Trasgredire, farsi notare, affrontare la monotonia della quotidianita': sono
alcune delle motivazioni che spingono i giovani all'uso di stupefacenti,
secondo una ricerca della Fondazione Iard sul tema 'Simboli e significati
dell'uso di sostanze psicotrope'. L'indagine e' stata condotta su un campione
di 939 ragazzi, tra i 15 e i 25 anni, su tutto il territorio nazionale.
Dallo studio e' emerso che i giovani associano l'utilizzo di sostanze
stupefacenti al bisogno di affermare la propria presenza nel mondo, e allo
stesso tempo, al bisogno di fuga e di evasione: il 68% degli intervistati,
infatti, considera il consumo di stupefacenti uno strumento di trasgressione,
il 50% un modo di mettersi in mostra e il 49% un 'paradiso artificiale', nel
quale sfuggire ai problemi della vita quotidiana.
Raggruppando le risposte a seconda della fascia di reddito dichiarata (alto,
medio e basso) si nota come, per chi ha un livello medio-alto, la ragione
principale e' la trasgressione (70%), mentre per chi ha un livello basso la
spinta e' soprattutto affrontare la monotonia (62,3%).
I giovani attribuiscono al consumo di droghe soprattutto un significato legato
alla ricerca del benessere individuale. Risultano secondari, infatti, fattori
come seguire l'esempio del gruppo (39,7%) o facilitare la socializzazione
(29,8%).
Cambia, infine, la percezione delle diverse sostanze: sono un problema eroina,
ecstasy, cocaina, acidi e psicofarmaci, mentre fanno eccezione cannabis e
alcol. Il 48,6% ritiene che il consumo di cannabinoidi (hashish e marijuana)
non rappresenti un problema sociale. Inferiore la percentuale di quanti non
vedono un problema nell'alcol (26,5%). La disapprovazione per droghe piu'
pesanti sale, invece, oltre il 90%.
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