Il tifoso di calcio che urla allo stadio imbottito di sostanze stupefacenti
e' uno stereotipo da dimenticare. Lo rivela una ricerca condotta dal
Dipartimento patologie da dipendenza dell' Asl 3 di Torino, in
collaborazione con la cooperativa sociale Stranaidea. Per diciotto mesi
un'equipe di medici, sociologi ed educatori ha vissuto 'sotto copertura'
tra gli ultras di otto tifoserie di squadre del Nord e del Centro Italia
che militano nei campionati di serie A e B. Il progetto 'Tutta la curva',
finanziata anche con il fondo della legge 309 per la lotta alle droghe,
aveva lo scopo di verificare se davvero, come comunemente si crede, lo
stadio sia, con la discoteca e i rave party, uno dei luoghi privilegiati
per il consumo di sostanze stupefacenti.
“La nostra ricerca, condotta con il metodo dell'osservazione partecipante,
smentisce questo pregiudizio -spiega Emanuele Bignamini, direttore
del Dipartimento patologie da dipendenza dell'azienda sanitaria torinese-.
Dal nostro studio e' emerso che nelle tifoserie organizzate non ci sono
particolari concentrazioni di comportamenti devianti, anche perche'
esistono regole interne ai gruppi che li vietano espressamente”.
Gli ultras che si rifanno a un'ideologia politica di destra (come la Lazio)
sono piu' proibizionisti. Le tifoserie piu' orientate a sinistra (come la
Roma) sono caratterizzate da una maggiore tolleranza per quanto riguarda
l'uso di cannabinoidi (hashish, marijuana).
Gli 'infiltrati' hanno vissuto con gli ultras tutti i momenti di vita
organizzata: dalla preparazione di cori e coreografie alla vita da stadio,
fino alle trasferte. “La finalita' della loro presenza in curva non e'
stata esplicitata, soprattutto nei primi mesi di partecipazione alla vita
della tifoseria. In qualche caso, quando ormai si era instaurato un
rapporto di fiducia, gli operatori hanno svelato la loro missione”.
Il progetto ha preso il via all'inizio dell'anno scorso e ha tenuto i
tifosi sotto la lente d'ingrandimento negli ultimi mesi della stagione
calcistica 2003-2004 e per tutto il 2004-2005. “Il dato rilevante e' che
esiste un generale codice di comportamento, con connotati quasi etici, che
vieta il consumo di sostanze da sballo per evitare di compromettere
l'efficienza fisica e mentale, necessaria in caso di scontri fisici”. C' e'
ampia tolleranza, invece, per quanto riguarda l'uso di alcolici. “Vino e
birra circolano abbondantemente, anche allo stadio, malgrado i divieti e i
relativi controlli ai cancelli. Gli alcolici vengono ammessi dai capi
ultras perche' ritengono che diano la carica e aiutino a combattere il
freddo”. Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti, le piu' usate sono i
cannabinoidi. Limitato il consumo di cocaina e di tutte le sostanze
stimolanti. “In ogni caso si tratta di un uso non diverso da quello che
caratterizza l'intera societa' italiana”
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