24/10/2006 Legambiente: Aumentano i livelli di Smog nelle Città Italiane (http://www.canisciolti.info)

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  • Appunti Bolzano, Mantova, La Spezia, Parma e Trento sono le città più vivibili dal punto di vista ambientale, mentre L'Aquila, Taranto e Catania sono le più "insostenibili" e Roma è la prima tra le metropoli mentre Milano guadagna venti posizioni.

    Questa l'Italia disegnata da "Ecosistema Urbano 2007", l'annuale ricerca di Legambiente sulla qualità ambientale delle 103 città capoluogo di provincia, realizzata con la collaborazione scientifica dell'Istituto di ricerche Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de 'Il Sole 24 Ore'.

    L’indagine, giunta alla XIII edizione, prende in esame 103 capoluoghi di provincia, facendo riferimento 125 alcuni parametri ambientali che analizzano ad esempio la qualità dell’aria, delle acque, l’abusivismo edlizio, i rifiuti, i consumi energetici e il verde urbano. Rispetto ai dati raccolti nel 2005, il rapporto segnala lievi progressi in alcuni aspetti come ad esempio la diminuzione delle auto circolanti e la leggera crescita della raccolta differenziata mentre risulta invariata l’emergenza smog e rifiuti. Tra le prime metropoli a piazzarsi nella classifica sono Roma e Milano al sessantesimo e sessantaduesimo posto ma si tratta di un minimo miglioramento rispetto allo scorso anno. Insignificanti appaiono inoltre i progressi del Sud che, a parte poche prestazioni positive come a Salerno, mantiene intatto il suo distacco dal Nord.

    Quella di Bolzano è comunque una vittoria relativa: più che la migliore, è la città meno insostenibile. Trento è la quinta città, mantenendo un ottimo controllo della qualità dell'aria e un buon livello di depurazione dei reflui e aumentando fino a quasi il 46% i rifiuti avviati al riciclo. Desolante la situazione di stallo di Napoli. I numeri del rapporto di Legambiente parlano chiaro: "sotto il 10% di raccolta differenziata, zero piste ciclabili, due metri quadri di verde per abitante, un abusivismo edilizio doppio rispetto alla media nazionale".

    "Le colpe di questa staticità delle città, dell'incancrenirsi delle emergenze sono varie e non sempre ricadono sui sindaci" ha sottolineato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente. E' anche vero, però, come ha poi aggiunto, che "troppi sindaci sembrano pensare che l'obiettivo di rendere le città più moderne ed efficienti passi più da qualche grande infrastruttura isolata che non da una forte scommessa sulla qualità ambientale come fattore di benessere civico e anche di sviluppo economico. Ma lo sguardo sull'Europa che abbiamo gettato grazie a una ricerca analoga realizzata con Dexia ha dimostrato il contrario: le città europee più sostenibili sono anche quelle economicamente più vitali. Come Helsinki e Copenaghen, dove il 98% delle abitazioni è teleriscaldato, o come Barcellona, diventata in pochi anni città leader per il solare.

    E l'aria delle nostre città non sembra migliorare malgrado le misure intraprese dai Comuni: il rapporto evidenzia infatti come i valori di biossido di azoto siano oggi superiori ai limiti di legge in 43 Comuni rispetto ai 38 dello scorso anno, mentre per le polveri sottili il livello dell'allarme sanitario è stato superato in 24 città, solo due in meno rispetto all'esame del precedente rapporto. Le tante misure tampone - targhe alterne, blocchi estemporanei della circolazione, stop limitati alle auto non catalizzate e ai vecchi diesel - e i ''grandi'' interventi per la mobilità sostenibile annunciati dal governo negli anni passati non hanno modificato affatto la situazione. La riprova che la mobilità è la stessa di sempre, con il traffico caotico e le città piene di ingorghi, sta nel fatto che il consumo di carburante, indicatore che dà la misura del ricorso all'auto privata per gli spostamenti, si mantiene stabile, e che il trasporto pubblico continua a esercitare una scarsa attrazione sui cittadini: la media annuale scende da 89 a 88 viaggi per abitante, nemmeno un'andata e ritorno a settimana.

    E stamane il Consiglio dei ministri Ue all'Ambiente riporta le deroghe per i governi nazionali a 3 annie il mantenimento degli attuali 35 giorni di sforamento alle concentrazioni di PM10. “Per una volta il Consiglio dei ministri Ue si è dimostrato più lungimirante e sensibile dell’Europarlamento” - così commenta Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, le nuove modifiche apportate stamane dal Consiglio dei ministri Ue all’Ambiente agli emendamenti per la revisione della direttiva (1999/30) sulla qualità dell’aria. Secondo le nuove linee guida, infatti, si torna a una conferma dell’approccio generale concordato nel Consiglio dello scorso 27 giugno: deroghe sino a 3 anni (invece dei 6 proposti dall’Europarlamento) e il mantenimento degli attuali 35 giorni (invece dei 55) di sforamento alle concentrazioni di PM10.


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