Il
Financial Times ha ieri pubblicato un altro incredibile
scoop, scuotendo le più alte dirigenze del governo americano:
il Ministero del Tesoro, grazie ad un segreto programma, ha
rintracciato tutti i trasferimenti finanziari globali
effettuati dal 2001, utilizzando il database di Swift.
Si tratta della più grande banca del mondo, una cooperativa
posseduta dall'industria finanziaria globale con sede a
Brussel, che vede passare sui suoi circuiti telematici circa
$6 bilioni di dollari al giorno ed è utilizzata da circa 7800
istituti, sia bancari che industriali: una mole di dati
davvero impressionante. L'amministrazione non ha assolutamente
negato l'esistenza di tale programma, precisando tuttavia che
in questi anni ha costituito una preziosa arma contro il
terrorismo, rintracciare probabili appartenenti ad al queda.
Dopotutto i risultati si sono anche visti, gli attentati sono
stati sventati e i terroristi sono stati uccisi o catturati.
Continua dunque la serie storica di successi del Financial
Times, attualmente unico vero artefice di indagini
giornalistiche ad alto livello, dopo lo scandalo dei rapimenti
dei giornalisti, e dei voli CIA. Evidentemente il suo successo
lo deve tutto ai suoi grandi ed illustri informatori, che si
espongono a tal punto solo per far trionfare la verità, per
svelare le grandi cospirazioni internazionali, davvero un
ottimo lavoro, a loro va tutta la nostra ammirazione: ci vuole
coraggio.
Ma davvero pensate che crediamo alle rivoluzioni condotte
dalle élite e dalle grandi menti del financial times? In
realtà sono criminali ancor più pericolosi, perché come
mercenari agiscono su ordine dei loro finanziatori, e non può
essere certo definita una fonte autorevole, perché nascondo un
grave conflitto di interessi. La loro strategia è quella di
incamerare e raccogliere dati e informazioni, elaborando dei
dossier che al momento opportuno verranno lanciati come
rivelazioni del secolo, per colpire determinati personaggi o
ancora per mandare un messaggio. Guardate cosa è stata capace
di fare Carla del Ponte, una donna fallita che della sua vita
non ha fatto altro che uno strumento in mano ai banchieri: ha
inscenato un processo internazionale e fomentato ancora la
sgretolazione della Serbia.
Evidentemente
anche questo ultimo rapporto ha una ragione d'essere, per
ricordare ai politici chi davvero comanda, considerando che si
avvicina sempre più l'ora in cui l'intero sistema economico
subirà una trasformazione e bisognerà tenere le redini dei
poteri. Alla fine di giugno vi sarà l'ulteriore annuncio del
rialzo degli interessi da parte della Fed, che tramortirà i
mercati che già ora vacillano ad ogni piccolo scossone. Se vi
sarà una guerra in Iran per placare e nascondere il debito
americano, i paesi produttori di petrolio hanno già annunciato
che il prezzo del petrolio triplicherà, speculando così in
questi ultimi frangenti che precedono il tramonto del petrolio
come fonte energetica globale. Deve far riflettere tale
annuncio, come deve far riflettere il fatto che la rivelazione
di un programma terroristico top secret non turbi molto né le
borse né le transazioni sui canali bancari.
Evidentemente è tutto una grande sceneggiata, una finzione in
gran stile, perché tutti, decisamente tutti, si sono accordati
nella regia e nella spartizione dei profitti, dei ruoli e
delle fette del mercato globale: Microsoft, Vodafone, Ibm,
Goldman Sachs, J.B. Morgan, e Gazprom , così come tutte le
grandi multinazionali, sono tutti d'accordo nella gestione del
nuovo ordine perché a ciascuno spetterà il suo squarcio di
mondo. Cadrà la lobby del petrolio, mentre un'altra è già
pronta: questa che si sta preparando è una finta rivoluzione,
una messa in scena, perché ormai è la politica il nuovo "oppio
dei popoli". Oggi vi sono comici che vanno in Inghilterra, ma
non lo fanno per turismo, si fanno ricevere dai capi del
governo per parlare di energia e di riforme, ma certamente non
lo fanno per l'interesse del popolo.
Noi forse non ce ne accorgiamo, ma il nostro sistema
economico, sta già cambiando, la tecnologia sta entrando
ovunque nelle nostre case e la globalizzazione sta assumendo
caratteri esasperati, fino a portare alla unipersonalità di
tutte le istituzioni, dei popoli e dell'economia, un unico
modello per tutti replicato su sistemi universali.
Le lobbies hanno già preparato tutte le leggi:
telecomunicazioni, mercato dell'energia, infrastruttura e
riforme istituzionali. Gli strumenti ci sono già, sono una
trappola burocratica perché hanno come unico scopo quello di
rendere impotenti le persone e le stesse amministrazioni. Le
parole con cui vengono chiamate sono "interesse nazionale",
"competitività" e "liberalizzazione", espressioni vaghe, che
non hanno un senso compiuto ma che al momento della loro
attuazione divengono di importanza strategica.
Ci hanno prima isolati e poi resi una parte insignificante del
tutto, hanno comprato i nostri tutori, coloro che dovevano
salvaguardare i nostri destini e ora addestrano nuove
generazioni insegnando loro a non pensare.
I nostri servizi segreti si sono venduti, i nostri generali
sono dei pagliacci. All'interno di queste strutture vi erano e
vi sono ancora persone che hanno dato la vita per combattere
per la patria, e che ora soffrono in silenzio perché sono
anch'essi impotenti: nulla possono fare se al comando vengono
ordinati giovincelli figli di generali, pieni di sé e disposti
a rinnegare la madre per donne, o per la carriera, svendendo
il lavoro fatto da un'intera equipe.
Quanti attentati sono stati annunciati dai messaggi,
attribuiti senz'ombra di dubbio ad esponenti di al queda?
Ormai nessuno più crede alla lotta contro il terrorismo, alla
caccia delle "barbette", così come nessuno crede nella buona
fede dei guardiani dei potenti. Come è possibile credere
infatti che un manipolo di una ventina di arabi, che hanno
vinto ad una lotteria un bel viaggio in prima classe, senza
alcuna esperienza di pilota, abbia potuto fare un attentato.
Ma se noi siamo arrivati al punto che un giornale gestito da
privati ha il potere per accusare uno Stato, vuol dire che
siamo noi i più grandi criminali esistenti al mondo e che
durante questi ultimi cinquant'anni, la guerra non è mai
finita, c'è stata una pace apparente, perché abbiamo solo
variato il campo di battaglia e i pretesti, ma le ragioni sono
sempre le stesse.
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