Quasi il 60% degli australiani e’ favorevole all’aumento delle sanzioni penali
per la vendita della cannabis, in seguito ad una ricerca che ha rivelato che
la maggioranza dei 12-15enni preferisce la marijuana al tabacco.
Nella ricerca federale sono state intervistate 30 mila persone che si sono
dette favorevoli a pene piu’ severe per i reati connessi alla cannabis, ma
anche favorevoli a programmi rieducativi, multe, servizi socialmente utili, o
settimane di detenzione.
In Australia, la cannabis e’ sotto i riflettori da quando i premiers del Nuovo
Galles del Sud, di Victoria e del Queensland hanno espresso la loro
preoccupazione sui collegamenti tra la sostanza e le malattie mentali,
ammonendo che "non sia piu’ considerata una droga leggera".
L’Australian Institute for Health and Welfare rivela che il 4,3% dei
12-15enni ha fumato tabacco nel 2004, il 7% ha provato qualche droga, e il
5,2% la cannabis.
La ricerca ha rivelato che sono diminuiti i consumatori di cannabis (meno 180
mila persone), anche se il consumo degli stupefacenti continua ad essere
comune tra gli adolescenti, con il 20% dei 16-17enni e il 30% dei 18-19enni
che ha provato la marijuana, lo speed e l’eroina.
Il premier di Victoria, Steve Bracks, ha chiesto al Coroner dello Stato
di osservare attentamente le possibili connessioni tra la cannabis e i casi di
suicidio. “Stiamo cercando di far capire che non si tratta di una droga
innocua. Con i test antidroghe sulle strade abbiamo dimostrato che la cannabis
puo’ provocare incidenti”.
Il premier del Nuovo Galles del Sud Morris Iemma ha sottolineato la
pericolosita’ della cannabis per la salute mentale, cosi’ come quello del
Queensland, Peter Beattie, ha detto che i Governi dovrebbero porre
l’educazione in cima alla lista delle priorita’, anche se la prevenzione e’
difficile per quanto riguarda le amfetamine, infatti: “Siamo seduti su una
bomba ad orologeria, ed e’ difficile fare cambiare l’opinione che i giovani
hanno delle amfetamine”.
Quasi il 30% degli australiani e’ stato attaccato verbalmente o fisicamente da
un soggetto alcolizzato, e il 12% da qualcuno sotto effetto di sostanze
stupefacenti.
Anche per Steve Allsop, direttore dell’istituto di ricerche nazionali
sulle droghe, c’e’ un aumento nel consumo di droghe e alcol, ma ammonisce che
condanne piu’ severe non ne riducono l’abuso. “Uno dei piu’ grandi deterrenti
e’ quando le persone sanno di essere in qualche modo scoperte. Non sono le
pene piu’ severe, ma la possibilita’ di essere fermati e sottoposti a test
antidroghe che diminuiscono i consumi”.
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