Introduzione
Lo scopo di questo sito e' quello di far conoscere la teoria di Wilhelm Reich
sulla organizzazione naturale dei protozoi e sul conseguente meccanismo di
formazione della cellula cancerosa.
Reich ha perfettamente ragione quando afferma che uno dei maggiori ostacoli alla
comprensione del cancro e’ proprio il modo meccanicistico di intendere la
malattia.
Attualmente molti ricercatori ipotizzano cause virali, biochimiche o genetiche.
Altri pensano ad un deperimento dei meccanismi immunitari, molti credono che
presto si troverà un vaccino. Di fatto tutta la oncogenesi brancola nel buio e
molte delle sofferenze del malato di cancro sono dovute più ai mezzi adoperati
per la cura piuttosto che alla malattia in se stessa.
Per la medicina ufficiale il tumore è l’aspetto più visibile della malattia.
Esso è considerato la malattia stessa e la cura consiste nella sua asportazione
o nel tentativo di distruggere con irradiazioni o sostanze chimiche la cellula
cancerosa. In altre parole essa e’ considerata l’unico bersaglio dell’intervento
terapeutico a causa della premessa meccanicista che la cellula cancerosa insorge
ed aggredisce un organismo per altri versi sano.
Individuare il meccanismo di formazione della cellula cancerosa e’ quindi una
delle tappe fondamentali per la comprensione di questa malattia. L'obiettivo di
questo breve riassunto e’ quello di riuscire a fare un po’ di luce su questo
processo svelando e documentando i passaggi cruciali scoperti da Reich
tramite i quali esso si compie.
Le incredibili immagini qui di seguito riportate non danno una risposta a tutte
le domande ne’ risolvono tutti i dubbi. Sono piuttosto dei fatti che
interpretati con una nuova chiave di lettura ci porteranno ben oltre i limiti
raggiunti fino ad oggi dalla medicina ufficiale.
Sta di fatto che, per i non addetti ai lavori, senza conoscere la funzione
biofisica dell’orgasmo come splendidamente spiegata da Reich, non sarà facile
capire il processo nella sua vera essenza ma per rendere comprensibile in grandi
linee, a quante più persone possibile il meccanismo di formazione della cellula
cancerosa, non e’ necessario che tale funzione sia rispiegata e intimamente
compresa ora.
Lasciamo agli scritti di Reich chi vuole approfondire l'argomento. Come
piccola premessa di quanto sia invece importante l'impostazione caratteriale di
chi fa ricerca in ambito naturale, diciamo subito che se caratterialmente
un organismo spende la maggior parte della sua energia a soffocare ciò che in
se stesso e’ naturale e vivo, non sarà mai in grado di cogliere ciò che di vivo
e naturale esiste al di fuori di esso.
Soprattutto nella ricerca, questa distorsione influenza negativamente
l’interpretazione dei processi naturali osservati facendo interpretare i fatti
in modi più o meno mistici o meccanicisti. Nell’ambito della ricerca naturale il
concetto di “dogma” che circola su alcuni argomenti di biologia, rende già
l’idea dell’impostazione mistica che la scienza ufficiale ha per quello
specifico argomento. Questo e’ purtroppo vero ed importante. Ne consegue che la
ricerca e la scienza che se ne vuole far derivare, non e’ oggettiva come si vuol
far credere, essa passa sempre e comunque attraverso la valutazione di un
organismo che vive e sente e che attraverso le proprie sensazioni trae le
proprie conclusioni rendendola di fatto soggettiva.
Messi in guardia a queste premesse andiamo a vedere come si forma la cellula
cancerosa ed addentriamoci nel suo meccanismo di formazione. Per meglio
comprendere i fatti liberiamo momentaneamente la mente da ciò che abbiamo
imparato a scuola ed osserviamo solo quello che la natura ha da mostrarci.
1) Abbandoniamo la teoria del germe atmosferico.
2) Ammettiamo lo sviluppo di materiale vivente da altra sostanza vivente o non
vivente.
La soluzione del problema cancro cominciò con la scoperta dei
BIONI
Essi sono “vescichette energetiche”.
Sono strutture di passaggio tra la materia vivente e non vivente.
Contengono un fluido, sono delimitati da una membrana ed alla periferia mostrano
un campo energetico.
Si formano dalla disintegrazione di sostanze organiche ed inorganiche. Sono GRAM
POSITIVI e rappresentano la premessa per la vita.
I bioni sono l’unità funzionale elementare di tutta la materia vivente ancor
prima della cellula. Hanno la proprietà di attrarsi secondo la legge del
potenziale orgonomico, hanno radiazione orgonica, ad alti ingrandimenti formano
ponti di radiazione luminosa tra due bioni vicini, possono fondersi e
compenetrarsi l'uno con l'altro.
I bioni che perdono la loro carica energetica perdono progressivamente anche le
caratteristiche qui descritte.
Il protoplasma vivente non funziona come una macchina, esso funziona senza
essere strutturato e si conserva grazie alla funzione piuttosto che alla
struttura materiale infatti non appena la funzione cessa, la materia va in
decadimento.
Per comprendere come praticamente si forma la cellula cancerosa bisogna quindi
fare conoscenza con il processo della disintegrazione vescicolare (o bionica)
della materia organica.
Anche con un microscopio giocattolo e’ impossibile non accorgersi di tale
fenomeno. Non cambieremo i fatti, cambieremo la loro interpretazione.
Nel giro di qualche settimana, i fili d’erba messi in infusione si decompongono
in vescicole bioniche, dopo altri pochi giorni ancora possiamo già vedere al
microscopio i primi piccolissimi unicellulari muoversi nel liquido sotto
osservazione.
La disgregazione vescicolare e’ un processo naturale e spontaneo.
Per ottenerlo e’ sufficiente mettere in infusione dei tessuti biologici (per i
nostri esperimenti sono sufficienti delle fibre vegetali come erba, fieno o
muschio) ancora meglio se sterilizzati in autoclave.
Le tecniche di sterilizzazione sono quelle comunemente adoperate nella normale
sterilizzazione batteriologica.
Se a basso ingrandimento osserviamo al microscopio ottico un campione appena
uscito dall’autoclave, possiamo notare subito la
disintegrazione
vescicolare che nel frattempo e’ avvenuta. Essa appare come
agglomerati vescicolari attaccati alle fibre vegetali e sono formati da ammassi
di vescicole più o meno luminescenti e verdi-azzurrognole ovvero i BIONI.
Osservando attentamente i bordi di questi ammassi, un occhio esperto e allenato
riuscirà a vedere innumerevoli zone in cui si stanno verificando incredibili
cambiamenti. Con il microscopio che io adopero, la mia tecnica consiste
nell'osservare il campione ad un ingrandimento di 100x. Una volta individuata
una zona interessante, posiziono la telecamera ed uso lo zoom per ingrandire i
dettagli. La maggior parte delle riprese avvengono quindi ad un ingrandimento di
100x del microscopio moltiplicato per 8x o 9x o 10x che riesco ad ottenere con
lo zoom della telecamera. Ho quindi lavorato quasi sempre tra gli
800x-1000x.
A volte i veri e propri cambiamenti possono iniziare anche dopo diversi giorni.
Occorre molta e molta pazienza e molto probabilmente e’ questa lentezza del
processo che ha nascosto il fenomeno agli osservatori meno pazienti o che ha
fatto desistere subito i più scettici.
Per chi può adoperare una camera digitale le cui riprese possono essere più
volte registrate e cancellate, conviene prendere confidenza con gli ammassi
bionici filmando con il temporizzatore delle zone a caso. Rivedendole
accelerate, a volte si possono scoprire delle piccole cose interessanti che ci
permetteranno di prendere confidenza con l'argomento ed allenano l'occhio.
Sconsiglio un confronto con la medicina ufficiale. Quando dopo diversi giorni
dalla sterilizzazione accade che si ritrovino forme di vita che nuotano nel
fluido sotto esame, la spiegazione della scienza ufficiale e’ che la
sterilizzazione non e’ stata fatta bene o il preparato si e’ nel frattempo
inquinato a causa del germe atmosferico. Queste saranno le due sole, monotone
spiegazioni senza possibilità di dialogo.
Poiché e’ impossibile rimanere per giorni e giorni al microscopio ad osservare i
cambiamenti che avvengono, per seguire questi eventi da vicino possiamo servirci
di apparecchiature capaci di riprese a bassa velocità ovvero della possibilità
di effettuare riprese con pochi fotogrammi per unità di tempo in modo da poter
rivedere l’evoluzione di tutto il processo in pochi minuti.
Va quindi anticipato che quasi tutti filmati qui riportati sono in realtà
il frutto di riprese molto lunghe, a volte ci sono voluti diversi giorni di
riprese temporizzate.
Per ogni campione, sicuramente molte ore dove la telecamera temporizzata e'
stata accesa anche per tutta la notte.
La tecnologia oggi a disposizione ci permette queste riprese con telecamere
digitali acquistabili anche a poco prezzo e con piccoli accorgimenti possiamo
registrare filmati di qualità eccellente.
I problemi che dobbiamo risolvere sono fondamentalmente due:
1) Eseguire riprese temporizzate.
2) Fare in modo che il preparato rimanga umido e sterile per tutto il tempo.
Il primo problema e' possibile risolverlo acquistando due
temporizzatori
da montare in serie e collegando la telecamera in modo tale che essa scatti
nei tempi e per la durata da noi programmata. Questo e' un lavoro molto semplice
ed e' stato possibile modificando il comando portatile esterno della telecamera
e facendo in modo che l'impulso che giunge dal temporizzatore agisca
direttamente sullo scatto della telecamera. Qualsiasi tecnico che si intenda di
elettronica e' capace di farlo senza difficoltà.
Il secondo problema e' risolto con una
micropompa e
con un altro
temporizzatore che permette lo svuotamento di una siringa anche in 24
ore rilasciando quindi sul vetrino, micro quantità di liquido sterile tarato in
modo tale da non permettere al campione in esame di asciugare.
Per il vetrino si può invece adoperare la vecchia
camera di Burker
Le grosse scanalature laterali ci fanno da serbatoio e permettono una buonissima
riserva di liquido.
Carichiamo il campione sul vetrino usando una Pasteur, infiliamo l'ago a
farfalla sterile in una delle scanalature del vetrino e accendiamo tutti i
temporizzatori tarandoli nel modo appropriato. Tutte le procedure e tutti i
materiali usati devono rimanere sterili. I più pignoli possono anche adoperare
accorgimenti che rendano sterili i dintorni del microscopio durante tutto il
tempo delle riprese.
In questo modo possiamo osservare l’evoluzione del processo che riteniamo in
quel momento interessante e lo possiamo cogliere sin dall’inizio quando ancora
non esiste nessuna formazione preesistente. Possiamo vedere tutta l’evoluzione
dei processi osservati e convincerci che non esiste il germe atmosferico
che cade proprio sotto il nostro obbiettivo ma una vera e propria metamorfosi.
Attenzione, quello che vediamo non e’ la cellula cancerosa ma piuttosto il
meccanismo con cui essa si forma.
All’interno dell’organismo la cellula cancerosa si forma con lo stesso
meccanismo. Quando la disintegrazione bionica dei tessuti provoca un aumento
considerevole di bioni (vescicole), essi agglutinano innescando lo stesso
meccanismo osservato nei filmati.
La cellula cancerosa e’ un organismo unicellulare che nell’organismo si forma
dalla disintegrazione bionica tissulare come amebe e protozoi si sviluppano
dalla disintegrazione bionica di infusioni sterili di tessuti biologici.
E’ così che si forma la cellula cancerosa.
RIASSUNTO
1. Quando la materia inorganica viene riscaldata ad alte temperature e fatta
gonfiare, o quella organica spontaneamente muore, esse subiscono una
disintegrazione vescicolare.
2. Benché le alte temperature uccidano la vita, esse producono vescicole di
energia (bioni) che agglutinandosi tra loro possono di nuovo svilupparsi in
organismi viventi.
3. Quando questo avviene in un organismo energeticamente scarico, il processo si
verifica spontaneamente senza l’intervento delle alte temperature come in vitro.
4. I bioni sono portatori di un quanto di energia e rappresentano uno stato di
transizione dal non vivente al vivente.
5. Questi esperimenti NON CREANO
LA VITA.
Essi rivelano soltanto un processo naturale e spontaneo mediante il quale gli
organismi unicellulari e le cellule cancerose si formano.
La formazione della cellula cancerosa può essere sinteticamente paragonata alla
costituzione di una nuova piccola azienda artigianale da parte di operai (i
nostri bioni) che, dopo essere stati licenziati, decidono di associarsi e
mettersi in proprio organizzandosi un'altra attività.
Dalle osservazioni fatte da Reich vengono spontanee diverse considerazioni:
1) La cellula cancerosa non e’ la causa del cancro bensì la
conseguenza.
2) La cellula cancerosa per se stessa non e’ una cellula “cattiva o
malata”. Essa e’ accettata dall'organismo energeticamente debole come il
tentativo naturale e spontaneo dell’organismo stesso di ripristinare un tessuto
che per altre cause sta morendo.
3) Tutte le terapie che attualmente colpiscono la cellula cancerosa sono
destinate al fallimento. Esse colpiscono la conseguenza e non la
causa.
4) Non esistono vari tipi di cancro, il cancro e' sempre e solo uno. Il
meccanismo base di formazione della cellula cancerosa e’ lo stesso e vale per
tutti i tipi di tumori solidi.
5) La formazione della cellula cancerosa ci introduce alla organizzazione
naturale dei protozoi.
La teoria dei bioni ci porta ancora molto più avanti e ci apre la porta ad altre
applicazioni come per esempio alla diagnosi precoce di cancro.
Il modo in cui si verifica la disintegrazione bionica dei tessuti e del sangue
ci informa della carica energetica dell’organismo e quindi della propensione al
cancro del paziente.
Qui di seguito e’ mostrato il risultato di un test per la diagnosi precoce di
cancro con la sua la reazione sana o B e la reazione malata o T.
Nella zona filmati e' disponibile una ripresa in vivo e in tempo reale del
processo di disintegrazione sana dei globuli rossi. Le immagini sono eccezionali
e sconosciute alla medicina ufficiale.
Foto disintegrazione bionica
del sangue
La valutazione della reazione B o T, richiede molta esperienza.
Devono prima essere esaminati molti campioni e devono essere paragonati l'uno
con l'altro prima di avventurarsi in diagnosi impegnative.
Reich spiega come l'aspetto dei bioni all'interno dello stroma dei globuli rossi
e' dovuto al fatto che l'uniforme distribuzione dell'energia e' stata
modificata.
Ciò comporta una sua graduale perdita da non poter mantenere la tensione
caratteristica delle cellule sane.
L'energia si contrae nei bioni che rappresentano un più primitivo livello di
funzionamento vivente.
Sia nel sangue sano che in quello malato il processo e' lo stesso, la sola
differenza e' che in un sangue sano la disintegrazione bionica comincia da un
livello più alto di energia.
E' giusto far risaltare che questo esame e' un test bio-energetico, in contrasto
con gli usuali test della medicina tradizionale che del globulo rosso, ci
informano per esempio sulla sua quantità di emoglobina piuttosto che sul
suo potere bio-energetico
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