incremento record del 32 per cento di quella spagnola per un totale di 10 milioni di quintali. Il mercato nazionale rischia dunque di "affogare" in un mare di olio iberico senza che i consumatori - sottolinea la Coldiretti - possano fare scelte di acquisto consapevoli perché le norme attualmente in vigore sull'etichettatura lasciano la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato chiaramente in etichetta".

    Una perdita di valore per la produzione nazionale tanto che sulla base di elaborazioni dei coltivatori sui dati Istat relativi all'inflazione, le olive in campo vengono pagate meno di un terzo dei prezzi versati dai consumatori al supermercato. Una situazione che mette a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all'ambiente. Un patrimonio della cultura alimentare mediterranea e come conferma la conferenza dell' Oms un baluardo nei confronti delle malattie e dell'obesità che - sostiene la nota- ha garantito, insieme a pane, pasta, frutta, verdura e al tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari, la conquista da parte degli italiani del primato dei meno grassi e della forma fisica in Europa con il miglior rapporto tra peso e altezza, calcolato in base a un indice di massa corporea comunitario (0,408 rispetto a 0,425).

    Per non mettere a rischio la credibilità del Made in Italy sui mercati esteri servono scelte di trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio commercializzato, come peraltro - ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - abbiamo chiesto per tutti gli alimenti con la nostra iniziativa di legge popolare che ha portato all'approvazione della legge 204 del 2004 con il sostegno di un milione di firme di cittadini-consumatori, rappresentanti istituzionali, associazioni dei consumatori e ambientalisti. Occorre evitare che all'estero si radichi un falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il territorio nazionale come nel caso dell'olio di oliva extravergine "Romulo" scoperto dalla Coldiretti in un supermercato di Shanghai in Cina che riporta in etichetta tanto di lupa del Campidoglio e gemelli ma proviene dalla Spagna.

    Dai risultati dell'"Indagine 2006 COLDIRETTI-ISPO sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione" emerge che il 92 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti agricoli contenuti negli alimenti" con un aumento del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Di fronte a queste richieste - ha precisato Bedoni - è necessaria una maggiore responsabilità del sistema produttivo nazionale, dal campo alla tavola, e delle Istituzioni per accelerare il percorso già iniziato a livello europeo dove sono state adottate le norme per l'etichettatura di origine della carne bovina a partire dal primo gennaio 2002 dopo l'emergenza mucca pazza, per l'indicazione della varietà, qualità e provenienza dell'ortofrutta fresca, il codice di identificazione delle uova a partire dal primo gennaio 2004, il Paese di origine in cui è stato raccolto il miele dal primo agosto 2004, mentre in Italia è stata prevista, grazie alla mobilitazionedell'associazione, l'etichetta di origine anche per il latte fresco dal giugno 2005, per la carne di pollo dal 17 ottobre 2005 e per la passata di pomodoro dal 15 giugno 2006.

    L'Italia - continua Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con 37 denominazioni (Dop) riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli extravergini, Dop e biologico e si stima che un consumo nazionale di 14 kg/ pro-capite, circa 850.000 tonnellate medie annue. Dal punto di vista commerciale - concludono i cotlivatori- le importazioni comprese tra 400 e 480mila tonnellate (-16,1 per cento nei primi sette mesi del 2006) superano le esportazioni pari a 300-350mila tonnellate (-12,9 per cento nei primi sette mesi del 2006).

    I CONSIGLI di COLDIRETTI PER ACQUISTARE OLIO D'OLIVA MADE IN ITALY

    • Scegliere uno dei 37 oli extravergini d'oliva Dop che hanno ottenuto un riconoscimento comunitario e vengono prodotti in base a uno specifico disciplinare di produzione in un territorio delimitato. Per il 2008 si stima che ne saranno consumate 8 milioni di bottiglie;
    • oppure, verificare che sulla bottiglia vi sia l'indicazione (facoltative per legge) prodotto 100% italiano oppure italiano;
    • oppure, verificare che sulla bottiglia vi sia l'indicazione (facoltative per legge) prodotto 100% italiano oppure italiano;
    • oppure, acquistare direttamente dalle circa 7800 aziende agricole italiane che offrono il proprio olio. In molti casi è possibile degustare il prodotto prima di acquistarlo.


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