Partita la "missione ambientale di pace" promossa dal ministero dell'Ambiente. Saranno ripulite le acque libanesi inquinate in seguito al bombardamento della centrale elettrica di Jieh
L'Italia ''è il primo Paese in Europa e nel mondo a far partire una missione ambientale di pace''. Il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha così ''varato'' la missione Bahar (mare in arabo) con destinazione le coste del Libano, partita oggi da Messina, allo scopo di disinquinare il lungo tratto di mare dalla marea di olio combustibile, fuoriuscito dalla centrale termoelettrica di Jieh in seguito a un bombardamento aereo durante il conflitto con Israele.
Sessanta gli uomini imbarcati nel rimorchiatore d'altura 'Vastaso' e nella nave 'Peluso' impegnati nella missione che opererà nella cittadina a trenta chilometri a sud di Beirut, per le operazioni di disinquinamento. L'operazione è stata promossa dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare in stretta collaborazione con i ministeri degli Esteri e della Difesa.
''Il governo libanese - ha detto il ministro Pecoraro Scanio - ha lanciato a fine luglio l'appello alla comunità internazionale e il governo italiano e' stato il primo paese a rispondere, inviando gia' ad agosto nostri operatori per verificare lo stato dell'ambiente e oggi facciamo partire primi in Europa e nel mondo una missione ambientale di pace per ripulire le coste libanesi. E' il segnale di come l'Italia vuole riprendere una politica del mediterraneo, applicando la convenzione di Barcellona e tutte le azioni previste a livello internazionale''.
Lo scorso agosto il ministero dell'Ambiente italiano aveva già inviato alcuni tecnici Apat, agenzia per la protezione dell'ambiente, e dell'Icram, istituto centrale per la ricerca scientifica applicata al mare, per effettuare altri rilievi. Secondo i risultati delle analisi ci sono circa 15.000 tonnellate di olio combustibile in mare, che hanno interessato un tratto costiero di circa 120 chilometri. La marea nera a causa delle correnti ha infatti progressivamente coperto lo spazio di mare fino a Beirut e quindi tutto il tratto costiero fino a Byblos e Tripoli e ancora più a nord fino alle coste della Siria, inquinando ogni punto del litorale.
Oggi è salpata la nave 'Peluso' che verrà raggiunta tra qualche giorno anche dalla 'Vastaso' della società privata Castalia. Entrambe le imbarcazioni che sono di stanza a Messina e dispongono di strumenti antinquinamento resteranno in Libano un mese. Oltre alle capitanerie di porto sono coinvolti nell'operazione la Marina militare, la società Castalia Ecolmar, ed esperti Apat e Icram cui è affidata la direzione scientifica dell'attività.
Tra l'equipaggio partito per il Libano, anche due nuclei di sommozzatori della guardia costiera e della marina militare. Prevista la collaborazione anche dell'ambasciata militare a Beirut. Un secondo ma contemporaneo intervento è previsto grazie al coinvolgimento di un veivolo Atr 42 della guardia costiera con funzioni di monitoraggio e controllo strumentale delle coste per verificare l'opportunità di ulteriori interventi. Questa attività permetterà soprattutto di prevenire l'estensione della macchia oleosa nei mari di Cipro, Siria e Turchia.
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