24/11/2006 Bertolaso: «70% del territorio a rischio» (www.lanuovaecologia.it)

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  • Stamattina il responsabile della Protezione Civile alla presentazione di Ecosistema rischio: «Tutela del territorio deve essere priorità politica» / Legambiente: un comune su tre a rischio / FILE: il dossier / la classifica

    «Oltre il 70% del territorio nazionale è considerato a rischio». È quanto ha detto il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, intervenuto stamattina alla presentazione dell'indagine di Legambiente e Protezione Civile “Ecosistema Rischio”, realizzata su circa mille comuni italiani. «La tutela del territorio deve essere una priorità politica - ha aggiunto Bertolaso. Negli ultimi anni, e in particolar modo con la nuova legge finanziaria, i finanziamenti per la tutela del territorio sono aumentati, ma il problema principale rimane la gestione dei fondi: lo Stato ha speso molti più soldi per intervenire a tragedia avvenuta, piuttosto che per la prevenzione dei problemi».

    La criticità rimane alta soprattutto nell'ambito delle realtà minori: se i grandi fiumi sono costantemente monitorati, il reticolo idrografico minore risente di poca attenzione. «Sono stati stanziati - ha detto Bertolaso - 15 milioni di euro per la realizzazione di reti di monitoraggio idrometrico e per il posizionamento di radar meteorologici che ci permetteranno di capire le evoluzioni dei fiumi e quindi di intervenire a monte». Ma l'allerta rimane alta. Nonostante sia accresciuta la sensibilità e la consapevolezza del pericolo da parte dei cittadini, le amministrazioni locali non sono ancora sufficientemente attive per rendere meno fragile il territorio: l'80% dei mille comuni monitorati ha abitazioni minacciate da frane e alluvioni; uno su tre interi quartieri; oltre la metà vede sorgere in queste aree fabbricati industriali; il 37% dei comuni non realizza una manutenzione ordinaria delle sponde dei fiumi; il 28% non fa nulla per la sicurezza del territorio.

    Tra le metropoli, il primato meritevole va a Roma, quello negativo a Napoli. Maglia nera al sud Italia, dove si continua a cementificare in aree a rischio. Ma anche al nord la situazione non è rosea: «Troppo spesso le opere di messa in sicurezza si trasformano in alibi per continuare a costruire nelle aree golenali, soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto - spiega Simone Andreotti, responsabile nazionale Protezione Civile di Legambiente. «I disastri naturali - sottolinea Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente - sono diretta conseguenza delle scelte sciagurate compiute dall'uomo. Questa situazione non è solo eredità del passato: per questo diventa improrogabile che le amministrazioni locali intervengano in maniera efficace, segnando un'inversione di tendenza verso la buona gestione del territorio».


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