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29/08/2010 Occhio alla Medusa! In aumento nel Mediterraneo crea problemi a pesca e turismo (Alessandra, http://www.ecoblog.it)

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Tutto sulle meduse


Sempre più invasiva la presenza delle meduse che da sette anni, con l' arrivo del caldo, infestano tutti i mari con una presenza in costante ascesa. Il fenomeno interessa tutto il mar Mediterraneo e soprattutto il mar Ligure ed il Mar Tirreno anche se il mar Mediterraneo è anch' esso interessato al fenomeno.

E con l' innalzamento della temperatura, il fenomeno ha interessato molte zone ed in modo molto spinto.

Sono tre le specie più diffuse nel Mediterraneo: la più comune è la Velella, seguita dalla Pelagia, la più urticante del Mediterraneo e della "caravella portoghese", la Physalia, un esemplare dai tentacoli lunghi fino a 30 metri. In agguato c'e' anche il ritorno della Mnemiopsis leidy, il killer di uova e larve di pesci.

Le meduse, dunque, stanno invadendo i nostri mari ed alcune di loro, avvistate in Spagna, sono già state denominate "meduse killer". Se ne conoscono oltre 6000 specie, alcune delle quali stanno anche diventando l'attrazione più suggestiva di alcuni "Ocean Park ma non tutte sono urticanti o pericolose (come quelle dell' Australia)

Ferdinando Boero, docente di Biologia Marina all'Università del Salento needs you, per il suo progetto "Occhio alla medusa" in collaborazione con Ciesm e Conisma e l'associazione Marevivo, sta cercando di mappare la loro presenza anche sulle coste italiane ( indirizzo mail: boero@unisalento.it)

29/08/2010 Occhio alla Medusa! In aumento nel Mediterraneo crea problemi a pesca e turismo

Da alcuni anni, ormai, ogni estate si rinnova l’allarme meduse. Il loro numero cresce all’interno del bacino Mediterraneo e a segnalarlo non solo i biologici ma anche un numero sempre crescente di bagnanti “sorpresi” dalla loro presenza e, a volte, dai loro urticanti tentacoli.

Infatti, il Mare Nostrum sta acquistando sempre più i caratteri di crocevia biologico per le spettacolari Jellyfish provenienti dall’Atlantico o dall’oceano Indiano attraverso il canale di Suez e la colpa non è solo delle alte temperature che stanno accellerando il processo di tropicalizzazione delle nostre acque, ma specialemnte della pesca eccessiva che le depaupera dei predatori.

Il fenomeno, attuamente, sta assumendo caratteri preoccupanti specie nell’Alto Tirreno, fra la Toscana e la Liguria, dove sciami di questi animali marini stanno creando seri problemi alla pesca e al turismo. Ad esempio, nel mar Ligure, sono frequenti le segnalazioni di branchi di Pelagia, la medusa piu’ urticante del Mediterraneo, mentre anche la splendida e terribile caravella portoghese, la Physalia (erroneamente definita medusa, in realtà sifonoforo galleggiante), comincia a fare mostra di sè e dei propri velenosi tentacoli, lunghi anche 20 metri.

In Toscana, invece, è l’Argentario ad essere oggetto della Mnemiopsis leidy, uno ctenoforo, innocuo per l’uomo ma terribile per la fauna ittica golosissima di uova e di larve di pesci che si sta facendo odiare da moltissimi pescatori…. Un problema non da poco, insomma, che richiede uno sforzo conoscitivo particolare…

Per questo motivo, Ferdinando Boero, docente di Biologia Marina all’Università del Salento , ha dato il via a “Occhio alla Medusa“, un progetto in collaborazione con Ciesm, Conisma e l’associazione Marevivo, finalizzato a conoscere le meduse e a studiarne presenza, spostamenti e abitudini.

http://www.ecoblog.it
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