Il premio Nobel per l'Economia 1992 Gary Becker spiega, in un
articolo esclusivo per il settimanale colombiano El Espectador, i
risultati di uno studio, di cui e' coautore, che dimostra come la
legalizzazione delle droghe con una tassa sul consumo, avrebbe un maggiore
effetto per prevenirne l'uso piu' che l'attuale guerra alle droghe. Lo
studio viene pubblicato sul numero di febbraio del "Journal of
Political Economy" ("The market for illegal goods: the case of drugs").
Le altre firme che accompagnano l'allievo di Milton Friedman e professore
all'Universita' di Chicago sono quelle di Kevin M. Murphy e di
Michael Grossman.
"Tutti i presidenti degli Stati Uniti, da Nixon in poi, si sono impegnati
in una "guerra" contro le droghe illegali: cocaina, eroina, hashish e
altre. E tutti i presidenti, senza eccezioni, hanno perso questa guerra.
La spiegazione non sta nella mancanza d'impegno -di fatto ritengo ci sia
stato anche troppo di questo impegno-, ma nella caratteristica di base
della domanda, e negli effetti di un tentativo di riduzione dei consumi
basato sulla punizione di chi fa commercio di queste droghe.
Con questa guerra si e' tentato di catturare produttori e distributori, e
punirli severamente in caso di condanna. Il rischio della pena fa crescere
il prezzo poiche' i fornitori, per avere la merce, devono assumersi un
alto rischio nel commercio. Un prezzo maggiore scoraggia l'acquisto e il
consumo di queste droghe, cosi' come accade con tutti i beni e servizi
illegali. Piu' dura e' la guerra, maggiore e' il rischio della punizione,
e maggiore e' il prezzo di strada e, in generale, minore il consumo".
[...]
Se questa impostazione puo' far calare leggermente il consumo, la
richiesta di droghe e' comunque solida, "non elastica" -spiega Becker- per
cui a fronte di un aumento del prezzo del 10%, la domanda si riduce solo
del 5%: il che significa una elasticita' dello 0,5%. A questo vanno
aggiunti i costi per la societa' e lo Stato: poliziotti, tribunali,
carceri. Secondo le varie stime, si ritiene che la guerra alle droghe ha
portato ad un aumento del loro prezzo effettivo di un 200%.
"Sommando tutte le spese, nello studio che ho fatto con Kevin Murphy,
Steve Cicala, si stima che questa guerra stia costando agli Stati Uniti
100.000 milioni di dollari all'anno complessivamente. Queste stime non
comprendono importanti costi come gli effetti distruttivi in molti
quartieri delle grandi citta', l'uso dell'esercito Usa per lottare contro
i baroni delle droghe e i coltivatori in Colombia e altre nazioni, o
l'influenza corruttrice delle droghe su molti governi.
Volendo ridurre il consumo –senza considerare molto se questo sia o meno
un buon obbiettivo- esiste un metodo migliore che non attraverso queste
guerre fallimentari? Il nostro studio suggerisce che la legalizzazione
delle droghe, combinata con una tassa indiretta sul consumo, sarebbe una
maniera piu' economica e piu' efficace per ridurre l'uso. Invece di una
guerra, si avrebbe -per esempio- una tassa del 200% sul consumo legale da
parte degli adulti (per i minorenni potrebbe continuare ad essere
illegale).
Questo ridurrebbe il consumo e farebbe crescere la spesa totale per le
droghe, cosi' come avviene con l'attuale guerra. Ma le similitudini
finirebbero. La raccolta delle tasse finirebbe nelle casse delle autorita'
federali, che non sprecherebbero soldi per polizia, carceri e altro.
Invece dei cartelli della droga, ci sarebbero compagnie legali dedite alla
produzione e alla distribuzione di droghe di qualita' affidabile, come e'
avvenuto alla fine del proibizionismo con l'alcol. Non ci sarebbe la
distruzione di quartieri poveri (e verrebbe meno il materiale per serial
come 'The Wire' dell'HBO o per film come 'Traffic'), ne' corruzione dei
governi dell'Afghanistan o della Colombia, ne' incarceramenti in grande
scala di afroamericani e altri spacciatori. Ad essere ottimisti, la
raccolta delle imposte dei vari governi sostituirebbe altre imposte e
potrebbe essere utilizzata per educare i giovani sugli effetti pericolosi
delle droghe.
[...]
La legalizzazione in questa maniera avrebbe un maggior effetto nella
riduzione del consumo piuttosto che l'attuale guerra, senza tutti i grandi
e perturbanti costi del sistema.
Sull'entita' di questa imposta, lo lasciamo alla politica sociale.
Questa impostazione potrebbe accontentare sia quella politica libertaria
che chiede legalizzazione e tasse basse sui consumi, che quella posizione
"conservatrice" che vuol ridurre l'uso delle droghe con tasse alte,
nonche' la maggior parte delle posizioni tra questi due estremi. Se il
consumo delle droghe, divenuto legale, non sara' considerato cattivo, le
tasse saranno basse, cosi' come succede con le bevande alcoliche negli
Usa. Oppure le tasse saranno molto alte come succede con le sigarette. Ma
qualunque sia l'impostazione, la legalizzazione potrebbe portare a molti
altri successi rispetto ad un aumento degli sforzi nella fallimentare
guerra in corso".
Per maggiori informazioni:
http://www.journals.uchicago.edu/JPE/journal/issues/v114n1/31017/brief/31017.abstract.html
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