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27/01/2006 Il Giorno dopo l' Approvazione delle Nuove Norme I (www.aduc.it)

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    "Una follia". Daniele Capezzone, intervistato dal Gr3, definisce così la nuova legge sulla droga. "Avevo lanciato l'allarme da mesi -dice il dirigente della Rosa nel Pugno- e sono rimasto in una qualche solitudine. Dicevo attenzione che il governo farà il colpo di mano e questi lo hanno fatto. Oggi lo dico non solo ai ragazzi ma anche a loro genitori a cui magari può dispiacere che i loro figli si fanno una 'canna', ma oggi per una sciocchezza come cinque o sei spinelli si rischia la perquisizione all'alba, l'arresto, il processo, quattromila euro per l'avvocato, e poi la condanna da uno a sei anni di carcere: é una follia".

    "Parlare di una legge ad partitum, è da un lato un riconoscimento ai meriti di Alleanza Nazionale, dall'altro la dimostrazione di una visione limitata del problema". Lo afferma Maurizio Gasparri, dell'esecutivo di Alleanza Nazionale. "Le nuove norme sulla droga aiutano i tossicodipendenti ad uscire da questa tragedia e ampliano la possibilità di uscire dal carcere per chi è vittima di questo flagello. Nello stesso tempo si punisce con severità lo spaccio". "Che cosa propone Prodi in questa materia? Cosa ha fatto per sostenere l'azione delle comunità terapeutiche laiche e cattoliche? Che cosa sa del problema per il quale è assolutamente incompetente come in tantissime altre materie". "La nuova legge sulla droga che approveremo nelle prossime ore alla Camera dei deputati è uno degli atti qualificanti dell'intera legislatura e per An motivo di orgoglio averne ottenuto l'approvazione. Prodi taccia su questa e su tante altre materie che non conosce affatto".

    "E' il momento peggiore per approvare una legge che riguardi la giustizia dal punto di vista delle pene, almeno questa è la mia opinione": così Gaetano Pecorella, presidente della Commissione Giustizia della Camera. "Quando si è in prossimità di un momento elettorale si ha una richiesta di un consenso forte". E già nella scorsa legislatura "l'ultima legge del centrosinistra aggravava tutte le ipotesi di furto rendendo le pene altissime anche per reati esclusivamente economici". Sul provvedimento che riguarda le droghe, inoltre, ci sarebbe bisogno di un "esame più approfondito", visto che si tratta di un provvedimento molto ampio e complesso. "Credo comunque che si possa entrare nella logica, normale in molti Paesi, che le leggi sono esperimenti: si approvano e poi se ne vede in concreto la funzionalità nel tempo. Anche questa legge, infatti, potrà avere una verifica empirica per vedere se migliora o peggiora le cose". Pecorella preferisce non commentare la decisione di mettere sullo stesso piano droghe leggere e pesanti considerando cannabis e hascisc come "anticamera per stupefacenti più pesanti. Io lascerei agli scienziati dare una risposta". "Credo che dovremo stare molto attenti anche dal punto di vista della verifica sociale, per controllare quanto questa legge peggiori o migliori la lotta alla criminalità".

    "E' incredibile l'ignoranza di Prodi sui lavori parlamentari. Il candidato dell'Ulivo, che parla sempre per sentito dire, non sa che il decreto legge nel quale ieri sono state inserite le norme sulla droga riguardava le Olimpiadi di Torino e 'Disposizioni per favorire il recupero dei tossicodipendenti recidivi' ". Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il Parlamento, replica così al Professore, secondo il quale "non sta né in cielo né in terrà che le norme sulla droga siano inserite nel decreto sulle Olimpiadi". "Ho mantenuto la promessa fatta agli operatori di non ricorrere né a decreti né alla fiducia prima della Conferenza Nazionale di Palermo di dicembre, dove il testo è stato discusso e perfezionato. E' pertanto in perfetta malafede chi mi accusa di inaffidabilità per essere ricorso al voto di fiducia dopo la Conferenza, essendo questo l'unico strumento valido per poter tradurre in legge il grande lavoro sviluppato in questi anni dal Parlamento e dagli operatori del settore".

    Un invito al governo "a non procedere" sulla strada dell'approvazione definitiva della nuova legge, anche perché le carceri "non reggerebbero l'ingresso di nuovi soggetti che non riguardano la criminalità in senso stretto", è arrivato oggi dal convegno del forum nazionale per la tutela della salute dei detenuti e delle detenute, riguardante la sanità penitenziaria e, in particolare, il problema del rapporto tra tossicodipendenti e carceri. I partecipanti hanno approvato un ordine del giorno con la richiesta del blocco dell'iter parlamentare del provvedimento e lo stralcio della parte riguardante le tossicodipendenze. Introducendo i lavori del convegno il vice presidente del forum, Lillo Di Mauro, ha affermato che il carcere per i tossicodipendenti "é una risposta più dannosa che utile".

    "Se vinceremo le elezioni, uno tra i primi provvedimenti che prenderemo sarà quello di abrogare la legge sulla tossicodipendenza approvata ieri dal Senato. Non tutte le leggi di questo governo sono da eliminare, ma sicuramente questa lo è come anche altre". E' quanto hanno detto Livia Turco, responsabile welfare dei Ds, e Rosi Bindi, responsabile welfare della Margherita, nel corso della prima conferenza nazionale dei Ds sulla salute e le politiche sociali. "Si è capito ormai a cosa serviranno questi altri quindici giorni di governo -ha detto Rosi Bindi- facendo passare provvedimenti come questi, annunciati ad inizio legislatura, e ricorrendo ancora una volta al voto di fiducia. Ritengo che questa sia una brutta pagina per i giovani del nostro paese". Di pieno accordo sono stati invece definiti i rapporti della Margherita con i Ds. "Lavoreremo insieme - ha continuato Bindi - su welfare, politiche sociali e sanità. Anche sui Pacs siamo riusciti a trovare un punto di sintesi e di equilibrio. Ritengo invece che le proposte di legge presentate dalla Rosa nel pugno siano delle provocazioni inutili e pericolose, perché spaventano gli italiani e sono sbagliate nel merito e nel metodo. E' difficile trovare un punto d'incontro se si lavora così".

    "E molto grave il minaccioso proposito di abrogare la legge antidroga avanzato dalle onorevoli Bindi e Turco". E quanto dichiara in una nota il ministro della Salute Francesco Storace. "Se alle parole dovessero seguire le azioni, per i giovani si tornerebbe a considerare un diritto drogarsi; resterebbero impuniti spacciatori e trafficanti; si costringerebbero i tossicodipendenti a vedersi privati del diritto al recupero a una vita civile. Quella che ci prospettano è una sinistra sempre più cupa".

    "La maggioranza di centrodestra con l'ennesimo voto di fiducia decide che chi si fa una 'canna' va in galera, decretando che le droghe sono indistintamente tutte uguali. E' un governo veramente stupefacente". Lo afferma Alessandro Pignatiello, della direzione nazionale del Partito dei Comunisti Italiani. "Così scopriamo che all'interno del pacchetto 'Olimpiadi di Torino 2006' il governo decide che tutta la 'neve' é uguale. Che sia quella dei campi da sci o quella che si sniffa è poco rilevante". "Non importa cosa dicono i medici e gli esperti del settore. Non importa se si corre il rischio di criminalizzare diverse generazioni di italiani 'normalissimi'. Mentre in tutto il mondo si avanzano proposte antiproibizioniste e si attuano, con importanti risultati, politiche di riduzione del danno, in Italia il governo fa esattamente l'opposto". "La logica del proibizionismo, la criminalizzazione, l'incapacità di distinguere una droga dall'altra vanno solo a vantaggio del narcotraffico e non hanno portato ad alcun risultato. E' l'ennesima legge da abrogare".

    La Rosa Nel Pugno a partire dall'11 agosto presenterà due richieste di referendum abrogativo della nuova normativa sulla droga approvata ieri dal Senato. Lo ha annunciato il leader Radicale Marco Pannella in conferenza stampa nella sede del partito. "I termini di legge ci impongono di attendere sei mesi dopo la convocazione dei comizi elettorali. Ma è indubbio che punteremo a sottoporre a referendum questa 'leggiaccia' e i suoi peggioramenti 'ex Fini'". Commentando il modo in cui il governo ha portato le norme al voto, Pannella ha detto: "la prassi dei maxiemendamenti, come del resto l'abuso costante dei decreti, la dice lunga sullo 'stato dello Stato' di diritto, a cui concorre per la gran parte la maggioranza di governo ma che è reso possibile anche dalla debolezza della sinistra". "I mezzi - ha concluso in riferimento all'approvazione all'interno del decreto Olimpiadi - si adeguano ai connotati dei fini e non sarebbero immaginabili se il Parlamento fosse davvero liberale".

    "La nuova normativa sul contrasto al consumo di sostanze stupefacenti è una legge eccellente. I principi introdotti aiutano i tossicodipendenti a liberarsi da questo flagello e puniscono finalmente con severità lo spaccio". Lo dice il presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro. "Non comprendo l'assordante silenzio del centrosinistra su questo tema. E' possibile che a Roma come a Palermo l'opposizione non abbia nulla da dire in materia?. Mi chiedo cosa proponga Rita Borsellino per arginare questo drammatico problema, che qui in Sicilia ha delle ovvie connessioni con la priorità data dalla lotta alla mafia". "Ricordo a tutti l'impegno pluridecennale delle Comunità terapeutiche cattoliche, ma anche laiche, che hanno aiutato migliaia di giovani ad abbandonare la droga. Credo che questa nuova legge vada nella giusta direzione, perché cerca di colpire gli spacciatori, cercando al tempo stesso di salvare intere generazioni".

    Un aumento della spesa, un contrasto netto con le competenze delle Regioni ma, soprattutto, un rischio di scadimento della qualità delle prestazioni: sono queste, secondo Federserd, le conseguenze prevedibili in caso di approvazione delle nuove norme. Alfio Lucchini, presidente nazionale della federazione che raggruppa i servizi pubblici per le tossicodipendenze, si sofferma in particolare su uno dei punti centrali dell'emendamento approvato ieri, cioé l'assimilazione del privato al pubblico, che, spiega, autorizza le strutture accreditate del privato ai compiti di certificazione dello stato di tossicodipendenza e di definizione e conduzione dei programmi terapeutici. "La certificazione dello stato di dipendenza è un atto di valore pubblico di rilievo, spendibile su tutto il territorio nazionale e si collega al possibile accesso a un trattamento specifico conseguente. Si basa su un processo diagnostico, di per sé multimodale e complesso, attualmente riservato a strutture pubbliche e alle migliori professionalità". "Nel nostro Paese da 30 anni è in corso l'attuazione, faticosa ma importante e riconosciuta in tutta Europa, di un modello con i Sert (550 sparsi nel Paese con 7.000 professionisti) che svolgono le funzioni di accoglienza, osservazione diagnosi e definizione terapeutica, e le Comunità Terapeutiche e i Servizi Intermedi Territoriali (oltre 1.500 sedi) che intervengono nelle fasi riabilitative e di riduzione dei rischi. Quasi 200.000 persone si rivolgono a queste strutture ogni anno: un continuum, che deve divenire sempre più virtuoso, in cui ognuno fa quello che sa fare, quello per cui ha studiato e che ha nella mission del suo esistere. Il medico, lo psicologo, gli altri professionisti dei Sert fanno diagnosi e terapia, l'educatore di comunità fa la riabilitazione. Non bisogna alterare ma sviluppare questo processo". Secondo il presidente di Federserd, quindi, appare chiara la "volontà di distruggere il servizio pubblico e di fatto, considerata la realtà attuale, abbassare considerevolmente il livello dell'intervento specialistico offerto ai cittadini". Inoltre, la competenza esclusiva della organizzazione dei servizi è delle Regioni, "totalmente estranee alla discussione di queste norme". Le conseguenze prevedibili, in caso di approvazione definitiva e di applicazione delle nuove norme saranno quindi, secondo la federazione, un aumento di spesa senza regia di sistema, un contrasto netto con le competenze delle Regioni (non esclusi nuovi ricorsi costituzionali), rischi tecnici notevoli nella qualità delle prestazioni. "Le famiglie, i cittadini hanno bisogno di risposte concrete, vogliono vedere servizi che funzionino, interventi di prevenzione e innovazione, capacità di comprendere e attrezzarsi per i nuovi fenomeni che emergono nel consumo e nell'abuso di sostanze. Questo ddl e le volontà sottese parlano e si occupano d'altro". "Noi proseguiremo con lo sviluppo del modello di Alta Integrazione per un intervento qualificato e flessibile sul territorio, a cui hanno aderito il 95% degli enti pubblici e privati accreditati attualmente a intervenire nel settore in Italia".

    "La legge sull'uso e lo spaccio di droga ora in vigore rappresenta il giusto equilibrio tra la lotta contro la criminalità e l'attenzione rivolta verso i disperati che fanno uso di droga. Il provvedimento approvato in Senato mette sullo stesso piano tutti, ma i 'poveri cristi' finiranno in galera mentre i potenti continueranno a restare in giro a spacci are". Così Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori.

    "Bisogna liberarsi di questa normativa liberticida al più presto e con ogni mezzo". Lo afferma Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi. "Intanto bisognerà fare la più dura opposizione alla Camera e, se non dovesse servire, l'Unione, se vincerà le elezioni, dovrà inserire il ddl Fini tra quelle leggi inemendabili, da abrogare subito". "Un provvedimento così iniquo e stolidamente repressivo, infatti meno resta in vigore meglio è; questa è l'indicazione che ci proviene dalla stragrande maggioranza degli operatori, delle strutture che operano sul territorio, dalle stesse famiglie, tutti preoccupati dalle conseguenze giudiziarie che questa stretta repressiva comporterebbe per la vita di milioni di consumatori di droghe leggere". "Per rendere breve e difficile la vita di questa legge occorrerà inoltre intercettare e sintonizzarsi con tutte le iniziative provenienti dalla società civile, dalla disobbedienza civile alle proposte di referendum abrogativo, perché è necessario respingere, insieme alla legge, la cultura oscurantista che l'ha generata e che si profila minacciosa sulla società ".

    "La sinistra promette che se andrà al governo abrogherà la legge Fini antidroga e antispaccio? I cittadini italiani che si sentono nemici degli spacciatori, dei mercanti di morte, di quelli che ammazzano i nostri figli nel corpo e nello spirito; le famiglie di questo Paese che hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia della droga; gli elettori cattolici hanno un motivo in più per votare per la destra". Lo afferma il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia. "La legge Fini antidroga e antispaccio afferma un principio sacrosanto: drogarsi è un delitto (contro la libertà, la volontà razionale, la propria personalità, la dignità, la salute, la vita e la società nella sua interezza), non un diritto. Coloro che avversano questa legge e minacciano di abrogarla, dunque, avversano il principio che essa afferma e propugnano la libertà di drogarsi. Ed è oltremodo significativo che tra essi vi siano i cattolici del centrosinistra, sempre più sedicenti e sempre più subalterni alla cultura relativista, nichilista e libertaria". "Quanto a Pannella e alla sua solita minaccia dei referendum abrogativi è una pistola ormai scarica. Faranno la stessa fine dei referendum abrogativi della legge sulla procreazione medicalmente assistita. Spiegheremo infatti agli italiani quello che non fu loro spiegato nel 1993, e cioé che se votassero sì autorizzerebbero non soltanto il consumo personale, ma anche lo spaccio della droga, consentendo ai venditori di morte di poter continuare, impunibili, tranquilli e indisturbati, a uccidere fisicamente e psichicamente i nostri figli".

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