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22/12/2005 Droghe e Violenza all’Interno delle Carceri (www.aduc.it)

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    Secondo una recente ricerca riportata dal quotidiano britannico The Times, nelle carceri e’ alto il numero di reati sessuali e la quantita’ di droga che circola.
    Solo alcuni giorni fa’ ad un ufficiale di un istituto penitenziario e’ stato gettato un secchio contenente escrementi, l’ultimo di una serie di incresciosi episodi accaduti all’interno delle carceri inglesi.
    L’ispettore capo Anne Owers ha criticato la cultura lassista diffusa all’interno delle carceri, aggiungendo che si sta procedendo verso un serio, e grave abuso di droghe.
    In un mese, sono state trovate dalla United Kingdon Detention Services, all’interno di alcuni edifici penitenziari: 20 kg di cannabis, 60 grammi d’eroina, e 4,6 di cocaina.
    La Owers, allarmata da quanto accaduto nella prigione di Salford, nell’area di Manchester, ha avvisato i responsabili del Prison Service.
    “C'e' un peggioramento nella sicurezza, per cui sono necessari interventi per ricostruire la fiducia degli operatori che lavorano all’interno delle carceri, per riprendere il controllo della situazione”, si legge nel rapporto inviato dalla Owers.
    Lo scorso mese di luglio, un’ispezione inattesa in tre prigioni, ha rivelato uno stato di soggezione dei lavoratori nei confronti dei detenuti, assalti nei confronti di altri detenuti (quasi 25 casi in un mese). Il rapporto rivela che le droghe sono diffuse, e il turnover degli agenti fa si’ che il problema non sia affrontato seriamente.
    Questo e’ il secondo rapporto in meno di sei mesi. In quello precedente, venne alla luce che nella prigione di Rye Hill gli agenti non avevano il giusto controllo dei detenuti e che la situazione fosse “fuori controllo”.
    Un aiuto arriva dal settore privato, migliorando l’efficienza e introducendo miglioramenti nel sistema carcerario. Il turnover e’ piu’ alto nelle prigioni private che in quelle statali, e i dipendenti ricevono una paga migliore rispetto ai secondi.
    Ma e’ la mancanza d’informazioni ad oscurare il potenziale delle prigioni private.


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