Ieri il Tar della Lombardia ha accolto la richiesta di sospensiva delle
linee guida di applicazione della legge 194, presentata da un gruppo di
medici e dalla Cgil Lombardia. Lo comunica la Cgil Lombarda in una nota.
"Questa sentenza ripristina la libertà dei medici e delle donne e fa
giustizia anche delle recenti polemiche che hanno visto la Regione
Lombardia forzare equilibri e potestà nazionali su un tema delicato come
quello dell'applicazione della 194. La Cgil chiede alla Regione di dare
attuazione alla sospensiva e di ripristinare la libertà dei medici
sottoposti a indebite pressioni". Rinviando ad una specifica successiva
conferenza stampa nel corso della quale verranno presentati i testi,
Susanna Camusso, Segretario generale della CGIL Lombardia ha
dichiarato: "E' un importantissimo risultato che ripristina l'unicità
della 194 su tutto il territorio nazionale, negando il principio che le
singole Regioni possano limitare la libertà di scelta delle donne. Adesso
la Regione ritiri le linee guida e apra il confronto con i soggetti
interessati. Occorre finalmente discutere di come superare i vincoli
temporali e le difficoltà che attualmente rendono il percorso di
applicazione della legge troppo tortuoso, e di come garantire la presenza
di personale non obiettore in tutti i luoghi e le strutture sanitarie".
'Apprendiamo la notizia dal sito internet del Tar. Regione Lombardia
avrebbe gradito che una comunicazione di questo tipo fosse contestualmente
accompagnata dalle motivazioni, per evitare polemiche ideologiche su un
tema cosi' delicato e per il quale non si e' a conoscenza delle cause
della sospensiva'. L'assessore alla Sanita' della Regione Lombardia,
Luciano Bresciani, ha commentato cosi' la notizia della sospensiva da
parte del Tar delle linee guida di applicazione della legge 194. Bresciani,
spiega la Regione in una nota, si riserva di proporre al presidente
Formigoni e alla Giunta di ricorrere al Consiglio di Stato.
'Ancora una volta sono i giudici a difendere i diritti delle donne'. Cosi'
Mirella Parachini, della direzione dell'Associazione Luca Coscioni.
'Ancora una volta serve un giudice per fermare le indebite ingerenze
ideologiche imposte attraverso provvedimenti normativi gerarchicamente
inferiori alla legge. Anche per la 194, come gia' avvenuto per le linee
guida della legge 40 annullate dal Tar del Lazio - sottolinea - e' un
giudice a ristabilire la corretta applicazione della legge sull'aborto'.
L'Associazione Coscioni, prosegue Parachini, ribadisce la 'necessita' di
mantenere un diritto 'leggero' in materie cosi' delicate lasciando che sia
il rispetto della buona pratica clinica a ispirare i comportamenti caso
per caso, in particolare per quanto riguarda la rianimazione dei grandi
prematuri. Occorre ora - conclude la rappresentante dell'Associazione
Coscioni - che la 194 venga applicata integralmente anche per quel che
riguarda le 'nuove' tecniche come l'aborto farmacologico. Aspettiamo con
ansia, dunque, l'approvazione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco
della pillola Ru486, come dovuto dalla pratica di mutuo riconoscimento'.
http://www.aduc.it
Archivio Donna
|