Si è celebrata ieri, 25 novembre, la
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, proclamata dall'Onu
nel 1999 in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e
uccise il 25 novembre 1960 nelle Repubblica Dominicana. Un corteo di donne
sabato 24 ha sfilato per le strade romane per dire "no" alla violenza e "sì"
alla sicurezza. In una lettera al ministro per i Diritti e le Pari
Opportunità Barbara Pollastrini il Presidente del Consiglio Romano
Prodi ha sottolineato l'importanza del problema che va contrastato con il
massimo sforzo, "perché - si legge - anche da qui passa il grado di civiltà
di uno Stato". E ha ribatido la necessità di varare in tempi brevi la legge
contro la violenza di genere presentata lo scorso anno, subito dopo
l'approvazione definitiva dello stralcio. A Prodi ha risposto la Pollastrini,
che raccoglie favorevolmente l'impegno del Presidente e del Governo e fa
leva di nuovo sull'urgenza di portare a conclusione l'iter legislativo della
legge contro la violenza, per far fronte a quella che è diventata una
"emergenza drammatica, culturale prima di tutto". Una "guerra sparpagliata
ma terribile e cruenta contro la libertà e autonomia delle donne", che si
deve contrastare con strumenti efficaci, come un Piano Integrato d'Azione
contro la violenza alle donne, risorse, campagne di sensibilizzazione.
Il ministro della salute Livia Turco ha inoltre
sottolineato la "necessità di un approccio globale dell'azione pubblica:
sensibilizzare, prevenire, tutelare, progettare". Il Ministro ha così
annunciato "una strategia di informazione ed educazione nelle scuole,
formazione degli operatori, dai medici di medicina generale agli operatori
dei servizi territoriali e ospedalieri, prevedendo l'apertura di uno
Sportello dedicato in ogni Pronto Soccorso e di Centri Regionali di
riferimento, aperti per 24 ore. La violenza contro le donne è per me
priorità delle scelte di sanità pubblica, perché la promozione e la tutela
del diritto alla salute delle donne significa prendersi carico dei loro
bisogni sanitari, ma anche della loro vita, dei loro desideri, della loro
libertà".
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Archivio Donna
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