In questi giorni, ho poco tempo per scrivere, e persino per seguire le
discussioni su questo blog, chiedo scusa a tutti. Ma immagino che ci si
aspetti un commento sul caso del
padre che dalle
parti di Brescia ha sgozzato la figlia, seppellendola poi nel
giardino di casa.
Non so quanti abbiano notato un dettaglio che stona in
maniera straordinaria.
La ragazza lavorava in un locale pubblico. Cioè in un
ristorante indiano. Non so a chi appartenga quel ristorante, ma c'è una buona
probabilità che il proprietario sia di etnia/religione indù.
Nella mentalità dei musulmani conservatori, è decisamente vergogna
far lavorare le donne di casa. E mica in una fabbrica di tutte donne,
ma in un locale pubblico, dove la gente beve alcolici e
avventori maschi possono fare commenti sulle cameriere. Aggiungiamo che il
proprietario, se è davvero indù (ma è solo una mia ipotesi), non sarebbe
certamente il migliore custode della ragazza.
A quanto mi è dato capire, la giovane Hina andava al lavoro, e anche
altrove, senza alcun foulard e persino in minigonna, con
tanto di ombelico scoperto e cellulare per chiamare gli amici. E con
sufficiente tempo libero per frequentare un fidanzato italiano; anzi, a quanto
pare, viveva per metà a casa del fidanzato, per metà a casa
dei genitori.
Date le distanze psicologiche che separano i luoghi del benessere dai
luoghi della miseria, dobbiamo cercare un parallelo lontano: è un po' come se
il padre di una famiglia italiana trovasse normale mandare la figlia a fare
la cubista in topless tutta la notte alla discoteca
Ekstasy di Rimini, ovviamente impossessandosi la
mattina dopo dei soldi che la fanciulla si è guadagnata.
Qualcuno direbbe che quel padre è un autentico liberale, qualcun altro che
è un magnaccia, ma nessuno direbbe che è un bigotto o un fanatico
religioso.
Insomma, mi pare evidente che papà Saleem se ne sia fregato altamente del
comportamento della figlia, finché portava i soldi in casa, e finché la
faccenda fosse nota solo a Brescia.
Poi però i nodi arrivano al pettine. E qui mi viene in mente un mio
conoscente italiano (tra l'altro, militante di estrema sinistra) che anni fa
era in trattative per comprarsi moglie in Tailandia: i
fratelli della ragazza giuravano e spergiuravano che fosse vergine, cosa che
permetteva loro di chiedere un prezzo particolarmente alto (no, non so come
sia andato a finire questo caso particolare di economia globale.
Evidentemente, il padre di Hina aveva in piedi un traffico simile con qualche
ignaro cugino in Pakistan, anche se per motivi piuttosto diversi, come vedremo.
E forse era un traffico da concludersi con una certa urgenza, visto che la
fanciulla aveva ormai raggiunto la venerabile età di ventun anni.
Il problema non era la vita dissoluta che conduceva la ragazza - almeno
secondo gli standard del paese da cui proveniva la famiglia - , ma il fatto che
lei avesse annunciato di essersi fidanzata, e quindi di non
essere più trasferibile al promesso cugino. A quel punto, il nostro bresciano
adottivo ha dovuto dimostrare al proprio parente di essere uomo di parola, che
mantiene gli impegni di casta (e non semplicemente di famiglia).
Alcuni
giornalisti un po' più onesti della media hanno infatti sottolineato come il
delitto sia da mettere in relazione con il sistema castale indiano.
Ricordiamo che il Pakistan è storicamente parte dell'India, dove il sistema
delle caste ha
finito
per assorbire anche una religione profondamente egalitaria (almeno in
principio) come l'Islam: i quattro "colori" (varna) della gerarchia
induista si ritrovano, in forma appena attenuata, nei villaggi islamici.
Nel sistema indiano, è la legge della "nascita" - jati in sanscrito,
zat in urdu - e la gestione dei matrimoni all'interno di tali gruppi
che permette la formazione di gruppi sociali compatti e solidali,
in grado di permettere la sopravvivenza in un mondo senza previdenza sociale,
dove l'emarginazione significava la morte ai tempi della miseria, e significa la
morte ai tempi della privatizzazione e del liberismo.
Il padre di Hina, quindi, è un caso orribile ma interessante di
hybris da globalizzazione: ha cercato di ottenere il meglio dal
sistema "occidentale", mandando la figlia a far soldi in un locale pubblico; e
il meglio dal sistema "orientale" sistemandola con un cugino.
E ha finito per rovinarsi per sempre in "Oriente" come inaffidabile
corruttore della propria famiglia, e in "Occidente" come barbaro assassino.
Miguel Martinez
Fonte: http://www.kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/1155966942#8974644
19.08.2006
Archivio Hina
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