Pubblico il video ed il testo del mio intervento di ieri in piazza a Pescara.
"Grazie soprattutto per la pazienza di stare ad ascoltarci nonostante sia una
bella serata in una bella città, in una bella località anche di turismo. Grazie,
ma non sentivamo il bisogno di venire qui subito per confrontarci con
voi, per assumerci le nostre responsabilità e per dirvi come la
pensiamo, in modo che possiate sapere come stanno le cose secondo il nostro
punto di vista e valutare di conseguenza. Lo dico perché non vorrei che dopo
tutto quello che è successo qui si debba ancora continuare a decidere la
politica abruzzese in qualche segreta stanza del potere, in una
divisione di pagnotta alle spalle dei cittadini. Se è successo quello che è
successo è perché cambiando il governo da una coalizione all'altra i metodi non
sono cambiati. Neanche le persone che ci stavano dietro sono cambiate.
E' cambiato il percettore, ieri a te e domani a me, ma chi tirava le fila era
sempre lo stesso. Bisogna ragionare un po insieme, e allora vi dico come intendo
dividere questo mio intervento. Innanzitutto intendo fare un analisi di quello
che è successo e perché, in secondo luogo un analisi storica e di cronaca,
infine intendo dirvi cosa vogliamo fare noi dell'Italia dei Valori, come e con
chi, in modo che voi possiate saperlo da noi e non attraverso i giornali di
domani, perché domani leggerete sui giornali che “io non dico, che non ho detto,
che non lo sto vivendo in questo modo, ma che domani cosi sarà raccontato”,
perché se tanto mi da tanto qui è un po come quello che è successo a
Piazza Navona.
A Piazza Navona, chi in un modo e chi in un altro, i comici hanno fatto i
comici, che devono fare? E' da troppo tempo che i politici fanno i comici, è
quello il problema, lasciando i comici fare politica. Ma il problema di Piazza
Navona qual'era? La denuncia pubblica di persone che sono andate al governo e
si fanno le leggi per conto proprio. Nessuno parla di quello,
ma tutt'altro. Domani diranno che oggi Di Pietro è venuto ad uccidere il
Partito Democratico. Non è questo il problema, non è ammazzare questo o
quel partito, anche perché qui di partiti che possono dire “non c'entro” ce ne
sono davvero pochi, ecco perché qui in piazza sono davvero pochi quelli che
hanno il coraggio di venirci, e soprattutto perché non è vero che la colpa è dei
partiti.
La colpa è delle persone, che a volte vanno con un partito,
a volte con un altro, una volta mangia da una parte e poi dall'altra. Il
problema non è dei partiti, perché in ogni partito ci sono delle persone che non
solo fanno il loro dovere, ma danno la vita. Ci sono persone che sono morte
ammazzate in nome della politica, da Moro, a Pio La
Torre, a Mattarella e quanti altri.
Smettiamola di dire che la colpa è di questo o quel partito, io non sono venuto
qui contro uno o contro l'altro. Sono venuto qui per assumermi le mie
responsabilità perché è tempo che chi fa politica si assuma le proprie
responsabilità.
Noi dell'Italia dei Valori l'abbiamo detto da tempo come andavano le cose in
Abruzzo e che c'era la necessità del ricambio generazionale
della classe politica, perché bisogna cambiare le facce. Tutti vengono a dirmi
come parlo male l'italiano, come non si fa capire, ma loro le facce le hanno
cambiate o no? Io parlerò male l'italiano, ma non hanno risolto il problema.
Si sposta l'attenzione, e allora noi abbiamo ritenuto nostro
dovere venire qua a spiegare come la pensiamo su quello che è successo e su
quello che vogliamo fare. Penso sia giusto, perché questa è trasparenza, questa
è politica.
Ci dicono che noi facciamo antipolitica perché andiamo nelle
piazze. L'antipolitica è quella di chi si frega i soldi, non io che sto a
dialogare con voi. Antipolitica è quella di coloro che usano i soldi dello Stato
per farsi gli affari propri e per spartirseli tra di loro.
Che cosa è successo in Abruzzo? Capiamoci, le responsabilità penali se le
vede il magistrato. Non sono venuto a parlarvi delle responsabilità penali di
Giovanni, di Nicola, di Francesco o di Maria. Quelle sono cose che riguardano il
magistrato, ma qui c'è una responsabilità politica grossa come
una casa: un sistema che già si conosceva e che nessuno ha voluto risolvere,
lasciando che chi voleva approfittarne potesse farlo. Questo è il fatto
politico, ed è avvenuto perché in Abruzzo è accaduto quello che sta accadendo in
Italia e a tutti i livelli, vale a dire un senso d'impunità di chi sta
nelle istituzioni. Sanno che tanto la si può farla franca, perché si
sospendono i processi, perché si tolgono i fondi alle forze di polizia, perché
si accorciano i tempi processuali, perché si rende più difficile amministrare la
giustizia, e perché ritengono che la colpa è sempre dei magistrati facendo un
teorema.
Non so se vi siete resi conto. Appena è iniziata l'inchiesta in Abruzzo mi
sembra di stare in un altra società. I politici stanno facendo a gara a mandare
i pizzini in carcere, a dare solidarietà a questo e a quell'altro. Ma qualcuno
che venga a dare solidarietà a questi magistrati che stanno
lavorando no? Neanche erano finite le misure cautelari che dall'estero
Berlusconi già lo ritiene un teorema. Ma aveva letto qualche carta? Lo
dice a prescindere.
Lo dico adesso a voi perché possiate ricordarvi quando i giornali di
regime attaccheranno ancora. Sapete cosa succederà alla fine di questa
inchiesta? Che alcuni saranno prosciolti, com'è giusto che sia, perché alla fine
dell'inchiesta si vede se qualcosa hanno commesso o non hanno commesso. Altri
verranno rinviati a giudizio e seguiranno il loro corso. Appena uno viene
prosciolto diranno: “Avete visto come quel povero Cristo è stato incriminato
ingiustamente?”. No, il giudice non l'ha incriminato, ma ha fatto un
accertamento per vedere se è stato truffato pure lui o se ci sta dentro. In una
giunta, in un organo dove ci sono dieci persone a governare, non c'è bisogno che
tutti siano d'accordo. Può essere che cinque siano d'accordo e alle altre cinque
gli viene raccontato in un altro modo. Ci sono anche delle persone che in buona
fede prendono delle decisioni perché qualcun altro le raggira, e l'inchiesta
serve proprio per accertare questo. Quando alla fine del processo qualcuno viene
assolto e qualcuno viene condannato non è che il giudice ha sbagliato, ma
ha dovuto fare degli accertamenti prima per vedere chi aveva ragione e
chi aveva torto.
Ve lo dico qua perché ormai mi sono abituato a parlare a voi direttamente,
perché leggo sempre un altra storia sui giornali."
25/07/2008 Abruzzo: cambiamo le facce (http://www.antoniodipietro.com)
Dopo tutto lo tsunami giudiziario che è successo in Abruzzo,
siamo qui per vedere il da farsi. Sia chiara una cosa: in Abruzzo è successo ciò
che sta succedendo in tutte le regioni nel settore sanità.
Non esiste la coalizione di destra e la coalizione di sinistra. C'è un
trasversalismo della mazzetta, un federalismo della mazzetta
che da quando il federalismo della sanità ha trasferito le risorse dallo Stato
alle regioni si sono trasferite pure le mazzette dallo Stato centrale allo Stato
regionale.
Al di là delle responsabilità personali, in quanto giudiziarie, c'è una
responsabilità politica grande come una casa. Da qui in
Abruzzo, da dove vi sto parlando, i giudici stanno accertando cose incredibili,
peggio della Tangentopoli milanese, che coinvolge tutti i
partiti da centrodestra a centrosinistra. Sono cambiate anche le coalizioni al
governo, da destra a sinistra, ma coloro che gestivano i soldi sono rimasti
sempre gli stessi, pagando prima una parte e poi l'altra.
Cosa dobbiamo fare ora? Dobbiamo procedere al ricambio generazionale
della classe dirigente. E' da tanto che lo dice l'Italia dei Valori. Se non
cambi le facce non cambi il modo di fare politica.
In Abruzzo ci stanno chiedendo se ci mettiamo con uno o con l'altro partito.
Non ci interessa metterci con le sigle. Ci interessa metterci con le
persone, e quindi ci rivolgiamo alla società civile
affinché costruiamo assieme una classe politica nuova, con le mani
pulite, per ridare dignità ad una regione e portarla come esempio alle
altre regioni dove sono già scoppiati altri scandali in materia di sanità o che
stanno per scoppiare.
Ecco perché in questo momento non è importante stare con questo o con quel
partito, ma stare con delle persone perbene che decidono di
scendere in politica per evitare di ridarla in mano sempre alle stesse persone.
Leggi anche:
Servi silenziosi (www.italiadeivalori.it)
http://www.antoniodipietro.it/
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