Il 25 giugno è indetto il Referendum con il quale
i cittadini italiani dovranno decidere se confermare o meno le
modifiche costituzionali apportate dal Parlamento alla Costituzione.
Cittadinanzattiva è una delle organizzazione che promuove la partecipazione
democratica dei cittadini e, in quanto tale, si era mobilitata sia nella
promozione e nella raccolta delle firme per questo Referendum sia attraverso
la Campagna "Ricuciamo la Costituzione" volta ad esprimere il proprio
dissenso verso questa Riforma.
L'associazione elenca i motivi per dire NO al referndum, riportiamo di
seguito il contenuto:
No alla riforma di pochi
La riforma è stata elaborata da un comitato ristretto di quattro saggi. Un
testo decisivo per il mutamento degli assetti della vita pubblica italiana
viene approvato dal Parlamento senza alcun coinvolgimento dei cittadini.
No all'uso della Costituzione a fini elettorali
È molto grave che la riforma della Carta costituzionale riceva il sostegno
di una sola parte, per quanto maggioritaria, del Parlamento e non sia il
frutto di un ampio consenso, prima di tutto del Paese e, poi, delle Camere.
In particolare, non possiamo condividere che la riforma delle norme
fondamentali dell'ordinamento giuridico possa ridursi, come di fatto sta
accadendo, a merce di scambio.
No al premierato assoluto
La riforma in corso di approvazione aumenta in modo esagerato I poteri del
presidente del Consiglio (al capo dell'esecutivo viene attribuito perfino il
potere di scioglimento delle Camera) e trasforma il nostro regime
parlamentare in regime elettorale del primo ministro. I cittadini, per
quanto riguarda il governo del Paese, vengono relegati ad un ruolo passivo,
semplici spettatori delle decisioni assunte da un uomo cui hanno delegato la
propria sovranità.
No al pasticcio istituzionale
Le nuove norme relative all'assetto dei rapporti tra le due Camere, con
l'introduzione di un Senato federale dalla fisionomia incerta, rischiano di
produrre una profonda confusione istituzionale con conseguenze assai gravi
per il corretto svolgimento delle dinamiche democratiche sia in sede
parlamentare che nel rapporto con le Regioni.
No alla devolution
La riforma in corso di approvazione aumenta il peso delle burocrazie e dei
potentati politici regionali. Non soltanto dunque si approfondiscono I
problemi di eguale tutela dei diritti dei cittadini sul territorio nazionale
in ambiti cruciali come la sanità, l'istruzione e la sicurezza, ma si
aumenta lo spreco di denaro pubblico nel mantenimento di macchine
amministrative inutili, malgestite e spesso corrotte.
No all'assenza di contrappesi
La riforma riduce gravemente il ruolo di bilanciamento e di controllo
esercitato dagli organi di garanzia (quali il Presidente della Repubblica,
la Corte costituzionale e le autorità amministrative indipendenti). Inoltre,
l'attribuzione al capo dell'esecutivo del potere di scioglimento della
Camera impedisce di fatto il funzionamento del fondamentale principio della
separazione dei poteri.
20/05/2006 Tutto sul Referendum Costituzionale del 25 Giugno
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