Allarme degli scienzati: il polo Nord si scioglie più in fretta del previsto. Comparse nuove isole. Un pool di ricercatori esorta il governo inglese: "Tagliare le emissioni in modo drastico"
L'estensione dei ghiacci perenni nel Mare Artico è diminuito del 14% tra il 2004 ed il 2005 perdendo una superficie pari a quella del Pakistan o della Turchia. Lo ha scoperto un satellite della Nasa. I dati sono stati pubblicati dalla rivista Geophysical Research Letters.
Lo scioglimento dei ghiacci fa emergere isole sconosciute. "Siamo a conoscenza di almeno tre nuove isole che sono emerse quest'anno a causa del ritirarsi dei ghiacciai", ha dichiarato Rune Bergstrom, consulente sull'ambiente del governatore delle isole Svalbard, un arcipelago norvegese a circa 1.000 chilometri dal Polo Nord. Secondo Bergstrom la più grande di queste isole misura 300 metri per 100.
Recenti studi mostrano come negli ultimi decenni la superficie dei ghiacci nel Polo Nord durante l'estate si sia ridotta di circa lo 0,7% l'anno. Nel settembre dello scorso anno la superficie coperta dai ghiacci è stata la più piccola dal 1978, il primo anno in cui é stato possibile utilizzare il rilevamento satellitare.
Secondo gli esperti l'area del Polo Nord si sta riscaldando ad una velocità doppia rispetto alla media globale. Intanto una ricerca commissionata dal governo britannico sollecita lo stesso esecutivo ad una radicale revisione delle misure per ridurre le emissioni di anidride carbonica, pena una catastrofe ambientale.
La notizia è stata rilanciata dal Guardian, che ha citato lo studio del Tyndall Centre for Climate Change Research, che sottolinea la necessità di accelerare la riduzione dei gas responsabili dell'effetto serra per evitare conseguenze ambientali catastrofiche. Secondo le stime governative sarebbe sufficiente tagliare il 60% delle emissioni nocive perché le temperature medie non aumentino di due gradi centigradi entro il 2050.
Un calcolo impreciso - sostengono gli studiosi del Tyndall Centre - che non tiene conto dell'inquinamento provocato dall'aeronautica e dalla marina. Da qui l'esortazione a diminuire al più presto (fino al 90%) la produzione di anidride carbonica.
"Le politiche del governo per la riduzione del biossido di carbonio non tengono conto di due comparti in rapida crescita, il trasporto aereo e quello marino... c'è un'evidente vuoto tra l'entità del problema e le soluzioni proposte", commenta lo studio.
16/09/2006 Nasa: «Perso il 14% dell'Artico» (www.lanuovaecologia.it)
Tra il 2004 e il 2005 s'è sciolta una
superficie dei ghiacciai perenni pari a quella della Turchia. I dati
dell'agenzia spaziale americana su
"Geophysical research letters"
L'estensione dei ghiacci perenni nel Mare Artico è diminuito del
14% tra il 2004 ed il 2005 perdendo una superficie pari a quella del
Pakistan o della Turchia. Lo riferisce oggi il sito internet della Bbc
riportando i dati forniti da un satellite della Nasa e pubblicati dalla
rivista "“Geophysical esearch Letters". Recenti studi mostrano come
negli ultimi decenni la superficie dei ghiacci nel Polo Nord durante
l'estate si sia ridotta di circa lo 0,7% l'anno. Nel settembre dello
scorso anno la superficie coperta dai ghiacci è stata la più piccola dal
1978, il primo anno in cui é stato possibile utilizzare il rilevamento
satellitare. Secondo gli esperti questo fenomeno potrebbe derivare in
parte da un inusuale andamento dei venti che si è registrato l'anno
scorso anche se uno dei fattori principale sarebbe l'innalzamento delle
temperature. In particolare, l'area del Polo Nord si sta riscaldando ad
una velocità doppia rispetto alla media globale.
Il ghiaccio perenne è uno strato spesso almeno tre metri che
riesce a durare almeno un'estate. E' diverso dal giaccio "stagionale"
che è più sottile e si scioglie più facilmente. «Il ghiaccio perenne
contiene meno sale - ha spiegato il Son Nghiem, scienziato del
laboratorio sulla propulsione a getto
della Nasa in California - È ghiaccio d'acqua dolce, contiene più bolle
e di solito la sua superfici è più rugosa, e uno scatterometro (uno
strumento radar) riesce a distinguere tra i due tipi». Installando
questo apparecchio sul satellite della Nasa Quikscat, i ricercato hanno
analizzato l'Artide dall'ottobre 2004 al marzo di quest'anno. Quando
sono stati messi a confronto i dati registrati durante il solstizio
d'inverno del 2004 con quelli dell'anno scorso la differenza è risultata
notevole. «Il cambiamento osservato tra il 2004 ed il 2005 è enorme», ha
commentato Nghiem.
Archivio Controllo Elettronico Climatico
|