La cocaina e' ormai una droga trasversale, che coinvolge tutte le classi
sociali ed e' sempre piu' diffusa in Italia, come dimostra anche l'aumento dei
sequestri (+20%) registrato quest' anno. Per contrastarla non basta la
repressione, occorre rimuovere i motivi che ne sostengono al domanda.
L'analisi, dopo il caso Lapo Elkann, e' del tenente colonnello Umberto
Zuliani, che dirige la sezione cocaina della Direzione centrale dei
servizi antidroga.
"Negli ultimi anni si e' assistito ad un allargamento trasversale dell'uso di
cocaina; fino ad un decennio fa era la droga dei ricchi, ora e' invece diffusa
in tutte le classi sociali. Anche perche' il prezzo e' diminuito: una buona
dose, pari a circa mezzo grammo, costa sui 40 euro. Ma per quelle piu'
tagliate, con un basso principio attivo, si scende anche a 12 euro a dose: a
Napoli se ne spaccia in quantita' consistente". E nella sua espansione, la
cocaina ha in qualche modo soppiantato l'eroina, il cui consumo e' invece in
netto calo. Molti, osserva il dirigente dell'Antidroga, "ritengono che la
cocaina non faccia male e che quindi si possa gestire piu' facilmente. Non e'
invasiva come l' eroina e nell'immaginario dei giovani e' legata ad ambienti
sociali di successo. A differenza dell'eroina, che crea subito dipendenza, la
cocaina ha una lunga latenza, per i primi tempi sembra facile da gestire, poi
pero' si aumenta il dosaggio e' diventa difficile uscirne. E l'overdose da
cocaina non e' diversa da quella di eroina".
Un problema che sta venendo alla luce sempre piu' frequentemente e' quello dei
cosiddetti cocktail di droghe, che possono diventare fatali. Talvolta, rileva
Zuliani, "la cocaina, che ha un effetto eccitante, viene mescolata anche
all'eroina, che invece ha un effetto calmante e spesso questi cocktail sono
micidiali". Sono i giovani dai 16 ai 34-35 anni i maggiori consumatori della
polvere bianca. Il consumo e' diffuso nelle grandi metropoli, ma anche nei
centri minori il problema si fa sempre piu' sentire. Della cocaina, rileva il
colonnello, "se ne parla quando sono coinvolti personaggi famosi, ma sono anni
che le forze di polizia cercano di contrastare il traffico ed i risultati ci
sono: su una produzione di 680 tonnellate stimate tra Colombia, Peru' e
Bolivia, le forze di polizia di tutto il mondo ne hanno sequestrato il 44%.
Fino a pochi anni prima la quota dei sequestri non arrivava al 20-30%. L'Italia
e' il terzo Paese per quantita' di cocaina sequestrata. Nel primo semestre del
2005 sono stati 2.040 chili, contro i 1.700 del primo semestre 2004 (+20%)".
In Lombardia (890 kg) e Lazio (550 kg) i maggiori quantitativi sequestrati.
Ma i sequestri, osserva, "spesso non sono indicativi, l'importante e'
disarticolare i grossi cartelli di narcotrafficanti. In Italia e' la
'ndrangheta ad avere il monopolio del traffico. Esponenti dell' organizzazione
criminale di origine calabrese hanno contatti in Colombia e svolgono spesso la
funzione di 'brokers' per gli altri gruppi criminali (mafia, camorra, ecc.)".
Ma come arriva la droga in Italia? In questo periodo, spiega il dirigente
della Direzione antidroga, "i trafficanti usano qualsiasi tipo di rotta. I
porti di primo stoccaggio sono in Paesi dell'Africa occidentale, come Togo e
Suriname. Di qui carichi piu' piccoli arrivano in Spagna e Olanda e poi nei
porti italiani: quelli di Gioia Tauro, Livorno, Salerno e Savona sono i piu'
utilizzati. Ma carichi di coca arrivano in Italia anche su camion, macchine
attrezzate appositamente e tir. E' una battaglia difficile quella che noi
combattiamo che non puo' essere combattuta solo a livello repressivo, occorre
lavorare a rimuovere i motivi per cui tanti giovani fanno ricorso alla
cocaina
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