"Una follia". Daniele Capezzone, intervistato dal Gr3, definisce così
la nuova legge sulla droga. "Avevo lanciato l'allarme da mesi -dice il
dirigente della Rosa nel Pugno- e sono rimasto in una qualche solitudine.
Dicevo attenzione che il governo farà il colpo di mano e questi lo hanno
fatto. Oggi lo dico non solo ai ragazzi ma anche a loro genitori a cui magari
può dispiacere che i loro figli si fanno una 'canna', ma oggi per una
sciocchezza come cinque o sei spinelli si rischia la perquisizione all'alba,
l'arresto, il processo, quattromila euro per l'avvocato, e poi la condanna da
uno a sei anni di carcere: é una follia".
"Parlare di una legge ad partitum, è da un lato un riconoscimento ai meriti di
Alleanza Nazionale, dall'altro la dimostrazione di una visione limitata del
problema". Lo afferma Maurizio Gasparri, dell'esecutivo di Alleanza
Nazionale. "Le nuove norme sulla droga aiutano i tossicodipendenti ad uscire
da questa tragedia e ampliano la possibilità di uscire dal carcere per chi è
vittima di questo flagello. Nello stesso tempo si punisce con severità lo
spaccio". "Che cosa propone Prodi in questa materia? Cosa ha fatto per
sostenere l'azione delle comunità terapeutiche laiche e cattoliche? Che cosa
sa del problema per il quale è assolutamente incompetente come in tantissime
altre materie". "La nuova legge sulla droga che approveremo nelle prossime ore
alla Camera dei deputati è uno degli atti qualificanti dell'intera legislatura
e per An motivo di orgoglio averne ottenuto l'approvazione. Prodi taccia su
questa e su tante altre materie che non conosce affatto".
"E' il momento peggiore per approvare una legge che riguardi la giustizia dal
punto di vista delle pene, almeno questa è la mia opinione": così Gaetano
Pecorella, presidente della Commissione Giustizia della Camera. "Quando si
è in prossimità di un momento elettorale si ha una richiesta di un consenso
forte". E già nella scorsa legislatura "l'ultima legge del centrosinistra
aggravava tutte le ipotesi di furto rendendo le pene altissime anche per reati
esclusivamente economici". Sul provvedimento che riguarda le droghe, inoltre,
ci sarebbe bisogno di un "esame più approfondito", visto che si tratta di un
provvedimento molto ampio e complesso. "Credo comunque che si possa entrare
nella logica, normale in molti Paesi, che le leggi sono esperimenti: si
approvano e poi se ne vede in concreto la funzionalità nel tempo. Anche questa
legge, infatti, potrà avere una verifica empirica per vedere se migliora o
peggiora le cose". Pecorella preferisce non commentare la decisione di mettere
sullo stesso piano droghe leggere e pesanti considerando cannabis e hascisc
come "anticamera per stupefacenti più pesanti. Io lascerei agli scienziati
dare una risposta". "Credo che dovremo stare molto attenti anche dal punto di
vista della verifica sociale, per controllare quanto questa legge peggiori o
migliori la lotta alla criminalità".
"E' incredibile l'ignoranza di Prodi sui lavori parlamentari. Il candidato
dell'Ulivo, che parla sempre per sentito dire, non sa che il decreto legge nel
quale ieri sono state inserite le norme sulla droga riguardava le Olimpiadi di
Torino e 'Disposizioni per favorire il recupero dei tossicodipendenti
recidivi' ". Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il
Parlamento, replica così al Professore, secondo il quale "non sta né in cielo
né in terrà che le norme sulla droga siano inserite nel decreto sulle
Olimpiadi". "Ho mantenuto la promessa fatta agli operatori di non ricorrere né
a decreti né alla fiducia prima della Conferenza Nazionale di Palermo di
dicembre, dove il testo è stato discusso e perfezionato. E' pertanto in
perfetta malafede chi mi accusa di inaffidabilità per essere ricorso al voto
di fiducia dopo la Conferenza, essendo questo l'unico strumento valido per
poter tradurre in legge il grande lavoro sviluppato in questi anni dal
Parlamento e dagli operatori del settore".
Un invito al governo "a non procedere" sulla strada dell'approvazione
definitiva della nuova legge, anche perché le carceri "non reggerebbero
l'ingresso di nuovi soggetti che non riguardano la criminalità in senso
stretto", è arrivato oggi dal convegno del forum nazionale per la tutela della
salute dei detenuti e delle detenute, riguardante la sanità penitenziaria e,
in particolare, il problema del rapporto tra tossicodipendenti e carceri. I
partecipanti hanno approvato un ordine del giorno con la richiesta del blocco
dell'iter parlamentare del provvedimento e lo stralcio della parte riguardante
le tossicodipendenze. Introducendo i lavori del convegno il vice presidente
del forum, Lillo Di Mauro, ha affermato che il carcere per i
tossicodipendenti "é una risposta più dannosa che utile".
"Se vinceremo le elezioni, uno tra i primi provvedimenti che prenderemo sarà
quello di abrogare la legge sulla tossicodipendenza approvata ieri dal Senato.
Non tutte le leggi di questo governo sono da eliminare, ma sicuramente questa
lo è come anche altre". E' quanto hanno detto Livia Turco, responsabile
welfare dei Ds, e Rosi Bindi, responsabile welfare della Margherita,
nel corso della prima conferenza nazionale dei Ds sulla salute e le politiche
sociali. "Si è capito ormai a cosa serviranno questi altri quindici giorni di
governo -ha detto Rosi Bindi- facendo passare provvedimenti come questi,
annunciati ad inizio legislatura, e ricorrendo ancora una volta al voto di
fiducia. Ritengo che questa sia una brutta pagina per i giovani del nostro
paese". Di pieno accordo sono stati invece definiti i rapporti della
Margherita con i Ds. "Lavoreremo insieme - ha continuato Bindi - su welfare,
politiche sociali e sanità. Anche sui Pacs siamo riusciti a trovare un punto
di sintesi e di equilibrio. Ritengo invece che le proposte di legge presentate
dalla Rosa nel pugno siano delle provocazioni inutili e pericolose, perché
spaventano gli italiani e sono sbagliate nel merito e nel metodo. E' difficile
trovare un punto d'incontro se si lavora così".
"E molto grave il minaccioso proposito di abrogare la legge antidroga avanzato
dalle onorevoli Bindi e Turco". E quanto dichiara in una nota il ministro
della Salute Francesco Storace. "Se alle parole dovessero seguire le
azioni, per i giovani si tornerebbe a considerare un diritto drogarsi;
resterebbero impuniti spacciatori e trafficanti; si costringerebbero i
tossicodipendenti a vedersi privati del diritto al recupero a una vita civile.
Quella che ci prospettano è una sinistra sempre più cupa".
"La maggioranza di centrodestra con l'ennesimo voto di fiducia decide che chi
si fa una 'canna' va in galera, decretando che le droghe sono indistintamente
tutte uguali. E' un governo veramente stupefacente". Lo afferma Alessandro
Pignatiello, della direzione nazionale del Partito dei Comunisti Italiani.
"Così scopriamo che all'interno del pacchetto 'Olimpiadi di Torino 2006' il
governo decide che tutta la 'neve' é uguale. Che sia quella dei campi da sci o
quella che si sniffa è poco rilevante". "Non importa cosa dicono i medici e
gli esperti del settore. Non importa se si corre il rischio di criminalizzare
diverse generazioni di italiani 'normalissimi'. Mentre in tutto il mondo si
avanzano proposte antiproibizioniste e si attuano, con importanti risultati,
politiche di riduzione del danno, in Italia il governo fa esattamente
l'opposto". "La logica del proibizionismo, la criminalizzazione, l'incapacità
di distinguere una droga dall'altra vanno solo a vantaggio del narcotraffico e
non hanno portato ad alcun risultato. E' l'ennesima legge da abrogare".
La Rosa Nel Pugno a partire dall'11 agosto presenterà due richieste di
referendum abrogativo della nuova normativa sulla droga approvata ieri dal
Senato. Lo ha annunciato il leader Radicale Marco Pannella in
conferenza stampa nella sede del partito. "I termini di legge ci impongono di
attendere sei mesi dopo la convocazione dei comizi elettorali. Ma è indubbio
che punteremo a sottoporre a referendum questa 'leggiaccia' e i suoi
peggioramenti 'ex Fini'". Commentando il modo in cui il governo ha portato le
norme al voto, Pannella ha detto: "la prassi dei maxiemendamenti, come del
resto l'abuso costante dei decreti, la dice lunga sullo 'stato dello Stato' di
diritto, a cui concorre per la gran parte la maggioranza di governo ma che è
reso possibile anche dalla debolezza della sinistra". "I mezzi - ha concluso
in riferimento all'approvazione all'interno del decreto Olimpiadi - si
adeguano ai connotati dei fini e non sarebbero immaginabili se il Parlamento
fosse davvero liberale".
"La nuova normativa sul contrasto al consumo di sostanze stupefacenti è una
legge eccellente. I principi introdotti aiutano i tossicodipendenti a
liberarsi da questo flagello e puniscono finalmente con severità lo spaccio".
Lo dice il presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro. "Non
comprendo l'assordante silenzio del centrosinistra su questo tema. E'
possibile che a Roma come a Palermo l'opposizione non abbia nulla da dire in
materia?. Mi chiedo cosa proponga Rita Borsellino per arginare questo
drammatico problema, che qui in Sicilia ha delle ovvie connessioni con la
priorità data dalla lotta alla mafia". "Ricordo a tutti l'impegno
pluridecennale delle Comunità terapeutiche cattoliche, ma anche laiche, che
hanno aiutato migliaia di giovani ad abbandonare la droga. Credo che questa
nuova legge vada nella giusta direzione, perché cerca di colpire gli
spacciatori, cercando al tempo stesso di salvare intere generazioni".
Un aumento della spesa, un contrasto netto con le competenze delle Regioni ma,
soprattutto, un rischio di scadimento della qualità delle prestazioni: sono
queste, secondo Federserd, le conseguenze prevedibili in caso di
approvazione delle nuove norme. Alfio Lucchini, presidente nazionale
della federazione che raggruppa i servizi pubblici per le tossicodipendenze,
si sofferma in particolare su uno dei punti centrali dell'emendamento
approvato ieri, cioé l'assimilazione del privato al pubblico, che, spiega,
autorizza le strutture accreditate del privato ai compiti di certificazione
dello stato di tossicodipendenza e di definizione e conduzione dei programmi
terapeutici. "La certificazione dello stato di dipendenza è un atto di valore
pubblico di rilievo, spendibile su tutto il territorio nazionale e si collega
al possibile accesso a un trattamento specifico conseguente. Si basa su un
processo diagnostico, di per sé multimodale e complesso, attualmente riservato
a strutture pubbliche e alle migliori professionalità". "Nel nostro Paese da
30 anni è in corso l'attuazione, faticosa ma importante e riconosciuta in
tutta Europa, di un modello con i Sert (550 sparsi nel Paese con 7.000
professionisti) che svolgono le funzioni di accoglienza, osservazione diagnosi
e definizione terapeutica, e le Comunità Terapeutiche e i Servizi Intermedi
Territoriali (oltre 1.500 sedi) che intervengono nelle fasi riabilitative e di
riduzione dei rischi. Quasi 200.000 persone si rivolgono a queste strutture
ogni anno: un continuum, che deve divenire sempre più virtuoso, in cui ognuno
fa quello che sa fare, quello per cui ha studiato e che ha nella mission del
suo esistere. Il medico, lo psicologo, gli altri professionisti dei Sert fanno
diagnosi e terapia, l'educatore di comunità fa la riabilitazione. Non bisogna
alterare ma sviluppare questo processo". Secondo il presidente di Federserd,
quindi, appare chiara la "volontà di distruggere il servizio pubblico e di
fatto, considerata la realtà attuale, abbassare considerevolmente il livello
dell'intervento specialistico offerto ai cittadini". Inoltre, la competenza
esclusiva della organizzazione dei servizi è delle Regioni, "totalmente
estranee alla discussione di queste norme". Le conseguenze prevedibili, in
caso di approvazione definitiva e di applicazione delle nuove norme saranno
quindi, secondo la federazione, un aumento di spesa senza regia di sistema, un
contrasto netto con le competenze delle Regioni (non esclusi nuovi ricorsi
costituzionali), rischi tecnici notevoli nella qualità delle prestazioni. "Le
famiglie, i cittadini hanno bisogno di risposte concrete, vogliono vedere
servizi che funzionino, interventi di prevenzione e innovazione, capacità di
comprendere e attrezzarsi per i nuovi fenomeni che emergono nel consumo e
nell'abuso di sostanze. Questo ddl e le volontà sottese parlano e si occupano
d'altro". "Noi proseguiremo con lo sviluppo del modello di Alta Integrazione
per un intervento qualificato e flessibile sul territorio, a cui hanno aderito
il 95% degli enti pubblici e privati accreditati attualmente a intervenire nel
settore in Italia".
"La legge sull'uso e lo spaccio di droga ora in vigore rappresenta il giusto
equilibrio tra la lotta contro la criminalità e l'attenzione rivolta verso i
disperati che fanno uso di droga. Il provvedimento approvato in Senato mette
sullo stesso piano tutti, ma i 'poveri cristi' finiranno in galera mentre i
potenti continueranno a restare in giro a spacci are". Così Antonio Di
Pietro, leader dell'Italia dei Valori.
"Bisogna liberarsi di questa normativa liberticida al più presto e con ogni
mezzo". Lo afferma Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi. "Intanto
bisognerà fare la più dura opposizione alla Camera e, se non dovesse servire,
l'Unione, se vincerà le elezioni, dovrà inserire il ddl Fini tra quelle leggi
inemendabili, da abrogare subito". "Un provvedimento così iniquo e
stolidamente repressivo, infatti meno resta in vigore meglio è; questa è
l'indicazione che ci proviene dalla stragrande maggioranza degli operatori,
delle strutture che operano sul territorio, dalle stesse famiglie, tutti
preoccupati dalle conseguenze giudiziarie che questa stretta repressiva
comporterebbe per la vita di milioni di consumatori di droghe leggere". "Per
rendere breve e difficile la vita di questa legge occorrerà inoltre
intercettare e sintonizzarsi con tutte le iniziative provenienti dalla società
civile, dalla disobbedienza civile alle proposte di referendum abrogativo,
perché è necessario respingere, insieme alla legge, la cultura oscurantista
che l'ha generata e che si profila minacciosa sulla società ".
"La sinistra promette che se andrà al governo abrogherà la legge Fini
antidroga e antispaccio? I cittadini italiani che si sentono nemici degli
spacciatori, dei mercanti di morte, di quelli che ammazzano i nostri figli nel
corpo e nello spirito; le famiglie di questo Paese che hanno vissuto sulla
propria pelle la tragedia della droga; gli elettori cattolici hanno un motivo
in più per votare per la destra". Lo afferma il senatore Riccardo Pedrizzi,
responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia. "La legge Fini
antidroga e antispaccio afferma un principio sacrosanto: drogarsi è un delitto
(contro la libertà, la volontà razionale, la propria personalità, la dignità,
la salute, la vita e la società nella sua interezza), non un diritto. Coloro
che avversano questa legge e minacciano di abrogarla, dunque, avversano il
principio che essa afferma e propugnano la libertà di drogarsi. Ed è oltremodo
significativo che tra essi vi siano i cattolici del centrosinistra, sempre più
sedicenti e sempre più subalterni alla cultura relativista, nichilista e
libertaria". "Quanto a Pannella e alla sua solita minaccia dei referendum
abrogativi è una pistola ormai scarica. Faranno la stessa fine dei referendum
abrogativi della legge sulla procreazione medicalmente assistita. Spiegheremo
infatti agli italiani quello che non fu loro spiegato nel 1993, e cioé che se
votassero sì autorizzerebbero non soltanto il consumo personale, ma anche lo
spaccio della droga, consentendo ai venditori di morte di poter continuare,
impunibili, tranquilli e indisturbati, a uccidere fisicamente e psichicamente
i nostri figli".
PARTE II
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