Abbiamo finalmente ripulito New Orleans dagli alloggi pubblici. Noi
non potevamo farlo, ma Dio sì Richard Baker (Repubblicano – Los Angeles), 9
settembre 2005
In questi giorni i media parlano a malapena di New Orleans, la città in cui
l'uragano Katrina ha colpito nel settembre 2005. La mancanza di informazioni su
New Orleans è un'omissione deliberata, mentre la città e la popolazione
continuano a soffrire. L'uragano Katrina è servito da precursore per "pulire" la
città e la sua popolazione afro-americana, e creare una risorsa per turisti e
Statunitensi ricchi. Lo scopo è imborghesire New Orleans e negare alla sua
popolazione nera e povera il 'diritto al ritorno' alla propria città.
La "ricostruzione" di New Orleans è divenuta un eufemismo per la distruzione
della tradizione culturale e storica della città. I principali promotori e
agenti immobiliari si stanno approfittando del nuovo sviluppo della città a
spese della popolazione a basso reddito di New Orleans. Nell'attuale ambiente
politico, gli sviluppi economici sembrano essere guidati da una visione
estremamente ridotta capace di rispondere solo alle grandi aziende ad al
turismo.
L'Autorità per la Casa di New Orleans (The Housing Authority of New Orleans,
HANO), in cooperazione con il Dipartimento Usa per la Casa e lo Sviluppo Urbano
(U.S. Department of Housing and Urban Development, HUD) pianifica di demolire i
più grandi complessi edilizi pubblici di New Orleans e di rimpiazzarli con
inaffidabili unità abitative travestite dal programma "abitazioni per reddito
misto" (Hope VI). Il programma Hope VI è atto a decentralizzare la povertà in
base all'agenda neo-liberale.
Il Segretario dello HUD, Alphonso Jackson, ha annunciato che oltre 5.200 unità
abitative pubbliche – costruite per le persone a basso reddito di New Orleans –
stanno per essere demolite e rimpiazzate con unità per persone con una gamma più
ampia di redditi. Sarebbe la più grande demolizione nella storia della città, e
includerebbe l'estensione dei complessi edilizi di pochi piani quali St. Bernard,
C. J. Peete, B. W. Cooper e Lafitte. Le case sono state chiuse o recintate dalle
autorità sin dall'urgano Katrina, per permettere loro di deteriorarsi. La
decisione è stata presa nonostante la mancanza di abitazioni per oltre 200.000
persone ancora rifugiate tra i residenti di New Orleans. Molti dei rifugiati
stanno vivendo in case abbandonate, senza acqua ed elettricità. E' possibile che
oltre 3.500 famiglie non avranno un posto dove tornare se l'HUD procederà con la
sua decisione di demolire le unità abitative pubbliche.
Il programma Hope VI permette di tornare a solo il 14 % circa della popolazione
originaria che viveva nelle case pubbliche. Le scuole pubbliche e i servizi
sanitari ranno ridotti o rimossi per scoraggiare le persone dal tornare. Anche
se ritornano, non ci saranno case pubbliche, nessuna sanità pubblica e non
abbastanza scuole per loro e i loro figli. La realtà è questa: quelli "che hanno
pianificato il processo di ripresa non hanno mai voluto che le persone povere
tornassero nella città", ha detto al New York Times Lance Hill, direttore
dell'Istituto Meridionale per l'Educazione e la Ricerca all'Università di Tulane.
"E non hanno reso facile" tornare alle proprie case. In altre parole, le vittime
saranno ancora più vittime.
"Ciò equivale ad una pulizia etnica", ha detto Mike Howells, un membro dello
United Front for Affordable Housing (fronte unite per case alla portata di
tutti). "Sappiamo chi sta per essere eliminato come risultato", ha aggiunto
Howells. Inoltre, la percentuale di case pubbliche sfitte a New Orleans,
specialmente nelle aree meno colpite dall'urgano Katrina, è molto alta, ma gli
affitti non sono alla portata delle persone con un reddito basso, e i
proprietari stanno optando per mantenere le loro proprietà chiuse, riducendo
ulteriormente la disponibilità di case in affitto.
Nel censimento del 2000, la popolazione di New Orleans era nera per il 67.3 % e
bianca per il 28.1 %. Comunque, nei quattro mesi che hanno seguito l'Uragano
Katrina; "la popolazione dell'area metropolitana di New Orleans era per il 37 %
nera tra gennaio e agosto 2005 ed è caduta al 22 % tra settembre e dicembre
2005. La percentuale di residenti bianchi è cresciuta dal 60 % al 73 %. I
residenti che guadagnavano tra i 10.000 $ e i 14.999 $ all'anno sono scesi dal
8.3 % al 6.5 %; mentre quelli con un reddito annuo tra i 75.000 $ e i 99.999 $
sono aumentati dal 10.5 % al 11. 4 %", secondo le statistiche rilasciate
dall'ufficio per il censimento nel giugno 2006.
Il disastro dell'Uragano Katrina è usato attivamente per cambiare in modo
artificiale la demografia di New Orleans. La popolazione dell'area metropolitana
di New Orleans è diventata sostanzialmente più bianca, più vecchia e meno povera
– non perché le persone si siano improvvisamente arricchite, ma perché i poveri
sono stati eliminati dalla città – ed è precipitata a meno di metà della sua
dimensione, secondo l'ufficio per il censimento. "New Orleans non sarà nera come
lo era per molto tempo, se mai lo sarà di nuovo", ha detto Alphonso Jackson, e
si sta muovendo velocemente in quella direzione. E' suggerito che solo i bianchi
e i ricchi siano incoraggiati a fare di New Orleans la loro casa a spese degli
afro-americani e della loro tradizione culturale.
L'attuale ristrutturazione di New Orleans fornisce un eccellente esperimento
sociale della nuova epidemia di privatizzazione delle case e e dei beni
pubblici. La distruzione inflitta dall'Uragano Katrina permette ai politici,
alle elite che comandano e ai loro fedeli di rimodellare la città come un libero
mercato ed una proprietà privata che accolga i ricchi ed i turisti. Con miliardi
di dollari dei contribuenti resi disponibili per la "ricostruzione", il disastro
portato dall'Uragano Katrina è la cortina fumogena per imborghesire New Orleans
e far depredare le risorse pubbliche da parte delle aziende.
Per preservare la tradizione afro-americana, si dovrebbe permettere agli
afro-americani di partecipare in prima linea alla ricostruzione e allo sviluppo
economico di New Orleans. La storia unica della città e la sua tradizione
culturale dovrebbero ispirare una nuova invenzione urbana e la sostenibilità
economica, non l'ideologia neo-liberale che ha dimostrato di favorire gli
interessi dei ricchi e potenti.
Inoltre, come risultato della totale negligenza delle autorità, le persone con
un basso reddito di New Orleans stanno sperimentando "una quasi epidemia e di
depressione e disordine da stress post-traumatico". Il tasso di suicidio in una
città dalla vivace tradizione afro-americana "era meno di nove all'anno per
100.000 residenti prima di Katrina, ed è aumentato ad un tasso annuo di oltre 26
ogni 100.000 nei mesi successivi", ha riportato il Times. Il tasso di
criminalità è aumentato drammaticamente. "Pensai di poter superare la tempesta e
l'ho fatto – sono le conseguenze che mi stanno uccidendo", ha detto al Times
Gina Barbe, una residente di New Orleans. La risposta da parte delle autorità è
stata di impiegare le truppe della Guardia Nazionale per pattugliare le strade
di New Orleans, pretendendo di guarire la malattia economica e sociale che hanno
creato.
Ghali Hassan
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
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25.06.2006
Archivio Diritti Umani
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