La notte prima delle arature, la polizia hanno fatto irruzione a
Bejhera Khurd, ha sfondato le porte delle abitazioni aggredendo donne,
bambini, anziani e disabili, lasciando il villaggio privo di ogni mezzo di
comunicazione e locomozione. Alla periferia di Delhi è in costruzione la
centrale a gas più grande del mondo
Yunus, un Nobel di valori
Nella periferia di Delhi, nel Dadri, Ghaziabad, la Reliance energy
sta costruendo la più grande centrale termoelettrica a gas del mondo, per
una potenza di 3.500 megawatt. Le previsioni di investimento parlano di
circa 2,2 miliardi di dollari per la realizzazione dell'opera. Ma il costo
più pesante del progetto riguarda l'area scelta per il megaimpianto: 2.500
acri di terra (equivalenti a oltre 1.000 ettari, ndt) nella regione più
fertile del mondo, dove il suolo di origine alluvionale è stato formato dai
fiumi Gange e Yamuna. I contadini, sulle cui terre dovrebbe sorgere
l'impianto, hanno saputo che il governo aveva espropriato i loro
appezzamenti solo quando è stata posta la prima pietra della centrale.
Dovevano scegliere: o rivolgersi al tribunale o accettare la compensazione
economica che veniva loro offerta. Poiché la crescita urbana di Delhi è in
fortissima espansione, le terre nella zona di Dadri valgono in media 13.500
rupie al metro quadro. Ma per le compensazioni dei terreni espropriati il
valore della terra concesso è di circa 120 rupie al metro quadrato. Va
considerato inoltre che lo spazio tecnico necessario per l'impianto è di 700
acri, e che sono stati effettuati espropri per 2.500 acri proprio in
considerazione degli alti valori immobiliari dei terreni in quella zona.
Infine, nel processo di acquisizione non è stata seguita alcuna procedura
prevista dalle normative.
Gli abitanti della regione hanno dunque organizzato una lotta di
resistenza contro gli espropri, dando inizio a uno sciopero della fame nel
centro delle proteste, il villaggio Bajhera Khurd in Dader. Tra le
manifestazioni organizzate, una grande "aratura di protesta" dei campi. Lo
scorso 8 luglio, l'ex primo ministro indiano V.P. Singh, che di recente ha
organizzato il movimento Jan Morcha contro lo sfruttamento e l'oppressione
dei contadini, si era recato a Dadri per partecipare all'iniziativa. La
notte precedente l'inizio delle arature, 100 veicoli della polizia hanno
fatto irruzione a Bejhera Khurd, hanno sparato colpi di arma da fuoco e gas
lacrimogeni contro i dimostranti, hanno sfondato le porte delle abitazioni
aggredendo donne, bambini, anziani e disabili, hanno derubato le donne dei
loro gioielli e i soldi dalle cassaforti, hanno distrutto automobili e
motocicli e sequestrato tutti i telefoni, lasciando il villaggio privo di
ogni mezzo di comunicazione e locomozione. Lo stesso V.P. Singh è stato
arrestato, insieme a Raj Babbar, il famoso divo di Bollywood.
L'11 luglio sono andata in visita dalle donne di Bajhera. Il cibo che
la comunità aveva raccolto per nutrire le circa 100mila persone che
avrebbero partecipato alla manifestazione di protesta era stato sparso per
terra, calpestato e reso non più utilizzabile. Prem Pal, figlio di Singh,
era stato colpito al piede ma non aveva ricevuto assistenza medica ed era
stato portato in carcere in quelle condizioni. Una donna di nome Harvati era
stata colpita con violenza alle gambe e al collo. Non poteva parlare. La
nuora di Sona, incinta, è stata trascinata fuori dalla sua stanza dopo che
la porta era stata sfondata. L'aggressione l'ha talmente traumatizzata che
nei giorni seguenti ha sofferto di forti fitte all'addome. Suo marito,
Charan Singh, è stato portato in prigione. Maya, una vedova, ha subito il
furto di tutti i propri soldi e gioielli. Suo figlio Sunil per vivere guida
il taxi e aveva appena venduto il suo mezzo per comprarne uno nuovo. Ma i
soldi che aveva messo da parte per l'acquisto gli sono stati rubati. Inoltre
è stato sottoposto a dosi di gas lacrimogeni così forti che ha gravissimi
problemi di vista, permanenti. Commenta Maya: «dalla sua vista dipendeva la
sopravvivenza della nostra famiglia. Ora come faremo?».
La terra delle persone e il sangue delle persone. È questo il prezzo
dovuto alle grandi imprese perché costruiscano grandi centrali elettriche e
città, centri commerciali e campi da golf. Ma questa non è l'India
"brillante" o "sorridente" di cui parlano i media. È piuttosto l'India
schiavizzata, l'India in lacrime. L'accordo tra grandi imprese e governi sta
portando alla tragica realtà di uno stato impresario, in cui il governo
utilizza il proprio potere politico per aiutare le imprese a impadronirsi
della ricchezza e delle proprietà dei cittadini, mentre le imprese
utilizzano il loro potere economico per sostenere i politici che le hanno
aiutate trasgredendo i principi della democrazia. Il mercato monopolistico
porta a un regime quasi militarizzato. Lo stato delle imprese diventa uno
stato fascista. La dittatura fascista è un esito inevitabile della dittatura
del mercato. È questa l'amara lezione confermata dalla storia di Bajhera
Khurd, in Dadri.
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