Le api stanno diventando una specie in via di estinzione e a pagarne le
spese saranno un po' tutti: dall'ambiente all'agricoltura all'uomo. Sul
triste fenomeno della moria di questo insetto parla ad Help Consumatori
Massimo Ilari, direttore della rivista Apitalia.
"Non serve fare colore per difendere il mondo
delle api. La strada è quella di dichiarare le api una specie
protetta". E' quanto ha detto Massimo Ilari, Direttore della rivista
Apitalia sottolineando che Einstein non ha mai detto la frase che in tanti
ricordano: "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non
resterebbero che quattro anni di vita". In un'intervista rilasciata a Help
Consumatori Ilari spiega i tanti motivi che sono alla base della moria delle
api e le proposte per salvare questo piccolo grande insetto.
Questa estate in molti hanno lamentato la presenza massiccia di
api nelle spiagge e nelle città, probabilmente a causa di una fuga dalle
campagne. Cosa ha determinato questo fenomeno?
"In molti hanno dato una risposta citando i neonicotinoidi e gli
insetticidi in genere. Non credo che questo sia il vero problema. Le città
sono sempre più vicine alle campagne e così quando le api sciamano e si
dividono per creare nuove famiglie incontrano più facilmente le città. I
nuclei abitativi e le strade stanno sempre più cacciando questi insetti dal
loro habitat".
Quale l'impatto sulla produzione di miele italiano della moria
delle api?
"Quest'anno la produzione del miele è scesa del 40% e i danni causati da
questa diminuzione sono per 2 miliardi di euro. Si tratta di una crisi
importante se pensiamo che oggi in Italia gli operatori del settore sono
70mila e di questi 7.500 sono professionisti. Inoltre nel 2008 il nostro
Paese, perché costretta dalla bassa produzione, ha raddoppiato l'import di
miele dall'estero prevalentemente dall'Argentina".
Quali le cause principali della moria delle api? In particolare,
quale la responsabilità dei pesticidi?
"I cambiamenti climatici sono una delle ragioni della crisi, perché le
api non hanno la possibilità di portare a termine il loro lavoro sui fiori.
Grave l'effetto di potenti pesticidi come i neonicotinoidi utilizzati per la
concia dei semi. In generale il problema è quello dell'uso indiscriminato in
agricoltura di sostanze di sintesi chimica. Basti pensare che nell'ambiente
ci sono oltre 2.500 agenti chimici diversi contenuti nei circa 90mila
prodotti e in molti di questi agenti non è stata effettuata un'adeguata
ricerca di impatto ambientale. Secondo uno studio condotto dalla Virginia
University le sostanze chimiche impiegate in agricoltura si depositano sui
fiori e disorientano irreparabilmente gli insetti impollinatori con la
conseguenza di non essere più in grado di sentire adeguatamente i profumi.
Non dobbiamo dimenticare i danni causati dalle malattie, come la Varroa, un
acaro che uccide le api. Infine si sta facendo strada tra molti ricercatori
una teoria secondo la quale il fenomeno della moria delle api è influenzato
dal mix di api straniere e nostrane che il nostro Paese sta sperimentando.
L'Italia infatti importa molte api regine extracomunitarie. Ciò potrebbe
determinare dei cambiamenti dal punto di vista genetico".
Il 1° settembre sono entrati in vigore i nuovi limiti europei
massimi per i pesticidi. Quali le novità per il miele?
"Si sperimenta un peggioramento dell'impatto chimico verso l'ambiente e
le api ne saranno colpite e lo saremo noi stessi. Il lavoro svolto dalle api
è importantissimo (pensiamo alla impollinazione) ma non sono ancora
considerate una specie protetta. Una maggiore attenzione verso il mondo
delle api e il riconoscimento dell'insetto come specie protetta è una delle
nostre proposte".
Quale l'impegno di Apitalia a tutela delle api?
"Apitalia ha lanciato una campagna dal titolo "Liberi dai veleni" che ha
avuto l'adesione di molti soggetti come il Movimento Difesa del Cittadino,
Slow Food, i Verdi, l'Aiab... Noi proponiamo che si applichi il principio di
precauzione per quanto riguarda l'uso della chimica in agricoltura.
Invitiamo non solo gli agricoltori ma tutti i cittadini a firmare il nostro
appello sul nostro sito www.apitalia.net Proteggere le api significa anche
tutelare i consumatori, perché le sostanze impiegate in agricoltura vanno a
finire nei cibi che tutti noi mangiamo".
26/08/2008 AMBIENTE. Api sulle spiagge e in città. Cia lancia l'allarme per l'agricoltura (GA, http://www.helpconsumatori.it)
Durante l'estate le api migrano verso le spiagge e
le città, fuggendo dal loro habitat naturale che è la campagna.
Questo fenomeno genera un danno pesantissimo per la produzione di miele e
per il processo di impollinazione, che è fondamentale per rendere produttiva
l'agricoltura. Lo sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha
effettuato un monitoraggio sul territorio per verificare lo stato del
settore apistico nazionale, che sta vivendo una crisi importante.
La Cia spiega che a causa di mutamenti climatici, onde radio,
magnetiche e quant'altro, si sta assistendo ad un vero dramma apicolo. La
produzione di miele è calata del 40%, segnando il record peggiore degli
ultimi 20 anni; purtroppo di questo ne risente in generale tutto il settore
agricolo. Le api - ricorda la Cia in una nota - contribuiscono per oltre
l'80% all'impollinazione delle coltivazioni. Quindi, anche se difficilmente
quantificabile in un dato preciso, il danno per la mancata impollinazione
nei campi, e quindi per la mancata produzione, si può stimare in almeno 2
miliardi di euro.
L'impatto per il settore, che conta più di 70 mila apicoltori,
oltre un milione e 100 mila alveari, una produzione di miele che
supera le 119 mila tonnellate l'anno, per un valore monetario di 27 milioni
euro, è devastante, e continue sono le richieste d'intervento per trovare
soluzioni adeguate al problema. Secondo la Cia c'è l'urgenza di scoprire le
vere cause del fenomeno e trovare i rimedi, perché la situazione non è più
sottovalutabile, avendo un impatto nefasto per l'ecosistema e per la tutela
della biodiversità.
Nei mesi di giugno, luglio e agosto, sui litorali marini della
penisola e in particolare nel versante ionico della Calabria, si è
assistito ad una vero assalto ai bagnanti da parte delle api , nelle
campagne dell'entroterra, invece, pochi anzi pochissimi insetti tra le
piante. La Cia ha, inoltre, segnalato il fenomeno della massiccia presenza
di api in città. "Spuntano favi ovunque: sotto i cornicioni dei palazzi e
nei condotti dell'aria condizionata. Ovviamente anche queste api sono
destinate a perire oltre ad essere un vero pericolo per l'incolumità delle
persone. I favi - conclude la Cia - anche se esteticamente apprezzabili
dovranno necessariamente essere rimossi".
05/09/2008 Stop alla strage di api (Francesco Pota, http://www.lanuovaecologia.it)
È stata un’estate terribile per le api in Italia. Una vera e propria moria che ha messo in crisi i produttori d miele. La causa? Gli insetticidi di nuova generazione. Legambiente insieme agli apicoltori nella richiesta di sospensione. Ma dal ministero Zaia solo promesse
L’allarme era scattato già all’inizio dell’anno. Prima l’annuncio dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat) durante un convegno: nel 2007 in Italia si è perso tra il 30 e il 50% del patrimonio di api. Dopo alcune indagini Legambiente ha compreso che il vero killer delle api sono gli insetticidi di nuova generazione basati sui neonicotinoidi. Calcolati gli ingenti danni economici al comparto, che ammontano a 250milioni di euro, Legambiente e Unione nazionale associazioni apicoltori italiani (Unaai) hanno cominiciato da maggio a chiedere al governo di prendere seriamente in esame la situazione e di ordinare la sospensione dell’utilizzo di questi insetticidi.
In Francia i neonicotinoidi erano stati introdotti nei primi anni ’90 ma ne venne vietato l’utilizzo proprio per la loro dannosità per l’ambiente. Anche la Germania quest’anno aveva deciso di seguire l’esempio francese e li aveva messi al bando.In Italia invece non è stata presa nessuna decisione in questo senso, tanto da far dichiarare il 1° agosto a Francesco Panella dell’Unione degli apicoltori italiani, e Hubert Ciacci, presidente della “Settimana del miele”, uno degli appuntamenti più importanti dell’apicoltura italiana: “Le istituzioni italiane sono incapaci di garantire un efficace controllo pubblico sull’impatto ambientale delle sempre più potenti molecole chimiche autorizzate irresponsabilmente in agricoltura. I colossi della chimica hanno le mani totalmente libere per perpetrare nel nostro Paese un crimine contro l’umanità.”
Legambiente e Unaai si sono mobilitate anche oltre alle segnalazioni al ministero, prima con una mobilitazione sotto le finestre di Zaia, poi con continui richiami. In una comunicazione al ministero del 22 maggio le due associazioni in una nota congiunta spiegano che l’Italia distribuisce nelle sue campagne ben il 33% della quantità totale di insetticidi utilizzati nell'intero territorio comunitario (Eurostat 2007), a fronte di una superficie agricola utilizzata al di sotto del 10% del totale di quella europea. Durante l’estate la moria delle api ha provocato altri tre milioni di euro di danni agli apicoltori, ma nessuno dal ministero sembrava volersene preoccupare, al di là di qualche dichiaraione di alcuni senatori leghisti.
Finalmente ieri il ministro dell’agricoltura Zaia, in un intervista rilasciata all’Espresso, ha annunciato un probabile “blocco prudenziale” rispetto ad alcuni insetticidi che “potrebbero essere la causa della moria delle api”. Un po’ poco viste le prese di posizione di altri grandi paesi europei, anzi molto poco visto che non sono previste date certe ma solo ipotesi. “Vogliamo sapere dal ministro Luca Zaia quali saranno esattamente i tempi e le modalità del blocco degli insetticidi responsabili delle stragi di api nel nostro Paese - ha chiesto ieri a nome degli apicoltori italiani Hubert Ciacci - è fondamentale per chi opera nell'apicoltura conoscere le azioni che le istituzioni stanno meditando di attuare, in considerazione della gravissima crisi in cui versa il comparto”.
A Ciacci fa eco oggi Ermete Realacci, ministro ombra dell’Ambiente del Pd: “La decisione che sembra aver preso il ministro Zaia di fermare l'utilizzo dei pesticidi killer delle api è senz'altro positiva. Ora, però non bisogna davvero perdere più tempo, anche perché fra poche settimane per molte colture è previsto il trattamento con prodotti a base di neonicotinoidi, le sostanze imputate di essere responsabili della moria delle api".
Si tratterebbe, aggiunge Realacci, di un “importante cambio di rotta anche rispetto a quanto indicato nella risposta all'interrogazione parlamentare che avevo presentato nel mese di maggio scorso. Prima della pausa estiva, nella risposta del ministro Zaia si parlava, infatti, dell'avvio di studi per approfondire il fenomeno, ma di nessuna misura urgente per fermare in via precauzionale, come in Francia e Germania, l'uso dei pesticidi incriminati”. La tempestività, conclude l'esponente del Pd “è ora l'unica arma per cercare di sconfiggere questo male che ha pesantemente colpito un settore tanto importante della nostra agricoltura”.
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