Oltre 16mila le farmacie chiuse oggi per serrata in tutta Italia.
Terminato l'incontro tra Federfarma e Bersani si decide per un tavolo
tecnico con il ministero della Salute e operatori del settore. Intanto, le
prime crepe nello schieramento delle farmacie. MDC: "Federazione non si
preoccupa della vendita di farmaci on-line". Le associazioni dei
consumatori sostengono il decreto.
Continua oggi la serrata dei farmacisti che, tra
scioperi e manifestazioni in piazza, si sono nuovamente incontrati
con il ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani per la questione
liberalizzazione dei farmaci da banco. Il ministro ha ribadito che il
governo intende portare a compimento il decreto legge a tutela dei
consumatori con la conversione in legge del testo già approvato dal Senato.
"Le nuove norme - si legge nella nota del
ministero - consentiranno l'abbassamento dei prezzi dei farmaci
e una maggiore accessibilità da parte dei consumatori, peraltro sotto
l'assistenza di un farmacista iscritto all'ordine professionale, proprio al
fine di evitare ogni possibile abuso nell'utilizzo dei farmaci".
A fronte delle preoccupazioni manifestate dai rappresentanti di
Federfarma, Bersani ha sottolineato che non è sua intenzione
"favorire fenomeni di concentrazione proprietaria delle farmacie in pochi
grandi gruppi, precisando che le nuove norme non vanno comunque in questa
direzione". Bersani ha dato la propria disponibilità ad aprire un tavolo
tecnico con il ministero della Salute e con gli operatori per valutare gli
aspetti relativi ai rischi di concentrazione proprietaria delle farmacie,
anche in relazione ai profili di interesse comunitario.
Il
ministro della Salute Livia Turco a questo proposito si è detta
disponibile al dialogo, invitando la categoria a "superare
l'attuale posizione rispetto a una legge che ci porta in Europa". Turco ha
inoltre ribadito che è fondamentale la presenza di un laureato in farmacia
iscritto all'Ordine nei punti vendita dove si potranno vendere i generici,
sottolineando le nuove possibilità di occupazione ai giovani laureati in
farmacia.
Intanto, mentre i farmacisti si sono riuniti in assemblea per
decidere ulteriori azioni di protesta da intraprendere, le
associazioni dei consumatori confermano il sostegno al decreto Bersani e la
critica all'atteggiamento di Federfarma, considerato dal Movimento Difesa
del Cittadino (MDC) a metà tra il "provocatorio, quando propone la
possibilità per i cittadini di acquistare liberamente i medicinali di
automedicazione in tutti gli esercizi commerciali senza personale
specializzato, e l'antidemocratico, quando sospende alcune sue associazioni
provinciali che non hanno aderito allo sciopero del 19 luglio".
MDC si riferisce alla
sospensione di 4 mesi decisa dalla Federazione nei confronti delle
associazioni provinciali di Bologna, Firenze, Bolzano, Prato, Sassari e
Trento e delle Unioni Regionali Emilia-Romagna e Toscana, per il
comportamento assunto in occasione dell'iniziativa sindacale proclamata da
Federfarma per la giornata del 19 luglio.
Non è l'unica crepa nello schieramento delle farmacie: anche il
Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) si dice
contrario all'agitazione dei titolari di farmacia contro il decreto Bersani
definendola "uno sciopero contro il ruolo sociale del farmacista nella
società". "Le richieste della Federfarma - si legge nel comunicato del MNLF
- sono ben chiare: far uscire solo una parte dei farmaci d'automedicazione
dalla farmacia e permetterne l'acquisto senza la presenza del farmacista:
una richiesta piena di contraddizioni".
In particolare, il Movimento Difesa del Cittadino critica tre
punti nella posizione di Federfarma: il fatto che le farmacie sono
diventate dei veri e propri supermercati, che vendono prima ancora dei
farmaci prodotti dimagranti o contro la cellulite (spesso oggetto di
provvedimenti per pubblicità ingannevole da parte dell'Autorità Antitrust),
giocattoli, calzature, prodotti per l'igiene ed erboristici; il fatto che,
pur temendo un aumento sconsiderato dell'uso dei farmaci da parte dei
cittadini in seguito alla liberalizzazione, i farmacisti non abbiano mai
protestato contro le dispendiose campagne pubblicitarie sui farmaci in tv;
infine, il fatto che Federfarma non si sia mai preoccupata della vendita di
farmaci on-line, non consentita peraltro dalla legge né dal decreto Bersani,
da parte di alcuni siti di farmacie italiane come
www.farmaciademeo.it e
www.farmaciaghiselli.com.
"La liberalizzazione dei farmaci prevista dal provvedimento del
Ministro Bersani - dichiara Antonio Longo, Presidente del
Movimento Difesa del Cittadino (MDC) - cancella i privilegi della lobby
dei farmacisti, portando una maggiore concorrenza nel settore. Nel nostro
Paese i prezzi dei farmaci sono molto alti: basti pensare che, secondo una
rilevazione di Farmindustria, che ha effettuato 360 confronti tra farmaci
italiani e francesi, ben il 60% (216) ha un prezzo più elevato in Italia".
Nel frattempo, di fronte alla chiusura reiterata di oltre 16 mila
farmacie che ha lasciato numerosi Comuni italiani senza assistenza
farmaceutica, Cittadinanzattiva ha oggi inviato un esposto alla Procura
della Repubblica del Tribunale di Roma per valutare l'esistenza del reato di
interruzione di pubblico servizio, chiamando in causa l'articolo 340 del
Codice penale ("chiunque, fuori dai casi preveduti da particolari
disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un
ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito
con la reclusione fino a 1 anno. I capi, o promotori od organizzatori sono
puniti con la reclusione da uno a cinque anni).
"Con la serrata - afferma Teresa Petrangolini, segretario
generale di
Cittadinanzattiva - i farmacisti impediscono oggi ai cittadini
l'accesso a medicinali di classe A: non stiamo parlando di pillole per il
mal di testa, o sciroppo per la tosse, ma di antibiotici, antiipertensivi,
cortisonici, e altri farmaci salvavita. Ci auguriamo che il Governo non ceda
in alcun modo a questi ricatti".
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