Da cinque anni, e in diverse citta' del pianeta, si tengono nel mese di maggio
delle manifestazioni per richiamare l'attenzione sulle politiche
internazionali, nazionali o locali, che coinvolgono la cannabis.
L'obbiettivo iniziale di questi incontri mondiali consisteva nel fare
pressioni sulle autorita' per ottenere la liberalizzazione del consumo della
marijuana per finalita' ludica, ricreativa, in maniera da cambiare cio' che e'
stabilito nelle convenzioni delle Nazioni Unite e nelle leggi nazionali.
In questo mese di maggio, nei giorni 7 e 8, la Giornata Mondiale della
Cannabis ha coinvolto circa 200 citta', mentre si aspettavano manifestazioni
in 400. La Giornata non ha avuto la forza partecipativa di altri tempi e ha
fatto poco notizia. Per esempio a San Paolo, nella Camara Municipal
erano presenti poco piu' di 50 persone.
Il comitato organizzatore internazionale aveva lasciato il programma aperto,
ma aveva insistito nel porre l'accento su tre punti basilari: accesso
immediato alla marijuana per finalita' terapeutica, fine delle persecuzioni
della polizia per i consumatori e permesso a coltivare a domicilio la
marijuana.
Quale sarebbe stato il motivo del raffreddamento del movimento nella sua
quinta edizione?
La risposta non e' difficile. Molti Paesi, ad eccezione degli Usa e della
Francia nel Primo Mondo, sono evoluti razionalmente. Mentre gli adepti
dell'allarmismo e della satanizzazione, come i governi brasiliani fin dalla
dittatura militare, sono restati indietro e le loro posizioni convincono solo
i fondamentalisti della War on Drugs. Entusiasmano solo coloro che
continuano a ritenere possibile una societa' senza droghe e che chiedono il
carcere per il consumatore: la France sans drogue, del ministro della
Giustizia Dominique
Perben.
Nonostante gli sforzi fatti nella direzione contraria dal presidente George W.
Bush e dal suo zar antidroghe John Walthers, l'uso terapeutico della marijuana
negli Usa e' permesso in 11 Stati: Alaska, Colorado, Hawaii, Maine, Montana,
Nevada, Oregon, Vermont, Arizona, California e Washington.
Nel 2004, il Governo olandese ha autorizzato la vendita della marijuana nelle
farmacie, per infusioni e dietro ricetta medica. Il Governo canadese la
coltiva e la fornisce ai pazienti, con un principio attivo basso.
Sperimentalmente quest'anno dieci farmacie e tre ospedali di Barcelona,
in Spagna, sono state autorizzate a vendere pasticche di marijuana, dietro
prescrizione medica. Nella confezione compare la raccomandazione di non
fumarla, visto che i rischi di cancro al polmone e alla bocca sono simili a
quelli delle sigarette di tabacco.
Il Parlamento di Berlino,
nel mese di aprile, ha approvato una legge per permettere il possesso e
l'acquisto di 10 grammi di marijuana. E l'Olanda ha legalizzato, dal 28
novembre del 1968, la vendita di mezzo chilo di marijuana per consumo interno
nei caffe'. L'obbiettivo era quello di separare il consumatore dal
trafficante.
Da un anno, la Gran Bretagna ha declassificato la marijuana nella tabella C,
quella riservata alle cosiddette droghe leggere. L'iniziativa e' stata
sostenuta dall'associazione britannica della polizia, che aveva percepito come
la tendenza degli agenti era di perseguire i consumatori di marijuana e
lasciare in pace i trafficanti.
L'Olanda discute sul rifornimento governativo della marijuana per l'utilizzo
medico-terapeutico. Per questo, in ciascuna abitazione, e' autorizzata la
piantagione e coltivazione fino a cinque piante di marijuana.
Il Brasile continua a criminalizzare il possesso di droghe per consumo
personale. E l'ultimo presidente della Camera dei Deputati ha ritenuto, in
maniera non lungimirante, un passo in avanti l'approvazione di un progetto
legislativo, gia' rimandato al Senato, che non impone piu' la pena carceraria
per i consumatori, ma continua nella criminalizzazione. Chi verra' condannato
per possesso di droga per uso personale avra' come pena un trattamento
sanitario obbligatorio, ma potra', in maniera ridicola, venire processato per
il reato di disobbedienza, e finire quindi in carcere, in caso di abbandono
della terapia.
Come avviene annualmente, la reazione della Casa Bianca alla Giornata Mondiale
della Cannabis e' di demonizzazione. Lo zar di Bush ha detto che l'uso della
marijuana non e' cosi' innocente: puo' portare alla schizofrenia. Ma Bush e
Walthers scommettono tutto su una decisione della Corte Suprema attesa per il
mese di giugno sul caso di Angel
Raich.
Angel ha un tumore al cervello. Ha provato un centinaio di cure prime di
ricorrere alla marijuana, utilizzata come sigaretta. Angel dice, con il
sostegno medico, che si tratta dell'unica terapia che e' riuscita ad eliminare
i terribili mal di testa. E inoltre sottolinea come nel suo Stato (la
California) la legge ammette l'uso terapeutico della sostanza.
La polizia federale nordamericana (FBI) ha fatto una irruzione in casa sua, lo
ha arrestato per flagranza di reato e ha sequestrato la marijuana trovata. Per
questo si e' basata sulla legge federale senza considerare quella statale.
Per Bush, la legge statale non puo' modificare la proibizione contenuta in
quella federale. Di conseguenza e' arrivato il ricorso alla Corte Suprema, il
cui pronunciamento, per il caso Angel e' atteso per giugno.
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