Ma le liberalizzazioni non piacciono neppure alla Cdl lombarda.
La maggioranza di centrodestra che siede nel Consiglio regionale
ha presentato una mozione contro il decreto legge Bersani.
Secondo il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf),
la sfida lanciata dal decreto Bersani č da cogliere ''per conservare il
ruolo del farmacista all'interno della societą'' Per i Liberi Farmacisti :
"Le richieste della Federfarma sono ben chiare: far uscire solo una parte
dei farmaci d'automedicazione dalla farmacia e permetterne l'acquisto senza
la presenza del farmacista.Una richiesta piena di contraddizioni".
Per anni - spiegano i liberi farmacisti - i vertici della categoria
hanno affermato che dove veniva esitato il farmaco era
indispensabile la presenza del farmacista.Oggi, a fronte della perdita
parziale di quell'esclusiva che ha contraddistinto tutta la legislazione
degli ultimi 70 anni, improvvisamente tali concetti vengono capovolti in
favore della tutela dei propri privilegi. La veritą č che lo sciopero di
oggi č contro la competizione nel settore, contro quel confronto delle
capacitą in grado di funzionare da volano per migliorare il servizio ed
abbassarne i costi.
Uno sciopero contro la possibilitą data a nuove e vecchie generazioni di
farmacisti di misurarsi nel libero esercizio della propria professione.
Una protesta dettata dalla paura di doversi confrontare senza garanzie e
rendite di posizione.
Il Decreto Bersani č un primo passo verso la concorrenza nel
settore, conclude MNLF - molti altri ne dovranno seguire, a
cominciare dall'abolizione del numero chiuso delle farmacie nel territorio.Una
rivoluzione copernicana ove la legittimazione della professione non č pił
data dal luogo ove questa si svolge, ma dal professionista che la esercita.
Ma le liberalizzazioni non piacciono neppure alla Cdl lombarda.
La maggioranza di centrodestra che siede nel Consiglio regionale ha
presentato una mozione contro il decreto legge Bersani. A sottoscrivere il
testo sono stati 14 consiglieri tra cui Monica Rizzi e Giosuč Frosio della
Lega Nord. Il documento impegna formalmente la Giunta regionale lombarda a
richiedere la verifica della Corte Costituzionale sulla legittimitą del
decreto. Critici anche su questa iniziativa politica i Liberi Farmacisti che
difendono il decreto: "Suggeriamo alla CDL di cambiare nome: da casa delle
libertą a Casa delle Corporazioni
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