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09/01/2007 Cellule staminali: buone prospettive ma obbligo di cautela (Simone Baroncia, http://www.korazym.org)

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I commenti all'annuncio di alcuni ricercatori americani di aver isolato un serbatoio di cellule staminali “pluripotenti”, cioè capaci di generare tutti i principali tessuti umani, nel liquido amniotico.

Una scoperta che “colmerebbe la diversità esistente tra le caratteristiche scientifiche delle cellule staminali embrionali e quelle dell’adulto”. Così Antonio Spagnolo, dell’Istituto di bioetica dell’Università cattolica di Roma, definisce l’annuncio di alcuni ricercatori americani di aver isolato un serbatoio di cellule staminali “pluripotenti”, cioè capaci di generare tutti i principali tessuti umani, nel liquido amniotico. “Le cellule staminali del liquido amniotico – spiega Spagnolo al Sir – sarebbero molto simili a quelle embrionali, e consentirebbero quindi di superare il problema attuali riguardo alle cellule staminali adulte”. Nonostante la “positività ed eccezionalità” della ricerca, l’esperto invita alla “cautela”. “In primo luogo – precisa - bisognerà dimostrare che questo tipo di cellule siano una reale alternativa alle cellule staminali embrionali, e poi verificare come queste cellule siano state prelevate. Un conto è, infatti, se esse provengano dai residui di liquido amniotico non utilizzato di donne che si siano sottoposte alla diagnosi prenatale in seguito a indicazioni diagnostiche, un altro è se i ricercatori abbiano sottoposte le donne al prelievo unicamente per prelevare cellule staminali, con il rischio che una donna in gravidanza su cento vada incontro all’aborto”.

Di uguale avviso Francesco D’Agostino, presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica. Nel valutare l’annuncio dei ricercatori americani di aver scoperto cellule staminali pluripotenti nel liquido amniotico, sottolinea che “questa scoperta potrebbe svuotare completamente di rilevanza i problemi in ordine all’uso di embrioni per prelevare da essi cellule staminali”. L’esperto, tuttavia, invita a “a non cadere nella trappola che consiste nell’assolutizzazione dell’idea in base alla quale qualunque tipo di ricerca sia da perseguire, se si ottengono buoni risultati. Se una ricerca scientifica è contraddittoria – ammonisce il giurista – bisogna sempre dire di no, anche se non ci sono tecniche sostitutive ad essa. La bioetica deve valutare eticamente le ricerche scientifiche senza alcuna considerazione di pretesa utilità”. Sì, dunque, al “progresso eticamente compatibile”, come sembra essere il caso della scoperta Usa, “purché però non si cada nell’errore per cui quando mancano ricerche alternative si debba abbassare la guardia e accettare qualunque tipo di ricerca”.

Salvino Leone, responsabile dell’Istituto di bioetica dell’Università di Palermo, alla scoperta di alcuni ricercatori americani, pubblicata dalla rivista “Science”, che affermano di aver isolato la presenza di un serbatoio di cellule staminali pluripotenti nel liquido amniotico umano, puntualizza all’agenzia Sir: “Le cellule staminali presenti nel liquido amniotico manterrebbero comunque alcuni problemi legati in generale alle cellule totipotenti, come la maggiore possibilità di insorgenza di allergie o di formazioni neoplastiche”, senza contare che c’è bisogno di “tanta sperimentazione” per verificare i risultati delle scoperte made in Usa. Di qui la necessità di “non lasciare una via sicura per una via incerta”, sottolinea Leone riferendosi alla ricerca sulle cellule staminali adulte, che “sta già dando risultati promettenti e interessanti, soprattutto a livello neurologico. L’Italia non è agli ultimi posti per quanto riguarda questo tipo di ricerca”.

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