Archivio Buste - sacchetti di plastica addio
Le buste di plastica per la spesa dovranno essere
sostituite da più ecologici sacchetti biodegradabili realizzati con
materiali di origine vegetale entro il dicembre 2009. Ne ha dato notizia il
presidente della commissione ambiente alla Camera Ermete Realacci che ha
spiegato "Si tratta di una misura di grande importanza ambientale che oltre
a dare un efficace apporto alla riduzione dell' abbandono di rifiuti e alla
tutela del territorio, avrà l' obiettivo di abbattere significativamente le
emissioni di gas serra e dare così un contributo al grave ritardo che il
nostro paese ha accumulato rispetto al raggiungimento degli obiettivi
fissati dal Protocollo di Kyoto .
L'emendamento recepisce una normativa comunitaria (la
EN13432) che ritiene indispensabile a partire dal 1° gennaio 2010, la
sostituzione degli shopper in polietilene con sacchetti biodegradabili, che
privilegino l utilizzo di materie prime di origine agricola contribuendo
così alla riduzione dei gas ad effetto serra e alimentando lo sviluppo di
nuovi comparti industriali strettamente collegati alle produzioni agricole
locali".
Sì unanime e definitivo dell'Aula della Camera anche
all'istituzione della commissione sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad
esso connesse.
18/10/2006 Addio Buste di Plastica, dal 2010 saranno Bio (www.lanuovaecologia.it)
Ogni anno in Italia se ne producono
300mila tonnellate con un emissione di Co2 di 200mila tonnellate. Approvato
emendamento che le sostituisce con sacchetti di origine vegetale. Realacci:
«Un passo verso Kyoto»Entro il dicembre 2009 addio buste di plastica
per la spesa. Dovranno essere sostituite da più ecologici sacchetti
biodegradabili realizzati con materiali di origine vegetale. Lo ha detto il
presidente della commissione ambiente alla Camera Ermete Realacci,
precisando che un emendamento in tal senso è stato approvato dalla
commissione da lui presieduta. «Si tratta - afferma Realacci - di una misura
di grande importanza ambientale che oltre a dare un efficace apporto alla
riduzione dell abbandono di rifiuti e alla tutela del territorio, avrà
l'obiettivo di abbattere significativamente le emissioni di gas serra e dare
così un contributo al grave ritardo che il nostro paese ha accumulato
rispetto al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto.
L'emendamento, presentato da vari parlamentari, recepisce una normativa
comunitaria (la EN13432) che ritiene indispensabile a partire dal 1° gennaio
2010, la sostituzione degli shopper in polietilene con sacchetti
biodegradabili, che privilegino l'utilizzo di materie prime di origine
agricola contribuendo così alla riduzione dei gas ad effetto serra e
alimentando lo sviluppo di nuovi comparti industriali strettamente collegati
alle produzioni agricole locali.
In Italia si stima che vengano prodotte ogni anno circa 300mila
tonnellate di shopper di plastica, pari a 430mila tonnellate di petrolio,
con un emissione di CO2 in atmosfera di circa 200mila tonnellate. «La
sostituzione dei sacchetti di plastica - conclude Realacci - potrà dare un
grande contributo alla salvaguardia dell'ambiente, ma anche all economia del
paese, dando ai comparti industriali più maturi, minacciati dalla
competizione con i paesi asiatici, nuove prospettive di competitività e di
sviluppo a livello nazionale ed internazionale
18/10/2006 La Novamont inaugura la "Bioraffineria" (Annarosaria Mazzocchi, www.lanuovaecologia.it)
La società italiana ha inaugurato a Terni
un nuovo impianto: produrrà 60mila tonnellate di materie plastiche
biodegradabili. Un progetto da 100 milioni di euro al quale partecipano
anche Coldiretti e 600 imprenditoriTerni si appresta a vivere una
piccola rivoluzione industriale, a base di mais e semi di girasole.
Nell’ex polo della siderurgia e della chimica, la società italiana Novamont,
poiniera nel settore dei prodotti biodegradabili, ha inaugurato "la prima
bioraffineria verde del mondo, in grado di produrre dei bio-poliesteri a
base di olio vegetale". Sorge a Terni ed è un modello di produzione
industriale che andrà a integrare la filiera delle bioplastiche Mater-Bi,
settore nel quale l’azienda è leader già da tempo.
Si tratta una produzione compatibile dal punto di vista ambientale e
sostenibile dal punto di vista economico, realizzata con la collaborazione
di Coldiretti e con la partecipazione di una cooperativa di 600 imprenditori
agricoli. È prevista, a partire dal 2008, una capacità produttiva annua di
60mila tonnellate di bioplastiche, che permetteranno così di coprire circa
un quarto dell’intero fabbisogno nazionale di plastiche, per circa metà
della quantità di prodotti usa e getta nel nostro Paese.
La Novamont ha investito fino ad oggi circa 100 milioni di euro per
la ricerca e per la realizzazione degli impianti di produzione. Si tratta di
prodotti derivati da materie prime naturali e rinnovabili come amido di
mais, di patate, di grano e olii vegetali, che presentano però le stesse
caratteristiche chimiche e fisiche della plastica tradizionale. Con la
differenza della completa biodegradabilità e compostabilità, e con un
limitato impatto ambientale.
19/10/2006 Sacchetti addio (www.verdi.it)
La Commissione ambiente della Camera approva un emendamento alla finanziaria.
Stop agli shopper non biodegradabili dal 2010
Addio alle buste di plastica. A partire dal 1° gennaio 2010, infatti, gli
shopper saranno realizzati con materiale biodegradabile. A stabilirlo un
emendamento alla finanziaria presentato e approvato in Commissione Ambiente alla
Camera.
“Si tratta – afferma Ermete Realacci, presidente della commissione – di una
misura di grande importanza ambientale che oltre a dare un efficace apporto alla
riduzione dell’abbandono dei rifiuti e alla tutela del territorio, avrà
l’obiettivo di abbattere significativamente le emissioni di gas serra e dare
così un contributo al grave ritardo che il nostro paese ha accumulato rispetto
al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto”.
L’emendamento è ora all’esame della commissione Bilancio e dovrebbe avere
ottime chances di andare in porto. Anche il governo è d'accordo, come conferma
il sottosegretario Guido Tampieri, che ha dichiarato che “il ministero delle
Politiche agricole Alimentari e Forestali sosterrà già in questa finanziaria una
norma sul modello francese che prevede l'obbligo di usare sportine in plastica
biodegradabili, a cominciare dal 2010".
Nell’emendamento si fa riferimento allo standard armonizzato EN13432, valido
in tutta l’Unione europea, che fissa i criteri di biodegradabilità delle
plastiche di origine vegetale.
Bruxelles auspica la diffusione di materiali di origine vegetale anche perché
contribuirebbero in maniera rilevante alla riduzione dei gas-serra, alimentando
la crescita di nuovi comparti industriali collegati alle produzioni agricole
locali. In Francia è previsto lo stesso divieto, sempre a partire dal primo
gennaio 2010, della distribuzione al consumatore finale, a titolo gratuito o
oneroso, dei sacchetti a uso unico in plastica non biodegradabile. Lo stesso
presidente della Repubblica Jacques Chirac è intervenuto per sottolinearne le
prospettive positive per l'agricoltura, l'ambiente e i cittadini.
Nella sola Italia, si stima che vengano prodotte circa 300mila tonnellate di
shopper in polietilene, che equivalgono a 430mila tonnellate di petrolio, con
una emissione di Co2 in atmosfera di circa 200mila tonnellate. La misura
aiuterebbe a tagliare questi consumi ed emissioni.
Soddisfatte le associazioni ambientaliste: “L’obbligo di sostituire le buste
con quelle di origine vegetale – si legge in una nota di Legambiente – è senza
dubbio una ottima notizia, importante non solo per la tutela dell’ambiente e del
territorio, ma anche per alcuni settori dell’economia”.
Concetto ribadito anche dal presidente della Commissione Ambiente alla Camera
Realacci, che evidenzia come “la sostituzione dei sacchetti di plastica potrà
dare un grande contributo alle industrie del settore, minacciate dalla
competizione con i paesi asiatici, permettendo nuove prospettive di
competitività e sviluppo a livello nazionale ed internazionale”.
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