La Confederazione degli agricoltori chiede che sia varata al più presto
una legge per tutelare un patrimonio economico e ambientale-paesaggistico
inestimabile. La criminalità organizzata ha trovato un nuovo
business: la vendita degli alberi secolari del Mezzogiorno, che
avviene persino su internet, con un giro di affari enorme (si va da 3 a
10mila euro ad esemplare). La regione più colpita dal traffico illecito è la
Puglia, seguita da Calabria ed altre zone del Sud Italia. Torna a denunciare
il fenomeno la Cia (Confederazione italiana agricoltori ), con un appello al
mondo politico affinchè emani una legge che ponga fine allo scempio.
"Il fenomeno - spiegano gli agricoltori - è nato in sordina
alimentato dal desiderio di alcune persone facoltose di abbellire
le loro ville. Ora, invece, è esploso in maniera dirompente e gli
agricoltori ne pagano, purtroppo, il prezzo più alto. Ad essi i "predoni
degli ulivi" sottraggono piante nel giro di una notte". "Un commercio -
rileva la Cia - che non è soltanto il frutto di furti messi a segno da bande
criminali organizzate, ma ad accrescerlo vi sono anche proprietari di
uliveti che, aggirando le leggi (che nel caso specifico sono assai blande),
piazzano i loro secolari alberi al migliore acquirente".
"Nonostante negli ultimi anni larga parte dell'opinione pubblica
- afferma il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi - sia
stata sensibilizzata sul fenomeno del furto e del commercio di alberi
d'olivo secolari e monumentali, lo scempio continua". "Per tale ragione -
afferma il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi - chiediamo al
governo un'azione forte affinché intervenga legislativamente a tutela del
patrimonio e da un punto di vista preventivo si applichino le norme
esistenti penali e civili, che vietano il furto, il commercio illecito e
l'estirpazione non autorizzata degli ulivi secolari". "Circa un quarto degli
olivi italiani sono ultrasecolari; tali da essere considerati veri esempi di
arte sempre viva cui gli agricoltori dedicano cure, attenzioni e
investimenti per il loro mantenimento. Non è più tollerabile -aggiunge il
presidente Politi- che migliaia di questi esemplari siano prima oggetto di
furto e poi di vendita lontano dal luogo d'origine".
"Alcune amministrazioni locali -evidenzia Cia- hanno
assunto decisioni per la catalogazione di questi alberi e la regione Puglia
ha di recente presentato un disegno di legge che prevede l'apposizione sul
tronco di una targhetta identificativa e multe fino a 30 mila euro per ogni
pianta danneggiata, e spiantata o illecitamente commercializzata e la stessa
legge 144 del 1951, tuttora in vigore, pone precisi vincoli nel trattamento
degli olivi, ma la questione riguarda tutte le aree olivetate del Paese".
"In Italia - conclude il presidente della confederazione
- è, invece, ora di mettere ordine, aggiornare e dare efficacia alle norme
in vigore, anche tenendo conto degli oneri a carico degli agricoltori per il
mantenimento degli alberi monumentali, riconoscendo loro un intervento
finanziario per il lavoro e la salvaguardia del territorio
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