Allarme dell'Unicef per 29 crisi dimenticate. Servono 805 milioni di dollari, un terzo solo per il Sudan. I bambini i più esposti
I disastri naturali e le
crisi umanitarie, che l’anno scorso hanno ferito improvvisamente il mondo,
hanno fatto dimenticare le molte emergenze che colpiscono continuamente
milioni di bambini e di famiglie esposte a malattie, malnutrizione e
violenza. È quanto denuncia l’Unicef nel “Rapporto sull’Intervento
umanitario 2006” presentato lo scorso 23 gennaio a Ginevra.
L’agenzia delle Nazioni
Unite per i Diritti dell’infanzia lancia un vero e proprio allarme
e chiede che vengano devoluti 805 milioni di dollari per aiutare
donne e bambini in 29 emergenze sottofinanziate, di cui un terzo (331
milioni di dollari) destinato alla crisi nel Darfur. Nella regione
occidentale del Sudan, infatti, già 3,4 milioni di persone sono morte
a causa del conflitto e dell’instabilità che colpiscono la zona e sono
minacciati dallo stesso destino 1,4 milioni di bambini, 500.000 dei
quali al di sotto dei 5 anni d’età.
Il Rapporto fornisce una
panoramica dei programmi d’intervento previsti dall’agenzia nel corso del
2006 e presenta le attività di soccorso per aiutare i popoli bisognosi. L’Unicef,
infatti, segnala che nel 2005 soltanto 4 dei 25 appelli lanciati
hanno ricevuto finanziamenti superiori al 50% della cifra necessaria.
Un’attenzione
particolare va rivolta soprattutto al Sudan dove, oltre alla crisi già
segnalata, 17 milioni di persone non hanno disponibilità di acqua
potabile e oltre 20 milioni non hanno accesso a servizi sanitari
sicuri; all’Africa orientale e meridionale, dove siccità,
malnutrizione e diffusione del virus HIV/AIDS hanno provocato una delle
più gravi emergenze mondiali degli ultimi 10 anni; Asia meridionale,
dove si segnala il più alto tasso di povertà infantile con 330 milioni di
bambini che soffrono delle più gravi privazioni (casa, sanità, acqua, cibo
e istruzione); Asia orientale e Pacifico, dove alla crisi provocata
dallo tsunami va aggiunta quella dell’influenza aviaria, della povertà e
della carenza di cibo; infine, Medioriente e Nord Africa, dove la
guerra in Iraq e i continui fenomeni terroristici hanno un forte impatto
sui giovani.
“In molto di questi
paesi – ha detto Dan Toole, direttore dell’Ufficio per i Programmi di
emergenza dell’Unicef – i bambini vivono in costante stato di
emergenza perché stanno crescendo in condizioni di estrema povertà, senza
accesso all’istruzione o ai più elementari servizi sanitari di base. Per
questo – ha concluso Toole – rispondere velocemente ed efficacemente alle
crisi è essenziale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo a lungo
termine”.
In base al Rapporto,
le attività di soccorso e di assistenza includono forniture di base per
la sopravvivenza, per l’istruzione, per la nutrizione e la tutela
della salute: kit scolastici, acqua potabile, servizi sanitari, medicinali
e, soprattutto un forte contributo alla smobilitazione e al recupero dei
bambini soldato
Archivio Diritti Umani
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