E' necessario predisporre immediate soluzioni
di smaltimento alternative alla discarica marina con riutilizzo dei
materiali sabbiosi trattati. Lo ribadisce in una nota la Federconsumatori
Abruzzo in merito all'emergenza presso il porto di Pescara. L'associazione
parla delle "tre grandi R": Riciclaggio, Riutilizzazione e Recupero.
"Indichiamo - spiega una nota -la soluzione duratura della messa in dimora,
alternativa al devastante sversamento in mare, con logico e conseguente
trattamento di recupero e riciclaggio, più conforme alla nostra cultura di
difensori della natura. Un manifesto della Federconsumatori, affisso per
tutta la città, una conferenza Stampa sul tema, le lettere inviate agli
Assessori Regionali, all'Ambiente Franco Caramanico, alla sanità Bernardo
Mazzoca ed all'Agricoltura e Pesca Marco Verticelli, non trovano cenni di
attenzione. Eppure l'argomento merita attenzione. Recentemente infatti,
tracce di metalli pesanti sono state rinvenute nei capelli dei consumatori
pescaresi: fatto assolutamente noto a molti Assessori Regionali nonché alle
Autorità sanitarie.
L'associazione si chiede "quanto tempo occorre prima di
avviare una indagine epidemiologica a tappeto, per verificare la
corrispondenza tra la ricerca campionaria effettuata da alcuni Istituti
Universitari abruzzesi e la reale situazione di salute della collettività ?
Dinanzi alla salute dei cittadini ogni forma di convenienza economia viene
meno. Inoltre, se tutto questo lavoro alimenta costi ben più elevati, di
diagnosi e cura delle malattie provocate, i risparmi in termini economici,
dovuti alla differenza tra costi di smaltimento nel mare con i costi più
alti in un impianto, vanno a farsi friggere nel solito, ormai noto, deficit
sanitario. Ma quanti danni si stanno arrecando alla immagine turistica ed
ambientale della nostra città ? Forse non ce ne occupiamo perché la
questione riguarda le future generazioni. Siamo sempre la Regione che
trasferisce i propri debiti a figli e nipoti.
"Il mutamento della sedimentologia del fondo marino -
conclude - provoca prima la scomparsa delle telline, dopo dei cannolicchi,
delle vongole ed infine di tutta la filiera della catena alimentare, che
rischia di essere compromessa nelle zone di riproduzione. Non meno rilevante
è il rischio dato dalla presenza di sostanze organiche e metalli pesanti nei
fanghi fluviali, come ci è stato comunicato in termini ufficiali dal
Ministero dell'Ambiente, che, qualora versati in mare alimentano le
possibilità d'ingresso, di sostanze tossiche e nocive per l'uomo, nella
catena alimentare. Lo smaltimento diretto in mare dei limi fluviali,
legittimato da calcoli economici (10,60 euro al mc costo attuale), prevale
su modalità di lavoro maggiormente funzionali ed ecologiche, principalmente
basate sull'impiego produttivo (all'interno di cementifici ad esempio) ed
ambientale (attività di tenuta e ripristino, ad esempio nelle cave)".
http://www.helpconsumatori.it
Archivio Ambiente
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