Si terrà nel capoluogo pugliese, durante
Mediterre 2006, l'assemblea costitutiva del nuovo organismo. Nel bacino ci
sono 600 parchi e oltre 100 aree marine protette. Federparchi: «È un segnale
di pace»Si terrà a Bari, nell'ambito di Mediterre 2006,
l'assemblea costitutiva della Federazione dei Parchi del Mediterraneo.
L'annuncio è stato dato oggi dal presidente di Federparchi, Matteo Fusilli,
durante l'incontro per la presentazione della quarta edizione di Mediterre,
in programma alla Fiera del Levante dal 27 settembre al primo ottobre.
Federparchi
riunisce in Italia oltre mille tra parchi nazionali e regionali, riserve
naturali e aree marine protette.
La nascita della Federazione chiude un percorso aperto due anni fa
nel Parco nazionale delle Cinque terre dove si è costituito il comitato
promotore per cui partecipano rappresentanti di Italia, Francia, Spagna,
Slovenia e Bosnia Erzegovina, coordinato da Federparchi. Nel dicembre del
2004 è stato siglato a Roma il protocollo di collaborazione tra la Diputaciò
di Barcellona, Legambiente e la Federazione italiana dei Parchi e delle
Riserve Naturali. Nel 2005 è stato lanciato un Appello per incoraggiare il
dibattito negli altri Paesi del Mediterraneo e per raccogliere consensi
attorno all'iniziativa di collaborazione e conoscenza tra le aree del
bacino.
«Nel Mediterraneo – ha detto Fusilli, di Monte Sant'Angelo (Foggia),
da cinque anni alla presidenza dell'associazione e appena riconfermato – ci
sono oltre 600 parchi e più di cento aree marine protette: una realtà
importante che sta dando un contributo non solo per la tutela del patrimonio
naturalistico ma anche per lo sviluppo economico». «Ci sono voluti quattro
anni – ha aggiunto – per tessere i rapporti e arrivare al risultato di una
Federazione. Mettere in rete i Parchi del Mediterraneo significa condividere
esperienze, realizzare buone pratiche comuni in un momento in cui l'Unione
europea con l'allargamento ai Paesi al Nord-est può marginalizzare il
Mediterraneo, luogo storico di incontro e mediazione tra i popoli. Una
collaborazione tra parchi di Paesi che sono anche in guerra, come ha
suggerito Mandela con i suoi Parks for Peace, è un segnale che la pace è
possibile».
Per Fusilli, «i parchi sono una metafora dello sviluppo possibile,
sono il luogo in cui si svolgono attività di laboratorio che possono essere
esportate». «Il grande sogno che abbiamo – ha concluso – è che un giorno non
ci debbano essere più parchi: vorrà dire che la sensibilità verso la natura
è diventata un fatto normale».
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