02/11/2005 Alta Velocità. La Protesta Continua (www.verdi.it)

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  • No all'alta velocità in Val di Susa. Per sindaci della zona e ambientalisti esistono alternative più sostenibili


    Resistenza pacifica e non violenta in Val di Susa contro la linea ad alta velocità Torino Lione: niente carotaggi, almeno per ora, grazie alle proteste dei valsusini. Le aree che dovrebbero essere esaminate nel frattempo sono state però recintate, “illegalmente”, dicono sindaci e comitati perché il lavoro non è stato eseguito “dai tecnici incaricati, ma dalle forze dell’ordine”.

     

    “Un blitz da stato di polizia – commenta il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio - scattato nonostante gli impegni presi con i sindaci della zona, tutti contrari a un’opera che massacrerebbe un territorio vastissimo, con immenso spreco di risorse pubbliche".

     

    “Simili azioni sono irresponsabili - continua Pecoraro – e fanno pensar che Lunardi (il ministro dei Trasporti, ndr) voglia provocare tensioni, proprio nel momento in cui andrebbe ricostruito il dialogo. I Verdi presenteranno un'interpellanza urgente per chiarire le responsabilità di queste iniziative"

     

    Per il momento però sembra che i manifestanti l’abbiano spuntata. Più di un migliaio di persone tra lunedì e martedì hanno bloccato per l’ennesima volta i carotaggi per le ispezioni geologiche propedeutiche al progetto.

     

    Un progetto ad alto impatto ambientale, sostengono Verdi, ecologisti, sindaci e presidenti di diverse comunità montane della zona. Che appunto della Tav non ne vogliono sentir parlare. Il progetto è sostenuto da buona parte del centrosinistra che governa la Regione Piemonte e Comune di Torino. La presidente Mercedes Bresso e il sindaco di Torino Sergio Chiamparino sono intervenuti ieri sul Corriere della Sera ribadendo il loro sì all’opera che è stata inserita tra quelle finanziabili in parte dall’Unione europea grazie anche al lavoro di promozione e di lobbing condotto da una cordata di imprenditori locali guidati da Sergio Pininfarina, ex leader di Confindustria.

     

    Ma a molti sindaci e agli abitanti della Val di Susa il progetto proprio non piace. E non è piaciuto per niente anche lo schieramento di forze dell’ordine, “incomprensibile” sottolinea il giornalista Paolo Hutter, dei Verdi e tra gli animatori della mobilitazione anti Tav. Polizia e carabinieri hanno cercato di proteggere, invano almeno nella giornata di lunedì, i tecnici che avrebbero dovuto eseguire le ispezioni geologiche nei terreni. Le prime cariche, ricordano in un comunicato quelli del comitato “No Tav, spinta dal bass”, sono cominciate alle 10, “ma i blindati delle forze dell’ordine non sono riusciti ad avanzare neanche di un centimetro”. Il giorno successivo, i manifestanti, più di 1500, hanno bloccato per ore strade e ferrovie, finendo su tutti i Tg nazionali. 

     

    Sulle cariche duro il commento di associazioni e comitati. “Il governo forse ha scambiato la Val di Susa per l’Iraq”, affermava ieri il presidente di Legambiente Roberto della Seta, che contesta l’opera.

     

    La presidente del Piemonte Bresso, in un’intervista pubblicata oggi sul QN, dice, sostenendo il progetto, che “tutti sono d’accordo nel sostenere che per l'attraversamento delle montagne sono da preferire le ferrovie alle autostrade, che danneggiano il microclima locale. Bisogna mantenere i nervi saldi. Cercare il dialogo ma nel contempo andare avanti con fermezza".

     

    Ma per l’associazione ambientalista quella dei valsusini è “una posizione legittima, tanto più che si fa carico dell’interesse generale molto di più di chi vorrebbe gettare decine di miliardi per un’opera che non serve a dare al Piemonte e all’Italia un sistema dei trasporti moderno ed efficiente. In quell’area e lungo tutto l’arco alpino ci sono svariate linee ferroviarie sottoutilizzate e fatiscenti: spendendo molto meno si otterrebbero risultati ben più rapidi e significativi che non con la ‘cattedrale’ della Torino-Lione”


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