Bolzano, Mantova, La Spezia, Parma e Trento sono le
città più vivibili dal punto di vista ambientale, mentre L'Aquila, Taranto
e Catania sono le più "insostenibili" e Roma è la prima tra le metropoli
mentre Milano guadagna venti posizioni.
Questa l'Italia disegnata da "Ecosistema
Urbano 2007", l'annuale ricerca di Legambiente sulla qualità
ambientale delle 103 città capoluogo di provincia, realizzata con la
collaborazione scientifica dell'Istituto di ricerche Ambiente Italia e la
collaborazione editoriale de 'Il Sole 24 Ore'.
L’indagine, giunta alla XIII edizione, prende in esame 103 capoluoghi di
provincia, facendo riferimento 125 alcuni parametri ambientali che
analizzano ad esempio la qualità dell’aria, delle acque, l’abusivismo edlizio, i rifiuti, i consumi energetici e il verde urbano. Rispetto ai
dati raccolti nel 2005, il rapporto segnala lievi progressi in alcuni
aspetti come ad esempio la diminuzione delle auto circolanti e la leggera
crescita della raccolta differenziata mentre risulta invariata l’emergenza
smog e rifiuti. Tra le prime metropoli a piazzarsi nella classifica sono
Roma e Milano al sessantesimo e sessantaduesimo posto ma si tratta di
un minimo miglioramento rispetto allo scorso anno. Insignificanti appaiono
inoltre i progressi del Sud che, a parte poche prestazioni positive come a
Salerno, mantiene intatto il suo distacco dal Nord.
Quella di
Bolzano è comunque una vittoria relativa: più che la migliore, è la
città meno insostenibile. Trento è la quinta città, mantenendo un ottimo
controllo della qualità dell'aria e un buon livello di depurazione dei
reflui e aumentando fino a quasi il 46% i rifiuti avviati al riciclo.
Desolante la situazione di stallo di Napoli. I numeri del rapporto di
Legambiente parlano chiaro: "sotto il 10% di raccolta differenziata, zero
piste ciclabili, due metri quadri di verde per abitante, un abusivismo
edilizio doppio rispetto alla media nazionale".
"Le colpe di questa staticità delle città, dell'incancrenirsi delle
emergenze sono varie e non sempre ricadono sui sindaci" ha sottolineato
Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente. E' anche vero,
però, come ha poi aggiunto, che "troppi sindaci sembrano pensare che
l'obiettivo di rendere le città più moderne ed efficienti passi più da
qualche grande infrastruttura isolata che non da una forte scommessa sulla
qualità ambientale come fattore di benessere civico e anche di sviluppo
economico. Ma lo sguardo sull'Europa che abbiamo gettato grazie a una
ricerca analoga realizzata con Dexia ha dimostrato il contrario: le città
europee più sostenibili sono anche quelle economicamente più vitali. Come
Helsinki e Copenaghen, dove il 98% delle abitazioni è teleriscaldato, o
come Barcellona, diventata in pochi anni città leader per il solare.
E l'aria
delle nostre città non sembra migliorare malgrado le misure intraprese
dai Comuni: il rapporto evidenzia infatti come i valori di biossido di
azoto siano oggi superiori ai limiti di legge in 43 Comuni rispetto ai 38
dello scorso anno, mentre per le polveri sottili il livello dell'allarme
sanitario è stato superato in 24 città, solo due in meno rispetto
all'esame del precedente rapporto. Le tante misure tampone - targhe
alterne, blocchi estemporanei della circolazione, stop limitati alle auto
non catalizzate e ai vecchi diesel - e i ''grandi'' interventi per la
mobilità sostenibile annunciati dal governo negli anni passati non hanno
modificato affatto la situazione. La riprova che la mobilità è la stessa
di sempre, con il traffico caotico e le città piene di ingorghi, sta nel
fatto che il consumo di carburante, indicatore che dà la misura del
ricorso all'auto privata per gli spostamenti, si mantiene stabile, e che
il trasporto pubblico continua a esercitare una scarsa attrazione sui
cittadini: la media annuale scende da 89 a 88 viaggi per abitante, nemmeno
un'andata e ritorno a settimana.
E stamane il Consiglio dei ministri Ue all'Ambiente riporta le deroghe per
i governi nazionali a 3 annie il mantenimento degli attuali 35 giorni di
sforamento alle concentrazioni di PM10. “Per una volta il Consiglio
dei ministri Ue si è dimostrato più lungimirante e sensibile
dell’Europarlamento” - così commenta Roberto Della Seta, presidente di
Legambiente, le nuove modifiche apportate stamane dal Consiglio dei
ministri Ue all’Ambiente agli emendamenti per la revisione della direttiva
(1999/30) sulla qualità dell’aria. Secondo le nuove linee guida, infatti,
si torna a una conferma dell’approccio generale concordato nel Consiglio
dello scorso 27 giugno: deroghe sino a 3 anni (invece dei 6 proposti
dall’Europarlamento) e il mantenimento degli attuali 35 giorni (invece dei
55) di sforamento alle concentrazioni di PM10.
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