Il Laos, che fino a 10 anni fa era il terzo maggior produttore di eroina del
mondo, con una campagna durata sei anni ha estirpato tutte le coltivazioni di
papaveri da oppio. Lo ha dichiarato il primo ministro laotiano Bounnhang
Vorachit durante una conferenza stampa a Vientiane.
"Oggi è un giorno importante per il popolo ed il governo del Laos in quanto
possiamo dichiarare al mondo intero che abbiamo sradicato tutte le
coltivazioni di papavero da oppio".
Dopo aver lodato gli sforzi di questo Paese, gli agenti delle Nazioni Unite
che si occupano della lotta al traffico di stupefacenti hanno detto che la
storia del famigerato 'Triangolo d'oro', dopo 160 anni è giunta al termine.
"La Cina è stato il primo Paese (a liberarsi delle coltivazioni d'oppio), poi
la Thailandia e ora il Laos", ha commentato con soddisfazione Antonio Maria
Costa, capo dell'ufficio della Nazioni Unite contro le droghe ed il
crimine (Unodc).
In Laos, secondo alcune stime dell'Onu e del governo che risalgono al 1998, ci
sarebbero circa 63 mila tossicodipendenti. Ora l'obiettivo è di arrivare sotto
quota 12 mila. Costa ha aggiunto che per evitare una ripresa della produzione
di oppio non bisogna ridurre gli aiuti al Paese e che si deve permettere agli
ex coltivatori di oppio, che adesso producono asparagi o cavoli, di avere
accesso al mercato internazionale.
Anche il Myanmar (secondo produttore mondiale di oppio dietro l'Afghanistan)
ha deciso di collaborare con l'Unodc per eliminare entro il 2014 i 44 mila
ettari coltivati a papavero da oppio che si trovano sul suo territorio.
Ma sia leader di gruppi di ribelli che alcuni diplomatici contestano
l'esattezza delle stime dell'Onu e non credono che la giunta militare che
governa il Myanmar (l'ex Birmania) collaborerà, in quanto avrebbe sempre
fornito la sua protezione a Khun Sa, capo supremo del narcotraffico del
Triangolo d'oro.
Molto più credibili sembrano invece i risultati raggiunti in Laos, Paese
governato dal 1975 da una dittatura comunista i cui abitanti (circa sei
milioni) dipendono per la loro sopravvivenza in larga parte dagli aiuti
dell'Occidente. Ma anche se il papavero da oppio sembra essere sparito dalla
regione, il 'Triangolo d'oro' continua ad essere tristemente noto per la
produzione di stupefacenti, perché in alcune aree remote del Myanmar gli ex
trafficanti di eroin a si stanno specializzando nella produzione di stimolanti
sintetici come le metanfetamine, che negli ultimi tempi sono diventate molto
diffuse tra i giovani del Sud-Est asiatico.
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