La Camera ha confermato con 307 sì la fiducia al governo sul decreto legge
sulle Olimpiadi invernali di Torino che contiene anche le nuove norme in
materia di contrasto della tossicodipendenza. I voti contrari sono stati 207.
Il dibattito
Durante il dibattito di stamani alla camera dei Deputati anche qualche
scaramuccia. Mentre parlava Antonio Leone di FI un gruppo di deputati
dei Verdi e del Prc hanno raggiunto il centro dell'emiciclo innalzando dei
cartelli con su scritto "mandiamo in fumo la legge Fini". Il vicepresidente
Clemente Mastella ha cosi' sospeso la seduta.
I cartelli sono stati innalzati, tra gli altri, dai Verdi Paolo Cento, Mauro
Bulgarelli e Tiziana Valpiana e da Elettra Deiana, Giovanni Russo Spena e
Alfonso Gianni del Prc. Immediata la richiesta di Mastella ai commessi di
ritirare i cartelli, dopodiché ha sospeso la seduta, mentre dai banchi di An
si gridava "buffoni, buffoni". Quella di Leone è l'ultima dichiarazione di
voto prima della votazione sulla fiducia. Poco dopo, Mastella ha ripreso i
lavori, annunciando all'Assemblea di "aver informato dell'accaduto il
presidente Casini per valutare i provvedimenti del caso". E Leone ha ripreso
il suo intervento sottolineando: "E' bene che questa scena sia stata trasmessa
in tv, così gli italiani vedranno chi vuole andare al governo e come...".
"L'Unione è andata in fumo. Prima gli inni alla droga libera dei Verdi, poi i
cartelli in Aula. Le critiche alla conferenza di Palermo e al ministro
Giovanardi ci onorano. Prodi, il 'muto di Collecchio', forse è ora che esca
dal nirvana, con una parola chiara sulla sua stupefacente Unione 'fumata'",
dichiara in una nota il capogruppo UDC alla Camera, Luca Volonté.
Maggioranza ed opposizione ancora una volta una contro l'altra nell'Aula della
Camera, in questo caso sulla nuova normativa in materia di tossicodipendenze.
L'Unione critica il governo per aver inserito la legge Fini nel decreto legge
sulle Olimpiadi e che lo abbia blindato con la fiducia; la Cdl, e in
particolare An, difende il provvedimento e sottolinea che "non è una mossa
elettorale". Il Verde Paolo Cento, che guiderà una contestazione in Aula alla
fine del dibattito con dei cartelli che invitano a "mandare in fumo" la legge
Fini, giudica "vergognoso che si imponga al Parlamento, attraverso il ricorso
alla fiducia, una legge proibizionista che non colpisce il grande mercato del
narcotraffico. "Ad abolire questa legge ci penseremo noi dell'Unione quando
torneremo al governo, già nei primi cento giorni; se no i Verdi si attiveranno
per un referendum". Enrico Buemi dello Sdi bolla la legge Fini come
"proibizionista, demagogica e propagandistica", visto che non prevede, tra
l'altro, "nessuna iniziativa per le famiglie ed i giovani interessati dal
problema della tossicodipendenza".
Duro anche Franco Giordano del Prc, secondo cui la legge Fini "viola
palesemente il principio costituzionale di uguaglianza: il governo si
preoccupa unicamente di perseguire gli interessi dei centri di recupero
gestiti da privati". E poi, aggiunge, è "ingiustificata l'equiparazione tra
droghe leggere e droghe pesanti, anche in considerazione dell'uso terapeutico
della cannabis', assicurando che la legge sarà cancellata dall'Unione nella
prossima legislatura".
E fortemente critica è Rosy Bindi (Dl), che parla di una legge "che
rispecchia l'impostazione punitiva e repressiva di questo governi che non
tende né al recupero né alla riabilitazione, e che è un proclama elettorale,
da far vedere in comizi e dibattiti in televisione".
Il diessino Luciano Violante parla di una legge" che si affida
all'illusione repressiva, nel senso che non dice al cittadino perché viene
punito, e non prevede nulla di vero per la cura della tossicodipendenza che
non è una malattia come tutte le altre". La Cdl si schiera a difesa del
provvedimento.
Gianfranco Anedda (An) ribadisce che le norme non sono "né a favore né
contro i consumatori di droga; forse non risolvono i problema completamente ma
rappresentano una mossa per contrastare lo spaccio e scoraggiare l'uso di
tutte le droghe che sono tutte ugualmente dannose". E aggiunge che "per
l'Unione lo Stato dovrebbe essere indulgente se non indifeso. Questo
provvedimento é stato voluto fortemente da An ma è pienamente condiviso da
tutta la Cdl, e ci permette di onorare un impegno assunto con gli elettori".
E "condivisibile" definisce la legge Fini anche il leghista Guido Giuseppe
Rossi. Difende l'impianto del provvedimento anche Antonio Leone di
Forza Italia. "Questa legge interrompe il circuito vizioso della
tossicodipendenza attivato dall'esigenza del drogato di procurarsi la 'roba'
in qualsiasi modo. La legge favorisce il recupero del tossicodipendente e
tramuta la pena in delle graduali sanzioni amministrative che in molti casi
sono decisamente più efficaci nel contrasto e nella prevenzione. Insomma, si
colma una 'zona grigia' tra consumo e spaccio che in questi anni tanto danno
ha fatto".
"La fiducia chiesta dal governo sulla legge Fini sulla droga è una vergogna
perché ha come obiettivo quello di criminalizzate migliaia di consumatori
occasionali e abituali di spinelli", ha detto in aula Paolo Cento,
coordinatore politico dei Verdi. "Ancora una volta è la faccia feroce nei
confronti della cannabis e dei suoi derivati per nascondere il fallimento del
governo nella lotta contro il narcotraffico internazionale". "I Verdi chiedono
a Prodi e all'Unione di abrogare questa norma nei primi cento giorni della
prossima legislatura, altrimenti lanceremo una grande campagna referendaria
per chiedere ai cittadini di cancellarla e di restituire alla vita civile
migliaia di uomini e donne che rischiano di essere criminalizzati anche
attraverso il ritiro della patente".
"L'onorevole Cento fa decisamente progressi. Fino a qualche tempo fa strillava
che la legge Fini mirasse al carcere per i tossicodipendenti. Dopo averla
evidentemente letta, si è accorto che le sanzioni sono amministrative. E' il
bello della democrazia parlamentare", gli ha replicato il ministro della
Salute, Francesco Storace.
"Ritengo poco opportuno che su un intervento legislativo così delicato come
quello sulla droga il Parlamento non abbia avuto modo di approfondire il
confronto ed il dibattito, la questione di fiducia ha impedito che questo
avvenisse. E' una scelta che non condivido, votare la fiducia su un
provvedimento così importante connotato da una fortissima impostazione
ideologica può rappresentare un precedente che costituisce una ferita per la
nostra democrazia parlamentare", ha detto Chiara Moroni, portavoce
nazionale del Partito socialista Nuovo Psi. "Su materie così complesse, che
riguardano direttamente la vita dei cittadini, è necessario affermare
politiche di responsabilizzazione e divulgazione che possano determinare
scelte libere e consapevoli. Il mio voto di fiducia al governo Berlusconi non
mancherà ma in piena coscienza voglio rimarcare la mia distanza nel merito
rispetto all'impostazione di questo provvedimento".
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