Matera, complesso
Sant'Agostino
La struttura interrata vicino
al complesso di Sant'Agostino a Matera. La denuncia di Legambiente:
«Nel sito patrimonio dell'Unesco una scelta nefasta»
Lavori in corso da più di un anno
sotto i Sassi di Matera per realizzare un parcheggio. E contro
questa ferita nel cuore storico della città, Legambiente torna a
scrivere alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici
di Potenza, al ministero e alla direzione regionale dei Beni Culturali,
per richiamare la loro attenzione sulla «nefasta scelta» di un
parcheggio interrato, in luogo del giardino preesistente, nei rioni
eletti dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Soprintendenze che
l’associazione ambientalista chiama doppiamente in causa, poiché il
parcheggio servirebbe il complesso di Sant’Agostino, sede attuale
proprio delle Soprintendenze Psae e Bap.
«A più di un anno dall’inizio dei lavori – scrive Pio Acito,
vicepresidente di Legambiente Basilicata – quell’area una volta dedicata
alla meditazione e al raccoglimento è oggi un cumulo di detriti,
recintato da una sbilenca e pericolosa impalcatura arrugginita. Una
ferita nel cuore storico della città di Matera. Chiediamo un incontro
per una valutazione congiunta degli atti tecnici da intraprendere per
restituire ai Sassi una parte della propria storia». A nulla è valsa
infatti la precedente richiesta di chiarimento da parte di Legambiente,
che sottolineava: «Con ogni ovvietà la struttura tecnica della locale
Soprintendenza che ha redatto il progetto, se lo è validato, ha espresso
il proprio parere positivo, si è autorizzato, ha occupato il suolo, ha
dato inizio alle opere, il tutto nel rispetto della norma vigente ed ha,
quindi, saputo superare opportunamente i vincoli storici, culturali,
ambientali, paesaggistici e patrimoniali che sui Sassi insistono». A
Legambiente non è mai pervenuta risposta e sono ora ripresi i lavori
senza che la città possa sapere cosa in realtà c'è sotto il complesso di
Sant'Agostino, se cioè erano reali o meno le motivazioni di blocco dei
lavori del precedente parcheggio progettato e avviato dal Comune di
Matera.
Nei luoghi dove si stanno eseguendo i lavori, vi erano una decina
di cipressi a corona e sotto il giardino sono leggibili le testimonianze
del periodo napoleonico, vecchie vie di accesso, locali ipogei e, con
ogni probabilità, potrebbero celarsi ulteriori reperti di grande
interesse. «Siamo certi – conclude Pio Acito - che il lungo periodo
trascorso abbia consentito un serio ripensamento sul più opportuno
utilizzo ricreativo e culturale di quello spazio». Legambiente chiede di
mettere a disposizione di tutti i cittadini il grande patrimonio che i
Sassi e la Città di Matera conservano.
Archivio
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