15/02/2013 Le prospettive dell’area euro nel 2013 (Professione Finanza, http://www.trend-online.com)

  • 04/01/2013 Dieci previsioni shock per il 2013
    Dopo quelle eleborate da Saxo Bank, presentiamo oggi le previsioni shock per il nuovo anno formulate da Byron Wien, uno dei guru più accreditati a Wall Street. Dalla caduta delle Borse Usa ed europee, all’impennata del Nikkei...


  • Quali azioni può intraprendere la BCE, nel corso del 2013, se la crescita sarà inferiore alle attese e sempre più eterogenea tra i paesi dell’area. Di Massimo Foglia, Zeygos Research & Consulting

    Quali azioni può intraprendere la BCE, nel corso del 2013, se la crescita sarà inferiore alle attese e sempre più eterogenea tra i paesi dell’area, se l’inflazione diminuirà ulteriormente per l’elevato gap produttivo dei paesi periferici, e infine se la valuta si apprezzerà ulteriormente in modo significativo penalizzando le esportazioni? I margini per ridurre il tasso di rifinanziamento sono limitati, e restano le misure non convenzionali, la cui adozione è per la BCE più problematica rispetto alle altre banche centrali per la divergenza di visioni tra i diversi paesi dell’area.

    Dall’inizio della crisi del debito sovrano, nel 2009, gran parte delle azioni della BCE sono state dirette al miglioramento del meccanismo di trasmissione monetaria. Il principale tasso controllato dalla politica monetaria, il tasso di rifinanziamento, è inferiore di soli 25 bp al livello di fine 2009, mentre il bilancio della banca centrale si è ampliato significativamente a seguito delle operazioni LTRO (long-term refinancing operation).

    Il pagamento anticipato di parte dei prestiti erogati al sistema bancario tramite le operazioni LTRO determina la riduzione del bilancio della BCE. Aggiungendo gli altri sviluppi sul fronte finanziario, come i minori costi di indebitamento e il migliore accesso al mercato per gli Stati e le banche, il rinnovato interesse degli investitori esteri verso le attività periferiche, il ritorno dei depositi bancari presso le banche della periferia, si deduce che la riduzione del bilancio della BCE è il segno che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria sta iniziando a funzionare.

    Il ripristino del meccanismo di trasmissione deve molto all’annuncio della scorsa estate del piano OMT (outright monetary transactions). Accettando implicitamente il ruolo di prestatore di ultima istanza per gli Stati dell’area euro, la BCE ha modificato le caratteristiche di rischio del debito so-vrano periferico. Il rischio di una possibile ristrutturazione del debito con la partecipazione dei detentori privati (PSI), il rischio di rottura dell’unione monetaria e il rischio di contagio negativo sono tutti scemati in modo significativo.

    L’OMT non è l’unico importante sviluppo degli ultimi mesi. Importanti sono stati anche il commitment da parte dei governi per creare l’unione bancaria, ancora in itinere, l’impegno per mantenere la Grecia nell’unione monetaria, e la ristrutturazione (sostanziale, anche se non formale) dei prestiti ufficiali erogati alla Grecia (da EFSF, Unione Europea, FMI). In aggregato, questi sviluppi suggeriscono che la regione è sulla buona strada per raggiungere un nuovo assetto istituzionale, che comporterà una maggiore condivisione del rischio rispetto all’originale visione di Maastricht.

    La BCE dovrà probabilmente sciogliere ancora due nodi nel corso quest’anno. In primo luogo, occorre assicurare che la stance monetaria per la regione nel suo complesso sia appropriata. Sebbene gran parte degli analisti si aspetta che la regione esca dalla recessione nei prossimi mesi, il gap di produzione (differenza tra crescita potenziale e crescita effettiva) dovrebbe continuare ad ampliarsi fino alla seconda parte del 2013.

    Nel frattempo, è probabile che l’inflazione core nella regione diminuisca ulteriormente soprattutto per l’elevato gap produttivo dei paesi periferici, e infine ci sono alti rischi di apprezzamento della valuta. Questi sviluppi eserciteranno una pressione accomodante sull’atteggiamento monetario della BCE. Mentre c’è del margine per accomodare tramite la riduzione del tasso di rifinanziamento, un’ulteriore e significativa spinta accomodante richiederebbe che la BCE superi il limite inferiore del tasso zero, oppure che adotti misure non convenzionali. Questo può rappresentare il maggiore ostacolo per le azioni della BCE, più di quanto sia stato per le altre banche centrali.

    http://www.trend-online.com

  • Dividendi Mercato Investimenti