Dopo il referendum dello scorso febbraio e la
votazione parlamentare di marzo, è arrivata la promulgazione da parte
del capo dello stato: la nuova legge entrerà presto in vigore.
Alla fine, è
arrivato anche l’ok del presidente portoghese Anibal Cavaco Silva, che
ha firmato la legge sull'aborto approvata il mese scorso dal Parlamento:
il paese lusitano avrà dunque una nuova normativa in materia di
interruzione volontaria della gravidanza non appena il provvedimento
sarà pubblicato, nel giro di una trentina di giorni, sulla Gazzetta
Ufficiale. Con la firma sono arrivate anche alcune raccomandazioni, che
tendono a limitare gli effetti della nuova normativa: difficilmente ci
riusciranno.
Il capo dello stato ha infatti chiesto una serie di misure per
scoraggiare il ricorso all'interruzione di gravidanza, definendo
l'aborto "un male sociale da evitare": Cavaco Silva ha affermato che
alle donne che chiedono di effettuare un'interruzione di gravidanza
dovrebbe essere mostrata un'immagine a ultrasuoni del feto, e che
dovrebbe essere concesso ai medici obiettori di consigliarle. Le donne
inoltre devono essere informate sulla possibilità di un'adozione per il
loro bimbo e sulle conseguenze psicologiche e fisiche di un aborto. Il
presidente conservatore ha invitato il governo, inoltre, a valutare gli
effetti della legge per essere sicuri che non ci sia un forte aumento
del numero di interruzioni. Obiettivo: trovare "un ragionevole
equilibrio tra i numerosi punti di vista". Le autorità, insomma – è il
suo pensiero - devono garantire ispezioni regolari ed approfondite nelle
cliniche private autorizzate a effettuare gli interventi, ha auspicato
il capo di Stato portoghese, chiedendo inoltre di vietare le eventuali
pubblicità che possono incoraggiare gli aborti. Il governo, infine,
dovrebbe migliorare l'educazione sessuale e le politiche famigliari. In
un messaggio sul sito internet della presidenza, Cavaco Silva ha
sottolineato che non può restare indifferente al fatto che il 59,2% dei
portoghesi si sono espressi a favore della legalizzazione dell'aborto
nelle prime dieci settimane di gravidanza, ma sottolinea al tempo stesso
che i legislatori dovranno adesso regolamentare la nuova legge in modo
da “assicurare un ragionevole equilibrio tra i diversi interessi
presenti”.
Il parlamento aveva
approvato la legge con i voti del Partito socialista di governo
nonché del Partito comunista (Pcp), del Blocco di sinIstra (Be), dei
Verdi e di 21 deputati del Partito socialdemocratico (Psd,
conservatore), al quale appartiene il presidente Cavaco Silva. Contro si
erano espressi il Centro democratico sociale (Cds, destra), 50 deputati
del Psd, e 2 del Partito socialista. La votazione aveva fatto seguito al
referendum
consultivo di febbraio che non aveva ottenuto il quorum del 50% dei
votanti, anche se fra chi si era recato alle urne il “si”aveva ottenuto
il 60% dei voti: una condizione che aveva dato al governo socialista la
legittimazione popolare per proporre il progetto in parlamento, anche
perché – peraltro – la Chiesa cattolica aveva invitato durante la
campagna elettorale a votare “no”, e non ad astenersi.
La precedente legge, che permetteva l'aborto entro le prime 12 settimane
di gravidanza solo se un parere medico accertava gravi rischi per la
salute della madre, era tra le più restrittive d'Europa. Quella che
entrerà in vigore a breve è invece una fra le più permissive, perché non
lega l’autorizzazione all’aborto ad alcuna particolare condizione, se
non quella temporale (entro le dieci settimane di gestazione).
Archivio Donna
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