Al via il primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la
sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali
contro la sclerosi multipla (Sm). A presentare il progetto in occasione
del 28esimo Congresso dell'European Committee for Treatment and Research
in Multiple Sclerosis (Ectrims) in corso a Lione e' stato Antonio Uccelli,
responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie
demielinizzanti dell'universita' di Genova, in una sessione dal titolo
suggestivo: "From dreams to reality", dai sogni alla realta'.
Un passo in avanti verso la conferma che le staminali funzionano davvero
contro la sclerosi multipla, dunque, "anche se dobbiamo subito specificare
che potranno essere impiegate solamente in quei pazienti che hanno tessuti
nervosi non ancora completamente danneggiati", tiene a precisare l'esperto
parlando all'Adnkronos Salute e scegliendo un esempio per chiarire il
concetto: "Quando un bosco si infiamma, e il bosco in questo caso e' il
sistema nervoso del paziente affetto da sclerosi multipla - spiega - non
e' piu' possibile intervenire.
Invece, quando l'incendio ancora non si e' esteso, pensiamo sia possibile
'spegnere' l'infiammazione grazie alle cellule staminali mesenchimali
estratte dal midollo osseo del paziente stesso e speriamo di confermare
che esse hanno anche una funzione protettiva e riparativa dei nervi".
Il trial arruolera' 160 malati di sclerosi che non hanno risposto alle
terapie disponibili. Si mira, insieme con gli esperti di Francia, Spagna,
Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Svizzera, Australia e Canada, a
"concludere l'arruolamento entro la fine del 2013 e ad avere i primi
risultati a meta' del 2015". Se positivi, si passera' alla fase III.
"Gli studi eseguiti nei nostri laboratori - prosegue Uccelli - sono stati
i primi, nel 2005, a dimostrare l'efficacia di questo trattamento su
modello animale. Un risultato che e' stato confermato da altri laboratori
e che ha creato consenso per far si' che ci fosse un razionale consistente
per procedere con la sperimentazione sull'uomo. La fase I ha valutato
soprattutto la sicurezza del trattamento. L'obiettivo della fase II e' di
arrivare a dare una risposta definitiva alla domanda se le cellule
staminali mesenchimali funzionano realmente contro questa malattia. In
caso di risposta negativa, speriamo almeno di mettere fine al turismo
della speranza, dove conta solo la carta di credito dei pazienti disperati
in cerca di cure miracolose".
La convinzione degli studiosi e' che "le cellule staminali non solo
facciano immunomodulazione, cioe' blocchino l'auto-aggressione del sistema
immunitario al sistema nervoso. Questo, infatti, e' quello che fanno i
farmaci attualmente utilizzati contro la sclerosi multipla. Vogliamo
dimostrare che queste cellule hanno un valore aggiunto e cioe' sono anche
in grado di rilasciare fattori protettivi dei tessuti e che favoriscono la
riparazione. Non, ribadisco, la rigenerazione di tessuti ormai
danneggiati".
Lo studio italiano, condotto in doppio cieco, e' stato finanziato dalla
Fism con circa un milione di euro e gli scienziati italiani si sono uniti
con quelli delle altre 9 Nazioni per evitare "piccoli studi frammentati.
Ci siamo incontrati a Parigi nel 2009 per porre nuovi paletti
nell'esecuzione di questo tipo di trial accademici".
http://www.aduc.it
Archivio cellulestaminali
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