Novita' importanti per la ricerca sulla sclerosi multipla, una patologia che
colpisce in Italia 80 abitanti su 100.000: la prima causa scatenante della
malattia e' un virus molto diffuso, quello di Epstein Barr, che provoca la
mononucleosi.
E' la conclusione a cui e' giunta una ricerca condotta dal Dipartimento di
Biologia Cellulare e Neuroscienze dell'Istituto Superiore di Sanita',
pubblicata lo scorso 5 novembre sulla prestigiosa rivista americana The
Journal of Experimental Medicine. Lo studio, condotto su materiale
autoptico di 22 pazienti, ha mostrato la relazione causale tra la presenza del
virus e la risposta infiammatoria nelle lesioni cerebrali tipiche di questa
malattia. "Si tratta di un risultato straordinario -afferma Enrico Garaci,
presidente dell'Istituto Superiore di Sanita'- Per la prima volta
l'osservazione di un virus nel cervello di pazienti affetti da Sclerosi
multipla permette di spiegare contemporaneamente le caratteristiche e i
meccanismi della malattia. Cio' significa che da oggi potremo valutare meglio
sia le terapie attualmente disponibili sia eventuali strategie di prevenzione.
Attualmente questa ricerca e' finanziata nell'ambito del Sesto Programma
Quadro dell'Unione Europea e l'importanza dei risultati raggiunti, oltre a
confermare di avere giustamente indirizzato le nostre risorse, ci stimola a
continuare a dedicare energie importanti in questa direzione". La ricerca, che
e' stata sostenuta anche dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, non solo
avvalora una ipotesi formulata da molti anni e mai direttamente provata, ma
apre una prospettiva diversa nella quale riconsiderare la strategia di lotta
alla malattia. "Da tempo, infatti -spiega Francesca Aloisi,
coordinatrice della ricerca svolta insieme a Barbara Serafini- si
ipotizzava una correlazione tra infezioni virali e la sclerosi multipla;
tuttavia, abbiamo dimostrato per la prima volta che il virus di Epstein-Barr
e' presente nelle placche di demielinizzazione di tutti i casi analizzati e
promuove la risposta infiammatoria responsabile del danno cerebrale Gli studi
epidemiologici precedenti indicavano una possibile associazione tra agente
virale e malattia, ma cio' che oggi emerge e' con quale meccanismo il virus
induce la malattia".
Il virus, secondo la ricerca, sarebbe trasportato nel sistema nervoso centrale
dai linfociti B, cellule responsabili della produzione di anticorpi. "Queste
cellule -spiega Aloisi- riescono ad attraversare la barriera emato-encefalica
che circonda e protegge il tessuto nervoso; una volta penetrati nel sistema
nervoso centrale, i linfociti B infettati si espandono costituendo una riserva
occulta di virus. La risposta infiammatoria cronica responsabile della
formazione delle placche di demielinizzazione e dei deficit neurologici viene
generata proprio nel tentativo, da parte del sistema immunitario, di eliminare
il virus dal sistema nervoso centrale". E' piu' chiara, dunque, l'interazione
tra il virus della mononucleosi e la sclerosi multipla, anche se Garaci tiene
a smorzare gli allarmismi: "Gli ammalati di sclerosi hanno il virus della
mononucleosi, magari in forma latente, ma ovviamente questo non vale per il
contrario. E il virus da solo non basta a provocare la sclerosi: occorre anche
una predisposizione dell'individuo, hanno un ruolo importante i fattori
genetici". D'altronde i numeri parlano chiaro: "La sclerosi multipla copre
meno dell'1 per mille, l'infezione da Epstein Barr arriva a una diffusione
dell'80%. Il virus gioca un ruolo determinante, ma da solo non basta". La
scoperta, conferma il genetista Bruno Dalla Piccola, presente al
convegno dell'Iss, non toglie nulla all'importanza della ricerca sulle
staminali: "Questo studio conferma la patogenesi della malattia. Gia' si
sospettava che la sclerosi avesse un'origine infettiva, ora abbiamo la prova.
Ma le staminali sono fondamentali per riparare i danni prodotti da queste
patologie, sono loro a dare le massime prospettive nello studio delle malattie
rare".
La ricerca dell'Istituto superiore di sanita' 'apre nuovi spiragli nella
terapia'. Lo afferma il professor Bruno Tavolato immunopatologo dell'universita'
di Padova.
La ricerca dell'Iss supera in parte l'ipotesi autoimmune della malattia cioe'
la possibilita' che il sistema immunitario dell'organismo reagisca contro
alcune sostanze considerate come estranee combattendo contro di esse. Tuttavia
fino ad oggi, aggiunge il ricercatore, un vero bersaglio di questa reazione
autoimmune non e' mai stato chiarito e trovato, una questione mai risolta.
Ora l'osservazione dice in sostanza che il virus Epstein Barr e' un nemico che
arriva in casa e per distruggerlo si fa un danno a se' stessi.
http://www.aduc.it
Archivio cellulestaminali
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